Lorenzo Musetti: “Sinner non sarà mai un nemico. È un esempio, un compagno che mi indica la via”
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Lorenzo Musetti continua a essere uno dei personaggi più affascinanti e complessi del tennis italiano. A 23 anni, semifinalista a Wimbledon 2024 e al Roland Garros 2025, numero 9 del mondo e storico bronzo ai Giochi di Parigi, il talento di Carrara si racconta senza filtri a Repubblica: tra emozioni, paternità, pressioni e il rapporto – appena accennato, ma fortissimo – con Jannik Sinner.
Eleganza in campo, inquietudine fuori: Musetti è “il nuovo Zorro della racchetta”, come molti lo definiscono. Rovescio a una mano, tocco d’altri tempi, stile vintage in un tennis di bombardieri. Ma anche un giovane uomo alle prese con responsabilità crescenti: un figlio arrivato prima del previsto, una famiglia da costruire, la paura di non essere pronto.
“Diventare padre mi ha dato una spinta in più”, racconta. “All’inizio è stato uno shock, avevo dubbi, ansie, domande. Mi sono sentito giudicato, come se la paternità fosse una colpa. Invece è stata la mia stagione migliore”.
Le tempeste emotive restano parte della sua identità: ciclotimico, sensibile, travolgente. “Ho emozioni, inciampi, masochismi. Capitemi: sto facendo sforzi. Non sono un pezzo da catena di montaggio, rivendico la mia diversità”.
A sostenerlo da sempre, accanto alla famiglia, c’è Simone Tartarini, il coach che lo segue da quando aveva otto anni: un’unione rara, quasi paterna, cresciuta insieme ai risultati e alle difficoltà.
Oltre il campo, Musetti ama la moda, il rumore della palla, l’estetica del gesto. Non segue serie tv, non gioca alla playstation: è davvero un ragazzo d’altri tempi. E sogna una partita negli anni ’80-’90, l’epoca che sente più sua.
Ma oggi il tema centrale del tennis italiano è uno: la convivenza con Sinner.
E Musetti lo chiarisce una volta per tutte: “‘Per fortuna’ che ho Sinner. Non esageriamo rivalità inutili: Jannik non è un nemico che mi toglie l’aria. È un esempio. Un compagno che indica la via.”
Riconosce la superiorità atletica, mentale e tecnica dell’altoatesino, ma senza invidia. Solo rispetto: “Vorrei avere qualche sua qualità, certo. Ma camminiamo su binari paralleli. Ognuno matura con i suoi tempi.”
Tra paternità, pressioni, arte e tormento, Musetti resta l’uomo fuori dagli schemi del tennis italiano. Quello che incanta e divide, che soffre e sorprende. Che sbaglia, si rialza e riparte.
Sul suo tennis e sulla ricerca della bellezza
“Gioco per emozionarmi ed emozionare. Non voglio essere un robot: ho bisogno di sentire la palla, il tocco, la creatività.”
“Il rovescio a una mano è una scelta di cuore. So che è più difficile, ma è la mia identità.”
“A volte nel tentativo di fare la cosa più bella mi complico la vita, ma fa parte del mio modo di essere.”
Sul suo rapporto con il pubblico
“Accetto le critiche, ma non voglio essere incasellato. Sono un tennista libero.”
“Preferisco dividere il pubblico che annoiarlo.”
Sul suo futuro
“Non voglio essere ricordato solo per qualche colpo bello. Voglio essere ricordato per aver fatto un percorso autentico.”
“Ho ambizioni grandi, ma senza perdere quello che mi rende diverso.”
E soprattutto, quello che non vuole essere “perfetto”:
“Ho un cuore che batte per il tennis. E ho il diritto alla mia musica e al mio futuro.”
Marco Rossi
TAG: Italiani, Lorenzo Musetti

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Lorenzo ha fatto molto bene quest’anno, chiudendo al #8 con BR#6, ma soprattutto classificandosi sulla terra rossa nella top-3 della specialità, con 19 vittorie e solo 5 sconfitte.
Lo aspettiamo con una conferma (meglio se almeno 1 titolo) nel 2026 e con un riscatto sull’erba, dove in questa stagione non ha praticamente giocato causa infortunio.
Non sarà facile migliorare sostanzialmente sul cemento, a causa dei limiti connessi alla sua impostazione, ma vorremmo vederlo almeno nei QF a Melbourne e New York.
Forza MUSO !
Come è noto non sono un fan di Musetti come persona ma solo io ho l’impressione che i suoi toni siano sempre un ottava sopra? O comunque sempre un tono un filo risorgimentale..parla dei suoi limiti e alla fine sembrano pregi. Sono un tennista libero, sono diverso e lo rivendico..non so mi sembra di sentire Tsitsipas che era campione nell’anima..
Faccio pubblica ammenda 😎
Fino a qualche mese fa non credevo che Muso potesse spingersi fino a questi livelli ed entrare nei TOP 10.
Mi aspetto da lui un ulteriore salto di mentalità e il miglioramento del servizio, prima e seconda
Certo, avere 2 giocatori nei primi 10, con un Cobolli arrembante, rende l’idea del nostro livello tennistico 😉