Editoriale di Marco Mazzoni sul clima del tour maschile Altro, ATP, Copertina

Il sorriso di Jannik e la voglia di “leggerezza”

19/10/2025 09:53 15 commenti
Jannik Sinner a Riyadh (foto Brigitte Grassotti)
Jannik Sinner a Riyadh (foto Brigitte Grassotti)

Il sorriso di Jannik Sinner di ieri sera, morbido e suadente, mi è entrato in testa e… non se n’è andato più, spingendomi a riflettere. A guardare “oltre”. Risvegliarsi alla domenica mattina osservando le prime foglie ambrate dell’albero in giardino con ancora ben impressa la gioia e serenità del nostro grandissimo campione è qualcosa di diverso, di inatteso. Molti avranno lì pronta una solidissima contropartita: beh, grazie, con 6 milioni di dollari in tasca, vinti facendo ben poca fatica e trattato davvero come un “Master King Slam”, chi diamine non sarebbe felice… Obiezione accolta vostro onore, ma… per una volta, proviamo a fare uno sforzo e a guardare oltre.

Questa settimana di tennis è scorsa via rapida tra tre ATP 250 (dove abbiamo anche qualche rimpianto alla voce Musetti…) e due potenti esibizioni, l’UTS di Mr. Mouratoglou (da noi in Italia quasi passato sotto traccia, ma non in Asia) e il megalitico Six Kings Slam, la più ricca kermesse extra tour maschile dell’anno, anzi della storia del tennis. Una valanga di dollari su sei forti e altrettanto fortunati tennisti, roba che farebbe rabbrividire persino Paperon de’ Paperoni tanto è accecante ed esagerata. Scontate le critiche piovute su Jannik, Carlos (lui in particolare, visto che di esibizioni non ne manca una, ne ha svariate già fissate nelle prossime settimane…), Novak e tutti gli altri. Pure sul buon Tsitsipas che è arrivato all’ultimo a Riyadh, è stato in campo un’oretta giusto per farsi maltrattare dal nostro eroe ed è “scappato col malloppo”, come un Sasha Zverev sempre più crepuscolare. Tutto giusto, visto che quasi l’intera truppa (non Jannik) non manca mai di criticare l’ATP e pure gli Slam (con documenti firmati a chiedere più soldi) sul calendario troppo fitto, l’assenza di una vera off-season in cui staccare la spinta e rigenerare testa e fisico per l’anno nuovo; nel mirino dei top player gli odiatissimi Masters 1000 lunghi che non piacciano a nessuno se non gli organizzatori, come queste palle che non vanno, si gonfiano e fanno fare ancor più fatica, in tennis diventato troppo duro sul piano fisico. Lamentele che hanno un senso, ma che non sono davvero credibili se, come afferma Djokovic, non c’è una vera unità di intenti e non si va dritti al punto delle questioni con la determinazione che anni e anni fa portò al boicottaggio a favore del povero Nikki Pilic, da poco scomparso. I giocatori si lamentano, e poi lussureggiano in esibizioni come il Six Kings. Ok, bello spettacolo ma beccatevi le critiche.

Questa è la considerazione generale, quella che la maggior parte degli appassionati sente e condivide, anche se poi tutti guardano avidamente queste esibizioni e comprano carissimi biglietti (vedi Laver Cup), alimentando il giro economico e la credibilità finanziaria di quest’imprenditorialità extra tour ATP. Però, versando il caffè dalla moka in questa gloriosa mattinata d’autunno, quel sorriso di Jannik continua a pungolare, e mi ha spinto a fare una riflessione che va oltre a queste critiche, giustificatissime. Ripensavo al sincero divertimento di Sinner e Alcaraz dopo la finale dei Sei Re Slam. Ma ancor più pensavo alle clip video che hanno ripreso Jannik in allenamento accanto al team Djokovic. Come il nostro pusterese abbia preso con sincera curiosità la racchetta di super “Nole” scrutandola con attenzione, facendo degli swing e quindi parlandone con Novak e con i membri del suo team. È noto che tra Sinner e Djokovic c’è qualche spigolo, ma in questi giorni la tensione era zero, anzi, c’è stata una netta voglia di condivisione, di non belligeranza, di condividere emozioni e pensieri. Nelle foto che girano sul web scattate da fotografi Pro e semplici appassionati, i due sono stati immortalati in momenti di rara condivisione e serenità, un’apertura forse figlia del contesto più rilassato, lontano dalla caccia furibonda per gli Slam, ma molto bella. E come loro due anche gli altri.

