
Gaudenzi: “Uno dei nostri obiettivi è quello di fornire più denaro a più giocatori. Parte della tensione attuale risiede nei diversi orizzonti temporali: dobbiamo pensare a lungo termine”


Dopo l’annuncio dei grandi risultati economici dell’ATP Tour, del quale abbiamo già trattato nei giorni scorsi, il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha risposto ad alcune domande chiave sui nodi attuali del tour: calendario, richieste dei giocatori, e soprattutto le moltissime critiche scatenate dal caotico susseguirsi dei tornei nell’estate nordamericana. Tra i tanti forfait sofferti in Canada e molti ritiri di Cincinnati per le condizioni estreme del torneo nel caldo umido dell’Ohio, per una corsa un po’ “folle” da Washington a US Open senza soluzione di continuità, tanti (osservatori, coach, giocatori) chiedono interventi drastici a tutela della salute dei giocatori e anche dello spettacolo. Gaudenzi ha rilasciato le sue considerazioni al sito ufficiale ATP nella notte tra 17 e 18 agosto, quindi prima della sfortunata finale di Cincinnati; riportiamo i passaggi più significativi del pensiero del faentino, che mette i “puntini sulle i” in molte questioni. Uno in particolare sembra l’aspetto chiave: i giocatori da tempo spingono per compensi più elevati e una fetta pari a quella degli organizzatori dei tornei; l’allungamento dei Masters 1000 su 12 giorni è la risposta concreta a questa rivendicazione, visto il maggior giro economico generato dai massimi tornei ATP “allungati”.
“Il passaggio a un formato di 12 giorni ha dato ai tornei il tempo, la stabilità e la fiducia di cui avevano bisogno per pensare in grande, e ciò che sta accadendo a Cincinnati ne è un esempio perfetto” afferma Gaudenzi sulle innovazioni importanti nell’impianto di Cincinnati per la prima edizione “lunga” dello storico torneo statunitense. “Hanno intrapreso una ristrutturazione multifase da 260 milioni di dollari che migliorerà ogni aspetto dell’evento. Per i tifosi, significa maggiore disponibilità di biglietti e una maggiore capienza dello stadio, oltre a un’esperienza in loco migliorata, all’altezza di un evento globale di alto livello. Per i giocatori, significa nuovi spogliatoi, aree di recupero migliorate e condizioni migliori in tutti i settori. Per i media, significa un’infrastruttura di trasmissione di livello mondiale che contribuisce a migliorare la percezione dell’evento in tutto il mondo. E non si tratta solo di miglioramenti estetici. I ricavi generati da questi miglioramenti tornano direttamente ai giocatori attraverso il nostro modello di partecipazione agli utili. Questo è esattamente il tipo di investimento strutturale a lungo termine di cui lo sport ha bisogno, ed è stato possibile solo grazie al formato ampliato“.
Così Gaudenzi sull’impatto dei Masters 1000 su dodici giorni e un calendario centrato su di essi, scapito di giorni di riposo e possibilità di scelta per i giocatori su dove giocare: “Il formato ampliato aumenta il tempo trascorso in loco, e questo è un aspetto da tenere in considerazione. Ma libera anche il potenziale di fatturato necessario per far crescere l’intero Tour. Riforme come queste sono state discusse a lungo, con il Player Council e con il Consiglio Direttivo, per diversi anni” continua il Presidente ATP. “Uno dei nostri chiari obiettivi strategici è quello di fornire più denaro a più giocatori. Ci siamo riusciti con l’aumento del montepremi per i giocatori da 165 a 300 giocatori, più che raddoppiando il montepremi a livello Challenger dal 2022. E lo stiamo facendo attraverso grandi eventi, con arene più grandi e tabelloni più grandi, che alimentano il motore commerciale di questo sport. Basta guardare cosa sta succedendo: bonus pool record, progetti infrastrutturali a nove cifre a Roma, Madrid, Shanghai, Cincinnati. Niente di tutto questo accade senza il respiro offerto dalla finestra di 12 giorni. Ha permesso ai promotori di reinvestire e ha permesso una quota dei profitti al 50%. Sono soldi che tornano direttamente negli spogliatoi. Parte della tensione attuale risiede senza dubbio nei diversi orizzonti temporali. Dobbiamo pensare a lungo termine. Date a questo modello cinque o dieci anni e credo che i Masters 1000 saranno cresciuti esponenzialmente in tutti i parametri e guarderemo a questa mossa come alla base di tale cambiamento”.
