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Open Court: “Caso Serena” a NY, una sconfitta per tutti (di Marco Mazzoni)

11/09/2018 16:52 116 commenti
Serena Williams classe 1981, ex n.1 del mondo
Serena Williams classe 1981, ex n.1 del mondo

Sono passati alcuni giorni dal bruttissimo epilogo della finale femminile di US Open 2018, ma l’eco del “Caso Serena” si è tutt’altro che spento. Resta una delle pagine più nere che io abbia mai visto su un campo da tennis, provocando rabbia e profonda amarezza. Quel che è successo l’abbiamo visto tutti, inutile ripercorrere quei momenti concitati, a suo modo folli. Premiazione inclusa. Sarebbe ideale poter cancellare tutto con un colpo di spugna. Impossibile. La ferita è aperta e sanguina copiosamente. Ha provocato un dibattito a tratti surreale, perché coinvolge tanti aspetti, sportivi e non, finendo per fagocitare in un gorgo nerissimo tutto e tutti. Infatti, commentando a freddo l’accaduto, la mia sensazione personale è che in questa vicenda abbiano perso tutti. Tutti, nessuno escluso.

La vera vittima è stata ovviamente la bravissima Naomi Osaka. La giovane nipponica sognava un match del genere, l’aveva dichiarato alla vigilia. Sfidare il suo idolo per alzare la coppa più desiderata. S’è conquistata sul campo quella chance, ha disputato una partita quasi perfetta, sembrando lei la campionessa, la veterana. La dominatrice. Quel finale folle del match non è riuscito (per fortuna!) a metterla in crisi tecnica. Ha giocato tutto l’incontro come in trance, pensando solo alla palla, ai suoi colpi potenti e precisi, e così non s’è fatta trascinare nelle sabbie mobili, fino all’ultimo quindici. Però la sbandata è arrivata subito dopo, quando si è resa conto di avercela fatta, ed è scoppiata l’emotività del momento. Lì, inesperta e lasciata sola di fronte ad una situazione mai vissuta, ingiusta e più grande di lei, non è riuscita ad isolarsi dal teatro dell’orrore tirato su dalla rivale, e anche da uno stadio inferocito e “malvagio” contro di lei. La Osaka “ha perso” perché è venuta fuori la fragilità della ragazzina, schiacciata da una situazione orribile, tanto da non poter gioire di fronte alla più grande impresa della sua vita, ed arrivare quasi a “chiedere scusa” per aver vinto e strappato il palcoscenico alla mitica rivale, ad un passo da un record storico. Doveva essere più fiera, quasi sprezzante Naomi. Non ce l’ha fatta, ma difficile fargliene una colpa. Qua la perfidia di Serenona è stata totale, con l’ipocrisia delle sue parole al momento della premiazione: “Let’s make this the best moment we can”. Dopo aver rubato il palcoscenico e la gioia a chi ti ha sconfitto con merito e nessuna colpa, Serena dovrebbe solo vergognarsi. Ma lascio alla conclusione il mio parere su di lei.

Anche l’ottimo arbitro Ramos esce sconfitto, e non per sua colpa. Ha seguito il regolamento. Punto. Le regole ci sono, non è un suo demerito se troppi arbitri lo applicano con lassismo, o paura (vedi le minacce che ricevono a volte anche da pluricampioni Slam “Non sarai mai più su quella sedia in un mio incontro…”). Si può discutere sul merito, coaching sì o coaching no? Oggi il coaching non è permesso, quindi se accade è da sanzionare (e lo stesso coach di Serena ha poi ammesso di averle parlato…). Ramos ha forse applicato il tutto in modo rigido, pedante? Forse sì, ma sono punti di vista. L’unica colpa che posso imputare all’arbitro è quella di esser diventato suo malgrado “protagonista”; ma è stato trascinato all’inferno dalla giocatrice… difficile salvarsi in quella situazione.

Forse l’aspetto più nero dell’intera vicenda è che a perdere è stato soprattutto il tennis.

Invece di parlare dell’esplosione di una possibile campionessa, dotata di un tennis brillante, personaggio potenzialmente molto interessante, da quel maledetto sabato sera su ogni organo di informazione si parla solo del “Serena-gate”. Pro Serena, contro Serena, tennisti viziati, tennisti maleducati, la stirpe dei Mc/Connors è tornata, razzismo, sessismo e via dicendo… Uno spot pessimo per il tennis, soprattutto per quello rosa, che sta attraversando un momento difficile, incapace di creare nuove campionesse credibili. Per questo è ridicolo e oserei dire pericoloso che la WTA abbia appoggiato la posizione della Williams, difendendola. Non è solo una caduta di stile, è una presa di posizione grave. Che messaggio manda al mondo del suo sport l’associazione che lo governa, difendendo una giocatrice indifendibile? Si può capire che la WTA abbia un bisogno disperato di Serena, visto che nessuna nuova giocatrice sembra capace di sostituirla, e che il livello di punta del gioco è forse ai minimi termini dall’inizio dell’era Open (altissimo livello medio con un agonismo sfrenato, ma condito da un infimo livello tecnico e di appeal). Ma schierarsi apertamente dalla parte di una ragazza che ha letteralmente perso la testa in campo, dando un chiaro esempio di antisportività, è fatto nuovo e grave. WTA bocciata.

