Il presidente dell'ATP chiede tempo per assestare le novità ATP, Copertina

Gaudenzi: “Uno dei nostri obiettivi è quello di fornire più denaro a più giocatori. Parte della tensione attuale risiede nei diversi orizzonti temporali: dobbiamo pensare a lungo termine”

19/08/2025 16:35 19 commenti
Andrea Gaudenzi, Presidente ATP
Andrea Gaudenzi, Presidente ATP

Dopo l’annuncio dei grandi risultati economici dell’ATP Tour, del quale abbiamo già trattato nei giorni scorsi, il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha risposto ad alcune domande chiave sui nodi attuali del tour: calendario, richieste dei giocatori, e soprattutto le moltissime critiche scatenate dal caotico susseguirsi dei tornei nell’estate nordamericana. Tra i tanti forfait sofferti in Canada e molti ritiri di Cincinnati per le condizioni estreme del torneo nel caldo umido dell’Ohio, per una corsa un po’ “folle” da Washington a US Open senza soluzione di continuità, tanti (osservatori, coach, giocatori) chiedono interventi drastici a tutela della salute dei giocatori e anche dello spettacolo. Gaudenzi ha rilasciato le sue considerazioni al sito ufficiale ATP nella notte tra 17 e 18 agosto, quindi prima della sfortunata finale di Cincinnati; riportiamo i passaggi più significativi del pensiero del faentino, che mette i “puntini sulle i” in molte questioni. Uno in particolare sembra l’aspetto chiave: i giocatori da tempo spingono per compensi più elevati e una fetta pari a quella degli organizzatori dei tornei; l’allungamento dei Masters 1000 su 12 giorni è la risposta concreta a questa rivendicazione, visto il maggior giro economico generato dai massimi tornei ATP “allungati”.

“Il passaggio a un formato di 12 giorni ha dato ai tornei il tempo, la stabilità e la fiducia di cui avevano bisogno per pensare in grande, e ciò che sta accadendo a Cincinnati ne è un esempio perfetto” afferma Gaudenzi sulle innovazioni importanti nell’impianto di Cincinnati per la prima edizione “lunga” dello storico torneo statunitense. “Hanno intrapreso una ristrutturazione multifase da 260 milioni di dollari che migliorerà ogni aspetto dell’evento. Per i tifosi, significa maggiore disponibilità di biglietti e una maggiore capienza dello stadio, oltre a un’esperienza in loco migliorata, all’altezza di un evento globale di alto livello. Per i giocatori, significa nuovi spogliatoi, aree di recupero migliorate e condizioni migliori in tutti i settori. Per i media, significa un’infrastruttura di trasmissione di livello mondiale che contribuisce a migliorare la percezione dell’evento in tutto il mondo. E non si tratta solo di miglioramenti estetici. I ricavi generati da questi miglioramenti tornano direttamente ai giocatori attraverso il nostro modello di partecipazione agli utili. Questo è esattamente il tipo di investimento strutturale a lungo termine di cui lo sport ha bisogno, ed è stato possibile solo grazie al formato ampliato“.

Così Gaudenzi sull’impatto dei Masters 1000 su dodici giorni e un calendario centrato su di essi, scapito di giorni di riposo e possibilità di scelta per i giocatori su dove giocare: “Il formato ampliato aumenta il tempo trascorso in loco, e questo è un aspetto da tenere in considerazione. Ma libera anche il potenziale di fatturato necessario per far crescere l’intero Tour. Riforme come queste sono state discusse a lungo, con il Player Council e con il Consiglio Direttivo, per diversi anni” continua il Presidente ATP. “Uno dei nostri chiari obiettivi strategici è quello di fornire più denaro a più giocatori. Ci siamo riusciti con l’aumento del montepremi per i giocatori da 165 a 300 giocatori, più che raddoppiando il montepremi a livello Challenger dal 2022. E lo stiamo facendo attraverso grandi eventi, con arene più grandi e tabelloni più grandi, che alimentano il motore commerciale di questo sport. Basta guardare cosa sta succedendo: bonus pool record, progetti infrastrutturali a nove cifre a Roma, Madrid, Shanghai, Cincinnati. Niente di tutto questo accade senza il respiro offerto dalla finestra di 12 giorni. Ha permesso ai promotori di reinvestire e ha permesso una quota dei profitti al 50%. Sono soldi che tornano direttamente negli spogliatoi. Parte della tensione attuale risiede senza dubbio nei diversi orizzonti temporali. Dobbiamo pensare a lungo termine. Date a questo modello cinque o dieci anni e credo che i Masters 1000 saranno cresciuti esponenzialmente in tutti i parametri e guarderemo a questa mossa come alla base di tale cambiamento”.