Gaudenzi quindi è convinto della bontà di questa scelta, nonostante tutti i tennisti in queste settimane si siano espressi in modo contrario, prendendo come esempio di torneo modello Monte-Carlo, un torneo “classico”, non combined, di una sola settimana… Quello che probabilmente anche una larghissima fetta di spettatori preferisce, vista la maggior certezza di trovare tutti i giocatori preferiti in una certa giornata del torneo.
Si va avanti con un altro punto chiave del dibattito: lunghezza della stagione, complessità del calendario e affaticamento dei giocatori. Questa la opinione di Gaudenzi: “In molti sport c’è una chiara tendenza verso una competizione maggiore rispetto al passato: basta guardare al calcio, con la Coppa del Mondo per Club lanciata quest’estate. Il nostro calendario è complesso. È una stagione lunga e impegnarsi a fondo settimana dopo settimana è impegnativo. Ma questo è anche uno sport individuale: un giocatore potrebbe essere eliminato al primo turno, un altro potrebbe alzare il trofeo dopo la finale. Trovare una soluzione che funzioni per entrambe le estremità dello spettro non è mai semplice, e non si può costruire un calendario basato su un singolo gruppo di giocatori. Tutti i gruppi devono essere considerati. Il nostro obiettivo come ATP è prolungare la offseason. Un riposo adeguato è vantaggioso per tutti: giocatori, tifosi e qualità della competizione. Ma non possiamo agire da soli. I tornei possiedono le proprie licenze e qualsiasi cambiamento strutturale richiede un allineamento. Siamo in trattative attive ora e sono ottimista sulla direzione che stiamo prendendo. Un punto che spesso viene trascurato: i giocatori scelgono i propri programmi. Questa libertà è rara nello sport professionistico. Ma con essa arriva anche la responsabilità: sapere quando spingere e quando recuperare. E infine, dobbiamo essere chiari: l’ATP non controlla l’intero calendario. Lavoriamo in base ai tornei del Grande Slam, alla Coppa Davis e ad altre date fisse. È proprio per questo che OneVision propone un modello di governance unificato, riunendo tutti gli stakeholder allo stesso tavolo in modo da poter prendere decisioni coerenti e coerenti a livello sportivo su aspetti come il calendario”. Risposta questa un po’ “politica”: siamo facendo ma da soli non possiamo risolvere tutto, passando la palla agli altri grandi attori dell’annata, Slam su tutti.
Il discorso entra ancor più nello specifico: i giocatori ‘devono sapere quando spingere e quando recuperare’ afferma Gaudenzi. Ma, oggi, nel tour attuale e con l’obiettivo di arrivare ai bonus di fine anno, quanto i tennisti ‘devono’ giocare? “Cerchiamo sempre di trovare il giusto equilibrio. Allo stato attuale, 19 eventi contano per la classifica, diventeranno 18 l’anno prossimo” afferma Gaudenzi. “La lista obbligatoria rimane di otto Masters 1000. Non credo sia eccessivo. Questi eventi di punta sono ciò che dà struttura alla stagione e genera i ricavi che ora tornano ai giocatori, attraverso premi record, bonus pool in crescita e partecipazione agli utili. Questi eventi sono anche il fondamento della narrazione dell’intera stagione per i tifosi. Il nostro compito è garantire che i palcoscenici più importanti siano forti e affidabili. Quando i migliori giocatori si presentano, i tifosi rispondono, gli sponsor rispondono e l’intero sport va avanti. I numeri possono sempre essere modificati, ma il principio di una spina dorsale chiara e premium per la stagione non è negoziabile. I giocatori hanno anche bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti che abbiamo implementato. L’espansione di alcuni eventi ATP Masters 1000 equivale a circa 15 giorni extra di presenza in loco nel corso della stagione. Questi giorni aggiuntivi devono essere considerati nella creazione dei calendari, ed è logico che i giocatori dovranno ridurre i loro impegni in altri ambiti. Farlo richiede disciplina, oltre alla disponibilità a rinunciare ai gettoni di presenza quando necessario. E naturalmente, se un giocatore abbandona prematuramente un evento di alto livello, mantiene la flessibilità di selezionare tornei aggiuntivi a livelli inferiori per disputare più partite. In sostanza, si tratta di un approccio a cascata dall’alto verso il basso”.