Serena ovviamente ha perso. La testa prima, la faccia poi. Spiace ricordare che non è la prima volta che accade. Sempre a NY. Finale 2011, di fronte una Sam Stosur scatenata. La campionessa yankee si scagliò violentemente contro l’arbitro (donna), apostrofandola in mondovisione come “hater” e “ugly inside”. Cosa era successo? Niente che potesse spingerla a tanto, eccetto una rivale quel giorno fortissima, capace di metterla sotto con il suo tennis. Una situazione simile era già accaduta sempre sul quel campo nel 2009, in semifinale contro una splendida Kim Clijsters da poco rientrata nel tour dopo la maternità. Quella volta Serena se la prese contro una giudice di linea (donna), rea di aver sbagliato una chiamata. Grida, sguardi furibondi, si arrivò quasi ad un’aggressione fisica, con la minaccia di farle ingoiare una palla e di aspettarla all’uscita dal campo. Aveva totalmente “sbroccato”, e fu sanzionata dall’arbitro (donna) con un punto di penalità. Curioso che Serena abbia tirato fuori sabato sera il sessismo quando è stata proprio lei la carnefice vs altre donne in ognuna di queste situazioni… Una caduta di stile e di credibilità totale, proprio da una delle paladine dello sport “rosa” e dei suoi giusti diritti. Ogni singola parola pronunciata dalla Williams non ha fatto altro che aggravare la sua situazione. E’ andata in tilt….oppure è stato un disperato tentativo di buttarla sulla rissa, alla “McEnroe” dei bei tempi, cercando di rompere l’incantesimo della rivale? Probabilmente entrambe, ma per fortuna del gioco, non è riuscita nell’intento in nessuno dei tre brutti episodi citati. “I have a daughter and I stand for what’s right for her”, altra frase memorabile di Serena durante la rissa verbale. Quale insegnamento può trarre una figlia da un comportamento del genere? Giustificherà la sua piccola per capricci, insulti e cose simili? Ha aggravato la sua situazione disperandosi per quanto ha lavorato per tornare a disputare una finale a Flushing. Beh, la Osaka c’era arrivata per grazia divina o per un aiutino? Non direi proprio… La verità è che Serena era convinta di vincere. Di poter salutare di nuovo il suo pubblico come campionessa, il più grande ritorno di sempre, di una madre che ha lottato e sofferto, ma ce l’ha fatta, strappando l’ennesimo record. Purtroppo per lei al di là della rete c’era una ragazza che ha giocato un tennis migliore, e che si meritava quel successo. Una grande campionessa accetta la sconfitta, applaude e benedice la nuova arrivata nell’Olimpo del tennis, le rende merito e chiede l’applauso del suo pubblico. Questo è fair play, questa è classe. Sabato abbiamo visto l’esatto opposto.

Serena, che piaccia o meno, è la sportiva più ricca, famosa e privilegiata al mondo. Sabato ha perso una grande occasione per rafforzare la sua immagine, scrivendo invece una pagina nerissima che sarà difficile dimenticare. Tra l’altro aveva avuto recentemente un bellissimo “assist” dalle scellerate dichiarazioni del boss della Federtennis francese, sul suo particolare completino da gara mostrato a Parigi. Un’altra vicenda grottesca, ma in cui stavolta la Williams era totalmente dalla parte del giusto. La finale di US Open 2018 non è andata come lei sperava. Poteva e doveva perdere con classe. Accettare anche il richiamo dell’arbitro, e tentare fino all’ultimo una delle sue incredibili zampate tecniche, ricche di quella rabbia agonistica e potenza che l’hanno resa la più forte tennista degli ultimi 20 anni. Sarebbe un vero delitto se la sua immagine venisse definitivamente offuscata da questa brutta faccenda, perché Serena è un monumento del nostro sport. Purtroppo, chi è causa dei suoi mali, pianga se stesso. E oggi nel mondo del tennis nessuno ha la forza per sorridere.

Marco Mazzoni

@marcomazz

 


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116 commenti. Lasciane uno!

Fabrice (Guest) 13-09-2018 19:50

Ma in fondo, stringendo il succo, Serena Williams è una cafona arricchita, per carità, non è la sola a quei livelli, tutto il resto della vicenda è marketing americano di pessima qualità che fa presa là in USA ma che qui in Italia e in Europa sembrano solo robe da manicomio commerciale!! :mrgreen:

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Coaching (Guest) 12-09-2018 16:35

Scritto da Insalatiera76
@ Coaching (#2197770)
Tu continui ad equivocare le mie parole.
Lo fai apposta?
Nessun capriccio inutile da parte di Ramos: applicazione puntuale del regolamento, che è l’opposto di arbitrio.

Ho capito benissimo…il punto centrale della questione è l’applicazione fiscale del regolamento non è mai cosa buona.

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Coaching (Guest) 12-09-2018 16:28

Scritto da Coaching

Scritto da Insalatiera 76

Scritto da Coaching

Scritto da Insalatiera76

Scritto da Coaching

Scritto da drop shock

Scritto da Coaching

Scritto da Fede-rer

Scritto da Coaching
Il vero sconfitto è l’arbitro Ramos che ha applicato il regolamento con una pedanteria inutile. È troppo facile dire che finché c’è un regolamento va applicato, pensiamo piuttosto a modificarlo e a renderlo al passo con i tempi, altrimenti i problemi rimarranno gli stessi. Che poi Serena abbia esagerato è indubbio ma che la sua immagine di campionessa ne venga offuscata non direi proprio. È stata dipinta come il diavolo ma non è affatto così e lei è stata la prima a complimentarsi con la Osaka. Aveva il diritto di giocarsi fino in fondo le sue chances, poi magari avrebbe perso ugualmente ma togliere un game in un momento topico del match è stato un passo falso dell’arbitro o meglio il suo warning per coaching. Nessun regolamento va applicato alla lettera, altrimenti basterebbe mettere un robot al posto di una persona. La verità è che hanno sbagliato sia Serena che Ramos, ma l’arbitro in primis.

Ovviamente hai torto… Ma anche ponendo per assurdo che l’arbitro sia stato “pedante” (Anche se ci vuole del coraggio anche solo a pensarlo): tale pedanteria non sarebbe costata nulla a Serena, un semplice ed innocuo Warning.. I successivi provvedimenti se li è andati a cercare e sono automatici da regolamento, Rampa non avrebbe potuto esimersi: racchetta sfasciata = penalty point e, dopodiché, accusa all’arbitro di essere un ladro con annesse minacce in mondovisione = penalty game.. Tutto normale e lineare.. Volevi trollare ma ti è andata male! In questo caso la Williams può accusare solo se stessa, non ha appigli ed è indifendibile..

Ovviamente hai torto tu ! La mia opinione è rispettabile né più né meno della tua. Serena aveva tutte le sacrosante ragioni del mondo a protestare, ha sbagliato il modo, ma nella sostanza aveva ragione.
[…]

1. scusa la curiosità OT, ma sei per caso sei dei 5 stelle? Che ormai sembra che uno possa sparare qualunque fesseria però visto che è una opinione vale quanto le altre. No, è una fesseria è non è rispettabile. Smettiamola di rispettare qualunque fesseria o sto paese non si salva più.
2. come ammetti anche te, ha sbagliato il modo. L’arbitro non le ha detto: “visto che non sei d’accordo con me ti do un penalty game”, l’ha penalizzata per il modo, perché si stava comportando come un animale, urlando e insultando.