Dalla Six Kings come dalla Laver Cup, ogni anno mi arriva la netta sensazione che per questi grandissimi campioni passare del tempo di qualità insieme in queste esibizioni sia una necessaria valvola di sfogo, una sorta di “vacanza” (molto ben retribuita…) dove possono forse finalmente essere loro stessi, più sereni, più liberi di testa, lontani dalla durissima competizione del tour che impone un regime quasi militare di vita e tensione; una condotta necessaria perché i grandi vogliono ovviamente vincere e si fa di tutto e di più per farcela, ma impone uno stress e logorio micidiale, dal quale qualche volta uscirne è una terribile necessità. Come se dalle 48 settimane di tour super dure, terribilmente competitive e stressanti, scaturisse una necessaria voglia di leggerezza che i giocatori ritrovano in queste esibizioni. Ricche, fin troppo, che stridono con le critiche al tour, ma diventano per assurdo delle vere gioie. Lo dicono a chiare lettere nel corso della Laver Cup: qua si sta benissimo e per una volta essere squadra invece che rivali è una splendida eccezione, ci permette di conoscerci e frequentaci in modo diverso. Scoprire cose nuove.

È una linea sottile quella che cerco di comunicare con questa riflessione, e magari non arriverà a molti dei lettori. Ma chi come me ha (purtroppo) già tanto tennis vissuto alle spalle, non può non notare come un po’ di anni addietro pur nella dura competizione vi fosse anche una leggerezza che ormai si è persa. Senza tornare ai fasti degli anni ’70, quando i tennisti prima delle semifinali di Monte Carlo andavano insieme a ballare al venerdì sera per poi sfidarsi in campo poche ore dopo, anche negli anni ’90 e duemila c’è comunque uno spirito diverso, un cameratismo maggiore e la voglia di passare del tempo insieme con sincera voglia di farlo. Giusto ieri sui social mi è apparsa una foto da un torneo indoor tedesco dove Becker, Agassi, Gilbert e Steeb sorridevano imbracciando un boccale gigante di birra alla sera. E tra Andre e Boris era nota una certa acredine, ma alla fine c’era uno spirito diverso e migliore rispetto a quello che oggi scorre tra molti big, perennemente chiusi in loro stessi e nei propri blindatissimi team, a caccia di vittorie da ottenere ad ogni costo ignorandosi bellamente anche quando ci si incrocia negli spazi condivisi dei tornei.

Non voglio assolutamente sponsorizzare le esibizioni in questa mia personalissima riflessione, che magari sarà poco compresa da molti e stroncata da altri. Quello che vorrei comunicare è la sensazione di un tour annuale diventato davvero troppo opprimente e che non aiuta nessuno, non i giocatori, non lo spettacolo in molti tornei. I nostri amati campioni sono dei ragazzi che amano il tennis e lo sport, la competizione e la loro vita. Sono dei meravigliosi privilegiati, quelli che vincono anche ricchissimi. Ma forse, se mai si riuscisse a riportare un po’ più di leggerezza all’annata e vita tennistica, partendo magari da condizioni di gioco meno stressanti per il fisico e con un calendario meno fitto con pause necessarie e una logica migliore, avremmo un tennis ancor più bello seppur competitivo perché giocato da tennisti meno schiacciati “dall’ingranaggio”. E probabilmente anche più sorrisi come quelli condivisi da Jannik e Novak in questi giorni. Immagini che fanno bene al cuore.