Hanno fatto discutere moltissimo i forfait a Toronto di quasi tutti i big, incluse le parole al veleno del direttore del torneo canadese. Così Gaudenzi: “I ritiri fanno parte dello sport professionistico, soprattutto in uno così impegnativo fisicamente come il tennis. In questo caso, sia Jannik che Carlos hanno raggiunto le finali del Roland Garros e di Wimbledon: un risultato incredibile. Con sole due settimane di differenza tra Wimbledon e Toronto quest’anno, il calendario era particolarmente serrato. Certo, mi dispiace per il torneo. È stato un peccato, ma non è la prima volta e non sarà l’ultima volta che un Masters 1000 subisce ritiri. Questa è la realtà del nostro sport. In generale, però, se si analizzano i dati degli ultimi anni, la partecipazione dei giocatori ai Masters 1000 rimane molto forte. Dobbiamo valutare l’impatto delle riforme nel tempo, considerando il quadro completo: presenze, spettatori, partecipazione dei giocatori, compensi e performance commerciale. È così che prendiamo decisioni informate e a lungo termine che siano utili allo sport nel suo complesso”.
Questo il succo del pensiero di Gaudenzi su molti dei temi “caldi” sul piatto della discussione di queste settimane, e siamo certi che così sarà anche nelle prossime almeno fino a US Open. Dalle parole del Presidente si evince quanto l’aspetto commerciale, economico e di ritorno anche per i giocatori sia considerato centrale, per la vita e sviluppo del tour. Inutile prenderci in giro: i soldi in uno sport professionistico sono fondamentali, muovono tutto. Ma ci sono anche altri aspetti di pari importanza, sollevati dai giocatori, che forse il Presidente avrebbe potuto considerare maggiormente, o almeno sui quali riflettere con più profondità. Magari queste considerazioni vengono fatte nelle stanze di comando del tour, in questo caso una diversa comunicazione potrebbe aiutare. Tuttavia non possiamo non sottolineare come le tante (continue…) lamentele dei giocatori, big inclusi, sulla durezza del calendario e su come nessuno sia favorevole ai tornei mille su dodici giorni, destano importanti riflessioni sulla governance del tour e stride con la richiesta altrettanto pressante di compensi sempre maggiori. Equilibri a dir poco instabili… con i giocatori assolutamente parte dello status quo.
Marco Mazzoni
TAG: Andrea Gaudenzi, Marco Mazzoni, Masters 1000 su due settimane, richieste economiche, tennis e soldi
Tabelloni con massimo 8 teste di serie
@ MARMAS (#4463773)
Sono d’accordo, i 1000 sono troppi. E troppi (3) negli usa e in Francia, mentre nessuno in GB o in Germania, su erba.
I primi ad essere daccordissimo con i “1000” estesi su due settimane sono i giocatori.
Ritirano felici e contenti i premi maggiorati, mentre se non fossero d’ accordo accetterebbero soltanto i premi ridotti dei tornei “monosettimanali”.
I fatti contano piú delle parole e di fatto tutti i giocatori sono daccordissimo con le due settimane.
Visto il forte incremento delle entrate c’ é un intero UNIVERSO DACCORDISSIMO con la doppia settimana.
Se questo permetterá, come permetterá, migliori investimenti e dotare tutti i “1000” , tra cui Roma e Cincinnati di almeno 2 stadi coperti, la scelta è evidentemente azzeccatissima.
Il ponte fará da traino per altre infrastrutture “minori”.
Tra l’ altro anche la apparentemente inutile Torre Eifel fece da traino.
Anche allora, seconda metá 1800, imperversava il “benaltrismo”: serve altro e non la Torre Eifel, non potrá nemmeno resistere al vento…
Presto con l’ingresso di Cadillac saranno 22
Ma chi l’ha mai detto che voglio tornei di soli top20, mi sembra l’altro fenomeno brunodalla diventato spolliciatore che non comprende due paragrafi.
Ho scritto che sono i top20 che attirano il pubblico e portano gli incassi soprattutto nei Master 1000 che vengono drogati per fare cassa.
Ma se tutti loro dicono che le due settimane, le finali il lunedì pomeriggio o il giovedì creano problemi , significa che vanno ascoltati.
Per me è come il Ponte che vogliono costruire in Sicilia per modernizzare l’isola che avrebbe bisogno di ben altri investimenti sulle infrastrutture.
Nel tennis di miglioramenti sul calendario , sulla accessibilità, su una maggiore visibilità dei challenger , sulla standardizzazione di regole, palline ed altro ci sarebbe da fare e parlare, c’è un gran lavoro da fare, ma invece no si preferiscono queste cose che danno immediati $ con una visione miope.
Infine io parlo di Gaudenzi come in tutte le grandi aziende si parla dei CEO, è logico che che all’interno ci siano altre anime e pesi , si semplifica per non nominare tutto il CdA.