Le fesserie forse le dici tu, ho ampiamente motivato la mia opinione, il problema è il facile giustizialismo e non vedere i fatti oggettivi dall’inizio alla fine, è palese che il primo errore l’ha commesso l’arbitro, se c’è qualcuno che l’ha buttata in caciara è stato proprio Ramos. Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio.

“Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio”. Infatti è una buona definizione di arbitraggio.
Decidere se ed in che misura applicare il regolamento caso per caso è una buona definizione di arbitrio.

Ti sfugge il senso della parola “arbitrio”. L’arbitrio genera confusione mentre saper interpretare le situazioni di gioco non ha niente a che vedere con il libero arbitrio. Un buon arbitraggio è totalmente diverso dall’arbitrio.

Non mi sfugge. Non hai capito. Il mio era un commento fortemente critico nei confronti del tuo.
Quello che tu hai in mente è l’arbitrio, il capriccio dell’arbitro. Brutta cosa.

Vedo che ragioni, hai centrato il tema, il warning per coaching è stato esattamente un capriccio inutile che Ramos avrebbe dovuto evitare proprio perché la partita stava scorrendo fluida e non c’era alcuna necessità di un provvedimento così fiscale quanto inutile perché non avrebbe minimamente cambiato il corso della partita. Il warning ha danneggiato la partita, solo indirettamente la Williams. È questo il punto centrale della questione.

Intendo dire ovviamente che il coaching non avrebbe cambiato l’esito della partita, infatti solo dalle menti sospettose nasce questa regola idiota. Basta vedere quanti coaching fatti alla luce del sole nei tornei WTA non producono gli effetti sperati, perché alla fine è il campo che decide le sorti di un incontro. Mi auguro che sia l’occasione buona per abolire una regola senza senso.

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Insalatiera76 12-09-2018 16:25

@ Coaching (#2197770)

Tu continui ad equivocare le mie parole.
Lo fai apposta?
Nessun capriccio inutile da parte di Ramos: applicazione puntuale del regolamento, che è l’opposto di arbitrio.

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Insalatiera76 12-09-2018 16:24

Scritto da non_sono_un_pallettaro

Scritto da Insalatiera76

Scritto da non_sono_un_pallettaro
Sono fra quelli a cui non è piaciuta affatto la reazione della Williams sabato scorso. Non mi era piaciuta la reazione nel match con la Stosur, con la Clijsters e in generale in molte altre occasioni. In effetti, io che ero estasiato dalla classe di Hingis e Henin, non ho mai potuto soffrire le Williams e il loro power tennis. Dal primo giorno che hanno messo piede nel circuito. Però ho gli occhi aperti e riconosco che Serena è una campionessa. Sul campo. Ed ha anche una personalità tale che ha permesso a una giocatrice black di affermarsi e dominare per quasi 20 anni in un contesto ostile ed elitista come quello del tennis, specialmente americano. Il tennis degli anni 90 non è quello di oggi, se qualcuno se lo ricorda ancora. Io l’accoglienza alle Williams me la ricordo benissimo, così come il loro boicattoggio decennale del torneo di Indian Wells. Serena ha sviluppato una personalità dura e spigolosa per necessità. Senza, non avrebbe mai potuto ingoiare e superare tutto l’ostracismo, il sessismo e il razzismo di cui è stata vittima per larga parte della sua carriera. Prima di lei, ci sono riusciti figure come Arthur Ashe (con tutta un’altra classe) e Billie Jean King. A me spiace per i tanti hater che Serena ha in questo forum, e non solo, ma nella storia del tennis le sorelle Williams marcano un momento storico di lotta e progresso che trascende il tennis giocato. Qualche episodio di intemperanza sparso nella loro carriera non cambierà il giudizio complessivo della storia su di loro. Chiudo dicendo che questo articolo di Mazzoni – che apprezzo per aver esposto chiaramente e onestamente il suo pensiero – mi pare invero abbastanza sterile, perché giudica senza analizzare il contesto e la prospettiva. Osaka si prenderà il suo spazio nel tennis, se dimostrerà un quarto della personalità di Serena. E si ricordi sempre di ringraziare Serena, perché se il tennis è un ambiente più ospitale per lei, è anche grazie all’affermazione di figure come le Willams. Ramos è un bravo arbitro, ma è un complemento nel gioco del tennis. Serena è un pezzo di storia del tennis. E questo non cambierebbe neanche avesse buttato giù l’arbitro dalla sedia a spintoni e avesse mandato a quel paese l’avversaria.

Riflessione interessante, che poggia tutta su fatti veri (l’ostilita dell’ambiente elitario del tennis verso le “grezze” Williams, il sessismo, il razzismo, la complementarità dell’arbitro e il posto di Serena nella storia del tennis e chi più ne ha più ne metta) ma di cui non capisco la logica di fondo.
Non si tratta di haters della Williams, non so se qui ce ne sono, certo non lo sono io (e direi a occhio neanche Mazzoni). Non siamo haters, siamo lovers-passami il termine-amiamo il rispetto delle regole e delle persone, le maniere garbate ed i comportamenti civili.
Serena non è più la ragazzona nera è un po’ cafona ostracizzata dall’elite con la puzza sotto al naso di 20anni fa, è una delle donne più ricche e popolari del mondo, tutte le porte le sono aperte (mi pare che anche quella della Casa Bianca lo sia stata) ed in funzione di ciò esprimiamo riprovazione per i suoi comportamenti da bullo quando si confronta con un arbitro infinitamente meno ricco, influente e famoso di lei. Serena oggi è l’elite, e dobbiamo tenerne conto nella valutazione di garbo e civiltà dei suoi modi certo più di quanto dobbiamo pesare l’ostracismo subito svariati lustri fa. Nello scontro tra l’arroganza del potente che agita la sua fama ed i suoi soldi e la serenità dell’uomo comune che richiama al rispetto delle regole io sto con quest’ultimo, tutta la vita.
E non mi sento un hater di nulla e di nessuno.

