
Indiscrezione: ATP starebbe lavorando ad una “heat policy” per evitare le crisi di Shanghai (e Cincinnati)


“La terribile scena di un campione molto amato come Jannik Sinner che esce dal campo in preda a crampi violenti per le condizioni estreme di Shanghai è una bruttissima vetrina per il tennis”. Così un noto cronista britannico ha tuonato dopo il ritiro dell’italiano al Masters 1000 cinese, torneo diventato un vero e proprio caso per i molti ritiri causati non da infortuni traumatici ma dal cedimento fisico dei giocatori per l’eccessivo stress termico sofferto nel corso della prestazione. Ovviamente la triste conclusione del torneo cinese per il nostro campione di Sexten è entrata nella prima pagina di tutti i media, ma la questione è seria, non esiste da oggi e riguarda tutti i giocatori dell’ATP Tour. Anche Novak Djokovic ha dovuto fare i conti con il caldo torrido, arrivando a vomitare durante il match contro Yannick Hanfmann, mentre Holger Rune, durante un medical time-out nella partita con Ugo Humbert, ha chiesto ironicamente a un ufficiale se i giocatori dovessero “morire in campo” prima che venisse fermato un incontro per le condizioni estreme.
“È lo stesso per tutti, ma è brutale”, ha ammesso Djokovic dopo essere comunque riuscito a portare a casa la vittoria. “Quando giochi con oltre l’80% di umidità giorno dopo giorno, soprattutto sotto il sole, è davvero massacrante”. Nei primi turni del torneo di Shanghai si sono registrati numerosi ritiri: Casper Ruud, Tomas Machac, David Goffin, Terrence Atmane, Hamad Medjedovic e Wu Yibing, tutti costretti a lasciare il campo per problemi legati allo stress sofferto per le temperature stabilmente attorno ai 30 gradi unite a un’umidità altissima che ha reso ogni match una sorta di prova di sopravvivenza. Il gioco è diventato molto fisico, “demanding” come dicono negli USA, e quindi riuscire a performare e reggere con oltre 30° di temperatura abbinati a tassi di umidità superiori al 70% è un rischio concreto per la salute. Per questo l’ATP, possiamo dire finalmente, pare stia lavorando alla stesura di una nuova “Heat Policy”, ossia delle regole per tutelare gli atleti quando le condizioni ambientali superano un limite di sicurezza. Lo rivela l’agenza Reuters, secondo la quale il circuito maschile potrebbe presto introdurre una regola ufficiale contro il caldo estremo.
Il tema non è nuovo: già ad agosto, durante il torneo di Cincinnati, Arthur Rinderknech era collassato in campo per il caldo torrido, consegnando la vittoria a Felix Auger-Aliassime e riaccendendo il dibattito sulla necessità di una politica ufficiale in materia. Secondo il regolamento attuale, la decisione di sospendere o interrompere il gioco per condizioni climatiche estreme spetta al supervisor ATP del torneo, che si coordina con il personale medico e le autorità locali. “In parallelo – ha spiegato l’ATP in una nota a Reuters – il nostro team medico implementa diverse misure per proteggere la salute dei giocatori in caso di caldo estremo”. Tuttavia quel che è accaduto a Shanghai indica che le misure e regole attuali non sono sufficienti.
Per questo l’ATP si dice pronta a intervenire: “La questione è attualmente oggetto di revisione e ulteriori misure, tra cui l’introduzione di una heat policy ufficiale, sono allo studio in consultazione con giocatori, tornei e specialisti medici. La sicurezza dei giocatori resta la priorità assoluta”, riporta Reuters sempre dalla nota di ATP.
La situazione attuale è a dir poco singolare poiché i tornei del Grande Slam e il circuito WTA già dispongono di regolamenti ufficiali che consentono pause prolungate o sospensioni dei match in caso di condizioni eccessive a livello di calore combinato ad umidità, non l’ATP o comunque con misure meno chiare e, da quanto visto a Shanghai, non sufficienti. Chissà che la terribile crisi di crampi di Sinner, immagini brutali che non avremmo mai voluto vedere e che hanno fatto in lampo il giro del mondo, non siano diventate la molla per un cambiamento necessario.
