Carlo Alberto Caniato, il ragazzo che ha vissuto la favola della Davis: “Mi sono sentito uno degli azzurri campioni”
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L’Italia del tennis ha vissuto un 2025 storico, capace di conquistare la terza Coppa Davis consecutiva a Bologna. Tra i protagonisti, silenziosi ma fondamentali, anche un volto nuovo: Carlo Alberto Caniato, ventenne ferrarese convocato in extremis dal capitano Filippo Volandri. Un’esperienza che ha il sapore del destino e che il giovane tennista ha raccontato in una bella intervista al Resto del Carlino.
Una chiamata inattesa: “Un premio per la mia stagione”
La convocazione è arrivata mentre era impegnato in un torneo in Portogallo. Nessuno se lo aspettava, nemmeno lui:
“Ero a un torneo in Portogallo quando hanno chiamato me e il mio coach. È stata un’esperienza bellissima e inaspettata, che mi porterò dietro per tutta la vita”.
Entrato come alternativa dell’ultimo minuto in un’Italia priva di due colonne come Sinner e Musetti, Caniato ha vissuto la settimana come un vero membro della squadra campione del mondo.
Da sparring a uomo squadra: “Facevo parte del team in tutto e per tutto”
Il ventenne pensava inizialmente di limitarsi al ruolo di sparring partner. La realtà lo ha travolto:
“Pensavo di essere lì solo per allenare i miei compagni, invece mi hanno fatto vivere l’esperienza a 360 gradi.
Ero sempre con Matteo (Berrettini) e con Flavio (Cobolli), dal pranzo alla cena. Mi sono sentito totalmente parte del Team Italia”.
Un’immersione totale, che gli ha permesso di vedere da vicino come lavorano i campioni.
La lezione dei grandi: “Ho imparato come si prepara una partita”
La Coppa Davis gli ha regalato una nuova consapevolezza tecnica, professionale e mentale:
“Ho visto come i più grandi preparano i match. Come gestiscono ogni dettaglio prima di scendere in campo. È un bagaglio prezioso che porterò con me”.
Un gruppo unito anche senza Sinner e Musetti
L’assenza dei due big non ha intaccato lo spirito degli azzurri. Anzi, ha rafforzato il gruppo:
“Non dico che nessuno si aspettasse la vittoria senza di loro, ma era naturale pensare sarebbe stata dura.
Ho visto un grande attaccamento alla maglia. Berrettini è stato incredibile, in Davis non perde mai. E Cobolli ha ribaltato partite che sembravano già scritte”.
Un clima speciale, che Caniato ha respirato a pieno.
Riconoscimenti e orgoglio a Ferrara
Al rientro a casa, la città lo ha accolto come un piccolo eroe.
Il circolo della Marfisa, dove ha impugnato per la prima volta una racchetta, lo ha nominato socio onorario.
Il sindaco Alan Fabbri lo ha ricevuto in Comune, consegnandogli un riconoscimento speciale per l’annata memorabile.
“Questo è solo l’inizio”
Con i piedi ben piantati per terra e un futuro ancora tutto da costruire, Caniato conclude con lucidità:
“È un’esperienza che devo prendere come uno step importante nel mio percorso.
Mi ha dato una spinta ulteriore. Voglio arrivare più in alto possibile”.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Carlo Alberto Caniato, Italiani

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Ha già 20 anni e occupa la 389ma posizione. Poco, pochino, per parlare di una speranza del tennis italiano enzo