Sgombro il campo da possibili fraintendimenti. Non tutti sono haters – non tu, non Mazzoni evidentemente. Ma i commenti più comuni e con più like dopo la finale di sabato iniziavano tendenzialmente con un “buffona”, “sfigata” e altri epiteti che francamente ti risparmio…
La tua risposta al mio commento è molto interessante, perché è un abbozzo di analisi… la progressione di Serena da oppressa a opprimitrice. Da anti elite, ad elite. Un’interpretazione possibile, che condivido – con qualche distinguo sul perimetro ben definito dell’elite di cui Serena fa parte.
Io aggiungo però che Serena, pur essendo passata dall’altra parte della barricata, è anche una persona con una sua storia. E non si può giudicare l’oggi, dimenticando lo ieri. Il vittimismo di sabato notte non è, a mio avviso, figlio del capriccio isterico di un bambino talentuoso quanto viziato nato da una famiglia agiata in Liguria, o della Barbie teenager cresciuta nell’affluente Ontario e inseguita dagli sponsor… ma dello spirito ferito di una lottatrice che si è guadagnata con il sudore e tante ferite ogni centimetro di rispetto e riconoscimento nel mondo del tennis. Il che non giustifica niente, ma spiega tante cose.

Vabbè, non giudicherei hater di Serena chi usa espressioni anche pesanti per definire la sua pantomima.
Hater (ricordiamoci che viene da to hate=odiare) è colui che viene influenzato in modo irrazionale nei suoi giudizi da un sentimento negativo e viscerale.
Se uno dice (vado leggendo dal sito):
– comportamento vergognoso, ci stava la squalifica
– scene indegne
– inqualificabile
– arrogante
– vicenda disgustosa
– non sa perdere, non è umile, non è leale
mi sembrano tutti epiteti appropriati.
Haters ne vedo solo un paio, che ovviamente non cito.
Ma insomma mi pare che la netta maggioranza degli utenti del sito abbia condannato il comportamento di Serena, e non abbia espresso un “odio a prescindere” approfittando del momento buono per scagliarsi contro di lei.
Insomma, chi è causa del suo mal… se fosse vero che gli arbitri faranno muro rifiutandosi di arbitrarla (fino a sue pubbliche scuse, immagino) sarebbe la migliore risposta che il movimento può dare.
Ci credo poco purtroppo.

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Coaching (Guest) 12-09-2018 16:21

Scritto da Insalatiera 76

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Il vero sconfitto è l’arbitro Ramos che ha applicato il regolamento con una pedanteria inutile. È troppo facile dire che finché c’è un regolamento va applicato, pensiamo piuttosto a modificarlo e a renderlo al passo con i tempi, altrimenti i problemi rimarranno gli stessi. Che poi Serena abbia esagerato è indubbio ma che la sua immagine di campionessa ne venga offuscata non direi proprio. È stata dipinta come il diavolo ma non è affatto così e lei è stata la prima a complimentarsi con la Osaka. Aveva il diritto di giocarsi fino in fondo le sue chances, poi magari avrebbe perso ugualmente ma togliere un game in un momento topico del match è stato un passo falso dell’arbitro o meglio il suo warning per coaching. Nessun regolamento va applicato alla lettera, altrimenti basterebbe mettere un robot al posto di una persona. La verità è che hanno sbagliato sia Serena che Ramos, ma l’arbitro in primis.

Ovviamente hai torto… Ma anche ponendo per assurdo che l’arbitro sia stato “pedante” (Anche se ci vuole del coraggio anche solo a pensarlo): tale pedanteria non sarebbe costata nulla a Serena, un semplice ed innocuo Warning.. I successivi provvedimenti se li è andati a cercare e sono automatici da regolamento, Rampa non avrebbe potuto esimersi: racchetta sfasciata = penalty point e, dopodiché, accusa all’arbitro di essere un ladro con annesse minacce in mondovisione = penalty game.. Tutto normale e lineare.. Volevi trollare ma ti è andata male! In questo caso la Williams può accusare solo se stessa, non ha appigli ed è indifendibile..

Ovviamente hai torto tu ! La mia opinione è rispettabile né più né meno della tua. Serena aveva tutte le sacrosante ragioni del mondo a protestare, ha sbagliato il modo, ma nella sostanza aveva ragione.
[…]

1. scusa la curiosità OT, ma sei per caso sei dei 5 stelle? Che ormai sembra che uno possa sparare qualunque fesseria però visto che è una opinione vale quanto le altre. No, è una fesseria è non è rispettabile. Smettiamola di rispettare qualunque fesseria o sto paese non si salva più.
2. come ammetti anche te, ha sbagliato il modo. L’arbitro non le ha detto: “visto che non sei d’accordo con me ti do un penalty game”, l’ha penalizzata per il modo, perché si stava comportando come un animale, urlando e insultando.

Le fesserie forse le dici tu, ho ampiamente motivato la mia opinione, il problema è il facile giustizialismo e non vedere i fatti oggettivi dall’inizio alla fine, è palese che il primo errore l’ha commesso l’arbitro, se c’è qualcuno che l’ha buttata in caciara è stato proprio Ramos. Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio.

“Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio”. Infatti è una buona definizione di arbitraggio.
Decidere se ed in che misura applicare il regolamento caso per caso è una buona definizione di arbitrio.

Ti sfugge il senso della parola “arbitrio”. L’arbitrio genera confusione mentre saper interpretare le situazioni di gioco non ha niente a che vedere con il libero arbitrio. Un buon arbitraggio è totalmente diverso dall’arbitrio.

Non mi sfugge. Non hai capito. Il mio era un commento fortemente critico nei confronti del tuo.
Quello che tu hai in mente è l’arbitrio, il capriccio dell’arbitro. Brutta cosa.

Vedo che ragioni, hai centrato il tema, il warning per coaching è stato esattamente un capriccio inutile che Ramos avrebbe dovuto evitare proprio perché la partita stava scorrendo fluida e non c’era alcuna necessità di un provvedimento così fiscale quanto inutile perché non avrebbe minimamente cambiato il corso della partita. Il warning ha danneggiato la partita, solo indirettamente la Williams. È questo il punto centrale della questione.