Gaudenzi quindi è convinto della bontà di questa scelta, nonostante tutti i tennisti in queste settimane si siano espressi in modo contrario, prendendo come esempio di torneo modello Monte-Carlo, un torneo “classico”, non combined, di una sola settimana… Quello che probabilmente anche una larghissima fetta di spettatori preferisce, vista la maggior certezza di trovare tutti i giocatori preferiti in una certa giornata del torneo.

Si va avanti con un altro punto chiave del dibattito: lunghezza della stagione, complessità del calendario e affaticamento dei giocatori. Questa la opinione di Gaudenzi: “In molti sport c’è una chiara tendenza verso una competizione maggiore rispetto al passato: basta guardare al calcio, con la Coppa del Mondo per Club lanciata quest’estate. Il nostro calendario è complesso. È una stagione lunga e impegnarsi a fondo settimana dopo settimana è impegnativo. Ma questo è anche uno sport individuale: un giocatore potrebbe essere eliminato al primo turno, un altro potrebbe alzare il trofeo dopo la finale. Trovare una soluzione che funzioni per entrambe le estremità dello spettro non è mai semplice, e non si può costruire un calendario basato su un singolo gruppo di giocatori. Tutti i gruppi devono essere considerati. Il nostro obiettivo come ATP è prolungare la offseason. Un riposo adeguato è vantaggioso per tutti: giocatori, tifosi e qualità della competizione. Ma non possiamo agire da soli. I tornei possiedono le proprie licenze e qualsiasi cambiamento strutturale richiede un allineamento. Siamo in trattative attive ora e sono ottimista sulla direzione che stiamo prendendo. Un punto che spesso viene trascurato: i giocatori scelgono i propri programmi. Questa libertà è rara nello sport professionistico. Ma con essa arriva anche la responsabilità: sapere quando spingere e quando recuperare. E infine, dobbiamo essere chiari: l’ATP non controlla l’intero calendario. Lavoriamo in base ai tornei del Grande Slam, alla Coppa Davis e ad altre date fisse. È proprio per questo che OneVision propone un modello di governance unificato, riunendo tutti gli stakeholder allo stesso tavolo in modo da poter prendere decisioni coerenti e coerenti a livello sportivo su aspetti come il calendario”. Risposta questa un po’ “politica”: siamo facendo ma da soli non possiamo risolvere tutto, passando la palla agli altri grandi attori dell’annata, Slam su tutti.

Il discorso entra ancor più nello specifico: i giocatori ‘devono sapere quando spingere e quando recuperare’ afferma Gaudenzi. Ma, oggi, nel tour attuale e con l’obiettivo di arrivare ai bonus di fine anno, quanto i tennisti ‘devono’ giocare? “Cerchiamo sempre di trovare il giusto equilibrio. Allo stato attuale, 19 eventi contano per la classifica, diventeranno 18 l’anno prossimo” afferma Gaudenzi. “La lista obbligatoria rimane di otto Masters 1000. Non credo sia eccessivo. Questi eventi di punta sono ciò che dà struttura alla stagione e genera i ricavi che ora tornano ai giocatori, attraverso premi record, bonus pool in crescita e partecipazione agli utili. Questi eventi sono anche il fondamento della narrazione dell’intera stagione per i tifosi. Il nostro compito è garantire che i palcoscenici più importanti siano forti e affidabili. Quando i migliori giocatori si presentano, i tifosi rispondono, gli sponsor rispondono e l’intero sport va avanti. I numeri possono sempre essere modificati, ma il principio di una spina dorsale chiara e premium per la stagione non è negoziabile. I giocatori hanno anche bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti che abbiamo implementato. L’espansione di alcuni eventi ATP Masters 1000 equivale a circa 15 giorni extra di presenza in loco nel corso della stagione. Questi giorni aggiuntivi devono essere considerati nella creazione dei calendari, ed è logico che i giocatori dovranno ridurre i loro impegni in altri ambiti. Farlo richiede disciplina, oltre alla disponibilità a rinunciare ai gettoni di presenza quando necessario. E naturalmente, se un giocatore abbandona prematuramente un evento di alto livello, mantiene la flessibilità di selezionare tornei aggiuntivi a livelli inferiori per disputare più partite. In sostanza, si tratta di un approccio a cascata dall’alto verso il basso”.