Non lo farà perché non gliene frega nulla di articolare, si incarta da solo sostenendo tesi assurde e fissazioni.
Ci sono un sacco di spazi per critiche ponderate e sacrosante, costruttive sicuramente.
Lui no, lui si limita a “che cattivone Gaudenzi, che cattivone Binaghi”
Quando ancora scriveva col vecchio nick sparò un perla intramontabile: l’Italia primeggia per l’organizzazione di challenger e Itf (Itf che non dipendono da Atp, ma spiegaglielo) e se l’Olanda avesse tutti questi tornei sarebbe anche lei nazione capofila, altroché…
Solo che poi quel cattivone di Griekspoor vince challenger come io mi bevo un birra, scala prepotentemente la classifica e poi… si blocca. Sarà colpa di Gaudenzi, ma secondo me quando è entrato nei 30 ha raggiunto il suo apice e sarà difficile che riesca ad andare oltre. Botic van de Zandschulp alla soglia dei 30 vanta due finali 250 e Un Challenger vinto, oltre a un po’ di Itf vinti in giro per l’Europa, ma se non è mai arrivato in Top5 è sicuramente colpa di Gaudenzi. Il terzo olandese degno di nota è il classe 2000 Jesper de Jong e al momento si segnala per la finale persa con Darderi a Bastad e 3 vittorie challenger (una in Italia, odiata dal fissato), B.R. 79, ma se Sinner con un anno in meno ha vinto qualcosina in più del buon Jesper è sicuramente colpa di Gaudenzi.
E questa degli olandesi è la progenitrice di altre perle stupende che ci ha regalato, la più memorabile quella del libro nero sulle malefatte di Gaudenzi e Binaghi, libro che a distanza di 5 anni ha quantomeno bisogno di un aggiornamento.
Mi sta sulle balle il suo atteggiamento? Hai voglia, è il tipo di persona che non avrei mai piacere di incontrare perché sono fatto al contrario. Arriva, se la tira da esperto di geopolitica tennistica, spara delle belinate atomiche, vaneggia di un libro mai scritto e che mai scriverà e quando ormai è totalmente sputtanato invece di sparire prima si inventa un altro nick, poi persevera.
Per come sono fatto quando sono arrivato a scrivere (leggevo da tempo, ma non scrivevo) ho messo subito in chiaro di essere un semplice appassionato da quando ero un bimbo raccattapalle di circolo, mai classificato e men che meno frequentatore di elite, con una passione che non è mai stata ossessione. E poi ho detto di essere un semplice dipendente in un locale serale in un quartiere popolare. Non ho millantato che sia mio, anche perché poi se qualche utente genovese volesse venire a trovarmi sarei sputtanato e allora si che sarei sparito.
Ecco perché lo rintuzzo appena appare, perché è il mio contrario, millanta, spara belinate, non capisce un belino di tennis e probabilmente è solo un povero troll, ma neanche quello gli riesce benissimo, il titolo è appannaggio di MAURO che almeno è simpatico nel suo difendere una nazione tennisticamente in crisi con un supercampione, ma lontana dai fasti del passato.
Se fate caso il signor Bianco non ha MAI commentato una partita in diretta, non ha MAI fatto un appunto tecnico su una partita, appare solo se nel titolo ci sono le parole chiave: Gaudenzi-Fitp-Binaghi-Movimento Italiano on fire… Per il resto a lui del tennis giocato non frega nulla…
E’ stato Gaudenzi a cambiare il numero…
White, White, White, ma manco contare le auto ti riesce? 😆 😆 😆 😆
Certo, ma soprattutto CHE FISSAZIONE CON IL CALDO !
A Cincinnati alle ore 15:00 (cioè alle 14:00 solari) ci sono solo 40 gradi all’ ombra ! Ma cosa vuoi che sia.
E poi altra fissazione: la pioggia.
A Roma non piove mai, anche a Wimbledon (AO, US Open…) Hanno sbagliato tutto, sono dei FISSATI.
Tra poco si scuseranno e inizieranno a demolire le inutili coperture. Tutti questi TETTI FISSAZIONE, CAPRICCI, via, abbatterli, non servono a niente.
@ Luce nella notte (#4463783)
Ma che fissazione con i campi coperti, a Cincinnati 3 ore di pioggia e spendere milioni di euro. Poi addirittura 2. Che poi se piove nei primi giorni vanno in crisi anche gli Slam
Per la cronaca sono 20 le auto..
Ti ho fatto delle domande.