Marco Mazzoni


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15 commenti. Lasciane uno!

Silver (Guest) 19-10-2025 12:09

Bravo il nostro Mazzoni! Leggerezza una tantum va benissimo! La realtà lo sappiamo è un’altra che tutti combattiamo giornalmente.Contano solo i soldi e qui lo vediamo,dovendo scrollare all’infinito per leggere dei sinceri commenti senza lucro

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magilla 19-10-2025 12:05

ma alla fine….c’era bisogno di pendere la scusa del sorriso di sinner…..per fare il riassunto delle polemiche tennistiche del periodo e per citare qualche inmancabile rimpianto italico?…..

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omerjno 19-10-2025 11:46

Le lamentele singole non cambiano niente. Caro Zedarios, quando Sinner si lamenta viene preso in considerazioni, questo perché lo fa a ragion veduta. Vedi orari d’inizio delle partite serali.

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Jack (Guest) 19-10-2025 11:14

È stato scritto che ha donato l’intera vincita all’ospedale di San Candido??

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zedarioz 19-10-2025 11:03

Secondo me le pressioni se le mettono da soli, indotti dal “sistema”. Gli sponsor pompano soldi ma vogliono la presenza, loro sono sempre sulle prime pagine dei giornali e non hanno quasi una vita privata o fanno fatica ad averla. A loro manca la normalità. Negli anni 70 a parte Panatta, gli altri non erano sempre nelle prime pagine dei giornali, e non c’erano i social, vale anche per federer e Nadal ai loro inizi. Secondo me è l’attenzione continua, che genera stress e anche infortuni. I tennisti dovrebbero fare cartello almeno per le condizioni di gioco. Imporre una qualità maggiore delle palle e heat roules severissime in ogni torneo. Pena, non si gioca. È ovvio che se non giochi rinunci ai soldi, ma quando si fanno le battaglie bisogna sacrificare qualcosa per avere risultati. Le lamentele singole non cambiano niente.

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Harlan (Guest) 19-10-2025 10:55

D’accordo al 100%
Mi fanno ridere quei soggetti che straparlano di pagliacciate e vorrebbero imporre la loro linea di pensiero a un tennista professionista affiancato da un team

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+1: il capitano
giumart (Guest) 19-10-2025 10:48

Scritto da marco.mazzoni

Scritto da giumart
Caro Mazzoni, per me il punto è un altro: ma come è possibile che vi siano individui che non si rendono conto della fortuna piovutaci dal Cielo per avere questo ragazzo educato, rispettoso, umile, serio, tennisticamente fortissimo, che ha dato e dà grandioso lustro al nostro sport come pochi (e al nostro tennis come pochissimi)?

Ciao. Guarda, ti rispondo girando la frittata. Per me non affatto piovuto dal cielo. Jannik è un ragazzo favoloso sul piano personale che è riuscito a diventare un campione cavalcando il suo talento e normalità. È un esempio per tutti i nostri ragazzi che nella vita – e non solo sport – possono farcela credendo in loro stessi ed esplodendo il proprio talento, che non necessariamente deve essere atletico. Ne ho scritto un libro (Straordinaria Normalità) che racconta proprio questo.
Il mondo è vario, è normale che ci siano persone che non apprezzano Jannik, perché a loro non piace, perché banalmente amano andare “contro”. Siamo liberi di amare o non amare. Spero non denigrare perché quello è un errore alla propria intelligenza.

Quando dico “piovuto dal Cielo” intendo dire che un atleta così ci capita una volta ogni secolo, ma non in senso spregiativo (tutt’altro!). Come al solito apprezzo molto i tuoi articoli e il mio commento era solo per sottolineare l’assurdità del non apprezzare o addirittura del detestare questo ragazzo, peraltro amato in ogni parte del mondo.

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+1: il capitano
Tennisforever 19-10-2025 10:43

PARTITE VINTE-PARTITE PERSE da Numero 1 ATP RANKING
(Per i trolls la partitone di ieri non viene contegiatta).