Hanno fatto discutere moltissimo i forfait a Toronto di quasi tutti i big, incluse le parole al veleno del direttore del torneo canadese. Così Gaudenzi: “I ritiri fanno parte dello sport professionistico, soprattutto in uno così impegnativo fisicamente come il tennis. In questo caso, sia Jannik che Carlos hanno raggiunto le finali del Roland Garros e di Wimbledon: un risultato incredibile. Con sole due settimane di differenza tra Wimbledon e Toronto quest’anno, il calendario era particolarmente serrato. Certo, mi dispiace per il torneo. È stato un peccato, ma non è la prima volta e non sarà l’ultima volta che un Masters 1000 subisce ritiri. Questa è la realtà del nostro sport. In generale, però, se si analizzano i dati degli ultimi anni, la partecipazione dei giocatori ai Masters 1000 rimane molto forte. Dobbiamo valutare l’impatto delle riforme nel tempo, considerando il quadro completo: presenze, spettatori, partecipazione dei giocatori, compensi e performance commerciale. È così che prendiamo decisioni informate e a lungo termine che siano utili allo sport nel suo complesso”.

Questo il succo del pensiero di Gaudenzi su molti dei temi “caldi” sul piatto della discussione di queste settimane, e siamo certi che così sarà anche nelle prossime almeno fino a US Open. Dalle parole del Presidente si evince quanto l’aspetto commerciale, economico e di ritorno anche per i giocatori sia considerato centrale, per la vita e sviluppo del tour. Inutile prenderci in giro: i soldi in uno sport professionistico sono fondamentali, muovono tutto. Ma ci sono anche altri aspetti di pari importanza, sollevati dai giocatori, che forse il Presidente avrebbe potuto considerare maggiormente, o almeno sui quali riflettere con più profondità. Magari queste considerazioni vengono fatte nelle stanze di comando del tour, in questo caso una diversa comunicazione potrebbe aiutare. Tuttavia non possiamo non sottolineare come le tante (continue…) lamentele dei giocatori, big inclusi, sulla durezza del calendario e su come nessuno sia favorevole ai tornei mille su dodici giorni, destano importanti riflessioni sulla governance del tour e stride con la richiesta altrettanto pressante di compensi sempre maggiori. Equilibri a dir poco instabili… con i giocatori assolutamente parte dello status quo.

Marco Mazzoni

 


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19 commenti. Lasciane uno!

Massimo.bianco29@yahoo.it (Guest) 19-08-2025 18:08

Scritto da brunodalla
in questi mesi ho letto centinaia di commenti qui e oggi leggo le spiegazioni di gaudenzi.
e noto la differenza fra chi commenta a casaccio senza sapere di cosa parla e chi lavora per il futuro di TUTTI i giocatori e non solo dei top20.
ovviamente è abissale a favore del secondo.

Ahahahahahah!!!

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ing.68 19-08-2025 18:05

Sarò un boomer e Gaudenzi avrà tutte le ragioni del mondo, ma a me piacevano più i master di una settimana. Con la formula attuale, non si sa quando iniziano nè quando finiscono e i giocatori vengono sollecitati troppo. Ricordo che Gaudenzi disse una volta: se non avessi fatto il tennista, a quest’ora avrei dovuto fare l’università…..C’è chi se la sogna.

