Addio a Nicola Pietrangeli, il primo campione Slam italiano è scomparso a 92 anni
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Il mondo italiano del tennis piange la scomparsa del grande Nicola Pietrangeli, deceduto il 1° dicembre 2025 all’età di 92 anni. È stato il tennista italiano più vincente prima dell’arrivo di Jannik Sinner e primo campione Slam azzurro, in due edizioni di Roland Garros (1959, 1960). Ha trionfato per due volte agli Internazionali d’Italia e ha vinto 48 tornei, ma il suo nome resterà per sempre legato alla Coppa Davis, vinta da Capitano nel 1976 a Santiago del Cile, ma soprattutto per l’incredibile record – praticamente impossibile da battere – di match giocati: 164, con un bilancio di 78 vittorie e 32 sconfitte in singolare e 42-12, dove formò con Orlando Sirola un binomio leggendario.
“Nicola adorava il calcio, appena vedeva un pallone si buttava subito in campo a giocare”, raccontava il compianto Gianni Clerici, e in generale ha sempre affermato di aver affrontato la propria carriera di tennis con la leggerezza di altri tempi, e del resto giocò all’epoca dei tennisti “dilettanti”. Agli amici confessava che “se mi fossi allenato meglio avrei vinto di più, ma mi sarei divertito di meno…”. Una frase che calza a pennello per un grande personaggio, vivace, simpatico, spesso tagliente nelle proprie valutazioni.
Pietrangeli vinse il primo titolo a Roland Garros il 30 maggio 1959, sconfiggendo – da favorito – in finale il sudafricano Ian Vermaak. Insieme a Sirola sempre nel ’59 vinse anche il titolo di doppio a Parigi, battendo in finale la coppia australiana formata da Neale Fraser e Roy Emerson. Ma il ricordo più “potente” nella carriera di “Nick” è stata certamente la finale di Parigi 1960, una dura battaglia contro Luis Ayala, andata in scena il 28 maggio. Un grande trionfo, ma assai sofferto: “È stato il mio peggiore avversario – raccontò Pietrangeli a SuperTennis -. Io correvo bene in orizzontale, meno in verticale. E questo ‘mascalzone’ di Ayala mi faceva solo palle corte e pallonetti”. Un match talmente duro che massacrò i piedi di Nicola, con i calzini sporchi di sangue: “Il dottore mi ha tolto la pelle sotto le piante dei piedi, ho camminato per due giorni con le pantofole”.
Il 1960 è un anno d’oro anche per la semifinale raggiunta a Wimbledon, suo miglior risultato in carriera sull’erba. Giocò un match favoloso Pietrangeli, ma di fronte c’era Rod Laver, con un tennis più adatto all’erba, tanto che al quinto set un break in apertura strappato dall’australiano risultò decisivo. In periodo Pietrangeli era sicuramente tra i più forti tennisti del mondo, tanto che Jack Kramer lo corteggiò a lungo per metterlo sotto contratto e passare al tour dei professionisti, dove si guadagnavano assegni importanti ma si era costretti a rinunciare agli incontri nei tornei dello Slam e alla Coppa Davis, ove ancora vigeva il dilettantismo. Pietrangeli raccontò di aver accettato l’offerta dell’americano, ma poi cambiò idea quando visse la cerimonia di apertura delle Olimpiadi a Roma, sua città d’adozione (nacque a Tunisi l’11 settembre 1933), restando così dilettante a vita e scrivendo pagine memorabili in Coppa Davis. Da giocatore la grande “insalatiera” non la vinse, ma con i suoi 110 match in singolare e 54 in doppio ha segnato un record che sarà impossibile da battere visto il cambio dei regolamenti e il numero assai minore di match con il nuovo formato.
Dal debutto a Madrid in un Italia vs. Spagna (quando l’incontro era già sul 3 a 0 per l’Italia), Pietrangeli giocò con la maglia azzurra fino a 39 anni, vincendo ben 34 partite consecutive in doppio insieme a Sirola, altro record praticamente impossibile da battere ai nostri giorni. Nicola e Orlando guideranno l’Italia alla prima finale contro l’Australia nel 1960, ma Laver e Fraser e Rod Laver battono gli italiani. Stessa finale anche nel 1961: Pietrangeli è protagonista a Roma con una bellissima vittoria contro gli Stati Uniti nella finale inter-zone, ma nella finale di Melbourne gli australiani si impongono con un secco 5-0. Nicola giocherà l’ultimo match in Davis vincendo un doppio insieme ad Adriano Panatta a San Benedetto del Tronto, sconfiggendo la coppia olandese.
La gloria in Davis per Pietrangeli arriverà finalmente nel 1976 come capitano della leggendaria squadra italiana composta da Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli, in una finale in Cile assai contestata visto che il paese sudamericano era sotto il regime autoritario e violento di Pinochet. Proprio Nicola fu decisivo nel difendere a spada tratta – anche in accesi dibattiti in tv – l’opportunità storica di giocare questa sfida, nonostante il clima tutt’altro che favorevole in Italia alla spedizione azzurra.