Non sai rispondere?
la vedo un pò complicata l’inserire altri tornei per qualificare dei giocatori. vedrei molto meglio delle quali corpose. una cosa tipo: main draw a 64, si qualificano in otto, tabellone quali a 128, con quattro turni nella prima settimana, al sabato parte il main draw. si allarga ancora di più la base produttiva. il nodo sono le risorse, garantire a tutti quelli che fanno le quali un montepremi adeguato. altrimenti siamo punto e capo.
Un tennis con solo i top 20, o solo top 40 non esisterebbe, perchè, senza un movimentoto di centinaia di atleti che premnono per arrivare ai primi posti, si inaridirebbe in un decennio. Quindi, anche ai fini del ricambio, che avviene sulla base del merito, non su quello della penalizzazione, che qualcuno, incurante del ridicolo di cui si copre, auspicherebbe, bisogna che ci siano le seconde, le terze e le quarte file. Ossia l’obbiettivo che si pongono Gaudenzi e c. Il capitalismo è esitito fino ad oggi proprio perchè ha saputo essere rivoluzionario, non conservatore o addirittura reazionario. Il pubblico, poi va educato, deve imparare ad apprezzare non solo i grandi nomi, se il tennis non vuole fare la fine del teatro.
Infine, aggiungo che sull’aumento dei 250, con me, sfondi una porta aperta. Io li disputerei anche nella seconda settimana di Slams e Masters, ed eviterei di organizzarne tre in contemporanea. Inoltre stabilirei che non possano esserci più di due top20 e non più di un top10, devono essere tornei dedicati soprattutto ai tennisti sotto i primi 20 (in larga parte è già così). Anche i 500 vanno aumentati, ma non ce ne devono esser più di uno a settimana (farei eccezione solo se si svolgono in continenti diversi), altrimenti uno dei due diventa un 250, ma in una stessa settimana disputerei un 500 ed un 250, due solo se si svolgono in continenti diversi. Infine abolirei i CH 50 (si potrebbero fare degli ITF 50) riducendo i CH a 75, 100 e 125, ma aumentando il montepremi di ciascuno, ed organizzandoli uno settimanale per area (Eu, Nord A, Sud A, Vicino oriente, Estremo Oriente ed Oceania, Africa) compatibilmente con le condizioni climatiche. In questo modo il circuito Ch assumerebbe una propria autonomia come circuito parallelo ad ATP e Slam. Infine gli ITF devono mettre limitazioni ai tennisti sopra una certa età: non ha senso che tennisti trentenni continuino a giocare solo questi tornei, che devono essere la prima palestra per i giovani tennisti.
@ Marco M. (#4463699)
Manca il terzo Haggerty,suddito del MEGA BOSS
Andrebbe ristrutturato il calendario di 1000 e slam e poi guarderei il resto. Per esempio io farei un 1000 prima dell’ Australia (Arabia o Cina), poi i due 1000 americani più a ridosso dell’Australian Open. Ritarderei di una settimana lo us open ed, avendo un solo 1000, anticiperei il master.
Lascerei spazio ai 250 a marzo e dopo il Master.
Si potrebbero fare delle quali corpose, Oppure affiancare le quali a uno o due tornei di qualificazione.
Per esempio i meglio piazzati di Washington, Los cabos ed anche challenger sul duro, potrebbero aver diritto ad entrare in tabellone nel 1000 successivo o più avanti nelle quali.
@ andrewthefirst (#4463778)
se non vuoi i pollici rossi non ti resta che scrivere meno caz…te. perchè quella che hai scritto lo è.
@ Pippolivetennis (#4463738)
cosa talmente ovvia che non ci sarebbe neanche bisogno di spiegarla. ma tanto anche se gliela spieghi non la capisce. o forse fa finta.
I “1000” come Cincinnati, o Roma DEVONO dotarsi di due (o piú) campi coperti: se i maggiori incassi derivanti dalla estensione su due settimane dei tornei permettono (come permettono) di investire anche qui per la “copertura” dei campi, con tutta evidenza la scelta é azzeccatissima.
Se gli incassi, i diritti TV crescono abbindantemente vuol dire che tutti sono faborevoli (compresi gli atleti che incassano i soldi).
Se gli atleti fossero contrario alle due settimane si rifiuterebbero di ritirare i premi maggiorati e ritirerebbero solo l’ ammontare dei vecchi premi piú “poveri”.
Siccome non lo fanno dimostrano di essere DACCORDISSIMO con la estensione su due settimane.