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Massimo.bianco29@yahoo.it (Guest) 19-08-2025 17:48

Scritto da walden
Che il tennis sia un business non lo ha inventato Andrea Gaudenzi, ma Jack Kramer 80 anni fa (e comunque già negli anni ’30 iniziava ad esserci il professionismo, al di del finto dilettantismo, come in tutti gli sport principali, a cominciare da calcio e ciclismo in Europa, football e baseball negli USA).
La scelta dell’ATP è quella di allargare la base produttiva (come dicevano i metalmeccanici negli anni ’60 e ’70), perchè il tennis possa coinvolgere più atleti di più paesi. Questo è l’obbiettivi di cui Gaudenzi non ha parlato, il tennis non esiste in Africa (ad esclusione di una piccola presenza nel Maghreb), ed in gran parte dell’Asia, in sudamerica, nonostante un gran numero di tennisti che provengono dal quel continente, è molto sacrificato: c’è solo un tizio che, buttiglionescamente (da Colonnello Buttiglione, chi ha qualche anno sa di cosa parlo) continua a sostenere il contrario. Gaudenzi dice che i paesi hanno le licenze, ma non ha il coraggio di ridurre il numero di tornei a paesi ormai tennisticamente marginali come la Svezia, Austria, o Messico (quest’ultimo sempre più il cortile di casa degli USA), o preponderanti, come Stati Uniti, Cina, Francia e Germania e si parla di aggiungerne a paesi tennisticamente inesistenti come l’Arabia Saudita.
Di positivo c’è il fatto che i tennisti che riescono a campare sono aumentati significativamente, anche se chi ha visto crescere il patrimonio sono soprattutto i primi 40/50, per non parlare de i primi 10.
Le polemiche sulla durata dei tornei sono pretestuose, e vengono soprattutto dai primi 20/30, che vorrebbero giocare di meno e guadagnare di più, magari concedendosi qualche esibizione in più dove non conta il merito ma il nome. Chiederei all’amico Mazzoni, che ha giustamnete dedicato articoli a Terence Atmane, se con la vecchia formula questo outsider sarebbe mai arrivato alla semifinale di una Master. L’allargamento della “base produttiva” genera maggiore mobilità, ed infatti una delle cause della precoce uscita di scena dei “millennials” a favore degli “z” è, a mio parere, dovuta al fatto che da qualche hanno le “posizioni acquisite” sono meno “protette”.
In un sistema capitalistico non c’è niente di peggio che il mantenimento delle strutture feudali. Lo sosteneva un filosofo di Treviri….

Un certo Roberto Carretero VINSE(NDR)ad Amburgo da numero 143…
PS: ancora fai esempi con gli Stati Uniti?

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Born in the U.S.A. 19-08-2025 17:48

Ma di preciso di cosa Cincinnati ne è un esempio? Per me questo torneo è stato un disastro. Ci sono stati cosa, tipo 10 ritiri? Quale sarebbe il progetto a lungo termine? è ovvio che il formato allungato dei Masters non funziona per il tennis. Non lo vuole nessuno. Il loro obiettivo non è quello di fornire più denaro ai giocatori, ma alle casse dei tornei importanti e, di conseguenza, a quelle dell’ATP. Normalissimo, un’organizzazione fa i propri interessi ed è anche giusto che sia così, ma queste dichiarazioni di facciata non mi piacciono molto… Non è che per dare più soldi ai giocatori di media fascia bisogna fare i Masters a 17 settimane per includere persino il numero 1345 del mondo. Casomai bilancia il montepremi da Masters a Challenger. In più il gap tra i tornei importanti e quelli di bassa fascia come 250 (che io reputo la categoria più importante di tutti per la stabilità del circuito) sta sempre più aumentando. Ad esempio nel 2018 il tour comprendeva 40 atp 250, nel 2026 saranno 31, e continua a calare di anno in anno, tutto per colpa dei Masters allungati che mangiano spazio…

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Diè (Guest) 19-08-2025 17:48

Scritto da Massimo.bianco29@yahoo.it
@ Detuqueridapresencia (#4463555)
A quanto pare sono in tanti a criticare le sue politiche anche da queste parti…
Ti faccio una confessione,sono sempre io a scrivere sotto decine di nickname diversi.