Pietrangeli poi divenne ambasciatore del tennis italiano, presenziando a moltissimi eventi, premiazioni e manifestazioni. Di lui il presidente Binaghi ricorda (dal sito Federtennis): “Quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano. Parlare con lui era sempre un piacere e una sorpresa: potevi uscire da una conversazione ridendo a crepapelle o con una riflessione che ti restava dentro per giorni. (…) Gli devo molto, come uomo e come presidente. Non solo per quello che ha fatto per la Federazione e per tutti noi, ma per come lo ha fatto: con stile, con coraggio, con quella sua irriverenza che era il segno dei veri fuoriclasse. A modo suo, Nicola non è mai cambiato: diretto, sincero, incapace di essere banale. Anche quando provocava, lo faceva con un’intelligenza che nasceva dall’amore profondo per il nostro sport”.
Marco Mazzoni
TAG: Nicola Pietrangeli, scomparsa

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Ciao Nicola. Grazie di tutto!
Dedicato a tutti gli intelligenti del forum che lo hanno insultato per aver osato criticare sinner
Riposa in pace.Sei stato un grande campione
R.I.P. GRANDE UOMO
Pietrangeli è morto, è stato un campione ma per te l’unica cosa rilevante è che non gli piaceva Sinner…
L’immagine di Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli seduti vicini sugli spalti che assistono ai match è un qualcosa che ricorderò sempre con affetto.
Nel posto dove è andato, è senza dubbio il tennista italiano più forte. Riposa in pace, con te se ne va un pezzo di storia del nostro sport
Ci sono personalità che sembrano eterne perché siamo nati e cresciuti con loro.Li ricordiamo in bianco e nero,sui campi o in studi televisivi dove si fumava,poco salutari magari ma pieni di fascino per la pacatezza,il rispetto nel dialogo e direi l’incisività nell’esprimere le opinioni.
Penso a Pietrangeli e mi viene in mente Montanelli: certamente non super partes,poco inclini al compromesso,fermi e decisi ma comunque rispettati da tutti.
Alcune dichiarazioni di Nicola dell’ultimo periodo sono state un ruggito da vecchio leone che stava perdendo il primato per un giovane virgulto i cui numeri superano i vecchi primati.
Era così,forse avrebbe voluto andarsene qualche anno fa piuttosto che vedersi un tantino rancoroso come se fosse stato definitivamente messo in soffitta ma è stato un campione del suo tempo e quello non glielo toglie nessuno.
Buon viaggio a lui e ad una parte di noi.
rip nicola
grazie
Ricordatevi sempre che i commenti che leggiamo sono sempre riportati dai giornalisti, i quali godono nel creare contrapposizioni e conflitti che a volte o spesso non esistono
Grazie di tutto signor Pietrangeli
Grande campione e personaggio mai banale. Ci mancherà
Un personaggio che amava la ribalta, ha sofferto Panatta e più recentemente Sinner, che sta sgretolando tutti i suoi record…
Ma se tra Nicola ed Adriano c’è stata competizione, direttamente sul campo e poi attraverso i media, invece con Jannik non c’è confronto per la grandezza dell’altoatesino, che però ha un tipo di carattere per cui non gli interessa confrontarsi con nessuno.
Pietrangeli se n’è andato nella convinzione di essere sempre ed ancora il più GRANDE e noi facciamo finta, volentieri, che sia così…
Buon viaggio, campione!
R.I.P. CAMPIONE !!!
Ha fatto una grande vita e giocato un grande tennis.
Meglio di così… rip Nicola!
Con lui piaccia o no,se ne va via un pezzo da novanta del nostro sport.
Ora torna a fare coppia con la sua amica di sempre Lea.
Addio Nick.
Grande anche nell’ addio: ci ha lasciato in un periodo morto del tennis perché si parlasse di lui. Grande, riposa in pace.
R.I.P. Nicola.
e comunque se l’è goduta in pieno.
Uno che ha “dormito” con BB (solo dormito, dice lui, lei si è addormentata prima) e con tante altre dive (sempre lui a dirlo), non si sarà annoiato molto, in quegli anni.
Non ne vissi le imprese per ragioni anagrafiche, non mi è stato particolarmente simpatico per il personaggio che ha incarnato e rappresentato, ma mi spiace comunque per un pezzo – e che Pezzo!- della Storia del tennis italiano che se ne va.
R.I.P.
R.I.P. Leggenda
Un’altra poltrona vuota al centrale, dopo la divina Lea e il gatto e la volpe Clerici-Tommasi. Mancherà. C’è sempre stato, con la sua boria, a volte, ma era una presenza in qualche modo rassicurante.
RIP
Qualche anno fa incontrandolo al Circolo Cannottieri di Roma gli chiesi: dottor Pietrangeli chi è più grande tra Nadal e Federer?
Mi rispose: “Federer perchè e poesia”
Caro Nicola puoi riposare in serenità.
La tua eredità tennistica è in buone mani
R.i.p. mitico Nick, e faje ‘a palla corta.
R.I.P. Nicola <3