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Insalatiera76 12-09-2018 15:27

Scritto da Insalatiera 76

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Il vero sconfitto è l’arbitro Ramos che ha applicato il regolamento con una pedanteria inutile. È troppo facile dire che finché c’è un regolamento va applicato, pensiamo piuttosto a modificarlo e a renderlo al passo con i tempi, altrimenti i problemi rimarranno gli stessi. Che poi Serena abbia esagerato è indubbio ma che la sua immagine di campionessa ne venga offuscata non direi proprio. È stata dipinta come il diavolo ma non è affatto così e lei è stata la prima a complimentarsi con la Osaka. Aveva il diritto di giocarsi fino in fondo le sue chances, poi magari avrebbe perso ugualmente ma togliere un game in un momento topico del match è stato un passo falso dell’arbitro o meglio il suo warning per coaching. Nessun regolamento va applicato alla lettera, altrimenti basterebbe mettere un robot al posto di una persona. La verità è che hanno sbagliato sia Serena che Ramos, ma l’arbitro in primis.

Ovviamente hai torto… Ma anche ponendo per assurdo che l’arbitro sia stato “pedante” (Anche se ci vuole del coraggio anche solo a pensarlo): tale pedanteria non sarebbe costata nulla a Serena, un semplice ed innocuo Warning.. I successivi provvedimenti se li è andati a cercare e sono automatici da regolamento, Rampa non avrebbe potuto esimersi: racchetta sfasciata = penalty point e, dopodiché, accusa all’arbitro di essere un ladro con annesse minacce in mondovisione = penalty game.. Tutto normale e lineare.. Volevi trollare ma ti è andata male! In questo caso la Williams può accusare solo se stessa, non ha appigli ed è indifendibile..

Ovviamente hai torto tu ! La mia opinione è rispettabile né più né meno della tua. Serena aveva tutte le sacrosante ragioni del mondo a protestare, ha sbagliato il modo, ma nella sostanza aveva ragione.
[…]

1. scusa la curiosità OT, ma sei per caso sei dei 5 stelle? Che ormai sembra che uno possa sparare qualunque fesseria però visto che è una opinione vale quanto le altre. No, è una fesseria è non è rispettabile. Smettiamola di rispettare qualunque fesseria o sto paese non si salva più.
2. come ammetti anche te, ha sbagliato il modo. L’arbitro non le ha detto: “visto che non sei d’accordo con me ti do un penalty game”, l’ha penalizzata per il modo, perché si stava comportando come un animale, urlando e insultando.

Le fesserie forse le dici tu, ho ampiamente motivato la mia opinione, il problema è il facile giustizialismo e non vedere i fatti oggettivi dall’inizio alla fine, è palese che il primo errore l’ha commesso l’arbitro, se c’è qualcuno che l’ha buttata in caciara è stato proprio Ramos. Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio.

“Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio”. Infatti è una buona definizione di arbitraggio.
Decidere se ed in che misura applicare il regolamento caso per caso è una buona definizione di arbitrio.

Ti sfugge il senso della parola “arbitrio”. L’arbitrio genera confusione mentre saper interpretare le situazioni di gioco non ha niente a che vedere con il libero arbitrio. Un buon arbitraggio è totalmente diverso dall’arbitrio.

Non mi sfugge. Non hai capito. Il mio era un commento fortemente critico nei confronti del tuo.
Quello che tu hai in mente è l’arbitrio, il capriccio dell’arbitro. Brutta cosa.

Scusa, riprendo meglio il discorso perché prima stavo scomodamente e frettolosamente scrivendo dal mobile.
Lascia stare il libero arbitrio, quella è una cosa che hai studiato a catechismo (dal livello di quello che scrivi si evince che dopo il catechismo hai studiato approfonditamente solo il libretto di istruzioni del tuo cellulare 😆 ) e non la devi confondere con l’arbitrio.
Se tu avessi studiato un po’ di più, avresti scoperto che alla base di qualsiasi sistema di regole ci sono i criteri per l’interpretazione delle regole stesse.
Nell’ordinamento italiano, per fare un esempio vicino a noi, esistono delle “disposizioni sulla legge in generale” anteposte al Codice Civile,che nel gergo forense sono chiamate “pre-leggi”. Una di esse, la dodicesima, detta le regole per l’interpretazione della legge.
Questo per dire che dove esiste un regolamento è inevitabile che ci sia interpretazione, ma che l’interpretazione segue a sua volta dei criteri che hanno una funzione fondamentale: impedire che interpreta oggi, interpreta domani, diventi bianco ciò che è scritto nero.
Probabilmente persino tu ti ribelleresti se un arbitro dicesse che la palla è fuori, ma non di molto, e che quindi considerando il vento forte, l’umidità dell’aria che influenza la tensione delle corde ed il colpo di tosse che hai distintamente sentito provenire dalle tribune proprio mentre il giocatore colpiva la pallina, interpretando il regolamento si può considerare dentro.
Non è miolto diverso da ciò che stai animatamente sostenendo.
Il bello di tutto questo è che chi gioca ha diritto di conoscere le regole del gioco prima di entrare in campo. Anche per questo esiste il regolamento, anche per questo l’interpretazione deve avere dei limiti e l’elasticità non è prevista. Il tuo “saper interpretare le situazioni di gioco” si può applicare al gioco della moscacieca tra bambini. In un qualunque sport (neanche prefessionistico, basta il livello amatoriale) sa di arbitrio.
Quando Serena è entrata in campo sapeva:
1) che è vietato fare coaching;
2) che l’arbitro insindacabilmente decide se l’infrazione c’è stata o no;
3) che non si possono spaccare le racchette;
4) che non si può insultare l’arbitro.
Lei lo sapeva, mi pare che siete solo in due o tre al mondo che non riuscite a capirlo.