E non serviva essere amministratori del foro per capirlo.
Cambiato le batterie all’orologio?

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Detuqueridapresencia 19-08-2025 17:46

Scritto da Massimo.bianco29@yahoo.it
@ Detuqueridapresencia (#4463555)
A quanto pare sono in tanti a criticare le sue politiche anche da queste parti…
Ti faccio una confessione,sono sempre io a scrivere sotto decine di nickname diversi.

Permalosone :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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mattia saracino 19-08-2025 17:43

Scritto da Markux
Parole al vento …. al posto dei fatti, intanto fuori dai TOP 150 si vive di stenti, caro Gaudenzi.

È vero l

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brunodalla 19-08-2025 17:40

in questi mesi ho letto centinaia di commenti qui e oggi leggo le spiegazioni di gaudenzi.
e noto la differenza fra chi commenta a casaccio senza sapere di cosa parla e chi lavora per il futuro di TUTTI i giocatori e non solo dei top20.
ovviamente è abissale a favore del secondo.

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Massimo.bianco29@yahoo.it (Guest) 19-08-2025 17:35

@ Detuqueridapresencia (#4463555)

A quanto pare sono in tanti a criticare le sue politiche anche da queste parti…
Ti faccio una confessione,sono sempre io a scrivere sotto decine di nickname diversi.

11
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Diè (Guest) 19-08-2025 17:28

Scritto da Massimo.bianco29@yahoo.it
La sua è sempre e la solita ONE VISION!!!
Continua nella distruzione insieme al MEGAUBOSS di quello che era il gioco più affascinante del mondo.

Soprattutto perché a vincere erano i panda stranieri e non i “monocolore” italici.
Gran cattivone U boss, che ha “gonfiato” le classifiche dei monocolore italici con tanti tornei e punti sparsi nel territorio italico, facendoli pure risparmiare nella logistica degli “spostamenti”.

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+1: Detuqueridapresencia
Il cubo di Bublik 19-08-2025 17:21

Scambiato due chiacchere con lui a Bologna fuori dall’esame di diritto privato che entrambi dovevamo sostenere.
Aveva vinto Roland e US Open Junior ed era già numero 60 del mondo (mi pare).
Sapeva dove voleva arrivare dopo aver chiuso con il tennis giocato a 19 anni.
Parlava già come un politico di lungo corso (tipo DC anni cinquanta…, vestiva uguale)

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Detuqueridapresencia 19-08-2025 17:08

A telecamere spente Gaudenzi ha dichiarato

In realtà il mio obiettivo principale è provocare la sclera di un grafomane di nome Massimo (non ricordo il cognome ma mi ricorda il Natale) noto per avere uno specchio in casa con cui parla 7/24 manco fosse la strega di Biancaneve e che nelle pause da codesto dialogo avrebbe scritto almeno 10,787 pagine di un volume dedicato ad un gioco di cui capisce assai poco.

Ogni pagina ripete ossessivmente la medesima frase in una lingua che egli non parla (ma forse battendo la testa il cervello arcaico rammenta frammenti studiati dai suoi antenati)

Il testo?

“All work and no play makes White Christmas a dull boy”

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+1: Taxi Driver
Markux (Guest) 19-08-2025 17:05

Parole al vento …. al posto dei fatti, intanto fuori dai TOP 150 si vive di stenti, caro Gaudenzi.

