Fabio Fognini: “La Davis è la mia vita. Sinner e Alcaraz? La loro priorità non sarà mai questa competizione”
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Con 69 presenze tra il 2008 e il 2022, Fabio Fognini è stato una delle colonne portanti della nazionale italiana di Coppa Davis. L’ex n. 9 del mondo, talento cristallino e protagonista di alcune delle pagine più intense del tennis azzurro, si racconta oggi in una nuova veste: manager di Flavio Cobolli e concorrente a Ballando con le Stelle.
Tra fisioterapia e prove di ballo, Fognini ripercorre i suoi anni in Davis e guarda con affetto — e un po’ di malinconia — al sogno sfiorato di vincere l’insalatiera.
“Seguo i risultati, ma non guardo più tennis. Ora penso al ballo”
Alla domanda sui 14 match point del drammatico Cobolli-Bergs che hanno tenuto incollati allo schermo oltre 5 milioni di spettatori, Fognini sorprende:
“Seguo i risultati ma non guardo più il tennis: ho staccato. No Fognini, no party. Ora sono concentrato sul ballo. È durissima ma mi sto divertendo e ricevo solo commenti positivi.”
La magia della Davis: “Mi trasformavo. Vincere con l’Italia sulla schiena è un’altra cosa”
Per Fognini, la Davis rappresenta molto più di una competizione:
“Qualsiasi bambino italiano sogna di vestire l’azzurro. Io mi trasformavo, rendevo di più. Ho scritto a Flavio: hai vinto una partita da Davis. La goduria di vincere con Italia scritto sulla schiena è diversa da tutto il resto.”
E aggiunge: “Se n’è accorto anche Flavio. Ha esultato come non avrebbe mai fatto in un torneo normale.”
La nuova formula non convince: “Mancano i top player. Va rivista”
Fognini non nasconde di preferire la vecchia Davis:
“L’hanno trasformata, dicono in peggio. Lo penso anch’io. I top player chiedono di disputarla ogni due anni. I forfait di Sinner e Alcaraz le hanno fatto perdere smalto. Tra i top 10 c’era solo Zverev. Non fa bene alla Davis. Va rivista.”
Alla domanda se con la vecchia formula Sinner e Alcaraz l’avrebbero giocata, risponde:
“Perché no? Dipende dal momento. La priorità di Jannik e Carlos non sarà mai la Coppa Davis.”
“In Davis diventiamo una famiglia”
Tra i ricordi più belli, Fognini cita il gruppo:
“Arrivare dai tornei e creare la dimensione di squadra con Seppi o Bolelli, che dal giorno dopo tornavano avversari. Per una settimana eravamo fratelli, una famiglia.”
Il capolavoro contro Murray: “Brividi che porto ancora dentro”
L’impresa che più lo rappresenta è il netto successo su Andy Murray nel 2014 sulla terra rossa di Napoli:
“Una partita memorabile. Successe qualcosa di incredibile. 6-3 6-3 6-4 al re di Wimbledon, ribaltando la sfida con la Gran Bretagna. Tutto il centrale cantò ‘O surdato ’nnammurato. Brividi che porto ancora dentro.”
Ma la Davis, dice, amplifica anche il dolore: come nel drammatico 7-5 al quinto contro Nedovyesov ad Astana.
“Non ho la Coppa. È un sogno rimasto nel cassetto”
Fognini guarda con lucidità al fatto che la “nuova Italia” possa vincere ciò che lui non ha potuto sollevare:
“Ho tanti cimeli: bandane, maglie, medaglie. Non ho la Coppa. Più che un rimpianto, direi un sogno irrealizzato. Vincerla era un traguardo di cui avrei voluto far parte, perché me la meritavo. Sarebbe stato più giusto così.”
Cobolli, il talento scelto da Fognini
Il ligure racconta come sia diventato manager di Flavio Cobolli:
“Mi allenavo a Roma dopo l’operazione alle caviglie. Conoscevo suo padre: gli ho chiesto di mandarmi il figlio per allenarmi. Ho capito subito che era un cagnaccio, uno che dà battaglia. Deve aggiungere livello tecnico, ma ha grinta e non molla mai.”
Sarà a Bologna? “La Davis è la mia vita. La porta è aperta”
Alla domanda se sarà presente alla Final 8, Fabio risponde:
“Il presidente Binaghi mi ha invitato. Deciderò all’ultimo. Ho preferito fare un passo indietro per motivi che chi sa, conosce. Ma la Coppa Davis è la mia vita: mi lascio una porta aperta.”
Intervista realizzata prima della finale di Davis Cup
Marco Rossi
TAG: Fabio Fognini, Italiani

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Competizione occasione per i giocatori di seconda fascia di diventare addirittura eroi.
Non chiederemo l’abolizione delle competizioni a squadre nel tennis e del doppio.
L’unica piccola pecca di Volandri: aver negato a Fognini la possibilità di partecipare alla prima vittoria.
Peccato
Comprensibile il rammarico di Fabio che ha pagato tanto per le sue intemperanze. Auspicabile un suo coinvolgimento tecnico nelle prossime Davis!
Riguardo la Davis personalmente trovo antipatico e fastidioso chi,pur nel rispetto delle opinioni,qui scrive a caratteri CUBITALI che questa è una “pagliacciata”. Non mi interessano le motivazioni, è l’urlare a pieni polmoni per rafforzare una convinzione detta,ripetuta,ri-ripetuta ad ogni piè sospinto. Ridicolo soprattutto che si commenti per decine di righe e più e più volte qualcosa che non interessa trascurando che così si insulta chi si è appassionato,chi ha sofferto da casa e chi lo ha fatto come protagonista in campo e sugli spalti.
Davvero insopportabile.
Non avevo dubbi che non guardasse il tennis. Anche se a Torino è andato a far compagnia a Flavia.
Fabietto braccio d oro, rimarrà sempre nei nostri cuori “tennistici”. È vero, avrebbe meritato di vincerla…., però credo che anche lui abbia le sue colpe, qualche parola di troppo la disse contro Volandri mi pare. Pazienza Fogna, la classe , le imprese in Davis e quel Montecarlo non si cancellano cmq;)
grande Fabio!!!
grande Fabio!!!