Da Davidovich a Carabelli: a caccia del primo titolo ATP nel 2026
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Un buon ranking non basta. La classifica è figlia dei risultati, ovviamente, ma la vittoria in un torneo ATP è qualcosa di diverso, un sigillo importante che nessuno può portarti via e resta nella bacheca. Basti pensare all’incredibile cavalcata di vittoria di Vacherot a Shanghai nel 2025, impresa di una vita, per lui la svolta della carriera e risultato che dovrà confermare nel 2026. Proprio nell’anno pronto a scattare sono diversi i giocatori che si pongono come obiettivo principale – o tra i più ambiti – cancellare lo zero alla voce tornei ATP vinti. Limitandoci alla top50 di fine anno, sono 8 i tennisti ancora a secco di successi nel tour maggiore.
Il più quotato è Alejandro Davidovich Fokina, attuale n.14 ATP, posizione raggiunta lo scorso novembre. Dotato di una potenza impressionante, l’andaluso classe ’99 ha negli alti e bassi, anche all’interno della stessa partita, il suo punto dolente, insieme ad una certa difficoltà nel mantenere il suo massimo livello – a tratti altissimo – nelle fasi calde delle partite. In carriera vanta 5 finali, tutte perse: la prima nel 2022 a Monte Carlo (battuto in due set da Tsitsipas) e ben 4 nel 2025, inclusa quella dolorosissima sofferta al 500 di Washington per mano di De Minaur al termine di una battaglia di oltre tre ore decisa al tiebreak finale. Le immagini dell’australiano mentre cercava di consolare lo spagnolo sulla panchina fecero il giro del mondo… ADF ha perso anche le finali di Delray Beach, Acapulco e Basilea, quest’ultima contro l’astro nascente Fonseca in una partita nella quale lo spagnolo scendeva in campo da favorito. Per il 26enne di Malaga, il 2026 avrà un chiodo fisso: vincere un torneo.
C’è andato piuttosto vicino Arthur Rinderknech ad alzare il primo trofeo ATP, e che trofeo… il Masters 1000 di Shanghai, dove la sua bellissima cavalcata si è interrotta in finale contro il cugino Vacherot, in quella che è stata senza dubbio la storia più curiosa del 2025. Attualmente n.29 ATP, due gradini sotto al proprio “best”, il 30enne di Gassin è tennista potente ed offensivo, non così flessibile e continuo, ma i colpi per far male agli avversari li possiede eccome. Quest’anno si è preso la scena sul centrale di Wimbledon eliminando all’esordio Zverev, ma la decina a Shanghai resta il suo top in carriera. Finora Rinderknech ha disputato due finali a livello ATP: prima di quella in Cina dello scorso ottobre c’era riuscito ad Adelaide nel 2022, battuto dall’idolo di casa Kokkinakis.
Scendendo di poco nel ranking, il terzo tennista ancora a secco di titoli ATP è Jaume Munar, salito moltissimo per qualità di gioco e intensità nel 2025, annata che l’ha issato al proprio “best” di n.33 di questa settimana. Da specialista del “rosso” e acerrimo lottatore, il 28enne di Santanyi (Maiorca) è stato bravo ad alzare l’asticella, diventando discretamente pericoloso anche sui campi in duro. In carriera per lui una sola finale, a Marbella nel 2021, battuto dal connazionale Carreno. Se rientrerà nel 2026 col piglio mostrato in Davis a Bologna, potrà certamente ambire ad alzare il primo trofeo sul tour maggiore.