BORG: 136-12. 91,9%
SINNER. 83-9. 90,2%
CONNORS. 408-45. 90,1%
LENDL. 362-44. 89,2%
FEDERER. 430-56. 88,5%
MC ENROE. 226-34. 86,9%
DJOKOVIC 485-78. 86,1%
NADAL. 268-44. 85,9%
SAMPRAS. 335-69. 83,1%
EDBERG. 94-20. 82,5%
HEWITT. 87-21. 80,6%
NASTASE. 75-19 79,8%
ALCARAZ. 39-10. 79,6%
AGASSI. 107-28. 79,3%
COURIER. 79-21. 79%

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+1: l Occhio di Sauron, il capitano, omerjno
witness (Guest) 19-10-2025 10:34

a mio parere il problema è dato dal DIO DENARO

a furia di pompare denari nel tennis, si finirà di rovinarlo, come già è successo ad altri sport (calcio, F1, ecc.)

guarda caso, negli anni passati andava meglio (c’erano meno soldi)

ovviamente questo denaro fa comodo a tutti, quindi rassegniamoci perché la situazione non è destinata a migliorare

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Beppe66 (Guest) 19-10-2025 10:31

Chapeau!!!… bellissime, profonde e assolutamente condivisibili le tue parole Marco….parole alla fine lasciano il profumo di una poesia…tantissime volte ci mancano la leggerezza e il disinganno nelle nostre quotidianità….tanti piccoli e grandi valori li abbiamo persi con lo scorrere del tempo e la nostra “evoluzione” umana…provo tristezza per questo…tristezza per il futuro che ci aspetta… viviamo un mondo mai così ricco di beni materiali ma dall’altra parte mai così povero di beni morali…buona domenica a tutti

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+1: FocuSinner
marco.mazzoni 19-10-2025 10:29

Scritto da giumart

Caro Mazzoni, per me il punto è un altro: ma come è possibile che vi siano individui che non si rendono conto della fortuna piovutaci dal Cielo per avere questo ragazzo educato, rispettoso, umile, serio, tennisticamente fortissimo, che ha dato e dà grandioso lustro al nostro sport come pochi (e al nostro tennis come pochissimi)?

Ciao. Guarda, ti rispondo girando la frittata. Per me non affatto piovuto dal cielo. Jannik è un ragazzo favoloso sul piano personale che è riuscito a diventare un campione cavalcando il suo talento e normalità. È un esempio per tutti i nostri ragazzi che nella vita – e non solo sport – possono farcela credendo in loro stessi ed esplodendo il proprio talento, che non necessariamente deve essere atletico. Ne ho scritto un libro (Straordinaria Normalità) che racconta proprio questo.
Il mondo è vario, è normale che ci siano persone che non apprezzano Jannik, perché a loro non piace, perché banalmente amano andare “contro”. Siamo liberi di amare o non amare. Spero non denigrare perché quello è un errore alla propria intelligenza.

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+1: Caronte, il capitano, FocuSinner, Don Budge fathers, brunodalla, omerjno
giumart (Guest) 19-10-2025 10:20

Caro Mazzoni, per me il punto è un altro: ma come è possibile che vi siano individui che non si rendono conto della fortuna piovutaci dal Cielo per avere questo ragazzo educato, rispettoso, umile, serio, tennisticamente fortissimo, che ha dato e dà grandioso lustro al nostro sport come pochi (e al nostro tennis come pochissimi)?

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+1: Maurantonio
brunodalla 19-10-2025 10:11

riflessioni condivisibili, avere momenti di leggerezza aiuta molto.

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luca71 19-10-2025 10:10

Ottimo articolo e la riflessione per me è corretta e condivisibile.

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+1: il capitano, Faustozazz
Caronte 19-10-2025 10:05

@ Marco Mazzoni
OK!!
Very good!!
King!! 🙂
Un saluto.

1
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+1: il capitano