Marco Mazzoni
TAG: ATP, caldo estremo, heat policy, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, Masters 1000 Shanghai 2025, politica contro il caldo estremo
No,è noto che in Cina l’uso del carbone è elevatissimo
@ Alberto Rossi (#4494930)
Le condizioni climatiche sono cambiate negli ultimi decenni e lo nega solo Trump. Notizia di oggi: è iniziata la coltivazione delle banane in Sicilia
Giocare un Masters da una settimana nelle condizioni che c’erano a Shangai lo scorso weekend? Sei serio?
gaudenzi ha fatto di tutto per avvantaggiare i tornei e gli sponsor e penalizzare i giocatori e i tornei minori, senza o con pochi sponsor. e non è stato ancora cacciato!
Anche se Mazzoni non sembra d’accordo e utilizza il suo infimo potere di censura, riposto:
Rivendico il diritto di sinner di avere i crampi.
I due giocatori sono la componente piu` importante in un match di tennis.
Che tutti: supervisor, personale medico, autorita` locali, abbiano la possibilità di fermare il gioco, ma non i due protagonisti non ha tanto senso, in condizioni estreme.
Nelle situazioni climatiche peggiori, di Shanghai, i due giocatori potevano accordarsi autonomamente, ad esempio, per fare un quarto d’ora di pausa dopo ogni set…sarebbero stati squalificati entrambi?
I Master 1000 lunghi due settimane sono un suicidio, bisogna riportarli ad una settimana!
Non ho scritto che sia strano, leggi bene
@ zedarioz (#4494942)
Le polvere sottili ci sono in quasi tutte le metropoli…se si valutasse pure quel fattore non si dovrebbe più giocare a Shanghai, Tokyo, Dubai, Doha ecc.
@ Massimo.bianco29@yahoo.it (#4494936)
io con tutt’altro intento però
Se anche fosse che il circuito è più sensibile quando succedono cose che coinvolgono gli atleti top, non vedo cosa ci sia di strano. Ben vengano i giocatori che hanno potere ed autonomia per farsi sentire.
Di solito i grandi lo fanno a fine carriera, per non inimicarsi il palazzo.
Caldo, umidità e anche qualità dell’aria con le polveri sottili. Devono mettere 3 paletti se sono seri.
L’essenza del vagare, sportivamente e tennisticamente parlando, sta in questo: la varietà dei luoghi, delle situazioni, dei climi, delle superfici, degli ambienti. Attenuare le differenze ambientali conduce all’omologazione. ATP, non lo fare o pagherai per sempre le tue scelleratezze.
Giochiamola direttamenta alla playstation e via.
Un master 1000, o peggio uno slam, lo fai in un palazzetto?
128 giocatori nel MD, qualificazioni, singoli, doppi, juniores, wheelchair e WTA? Deve essere bello grosso.
E poi perchè “su un campo più rapido”?
Lo hai scritto te al posto mio…
Oddio, Cincinnati è un torneo che si gioca già da fine ottocento, e sempre nello stesso luogo ed alle stesse condizioni climatiche… è lo sport e basta, pure ai recenti mondiali di atletica in Asia e di ciclismo in Africa si giocava in condizioni estreme, addirittura a Kigali sono arrivati al traguardo una ventina di ciclisti su 200 partecipanti… a me sembra che solo nel tennis fate tanto le fighette, lo sport è agonismo e vince anche e soprattutto chi è più forte e preparato a livello atletico
Non serve a nulla. In Cina possono esserci queste condizioni anche per un mese di fila.
Devono giocare indoor e su un campo più rapido. Risolto il problema.
Facciamo così. ..si prendono Novak e sinner e li si fanno giocare in condizioni ambientali difficili. Quando Novak vomita o sinner ha i crampi si stabilisce il valore soglia oltre il quale si sospende l’incontro. Mi pare onesto.
Dovesse interessare a qualcuno, la scrivo anche qui, sul topic di Sinner, più appropriato. In segno di pace.
Faccio notare come, su un altro articolo o topic o come si chiama, che tra Barbosa e il forumista Antoniov è stata raggiunta la pace. Se qualcun’altro volesse aggregarsi male non fa.
Saluti
Oh ma come a Bercy la volta del match in notturna, le regole devono esser riviste e migliorate dopo l’incontro di Sinner? Farlo prima par brutto?
Oh ma come a Bercy la volta del match in notturna, le regole devono esser riviste e migliorate dopo l’incontro di Sinner? Farlo prima par brutto?