Alcaraz e Ferrero, cosa c’è davvero dietro la separazione
14 commenti
C’è stupore dopo la clamorosa separazione professionale tra Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero. I comunicati ufficiali, asciutti ed enigmatici, non sono bastati a placare interrogativi e perplessità, e nelle ultime ore stanno emergendo nuovi dettagli che aiutano a delineare i contorni di una rottura che ha scosso profondamente l’ambiente.
Secondo quanto rivelato da Ángel García Muñiz su Cadena COPE e confermato da Nacho Encabo di CLAY Magazine, il rapporto tra Ferrero e l’entourage di Alcaraz – in particolare con il padre del giocatore – era teso già da diversi mesi. Alla base del deterioramento ci sarebbero divergenze organizzative, logistiche ed economiche, maturate nel tempo e deflagrate durante la recente trattativa per il rinnovo del contratto.
Negli ultimi anni, Carlos e la sua famiglia hanno investito molto per fare di Murcia il centro operativo della sua carriera, potenziando l’Academy Alcaraz e auspicando che Ferrero e il suo staff si spostassero stabilmente da Villena a Murcia. Una visione che non avrebbe trovato piena condivisione dall’ex numero uno del mondo, contribuendo ad alimentare frizioni già esistenti.
A fare la differenza definitiva, però, sarebbero state le questioni economiche. Ferrero avrebbe richiesto condizioni considerate troppo onerose dall’entourage di Alcaraz, in particolare per quanto riguarda la percentuale del prize money destinata al tecnico. Un aspetto che, con l’esplosione economica della carriera di Carlos – capace di incassare circa 19 milioni di dollari nell’ultima stagione – è diventato molto più rilevante e visibile rispetto agli inizi del loro percorso comune.
Quella economica viene descritta come “l’ultima goccia” di un vaso riempito lentamente da divergenze di vario tipo. Ciò nonostante, le fonti sottolineano come il rapporto personale tra Alcaraz e Ferrero resti ottimo, basato su stima e riconoscenza reciproca. La separazione sarebbe stata fortemente indirizzata dall’entourage del giocatore, più che da una volontà diretta di Carlos.
Dal punto di vista sportivo, la perdita di Ferrero rappresenta un passaggio delicatissimo. Juan Carlos è sempre stato una voce autorevole, capace di dire al suo allievo anche ciò che non voleva sentire: un ruolo cruciale per un campione di appena 22 anni già al vertice del tennis mondiale. La sua assenza aggiunge inevitabilmente pressione e incognite sul futuro immediato del murciano.
Nel frattempo, il piano delineato prevede la permanenza di Samuel López nello staff, ma con un ruolo da secondo allenatore. L’obiettivo dell’entourage è infatti quello di individuare un nuovo tecnico principale di altissimo profilo, disposto ad adattarsi al progetto Alcaraz, alla base murciana e a una struttura già consolidata. Una missione tutt’altro che semplice, vista l’eredità lasciata da Ferrero e le elevate esigenze del contesto.
La sensazione diffusa, tra addetti ai lavori e tifosi, è che questa storia sia tutt’altro che chiusa. Le prossime settimane diranno se la scelta sarà stata davvero quella giusta o se, come molti temono, si è interrotto troppo presto un binomio che aveva ancora molto da offrire al tennis mondiale.
Marco Rossi
TAG: Carlos Alcaraz

Sinner
Alcaraz
Zverev
Djokovic
Auger-Aliassime
Fritz
de Minaur
Draper
Sabalenka
Swiatek
Rybakina
Andreeva
P.s. Tra l’altro da Villena a Murcia c’è davvero pochissima strada.
Secondo me c’è davvero molto della famiglia in questa separazione: vogliono mettere Carlos al centro di tutto e chi lo allena lo deve seguire e non viceversa come successo finora con Carlos nato e cresciuto nell’accademia di Ferrero. Sembra proprio una questione di potere decisionale e non solo economica. Di sicuro il tennis giocato non c’entra nulla e non è un bene. Carlos resta comunque un fuoriclasse ma stanno scherzando col fuoco.
Beh, come in tutte le cose, ogni pretesto può ritenersi valido per attecchire sui soggetti poco ferrati !