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giuliovitali0208 12-09-2018 13:51

https://m.youtube.com/watch?v=jRJhtd8786w&feature=youtu.be

Questo è il pagellone di tutti gli italiani agli us open
Inoltre vi invito ad iscrivervi al mio canale dove commento tutti gli sport io ricambio volentieri

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Insalatiera 76 (Guest) 12-09-2018 13:13

Scritto da Coaching

Scritto da Insalatiera76

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Il vero sconfitto è l’arbitro Ramos che ha applicato il regolamento con una pedanteria inutile. È troppo facile dire che finché c’è un regolamento va applicato, pensiamo piuttosto a modificarlo e a renderlo al passo con i tempi, altrimenti i problemi rimarranno gli stessi. Che poi Serena abbia esagerato è indubbio ma che la sua immagine di campionessa ne venga offuscata non direi proprio. È stata dipinta come il diavolo ma non è affatto così e lei è stata la prima a complimentarsi con la Osaka. Aveva il diritto di giocarsi fino in fondo le sue chances, poi magari avrebbe perso ugualmente ma togliere un game in un momento topico del match è stato un passo falso dell’arbitro o meglio il suo warning per coaching. Nessun regolamento va applicato alla lettera, altrimenti basterebbe mettere un robot al posto di una persona. La verità è che hanno sbagliato sia Serena che Ramos, ma l’arbitro in primis.

Ovviamente hai torto… Ma anche ponendo per assurdo che l’arbitro sia stato “pedante” (Anche se ci vuole del coraggio anche solo a pensarlo): tale pedanteria non sarebbe costata nulla a Serena, un semplice ed innocuo Warning.. I successivi provvedimenti se li è andati a cercare e sono automatici da regolamento, Rampa non avrebbe potuto esimersi: racchetta sfasciata = penalty point e, dopodiché, accusa all’arbitro di essere un ladro con annesse minacce in mondovisione = penalty game.. Tutto normale e lineare.. Volevi trollare ma ti è andata male! In questo caso la Williams può accusare solo se stessa, non ha appigli ed è indifendibile..

Ovviamente hai torto tu ! La mia opinione è rispettabile né più né meno della tua. Serena aveva tutte le sacrosante ragioni del mondo a protestare, ha sbagliato il modo, ma nella sostanza aveva ragione.
[…]

1. scusa la curiosità OT, ma sei per caso sei dei 5 stelle? Che ormai sembra che uno possa sparare qualunque fesseria però visto che è una opinione vale quanto le altre. No, è una fesseria è non è rispettabile. Smettiamola di rispettare qualunque fesseria o sto paese non si salva più.
2. come ammetti anche te, ha sbagliato il modo. L’arbitro non le ha detto: “visto che non sei d’accordo con me ti do un penalty game”, l’ha penalizzata per il modo, perché si stava comportando come un animale, urlando e insultando.

Le fesserie forse le dici tu, ho ampiamente motivato la mia opinione, il problema è il facile giustizialismo e non vedere i fatti oggettivi dall’inizio alla fine, è palese che il primo errore l’ha commesso l’arbitro, se c’è qualcuno che l’ha buttata in caciara è stato proprio Ramos. Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio.

“Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio”. Infatti è una buona definizione di arbitraggio.
Decidere se ed in che misura applicare il regolamento caso per caso è una buona definizione di arbitrio.

Ti sfugge il senso della parola “arbitrio”. L’arbitrio genera confusione mentre saper interpretare le situazioni di gioco non ha niente a che vedere con il libero arbitrio. Un buon arbitraggio è totalmente diverso dall’arbitrio.

Non mi sfugge. Non hai capito. Il mio era un commento fortemente critico nei confronti del tuo.
Quello che tu hai in mente è l’arbitrio, il capriccio dell’arbitro. Brutta cosa.

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Chittammuorto (Guest) 12-09-2018 10:09

A me sinceramente è sembrata una pantomima ridicola e fuori da ogni decente dimostrazione di grandezza sportiva; ma che centra dire che ha una figlia e combatte per lei???? ma vi immaginate se ogni volta che ognuno di noi ha momenti brutti al lavoro dovesse tirare fuori che ha il figlio e combatte per lui? si, io oggi ho litigato con il mio capo in ufficio perché mi a ripreso perché la relazione non era pronta e in risposta le ho detto che ho una figlia di 10 anni e combatto per lei…ma daaaaaiiiii suuu, ma è normale sta Serena? ma che stia Serenaaaa…ma che faccia i complimenti alla Osaka e la smetta di tirarsi dietro tutti i commenti delle varie Billie Jean King che sembra la anchor man di un nuovo prodotto a base di cera d’api usato nelle riproduzioni al madam thoussaud’s…ma che pagliacciataaaa…

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non_sono_un_pallettaro 12-09-2018 10:03

Scritto da Insalatiera76

Scritto da non_sono_un_pallettaro
Sono fra quelli a cui non è piaciuta affatto la reazione della Williams sabato scorso. Non mi era piaciuta la reazione nel match con la Stosur, con la Clijsters e in generale in molte altre occasioni. In effetti, io che ero estasiato dalla classe di Hingis e Henin, non ho mai potuto soffrire le Williams e il loro power tennis. Dal primo giorno che hanno messo piede nel circuito. Però ho gli occhi aperti e riconosco che Serena è una campionessa. Sul campo. Ed ha anche una personalità tale che ha permesso a una giocatrice black di affermarsi e dominare per quasi 20 anni in un contesto ostile ed elitista come quello del tennis, specialmente americano. Il tennis degli anni 90 non è quello di oggi, se qualcuno se lo ricorda ancora. Io l’accoglienza alle Williams me la ricordo benissimo, così come il loro boicattoggio decennale del torneo di Indian Wells. Serena ha sviluppato una personalità dura e spigolosa per necessità. Senza, non avrebbe mai potuto ingoiare e superare tutto l’ostracismo, il sessismo e il razzismo di cui è stata vittima per larga parte della sua carriera. Prima di lei, ci sono riusciti figure come Arthur Ashe (con tutta un’altra classe) e Billie Jean King. A me spiace per i tanti hater che Serena ha in questo forum, e non solo, ma nella storia del tennis le sorelle Williams marcano un momento storico di lotta e progresso che trascende il tennis giocato. Qualche episodio di intemperanza sparso nella loro carriera non cambierà il giudizio complessivo della storia su di loro. Chiudo dicendo che questo articolo di Mazzoni – che apprezzo per aver esposto chiaramente e onestamente il suo pensiero – mi pare invero abbastanza sterile, perché giudica senza analizzare il contesto e la prospettiva. Osaka si prenderà il suo spazio nel tennis, se dimostrerà un quarto della personalità di Serena. E si ricordi sempre di ringraziare Serena, perché se il tennis è un ambiente più ospitale per lei, è anche grazie all’affermazione di figure come le Willams. Ramos è un bravo arbitro, ma è un complemento nel gioco del tennis. Serena è un pezzo di storia del tennis. E questo non cambierebbe neanche avesse buttato giù l’arbitro dalla sedia a spintoni e avesse mandato a quel paese l’avversaria.