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+1: mattia saracino, Taxi Driver
walden 19-08-2025 17:00

Che il tennis sia un business non lo ha inventato Andrea Gaudenzi, ma Jack Kramer 80 anni fa (e comunque già negli anni ’30 iniziava ad esserci il professionismo, al di del finto dilettantismo, come in tutti gli sport principali, a cominciare da calcio e ciclismo in Europa, football e baseball negli USA).
La scelta dell’ATP è quella di allargare la base produttiva (come dicevano i metalmeccanici negli anni ’60 e ’70), perchè il tennis possa coinvolgere più atleti di più paesi. Questo è l’obbiettivi di cui Gaudenzi non ha parlato, il tennis non esiste in Africa (ad esclusione di una piccola presenza nel Maghreb), ed in gran parte dell’Asia, in sudamerica, nonostante un gran numero di tennisti che provengono dal quel continente, è molto sacrificato: c’è solo un tizio che, buttiglionescamente (da Colonnello Buttiglione, chi ha qualche anno sa di cosa parlo) continua a sostenere il contrario. Gaudenzi dice che i paesi hanno le licenze, ma non ha il coraggio di ridurre il numero di tornei a paesi ormai tennisticamente marginali come la Svezia, Austria, o Messico (quest’ultimo sempre più il cortile di casa degli USA), o preponderanti, come Stati Uniti, Cina, Francia e Germania e si parla di aggiungerne a paesi tennisticamente inesistenti come l’Arabia Saudita.
Di positivo c’è il fatto che i tennisti che riescono a campare sono aumentati significativamente, anche se chi ha visto crescere il patrimonio sono soprattutto i primi 40/50, per non parlare de i primi 10.
Le polemiche sulla durata dei tornei sono pretestuose, e vengono soprattutto dai primi 20/30, che vorrebbero giocare di meno e guadagnare di più, magari concedendosi qualche esibizione in più dove non conta il merito ma il nome. Chiederei all’amico Mazzoni, che ha giustamnete dedicato articoli a Terence Atmane, se con la vecchia formula questo outsider sarebbe mai arrivato alla semifinale di una Master. L’allargamento della “base produttiva” genera maggiore mobilità, ed infatti una delle cause della precoce uscita di scena dei “millennials” a favore degli “z” è, a mio parere, dovuta al fatto che da qualche hanno le “posizioni acquisite” sono meno “protette”.
In un sistema capitalistico non c’è niente di peggio che il mantenimento delle strutture feudali. Lo sosteneva un filosofo di Treviri….

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Kenobi 19-08-2025 16:40

Ma è una visione poco strategica oltre che banale, vista solo in ottica più soldi.
Far disputare la finale alla sera di domenica non richiede chissà quale rivoluzioni nel disegno da Faraone di Gaudenzi.
Lui parla di visione strategica , ma lo fa a sproposito perché i ricavi sono proprio l’ultima cosa che arriva , a fronte di investimenti importanti e ristrutturazione aziendale.

Invece quelli che arrivano sono i disagi ed un danno immediato all’immagine ATP , mentre i guadagni sulla pelle dei top player arrivano subito .

In realtà va a peggiorare tutto, non c’è una strategia per modernizzare il tennis e renderlo più efficiente e lo si vede subito.

Gaudenzi passerà alla storia ma non per attività di merito.

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Massimo.bianco29@yahoo.it (Guest) 19-08-2025 16:39

Scritto da Massimo.bianco29@yahoo.it
La sua è sempre e la solita ONE VISION!!!
Continua nella distruzione insieme al MEGAUBOSS di quello che era il gioco più affascinante del mondo.

Senza la U ovviamente

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-1: Detuqueridapresencia, brunodalla
Massimo.bianco29@yahoo.it (Guest) 19-08-2025 16:38

La sua è sempre e la solita ONE VISION!!!
Continua nella distruzione insieme al MEGAUBOSS di quello che era il gioco più affascinante del mondo.

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-1: Detuqueridapresencia, brunodalla
ospite1 (Guest) 19-08-2025 16:29

I giocatori non gradiscono i 1000 in due settimane e lo hanno detto. Non serve investire nella struttura per i giocatori due settimane rimangono. Che pensi anche a chi è fuori dai 100 almeno fino ai 500. Bravo politicante comunque .

2
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+1: il capitano
Max66 (Guest) 19-08-2025 16:24

A me Gaudenzi piaceva più da giocatore che oggi, parla in politichese…

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