Ma come fa una famiglia, che dovrebbe pensare solo al bene del figlio, prendersi una responsabilità così determinante in una carriera sfolgorante e soprattutto in un momento delicato, alla vigilia del nuovo anno, e oltretutto, sembra, per motivi economici e/o di ottusa gelosia? A me quello che ho letto nell’articolo sembra addirittura aberrante, come è possibile rischiare di buttare nel c…so tutto l’impegno, le fatiche, i successi di un ragazzo eccezionale pensando magari di poter ancora decidere per lui sfruttando la sua giovane età??!! Spero davvero che le cose non stiano così, per il bravo Carlos e per la famiglia che rischia pesantemente di commettere un errore non facilmente sanabile…oltretutto non vedo come potrebbero, risparmiando, trovare un sostituto coach collaudato, di fama e valore anche più elevati, che dovrebbe adattarsi a scelte di vita secondo i loro desiderata
Speriamo che carletto non faccia la fine della Capriati.
@ walden (#4536623)
C’è un comunque un lato positivo per Alcaraz.
Quando Jannik dominerà tutta la prima parte di stagione ( da austalian open a Miami ) molti potranno giustificarlo dicendo che é questo il motivo dello scarso rendimento…con lo spagnolo che ricomincerà a fare risultati solo da Montecarlo in poi
Solo 6 post scrivi?
Io dico che sono anche troppi….piuttosto di inutili bla bla bla sul nulla,tipo ciò che hai scritto tu,meglio tacere che sparare supposizioni e sentenza a vanvera…..che ne sappiamo noi del perché? Eri lì anche tu ? Te l ha detto di persona alcaraz o ferrero?
Volano gli stracci
Volano gli stracci
Volano gli stracci
Fossi il mesciato di murcia, il barbetta col cappellino lo sostituirei con Raducanu la dolce….
Secondo me c’e’ lo zampino del padre. Famiglia troppo presente nell’angolo del giocatore, che probabilmente vuole la totale gestione del pargolo, creando atrito con le decisioni della Zanzara, in piu’ ci mettiamo dentro le batoste di Wimbledon e Finals, e il resto e’ storia. Meglio aver un Manager che non sia famiglia… Carlitos potrebbe pagarla cara, l’attenzione mediatica mette pressione, non si parla d’altro oggi in Spagna, cosi’ mi dicono gli informatori iberici.
C’è moltissima differenza tra decidere di voler cambiare ed essere costretti a farlo dalla propria famiglia. Se fosse così non è un bel presupposto per iniziare la stagione. Resta il fatto che probabilmente dal punto di vista tecnico era già Samuel Lopez “l’uomo di campo” un po’ come se andasse via solo Cahill e Sinner rimanesse con Vagnozzi. Questo probabilmente attenuerà l’impatto di questa separazione, che comunque avrà sicuramente implicazioni psicologiche perchè Carlos era cresciuto sotto l’ala protettrice di Ferrero (che ha racchiuso nella stessa figura quelli che sono stati Piatti e Vittur per Sinner)
Era evidente che la Famiglia Alcaraz era alla ricerca di un pretesto per mollare Ferrero: pretendere che un coach si trasferisse presso la struttura del suo allievo, diventando, di fatto, un suo dipendente era già indice di una volontà di rompere. Poi ci metti la questione dei soldi che, come scrivevo altrove, è solo un ulteriore pretesto per concludere un rapporto.
Anche far sapere che Lopez sta li solo per tenere il posto caldo ad un futuro coach mi sembra poco rispettoso verso un tecnico che lo meriterebbe, vista la dedizione con la quale ha seguito Carlos.
L’impressione è che siano una famiglia di modesta levatura, assetati di danaro e che abbiano visto nel figlio la gallina dalle uova d’oro, l’importante è non strozzarla.
I confronti sono quasi sempre superficiali, ma l’impressione è che in Val Pusteria “alberghi” ben altro stile, anche se l’origine socio-economica non è molto diversa.
PS: ben 6 post sulla vicenda, poi qualcuno scrive qua che si parla soio di Sinner.
Consiglio la lettura di “ultimo uomo” che da un quadro molto equilibrato della vicenda. Da parte mia solo una osservazione, Sinner vive da solo a Montecarlo e in precedenza è andato via di casa a 13 anni, mentre Alcaraz ha ancora la sua cameretta. Insomma un talento immenso nel corpo e nella mente di un ragazzino gestito dai suoi due padri che litigano tra di loro…