Poi le parole contano niente, rispetto ai fatti, e sono spesso frasi conformiste ripetute a pappagallo.
Non capisco i pollici versi…la cosa da evitare, secondo me, è che un giocatore una volta entrato nei cento possa mettere la tenda e restarci per anni senza grandi risultati..
@ walden (#4463549)
Condivido pienamente il tuo discorso.
Fosse per me strutturerei i 1000 come Slam 2 set su 3 su 2 settimane + 1 di quali, con cut off del MD intorno al 100 e delle quali sui 220-230.
Eliminerei il 1000 di Miami per rendere meno compressa la stagione sulla terra e introdurre un 1000 su erba.
Eliminerei Cincinnati perché 2 1000 tra Wimbledon e US Open sono chiaramente troppi ed eliminerei Bercy per allungare un po’ la off season.
Ma Gaudenzi decide da solo?
Quanti sono nel board ATP?
Sono tutti italiani?
Quanto vale il voto di Gaudenzi?
No, perché qua sembra che nel tennis mondiale decidano solo Gaudenzi e Binaghi.
Quando non c’erano loto si stava meglio dalla 100esima posizione in giù.
Facciamo tutti i nomi da quando esiste l’ATP perché Gaudenzi avrà pure una ONE VISION, ma da parte di alcuni c’è una ONE OSSESSION verso due italiani e gli altri sembrano frilli.
Inviterei la redazione a fare un articolo su come è articolato il board dell’ATP, con nazionalita’, ruoli e peso del voto.
Per essere chiari e precisi.
Guadenzi sta facendo danni incalcolabili al mondo del tennis.
E deve ringraziare Sinner e Alcaraz, due signori nelle dichiarazioni…
Io scriverei un libro invece di perdere tempo a leggere piccoli articoli di piccoli siti.
Vuoi mettere lo Strega, il Bancarella e la candidatura al Nobel contro i pollici rossi di quei cattivoni di ottusi pro-tennisti tricolori?
interessante, sarebbe da ragionarci su e da sviluppare.
i master 1000 erano belli quando duravano 7 max 8 giorni. ora li si guarda giusto per curiosita’ magari la finale o le semifinali. troppa dispersione delle partite…
gaudenzi non si preoccupa dei top 30 in quanto ci è entrato giusto 1 anno da n.18, poi ha sempre vivacchiato tra i 40 e 60…ma vorrei vedere se i top cominciano a disertare in massa
In generale io credo che ci vorrebbe un maggiore ricambio tra i giocatori nei primi cento.
Questo già di per se garantirebbe a molti giocatori l’accesso a cifre importanti.
Es: Fognini, inamovibile dai primi cento grazie a quei due miseri risultati all’anno. Non deve essere possibile stare tra i cento perdendo due volte su tre…
@ Kenobi (#4463647)
È copiato pari pari la Formula 1,partono 22 macchine,fanno tutti i pit-stop,tutti percorrono almeno 50 giri ma poi a vincere…
@ walden (#4463549)
Concordo in pieno sull’allargamento della base produttiva, ma per questo non è necessario allargare il MD dei 1000 a 12 giorni.
Io mi limiterei a 8-9 giorni. Quello che dovrebbe allungarsi è il processo di ammissione al 1000. Nella settimana precedente, i giocatori fino alla 3-400 posizione del mondo si giocano l’ammissione al 1000. Poi si arriva al sabato e parte il MD.
@ Detuqueridapresencia (#4463555)
Buona la citazione di kubrik
Pessimo e palesemente radiocomandato. Lo preferivo da giocatore.
Sí Andrea, ma non piacciono.
Cincinnati è un esempio del rinnovamento della struttura, possibile grazie al torneo allungato e ai maggiori profitti.
Cmq come sottolineato da altri finora si sono lamentati solo i top 30 di questo formato e giustamente l’Atp deve guardare agli interessi di tutti i giocatori, tant’è che ha detto che di questa riforma si è parlato con il player council.
Io preferisco i master su una settimana, ma al netto delle opinioni personali mi sembra che Gaudenzi abbia spiegato i motivi della scelta.
Diciamo anche che diversi top player sono un po’ viziati e si lamentano di tutto e il contrario di tutto e diventa difficile accontentarli: scarsi guadagni, tornei su due settimane, stagione troppo lunga (salvo poi giocare anche le esibizioni), palline, ecc…
E non è stato riportato un pezzo dell’intervista in cui Gaudenzi sottolinea che i tennisti possono disporre della propria immagine aumentando considerevolmente i propri profitti a differenza di altri sport professionistici come la NBA (che a volte sono stati tirati in ballo rispetto alla maggior fetta dei proventi destinato ai giocatori).