Riflessione interessante, che poggia tutta su fatti veri (l’ostilita dell’ambiente elitario del tennis verso le “grezze” Williams, il sessismo, il razzismo, la complementarità dell’arbitro e il posto di Serena nella storia del tennis e chi più ne ha più ne metta) ma di cui non capisco la logica di fondo.
Non si tratta di haters della Williams, non so se qui ce ne sono, certo non lo sono io (e direi a occhio neanche Mazzoni). Non siamo haters, siamo lovers-passami il termine-amiamo il rispetto delle regole e delle persone, le maniere garbate ed i comportamenti civili.
Serena non è più la ragazzona nera è un po’ cafona ostracizzata dall’elite con la puzza sotto al naso di 20anni fa, è una delle donne più ricche e popolari del mondo, tutte le porte le sono aperte (mi pare che anche quella della Casa Bianca lo sia stata) ed in funzione di ciò esprimiamo riprovazione per i suoi comportamenti da bullo quando si confronta con un arbitro infinitamente meno ricco, influente e famoso di lei. Serena oggi è l’elite, e dobbiamo tenerne conto nella valutazione di garbo e civiltà dei suoi modi certo più di quanto dobbiamo pesare l’ostracismo subito svariati lustri fa. Nello scontro tra l’arroganza del potente che agita la sua fama ed i suoi soldi e la serenità dell’uomo comune che richiama al rispetto delle regole io sto con quest’ultimo, tutta la vita.
E non mi sento un hater di nulla e di nessuno.

Sgombro il campo da possibili fraintendimenti. Non tutti sono haters – non tu, non Mazzoni evidentemente. Ma i commenti più comuni e con più like dopo la finale di sabato iniziavano tendenzialmente con un “buffona”, “sfigata” e altri epiteti che francamente ti risparmio…

La tua risposta al mio commento è molto interessante, perché è un abbozzo di analisi… la progressione di Serena da oppressa a opprimitrice. Da anti elite, ad elite. Un’interpretazione possibile, che condivido – con qualche distinguo sul perimetro ben definito dell’elite di cui Serena fa parte.

Io aggiungo però che Serena, pur essendo passata dall’altra parte della barricata, è anche una persona con una sua storia. E non si può giudicare l’oggi, dimenticando lo ieri. Il vittimismo di sabato notte non è, a mio avviso, figlio del capriccio isterico di un bambino talentuoso quanto viziato nato da una famiglia agiata in Liguria, o della Barbie teenager cresciuta nell’affluente Ontario e inseguita dagli sponsor… ma dello spirito ferito di una lottatrice che si è guadagnata con il sudore e tante ferite ogni centimetro di rispetto e riconoscimento nel mondo del tennis. Il che non giustifica niente, ma spiega tante cose.

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Coaching (Guest) 12-09-2018 09:09

Scritto da Insalatiera76

Scritto da Coaching

Scritto da drop shock

Scritto da Coaching

Scritto da Fede-rer

Scritto da Coaching
Il vero sconfitto è l’arbitro Ramos che ha applicato il regolamento con una pedanteria inutile. È troppo facile dire che finché c’è un regolamento va applicato, pensiamo piuttosto a modificarlo e a renderlo al passo con i tempi, altrimenti i problemi rimarranno gli stessi. Che poi Serena abbia esagerato è indubbio ma che la sua immagine di campionessa ne venga offuscata non direi proprio. È stata dipinta come il diavolo ma non è affatto così e lei è stata la prima a complimentarsi con la Osaka. Aveva il diritto di giocarsi fino in fondo le sue chances, poi magari avrebbe perso ugualmente ma togliere un game in un momento topico del match è stato un passo falso dell’arbitro o meglio il suo warning per coaching. Nessun regolamento va applicato alla lettera, altrimenti basterebbe mettere un robot al posto di una persona. La verità è che hanno sbagliato sia Serena che Ramos, ma l’arbitro in primis.

Ovviamente hai torto… Ma anche ponendo per assurdo che l’arbitro sia stato “pedante” (Anche se ci vuole del coraggio anche solo a pensarlo): tale pedanteria non sarebbe costata nulla a Serena, un semplice ed innocuo Warning.. I successivi provvedimenti se li è andati a cercare e sono automatici da regolamento, Rampa non avrebbe potuto esimersi: racchetta sfasciata = penalty point e, dopodiché, accusa all’arbitro di essere un ladro con annesse minacce in mondovisione = penalty game.. Tutto normale e lineare.. Volevi trollare ma ti è andata male! In questo caso la Williams può accusare solo se stessa, non ha appigli ed è indifendibile..

Ovviamente hai torto tu ! La mia opinione è rispettabile né più né meno della tua. Serena aveva tutte le sacrosante ragioni del mondo a protestare, ha sbagliato il modo, ma nella sostanza aveva ragione.
[…]

1. scusa la curiosità OT, ma sei per caso sei dei 5 stelle? Che ormai sembra che uno possa sparare qualunque fesseria però visto che è una opinione vale quanto le altre. No, è una fesseria è non è rispettabile. Smettiamola di rispettare qualunque fesseria o sto paese non si salva più.
2. come ammetti anche te, ha sbagliato il modo. L’arbitro non le ha detto: “visto che non sei d’accordo con me ti do un penalty game”, l’ha penalizzata per il modo, perché si stava comportando come un animale, urlando e insultando.

Le fesserie forse le dici tu, ho ampiamente motivato la mia opinione, il problema è il facile giustizialismo e non vedere i fatti oggettivi dall’inizio alla fine, è palese che il primo errore l’ha commesso l’arbitro, se c’è qualcuno che l’ha buttata in caciara è stato proprio Ramos. Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio.

“Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio”. Infatti è una buona definizione di arbitraggio.
Decidere se ed in che misura applicare il regolamento caso per caso è una buona definizione di arbitrio.

Ti sfugge il senso della parola “arbitrio”. L’arbitrio genera confusione mentre saper interpretare le situazioni di gioco non ha niente a che vedere con il libero arbitrio. Un buon arbitraggio è totalmente diverso dall’arbitrio.

