Hawk Eye: il tennis a 360 gradi (Gramby-Binghampton-Intervista a Bernarda Pera)

23/07/2013 09:52 1 commento
Bernarda Pera classe 1994, n.470 WTA
Bernarda Pera classe 1994, n.470 WTA

Abbiamo intervistato la giovane Bernarda Pera, classe 1994, numero 470 del ranking mondiale.

Dimmi qualcosa di te..quali sono i tuoi hobby? Perché hai deciso di giocare a tennis? Loro ti seguono nei tornei?
“Nel tempo libero amo passare del tempo con gli amici,andare in spiaggia o girare in bicicletta. Mia sorella giocava a tennis così ho deciso di provare.. Per me la mia famiglia è molto importante e mi supportano molto..”

È difficile per un tennista avere degli amici?
“No.. perché loro capiscono quando non posso incontrarli..”

Dove vivi quando non sei in giro per il mondo per i tornei?
“Dipende..ma normalmente a Zadar, in Croazia.”

Bene… dimmi qualcosa sul tuo modo di giocare a tennis per farti conoscere dalle persone che non ti hanno mai visto giocare… sei una giocatrice difensiva? Qual è il tuo colpo migliore? Chi è il tuo allenatore?
“No…sono una giocatrice aggressiva e il mio colpo migliore potrebbe essere il dritto. Il mio coach è Jorge Aguirre, uno spagnolo.”

Quali sono i tuoi obiettivi per quest’anno? E per il futuro?
“Io voglio essere nei top 300 alla fine di questo anno mentre nel futuro vorrei entrare nei top 10.
Ottimi obiettivi…Chi consideri la migliore tennista in questo momento? E nel passato ti piaceva qualche tennista in particolare?
Penso che Serena Williams sia la migliore mentre non ricordo nessuna del passato..”

So che eri a Trani(Reina Cup) lo scorso anno… cosa ti è piaciuta di questa esperienza? Ti piace l’Italia? Sei mai stata in altre città?
“Mi è piaciuto giocare per un team, mi è piaciuta molto Trani e mi sono divertita tantissimo nel Player’s party, quella è stata la cosa migliore..
Si sono stata in altre città come Ancona,Milano,Prato, ecc.”

Ho visto che hai la nazionalità americana ma mi hai detto che sei croata…come mai?
“Sono nata e vivo in Croazia ma sono anche americana perché mio padre ha la nazionalità americana.”

Per quanto riguarda la scuola tu sei una tennista come fai?
“Non vado a scuola ma faccio esami ogni tanto…”



Il cemento outdoor è la superficie che più si addice al quasi ventinovenne canadese Frank Russel Dancevic. Nella sua carriera 6 dei 7 titoli sono arrivati sul veloce ed uno sull’erba. Granby è una delle sedi maggiormente preferite dal tennista di Ontario, avendo difatti ottenuto vari piazzamenti nelle precedenti edizioni ed una vittoria nel lontano 2006.
Domenica sera Frank si è ripetuto vincendo la finale contro Lucas Lacko (rientrato nei top 100) in una partita controllata grazie alla potenza del servizio e alle buone percentuali della prima. Il counter degli ace alla fine segnava la considerevole cifra di 25. Non pochi per tre set giocati sull’equilibrio e dove la differenza poteva essere un minimo particolare. Dancevic è stato bravo a imporre la forza del proprio servizio, lasciando poche palle break all’avversario e comunque annullandole tutte. Lacko per due set è sembrato prendere il sopravvento con il dritto a sventaglio. Spesso in difficoltà sul rovescio Dancevic riusciva comunque a organizzare una difesa sufficientemente efficace, costringendo spesso Lacko a prendere rischi nella ricerca degli angoli. Quando non sono stati gli errori di Lacko a dare i punti al canadese, è stato il servizio a tenerlo saldo nel match. Alla fine dei primi due set la differenza di punti tra i due era minima e l’impressione era che così si arrivasse fino alla conclusione. Invece il crollo di Lacko è stato repentino.
All’ennesima palla break non sfruttata Lacko si innervosiva e incappava in un pessimo settimo game, in cui cedeva il servizio. Dancevic sfruttava la ghiotta opportunità, arrivando al trionfo. Da notare che il cammino del tennista canadese
è stato quantomai morbido fino alla finale. Tra primo turno e semifinale il valore certificato dal ranking degli avversari indicava un range tra la 428ma posizione e la 537ma. In un torneo non eccezionale per i valori espressi, segnaliamo i quarti raggiunti dall’ancora acerbo 19enne Peliwo (n.507) e dal 22ene australiano Mitchell (n.254) , oltre la semifinale sorprendente del canadese Bester (n.490).