Appena sotto di una posizione ecco l’estro e “follia” di Corentin Moutet, uno di quei giocatori che, nel bene o nel male, valgono sempre il prezzo del biglietto. Vista la sua bizzarra condotta, non è facile imbroccare una settimana con almeno 5 vittorie di fila e portare a casa un torneo… Il 26enne parigino ha certamente mano e colpi per farcela, ma la continuità e sostanza sono sempre stati il suo difetto primario. Nel 2025 è comunque migliorato, segnando il proprio “best” alla trentunesima piazza lo scorso novembre. In carriera è arrivato tre volte ad un passo dal titolo: nel 2020 perse la finale a Doha (vs. Rublev), mentre nel 2025 ha giocato due volte il match per il titolo, a Maiorca sull’erba (sovrastato dalla maggior potenza di Griekspoor) e quindi a Almaty, stoppato dal rientrante Medvedev al termine di una vera battaglia. Difficile puntare su Corentin a meno di non amare l’azzardo… ma chissà.
Alex Michelsen sta continuando il suo percorso di crescita, arrivato ad un passo dai migliori come dimostra il suo “best” di n.30 segnato lo scorso luglio. Attualmente posizionato al n.38 ATP, il 21enne di Laguna Hills non difetta in servizio e potenza di fuoco, ma sugli spostamenti laterali e sulla tenuta nella lotta c’è ancora da fare. Tra 2023 e 2024 ha giocato tre finali, tutte perse. La prima a Newport nello scomparso torneo su erba (battuto da dalla manualità superiore di Mannarino) e nel 2024 invece è stato stoppato ad un passo dal successo prima di nuovo a Newport (sconfitto da Giron) e quindi sul cemento di Winston-Salem, dominato da un super Lorenzo Sonego. È uno dei giocatori attesi ad un salto di qualità, necessario anche per vincere un torneo.
Dagli States si vola in Belgio per trovare un altro top 50 a caccia del primo alloro ATP: è Zizou Bergs, braccio d’oro ma ancora altalenante. Arrivato tardi nel tennis che conta, penalizzato dalla difficoltà di emergere e credere davvero in se stesso anche per un carattere un po’ particolare, il 26enne di Lommel è uno dei bracci più veloci del West, ma ancora campeggia lo zero a titoli ATP vinti. Attualmente n.42 ATP, tre passi dietro al proprio best di 39, ha perso le due finali giocate nel 2025: Auckland ad inizio anno e poi sull’erba di ‘s-Hertogenbosch vicino a casa. Con quelle accelerazioni e tennis a tutto campo ha assolutamente i mezzi per farcela, a patto di riuscire a gestire il rischio del suo tennis, a tratti davvero esagerato…
Di qualità ne ha parecchia anche Daniel Altmaier, altro giocatore tra i migliori cinquanta in classifica ancora a secco di titoli. Il 27enne di Kempen, da poco sposo di una meravigliosa ragazza messicana, è uno che ama il mondo, i viaggi e le esperienze, e diverte il pubblico con il suo bel rovescio a una mano e un gioco offensivo e vario, ma non sempre consistente. Ci prova, non sempre riesce ad imporre il suo tennis, penalizzato da alti e bassi. Attualmente al proprio “best” di n.46, Altmaier non ha ancora centrato una finale ATP. Gli auguriamo di farlo nel 2026, sullo slancio di una stagione da poco conclusa con i quarti a Rottardam e gli ottavi a Monte Carlo e Roland Garros.
L’ottavo e ultimo top50 ancora con uno zero alla casella tornei vinti è Camilo Ugo Carabelli, n.49 ATP con il proprio “best” al 43esimo posto lo scorso agosto. Corsa, fatica, ma anche colpi consistenti per il 26enne di Buenos Aires, che in carriera non ha ancora raggiunto una finale sul tour maggiore. Nel 2025 Ugo ha brillato nei tornei in Sud America, con le semifinali a Rio e Santiago, sempre stoppato da Baez, e quindi sempre sul “rosso” nei tornei estivi in Europa. Chissà che la chance per lui non possa arrivare proprio nei tornei su terra battuta nel proprio continente, anche se ormai sono davvero pochi…
Marco Mazzoni
TAG: Alejandro Davidovich Fokina, Arthur Rinderknech, Camilo Ugo Carabelli, Corentin Moutet, Daniel Altmaier, Jaume Munar, Marco Mazzoni, tennisti con zero titoli ATP, Zizou Bergs

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