Avercela con i top20 credo sia un pregiudizio , come avercela con i ricchi , che lo sono perché hanno avuto fortuna e sono delle sanguisughe con i poveracci.
In realtà sono i top20, i top10, i top5, Sinner e Alcaraz che tengono in piedi economicamente la baracca ATP, se stanno in alto è per un motivo.
Inoltre devo capire la logica del perché i Master 1000 devono essere a due settimane per dare spazio all’Altmane di turno e non i 500 ed i 250.
Ma il motivo lo so, solo i 1000 grazie alla presenza dei top richiamano più pubblico , quindi è ipocrisia bella e buona.
Si sfruttano i 1000 perché ci sono i top player e poi non si ascoltano “perché alla fine sono solo loro che si lamentano” questi ricconi , ma sono loro il richiamo, altrimenti farebbero da 2 settimane anche i 250 ed i challenger.
In pratica Gaudenzi colpisce il ricco-merito pensando così di poterlo sfruttare per mantenere il circo.
Chi l’ha già fatta una cosa del genere nella Storia ? Cosa fanno i capitali?
E cosa fanno i 250 dove può emergere un Altmane? Vengono ridotti per fare spazio ai 1000 dopati.
“il riso abbonda sulla bocca degli stolti” (cit.)
Ora chiedi pure a lui…
Ahahahahahah!!!
Sarò un boomer e Gaudenzi avrà tutte le ragioni del mondo, ma a me piacevano più i master di una settimana. Con la formula attuale, non si sa quando iniziano nè quando finiscono e i giocatori vengono sollecitati troppo. Ricordo che Gaudenzi disse una volta: se non avessi fatto il tennista, a quest’ora avrei dovuto fare l’università…..C’è chi se la sogna.
Un certo Roberto Carretero VINSE(NDR)ad Amburgo da numero 143…
PS: ancora fai esempi con gli Stati Uniti?
Ma di preciso di cosa Cincinnati ne è un esempio? Per me questo torneo è stato un disastro. Ci sono stati cosa, tipo 10 ritiri? Quale sarebbe il progetto a lungo termine? è ovvio che il formato allungato dei Masters non funziona per il tennis. Non lo vuole nessuno. Il loro obiettivo non è quello di fornire più denaro ai giocatori, ma alle casse dei tornei importanti e, di conseguenza, a quelle dell’ATP. Normalissimo, un’organizzazione fa i propri interessi ed è anche giusto che sia così, ma queste dichiarazioni di facciata non mi piacciono molto… Non è che per dare più soldi ai giocatori di media fascia bisogna fare i Masters a 17 settimane per includere persino il numero 1345 del mondo. Casomai bilancia il montepremi da Masters a Challenger. In più il gap tra i tornei importanti e quelli di bassa fascia come 250 (che io reputo la categoria più importante di tutti per la stabilità del circuito) sta sempre più aumentando. Ad esempio nel 2018 il tour comprendeva 40 atp 250, nel 2026 saranno 31, e continua a calare di anno in anno, tutto per colpa dei Masters allungati che mangiano spazio…
E non serviva essere amministratori del foro per capirlo.
Cambiato le batterie all’orologio?
Permalosone

È vero l
in questi mesi ho letto centinaia di commenti qui e oggi leggo le spiegazioni di gaudenzi.
e noto la differenza fra chi commenta a casaccio senza sapere di cosa parla e chi lavora per il futuro di TUTTI i giocatori e non solo dei top20.
ovviamente è abissale a favore del secondo.
@ Detuqueridapresencia (#4463555)
A quanto pare sono in tanti a criticare le sue politiche anche da queste parti…
Ti faccio una confessione,sono sempre io a scrivere sotto decine di nickname diversi.
Soprattutto perché a vincere erano i panda stranieri e non i “monocolore” italici.
Gran cattivone U boss, che ha “gonfiato” le classifiche dei monocolore italici con tanti tornei e punti sparsi nel territorio italico, facendoli pure risparmiare nella logistica degli “spostamenti”.
Scambiato due chiacchere con lui a Bologna fuori dall’esame di diritto privato che entrambi dovevamo sostenere.
Aveva vinto Roland e US Open Junior ed era già numero 60 del mondo (mi pare).
Sapeva dove voleva arrivare dopo aver chiuso con il tennis giocato a 19 anni.