CHALLENGER GRANBY (Cemento) – $42.500H

(1)Lacko b Moriya(7) 6-3 6-3
(6)Dancevic b Bester 6-4 7-5

(6)Dancevic b Lacko(1) 6-4 6-7 6-3

Nel corso di un torneo può capitare che si manifestino segnali propiziatori, che poi accompagnano nel cammino verso il successo. Ad Alex Kuznetsov tali indizi premonitori si sono presentati nel secondo turno della settimana di Binghamton. In difficoltà dal primo quindici contro Bohli si è trovato in poco tempo a subire un parziale netto di 6-2, tanto che il dominio dello svizzero sembrava potesse condurre presto alla fine del match. La manina amica della dea fortuna ha lanciato un canotto di salvataggio al tennista di origini ucraine, sotto forma di un beffardo ritiro, presumibilmente per un improvviso problema fisico di Stephan Bohli, il quale misteriosamente non ha proseguito la gara, all’inizio del secondo set.
Fine velocissima, ma opposta a quella che sul campo stava maturando. La premonizione che per la settimana il protetto dalla buona stella fosse lui, deve aver convinto il buon Alex a darci sotto con il tennis che sa esprimere. Risultato: vittorie contro Sandgren ai quarti, contro Rhyne Williams in semifinale, contro Klahn in finale e premiazione con trofeo stretto tra le mani. Con tanto di strizzatina d’occhio alla possente mano che da un punto di vista sportivo lo ha miracolato.
Kuznetsov per la verità è ancora in credito con la fortuna e quella di Binghamton è un piccolo risarcimento per la tenacia con cui calca i rettangoli dei campi da gioco da 20 anni. Nel maggio 2005, quando aveva appena 18 anni ed era una promessa del tennis junior, ebbe un grave incidente d’auto, le cui conseguenze gli pregiudicarono l’intero anno. Perdendo il controllo del veicolo, andò a sbattere su un albero, rompendosi il femore destro, fortunatamente senza altre conseguenze alle ginocchia e alle articolazioni. Naturalmente quell’incidente ha segnato la carriera di Kuznetsov, ridimensionandone le prospettive. Il rientro e in particolare gli anni 2008/2009 non sono stati semplici.
Soltanto nel 2013 la continuità pare aver fatto capolino nella carriera agonistica di Alex. Best ranking questa settimana al n.139 (ricordiamo che il suo precedente b.r. risale al 2007 al n. 158), secondo titolo, dopo quello sulla terra verde di Sarasota in primavera, partendo dalle qualificazioni, ma in generale la sensazione che la maturità e la consapevolezza delle sue abilità possano consentirgli di svoltare il tornante, che introduce al rettifilo del circuito maggiore. La semifinale contro un irriconoscibile, stanco e impacciato Williams, non ha detto che la strada sia in discesa, ma la finale contro Klahn lascia intendere che la salita prima o poi finisce. Probabilmente la vetta è a pochi metri.
Alex Kuznetsov vince il suo quinto challenger in carriera, tutti conquistati nel continente americano.

CHALLENGER BINGHMANTON (Cemento) –
(6)A.Kuznetsov b Williams(1) 6-1 6-4
(5)Klahn b Krajicek 6-3 3-6 6-0

(6)A.Kuznetsov b Klahn(5) 6-4 3-6 6-3


Alessandro C.
Daniele Sforza


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1 commento

Alessandro6.9 23-07-2013 22:15

Che delusione… nessuno ha apprezzato la Bernarda 😕 😐 💡

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