Leo Borg, il figlio del leggendario Björn, centra la prima vittoria nel torneo di casa (Video)
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Il cognome è di quelli che pesano, ma Leo Borg sta imparando a convivere con esso, passo dopo passo. Il figlio del leggendario Björn Borg ha conquistato la sua prima vittoria all’ATP 250 di Stoccolma 2025, un successo dal forte valore simbolico che segna una tappa importante nella crescita del 22enne svedese, deciso a ritagliarsi forse un piccolo spazio nel tennis professionistico.
Borg, entrato in tabellone grazie a una wild card, ha superato l’austriaco Sebastian Ofner con una prestazione convincente, mostrando solidità e personalità di fronte al pubblico di casa. “È davvero speciale vincere per la prima volta un match nel torneo di casa. Sento di aver giocato un ottimo tennis e questo dimostra che ho fatto progressi importanti negli ultimi tempi. Dopo un periodo di infortunio ho lavorato tanto sugli aspetti tecnici e tattici, cercando di dare un salto di qualità al mio gioco”, ha dichiarato Borg ai microfoni di atptour.com.
La sua carriera, inevitabilmente condizionata dal peso del nome che porta, è stata finora un percorso in salita. Dopo aver brillato da junior ed essersi fatto conoscere anche fuori dal campo — interpretando il ruolo di suo padre nella pellicola Borg vs McEnroe — Leo ha dovuto affrontare la realtà di un circuito professionistico estremamente competitivo.
Attualmente, Borg ha vinto in tutto quattro partite a livello ATP e ha raggiunto come miglior ranking la posizione n.334 del mondo nel novembre 2023. Ma il giovane svedese non intende fermarsi qui: “So di avere il livello per giocare questi tornei, ma devo ancora migliorare tanto. Sul piano fisico, per evitare gli infortuni; su quello mentale, per mantenere la concentrazione; e su quello tecnico, per consolidare il mio gioco. La vittoria di oggi è un passo avanti enorme e mi dà grande fiducia per il futuro.”
Nel prossimo turno, Leo Borg affronterà Denis Shapovalov, in un match che promette riflettori e grande attenzione mediatica in patria. Per il giovane svedese, sarà un’altra opportunità per dimostrare che il cognome più iconico della storia del tennis scandinavo può tornare a farsi sentire — stavolta, con una nuova generazione.
Marco Rossi
TAG: Leo Borg

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Racconta suo padre che, volendogli dare un consiglio, gli disse ” cosa capisci tu di tennis”. Mauro ti devo dare ragione, si il nome ha premiato all’ inizio, poi si è dovuto dare da fare. Certo, la Svezia è ridotta così male che deve attingere anche a lui sia in Davis che nei tornei casalinghi.
Portare questo cognome, fare lo stesso sport del padre non deve essere facile, soprattutto se non sei all’altezza, ma ha 22 anni,ci sono ancora speranze….
Quindi, chiamandosi Borg, non ha diritto ad inseguire un suo sogno ? Pensate che la Svezia, attualmente, è messa così male, tennisticamente, che Leo ha giocato spesso anche in Coppa Davis, credo che anche con un altro cognome, nei tornei di casa, prenderebbe una wild card. Se spendeste 3 minuti, potreste vedere velocemente che nel resto dell’anno viaggia per il mondo, in cerca di punti, senza wild card di nessun tipo. Non sarà mai un campione, ma gli auguro di arrivare ad avere almeno una classifica per frequentare stabilmente il circuito challenger e qualche qualificazione dei GS.
Una precisazione.
Tu hai scritto: “senza WC fino ad oggi Leo Borg non avrebbe mai calcato un campo principale di un torneo atp”, frase ineccepibile. Mauro invece ha affermato “Se non fosse stato il figlio di Borg, con tutte le WC avute, questo non sarebbe stato un tennista.”, cosa non vera visto che i punti che ha totalizzato Leo Borg nella sua carriera sono dipesi da quelli che ha conquistato negli ITF e non da quelli derivanti dalle WC ricevute, ad esclusione di quella odierna.
@ Casual (#4498499)
Quante wild card ha avuto Vacherot a Montecarlo?
Veramente questa volta Mauro ha ragione, innanzitutto 3 wildcard in un anno ad un tennista non più così giovane e basso in classifica non sono poche, inoltre non credo che Mauro parlasse solo di questo anno, è dal 2021 che ogni anno Leo entra direttamente in tabellone, nonostante la classifica anche solo per le quali non l’abbia mai raggiunta, anche senza vittorie ha avuto un sacco di opportunità legate al nome.
Che questo sia giusto o sbagliato si rimanda alla sensibilità di ognuno, ma è indubbio che senza wildcard fino ad oggi Leo Borg non avrebbe mai calcato un campo principale di un torneo atp
Questa è la dura verità!!!
Con questi 25 punti,diventerà anche una TdS nei tornei itf 15 e 25k…
Molti altri suoi colleghi figli di non ne hanno ricevuta nemmeno una WC in tutta la carriera altro che le poche ricevute da Leo…
La fortuna non è tanto la WC, ma trovare Ofner. Sarà la decima partita di fila che perde.
Questa è la terza volta che nel 2025 Leo Borg ha ricevuto una WC.
La prima a Barcellona (sconfitta al primo turno, la seconda per le qualificazioni del torneo di Ginevra (dove ha perso da Ofner), la terza quella dell’articolo. Tutti gli altri tornei giocati nel 2025 sono stati degli ITF dove è entrato per classifica.
Quindi fino ad oggi le WC, nemmeno così numerose, non gli avevano fruttato nulla.
Mi consolo.
Le tue sciocchezze non toccano solo i tennisti italiani.
Bravo à provarci! Io con un padre così avrei fatto il panettiere. ..
Se non fosse stato il figlio di Borg, con tutte le WC avute, questo non sarebbe stato un tennista.
Grande Leo
Appena appena!!!
A suon di ini e oni anche gli svedesi in quel di Stoccolma portano due loro rappresentanti al secondo turno.
Domandina del giorno,sapete quando era stata l’ultima volta che la Svezia aveva avuto due suoi rappresentanti al secondo turno di un torneo Atp?
Buona ricerca!!!
ma no, è 2003, lo vedo non oltre la posizione 200-250. se non si fosse chiamato borg non avrebbe fatto notizia.
Buon sangue non mente, farà una buona Carriera.
Arriverà prima Fogna JR
Adesso aspettiamo DJ Junior
e Muso jr. (anche se é un po’… prestino). 😉
Ma cos’è la fiera autunnale degli underdog? Vacherot, Rinderknech, ora Borg …..
Se non ricordo male già due anni fa giocò in Davis contro l’Italia e perse con Arnaldi… diciamo che il babbo era “leggermente” più forte