Parlava già come un politico di lungo corso (tipo DC anni cinquanta…, vestiva uguale)
A telecamere spente Gaudenzi ha dichiarato
In realtà il mio obiettivo principale è provocare la sclera di un grafomane di nome Massimo (non ricordo il cognome ma mi ricorda il Natale) noto per avere uno specchio in casa con cui parla 7/24 manco fosse la strega di Biancaneve e che nelle pause da codesto dialogo avrebbe scritto almeno 10,787 pagine di un volume dedicato ad un gioco di cui capisce assai poco.
Ogni pagina ripete ossessivmente la medesima frase in una lingua che egli non parla (ma forse battendo la testa il cervello arcaico rammenta frammenti studiati dai suoi antenati)
Il testo?
“All work and no play makes White Christmas a dull boy”
Parole al vento …. al posto dei fatti, intanto fuori dai TOP 150 si vive di stenti, caro Gaudenzi.
Che il tennis sia un business non lo ha inventato Andrea Gaudenzi, ma Jack Kramer 80 anni fa (e comunque già negli anni ’30 iniziava ad esserci il professionismo, al di del finto dilettantismo, come in tutti gli sport principali, a cominciare da calcio e ciclismo in Europa, football e baseball negli USA).
La scelta dell’ATP è quella di allargare la base produttiva (come dicevano i metalmeccanici negli anni ’60 e ’70), perchè il tennis possa coinvolgere più atleti di più paesi. Questo è l’obbiettivi di cui Gaudenzi non ha parlato, il tennis non esiste in Africa (ad esclusione di una piccola presenza nel Maghreb), ed in gran parte dell’Asia, in sudamerica, nonostante un gran numero di tennisti che provengono dal quel continente, è molto sacrificato: c’è solo un tizio che, buttiglionescamente (da Colonnello Buttiglione, chi ha qualche anno sa di cosa parlo) continua a sostenere il contrario. Gaudenzi dice che i paesi hanno le licenze, ma non ha il coraggio di ridurre il numero di tornei a paesi ormai tennisticamente marginali come la Svezia, Austria, o Messico (quest’ultimo sempre più il cortile di casa degli USA), o preponderanti, come Stati Uniti, Cina, Francia e Germania e si parla di aggiungerne a paesi tennisticamente inesistenti come l’Arabia Saudita.
Di positivo c’è il fatto che i tennisti che riescono a campare sono aumentati significativamente, anche se chi ha visto crescere il patrimonio sono soprattutto i primi 40/50, per non parlare de i primi 10.
Le polemiche sulla durata dei tornei sono pretestuose, e vengono soprattutto dai primi 20/30, che vorrebbero giocare di meno e guadagnare di più, magari concedendosi qualche esibizione in più dove non conta il merito ma il nome. Chiederei all’amico Mazzoni, che ha giustamnete dedicato articoli a Terence Atmane, se con la vecchia formula questo outsider sarebbe mai arrivato alla semifinale di una Master. L’allargamento della “base produttiva” genera maggiore mobilità, ed infatti una delle cause della precoce uscita di scena dei “millennials” a favore degli “z” è, a mio parere, dovuta al fatto che da qualche hanno le “posizioni acquisite” sono meno “protette”.
In un sistema capitalistico non c’è niente di peggio che il mantenimento delle strutture feudali. Lo sosteneva un filosofo di Treviri….
Ma è una visione poco strategica oltre che banale, vista solo in ottica più soldi.
Far disputare la finale alla sera di domenica non richiede chissà quale rivoluzioni nel disegno da Faraone di Gaudenzi.
Lui parla di visione strategica , ma lo fa a sproposito perché i ricavi sono proprio l’ultima cosa che arriva , a fronte di investimenti importanti e ristrutturazione aziendale.
Invece quelli che arrivano sono i disagi ed un danno immediato all’immagine ATP , mentre i guadagni sulla pelle dei top player arrivano subito .
In realtà va a peggiorare tutto, non c’è una strategia per modernizzare il tennis e renderlo più efficiente e lo si vede subito.
Gaudenzi passerà alla storia ma non per attività di merito.
Senza la U ovviamente
La sua è sempre e la solita ONE VISION!!!
Continua nella distruzione insieme al MEGAUBOSS di quello che era il gioco più affascinante del mondo.
I giocatori non gradiscono i 1000 in due settimane e lo hanno detto. Non serve investire nella struttura per i giocatori due settimane rimangono. Che pensi anche a chi è fuori dai 100 almeno fino ai 500. Bravo politicante comunque .
A me Gaudenzi piaceva più da giocatore che oggi, parla in politichese…