Resoconto da Brescia Challenger, Copertina

Dustov, cuore uzbeko a Brescia

13/11/2014 20:45 1 commento
Farrukh Dustov classe 1986, n.128 ATP
Farrukh Dustov classe 1986, n.128 ATP

Farrukh Dustov conferma al Trofeo Città di Brescia il suo miglior momento in carriera. Con i quarti al San Filippo, coglierà il best ranking. Dopo tanti anni in Italia è tornato nel suo Uzbekistan e sogna il World Group di Coppa Davis. “Noi non compriamo i giocatori”.

La rivoluzione a 28 anni. Sono bastati alcuni aggiustamenti e un po’ di tempo senza infortuni per regalare a Farrukh Dustov la sua gloria tennistica. Lo si chiamava “uzbeko d’Italia” perchè per anni ha vissuto e si è allenato a Bolzano, ma oggi è tornato nell’amato Uzbekistan e sta esprimendo il suo miglior tennis, perfetto per il suo fisico e le sue caratteristiche tecniche. Dopo la bella finale al challenger di Bratislava, uno dei più ricchi dell’anno, è nei quarti al Trofeo Città di Brescia grazie al successo contro il sorprendente Andres Artunedo Martinavarro, 21enne spagnolo che vale molto di più della sua classifica (n. 628, viene da uno stop di sei mesi per un infortunio a un piede) e adora giocare sul veloce. Perfetto al servizio e puntuale con i colpi di rimbalzo, il gigante di Tashkent (è alto 193 centimetri) ha ottenuto i quarti con un doppio 6-3. Grazie a questo risultato, migliorerà il suo best ranking, fissato al numero 127 ATP. E’ il coronamento di una stagione super, in cui ha vinto il torneo casalingo di Samarcanda, e colto tre semifinali e altrettante semifinali a livello challenger. “Ho cambiato 2-3 cose nel mio gioco – racconta Dustov – e ho iniziato ad allenarmi in modo diverso. Adesso gioco di più con il dritto, scendo più spesso a rete e cambio ritmo con frequenza. In passato giocavo spesso sulla terra battuta perchè mi faceva male la schiena, mentre da un anno e mezzo gioco quasi esclusivamente sul duro. E ho finalmente trovato il mio vero tennis”.

UN PRESIDENTE FANATICO DI TENNIS

L’Italia resta un punto di riferimento per Dustov, ma non è più casa sua. “Da tre anni sono tornato in Uzbekistan e mi alleno presso il centro tecnico nazionale di Tashkent insieme a Petr Lebed, che è il capitano di Coppa Davis. E’ lui il mio coach e abbiamo deciso di giocare quasi soltanto sul cemento. Per questo ora vengo meno spesso in Europa e gioco soprattutto in America e in Asia”. Dustov è il numero 2 del suo paese, alle spalle di Denis Istomin. Insieme formano una discreta coppia di Davis. Per questo c’è la curiosità di sapere se preferirebbe entrare tra i top-50 o portare l’Uzbekistan nei quarti di Coppa Davis. “Bella domanda! Ovviamente vorrei arrivare tra i top-50, ma non potrei nemmeno spiegare l’emozione di arrivare nei quarti di Davis. Sono molto legato alla mia terra. Se dovessimo entrare nel World Group avremmo fatto la storia, perchè non è mai successo in 22 anni di indipendenza. Siamo un paese piccolo, con giocatori del posto, non comprati altrove”. L’allusione al vicino Kazakistan è chiara: normale per chi ha la bandierina dell’Uzbekistan disegnata sul borsone portaracchette. Ma il tennis uzbeko come si sta sviluppando? Ha gli stessi progetti faraonici del Kazakistan o è un po’ indietro? “Islom Karimov, il nostro presidente della Repubblica, è un fanatico di tennis – continua Dustov – gioca quasi ogni giorno e si interessa a come vanno i giovani. Nel paese sono stati costruiti 7-8 circoli molto grandi, alcuni con 15-20 campi da tennis. Le strutture non mancano, abbiamo la possibilità di giocare sia all’aperto che al coperto. Noi vogliamo costruire giocatori uzbeki al 100%, non abbiamo mai pensato di acquistarne dall’estero, nemmeno negli altri sport”. I risultati del vicino Kazakistan, che ha conquistato la gloria con tennisti stranieri, rendono particolarmente sensibile Dustov al fascino della Coppa Davis. “L’anno prossimo esordiremo contro la vincente di Corea del Sud-Thailandia per poi giocare i play-off per il World Group. Speriamo di arrivarci e giocarli in casa, perchè fino ad oggi ci è sempre capitato di andare in trasferta: quest’anno in Australia, una volta addirittura in Serbia. E’ un momento importante della mia carriera: voglio fare belle cose, sia per me che per la mia carriera”.

AVANZA DUSTIN BROWN

Centra un posto nei quarti anche il russo Denis Matsukevitch, che in mattinata aveva approfittato delle bizze temperamentali di Yann Marti. Lo svizzero di origine argentina ha un gran talento, ma si fa prendere dal nervosismo e i frequenti scatti d’ira lo hanno condannato contro un giocatore più costante di lui. Per la gioia del pubblico, avanza anche Dustin Brown. Il tedesco di origine giamaicana è il più amato del torneo: quando arriva lui, il pubblico raddoppia. Mostrando le sue consuete doti atletiche e di improvvisazione, ha vinto un match non facile contro Uladzimir Ignatik, ex numero 1 junior, non ancora entrato tra i top-100 ATP. Il bielorusso ha giocato una buona partita, ma Brown era particolarmente ispirato. E venerdì ci sarà la supersfida contro Viktor Troicki: i due si sono affrontati due mesi fa a Genova e vinse il serbo in due set.


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1 commento

manuel (Guest) 13-11-2014 21:51

marti è molto chiaccherato,in due parole è un giocatore”del tipo brown”,ma con molto talento.
a me piacciono i giocatori come dustov,ma qui esagerano dicendo che è
fortissimo,perfetto ecc…,e poi la top 100 per lui si potrebbe fare nel 2015.

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