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Insalatiera76 12-09-2018 08:46

Scritto da Coaching

Scritto da drop shock

Scritto da Coaching

Scritto da Fede-rer

Scritto da Coaching
Il vero sconfitto è l’arbitro Ramos che ha applicato il regolamento con una pedanteria inutile. È troppo facile dire che finché c’è un regolamento va applicato, pensiamo piuttosto a modificarlo e a renderlo al passo con i tempi, altrimenti i problemi rimarranno gli stessi. Che poi Serena abbia esagerato è indubbio ma che la sua immagine di campionessa ne venga offuscata non direi proprio. È stata dipinta come il diavolo ma non è affatto così e lei è stata la prima a complimentarsi con la Osaka. Aveva il diritto di giocarsi fino in fondo le sue chances, poi magari avrebbe perso ugualmente ma togliere un game in un momento topico del match è stato un passo falso dell’arbitro o meglio il suo warning per coaching. Nessun regolamento va applicato alla lettera, altrimenti basterebbe mettere un robot al posto di una persona. La verità è che hanno sbagliato sia Serena che Ramos, ma l’arbitro in primis.

Ovviamente hai torto… Ma anche ponendo per assurdo che l’arbitro sia stato “pedante” (Anche se ci vuole del coraggio anche solo a pensarlo): tale pedanteria non sarebbe costata nulla a Serena, un semplice ed innocuo Warning.. I successivi provvedimenti se li è andati a cercare e sono automatici da regolamento, Rampa non avrebbe potuto esimersi: racchetta sfasciata = penalty point e, dopodiché, accusa all’arbitro di essere un ladro con annesse minacce in mondovisione = penalty game.. Tutto normale e lineare.. Volevi trollare ma ti è andata male! In questo caso la Williams può accusare solo se stessa, non ha appigli ed è indifendibile..

Ovviamente hai torto tu ! La mia opinione è rispettabile né più né meno della tua. Serena aveva tutte le sacrosante ragioni del mondo a protestare, ha sbagliato il modo, ma nella sostanza aveva ragione.
[…]

1. scusa la curiosità OT, ma sei per caso sei dei 5 stelle? Che ormai sembra che uno possa sparare qualunque fesseria però visto che è una opinione vale quanto le altre. No, è una fesseria è non è rispettabile. Smettiamola di rispettare qualunque fesseria o sto paese non si salva più.
2. come ammetti anche te, ha sbagliato il modo. L’arbitro non le ha detto: “visto che non sei d’accordo con me ti do un penalty game”, l’ha penalizzata per il modo, perché si stava comportando come un animale, urlando e insultando.

Le fesserie forse le dici tu, ho ampiamente motivato la mia opinione, il problema è il facile giustizialismo e non vedere i fatti oggettivi dall’inizio alla fine, è palese che il primo errore l’ha commesso l’arbitro, se c’è qualcuno che l’ha buttata in caciara è stato proprio Ramos. Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio.

“Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio”. Infatti è una buona definizione di arbitraggio.
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Giuliano da Viareggio (Guest) 12-09-2018 08:42

condivido in toto. Bravo Mazzoni!

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Coaching (Guest) 12-09-2018 08:28

Scritto da drop shock

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Scritto da Coaching
Il vero sconfitto è l’arbitro Ramos che ha applicato il regolamento con una pedanteria inutile. È troppo facile dire che finché c’è un regolamento va applicato, pensiamo piuttosto a modificarlo e a renderlo al passo con i tempi, altrimenti i problemi rimarranno gli stessi. Che poi Serena abbia esagerato è indubbio ma che la sua immagine di campionessa ne venga offuscata non direi proprio. È stata dipinta come il diavolo ma non è affatto così e lei è stata la prima a complimentarsi con la Osaka. Aveva il diritto di giocarsi fino in fondo le sue chances, poi magari avrebbe perso ugualmente ma togliere un game in un momento topico del match è stato un passo falso dell’arbitro o meglio il suo warning per coaching. Nessun regolamento va applicato alla lettera, altrimenti basterebbe mettere un robot al posto di una persona. La verità è che hanno sbagliato sia Serena che Ramos, ma l’arbitro in primis.

Ovviamente hai torto… Ma anche ponendo per assurdo che l’arbitro sia stato “pedante” (Anche se ci vuole del coraggio anche solo a pensarlo): tale pedanteria non sarebbe costata nulla a Serena, un semplice ed innocuo Warning.. I successivi provvedimenti se li è andati a cercare e sono automatici da regolamento, Rampa non avrebbe potuto esimersi: racchetta sfasciata = penalty point e, dopodiché, accusa all’arbitro di essere un ladro con annesse minacce in mondovisione = penalty game.. Tutto normale e lineare.. Volevi trollare ma ti è andata male! In questo caso la Williams può accusare solo se stessa, non ha appigli ed è indifendibile..

Ovviamente hai torto tu ! La mia opinione è rispettabile né più né meno della tua. Serena aveva tutte le sacrosante ragioni del mondo a protestare, ha sbagliato il modo, ma nella sostanza aveva ragione.
[…]

1. scusa la curiosità OT, ma sei per caso sei dei 5 stelle? Che ormai sembra che uno possa sparare qualunque fesseria però visto che è una opinione vale quanto le altre. No, è una fesseria è non è rispettabile. Smettiamola di rispettare qualunque fesseria o sto paese non si salva più.
2. come ammetti anche te, ha sbagliato il modo. L’arbitro non le ha detto: “visto che non sei d’accordo con me ti do un penalty game”, l’ha penalizzata per il modo, perché si stava comportando come un animale, urlando e insultando.

Le fesserie forse le dici tu, ho ampiamente motivato la mia opinione, il problema è il facile giustizialismo e non vedere i fatti oggettivi dall’inizio alla fine, è palese che il primo errore l’ha commesso l’arbitro, se c’è qualcuno che l’ha buttata in caciara è stato proprio Ramos. Applicare il regolamento alla lettera sempre e comunque non è indice di buon arbitraggio.

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stefre Innoway … (Guest) 12-09-2018 08:25

Se qualcuno continua a dire che SW e` stata penalizzata in quanto donna giuro che ricomincio a scrivere che Maria sharapova e` stata squalificata in quanto russa …

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