Dopo Ferrero, caccia al nuovo allenatore di Alcaraz: Feliciano López e Corretja perplessi sulla rottura
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“A re morto, re posto”. Archiviata ufficialmente la separazione tra Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero, l’entourage del numero uno del mondo si è immediatamente messo al lavoro per individuare un nuovo allenatore di primo livello, capace di raccogliere un’eredità pesantissima e di inserirsi in un contesto molto particolare come quello che ruota attorno al tennista murciano.
Secondo quanto riportato da Cadena COPE, nelle ultime ore ci sarebbero già stati contatti e telefonate con diversi profili di alto livello, ma non tutti avrebbero risposto positivamente. I requisiti richiesti non sono banali: disponibilità ad allenarsi stabilmente a Murcia, adattarsi alla filosofia di vita della famiglia Alcaraz, condividere il progetto con lo staff già esistente e, almeno in una prima fase, lavorare anche con Samuel López, che potrebbe restare nel team con un ruolo tecnico di supporto.
Sul tema è intervenuto anche Antonio García Muñiz, sempre su COPE, sottolineando alcuni aspetti chiave della rottura: «Il numero uno del mondo ha bisogno di un allenatore a tempo pieno», ha spiegato, aggiungendo che Ferrero percepiva una percentuale piuttosto alta del prize money. Un dettaglio economico non secondario, che potrebbe aver inciso nelle dinamiche della separazione. García Muñiz ha inoltre precisato che, secondo le informazioni raccolte, Samuel López non sarebbe destinato a diventare il primo allenatore di Alcaraz.
A offrire una riflessione più emotiva è stato Feliciano López, intervenuto nel programma El Partidazo su Cadena COPE. L’ex tennista toledano si è detto «triste e sorpreso» per la notizia:«Non pensavo che le tensioni fossero tali da arrivare a questa decisione. A Carlos costerà trovare qualcuno che si adatti così bene al suo ambiente, alla sua vita e che gli dia tutto ciò che gli dava Juan Carlos. È molto presto perché Alcaraz smetta di lavorare con una figura come Ferrero». López ha anche espresso dubbi sulla capacità del murciano di affrontare, almeno nel breve periodo, una carriera così impegnativa senza il supporto mentale che Ferrero rappresentava.
Sulla stessa linea anche Álex Corretja, che ai microfoni di El Larguero su Cadena SER ha ammesso tutto il suo stupore:«Sono rimasto sorpreso, non avevo la sensazione che le cose fossero arrivate a un punto così critico. Secondo me c’era ancora margine, c’era ancora “succo da spremere” da questa relazione. Ho l’impressione che non dovesse finire adesso».
Il quadro che emerge è quello di una scelta complessa e ancora piena di interrogativi, che divide addetti ai lavori ed ex protagonisti del circuito. Una cosa però è certa: la separazione tra Alcaraz e Ferrero ha aperto una nuova fase delicatissima nella carriera del fenomeno spagnolo. Il prossimo allenatore non dovrà solo portare competenze tecniche, ma anche equilibrio, sensibilità e capacità di inserirsi in un ecosistema già molto strutturato.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Carlos Alcaraz

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A questo punto della storia sembra che l’entourage di Carlitos (padre in primis)abbia avuto un peso determinante nella rottura con Ferrero…
Oltre ai problemi logistici infatti la famiglia Alcaraz sembra abbia ampliato la già presente accademia a Murcia, probabili problematiche economiche hanno fatto il resto.
Una rottura non annunciata e quasi improvvisa come se le trattative per il rinnovo contrattuale ad un certo punto si siano bloccate portando ad una rottura, anche perchè il sodalizio Carlitos Juan Carlos proprio nel 2025 era diciamo al meglio con la ripresa del numero 1,2 slam ,3 atp master 1000,3 atp 500…
Vediamo che succederà adesso e se ci saranno contraccolpi da parte del fenomeno di El Palmar.
Per Ferrero credo che vadano i grandi meriti di aver portato un bambino ad essere un fenomeno ed un fuoriclasse…
Magari sbaglio ma a Juan Carlos uno come Carlitos difficilmente gli ricapiterà…
Questo sport è terribilmente complicato in campo ma pare chiaro che lo stress esterno non sia indifferente.
Ai giocatori si chiede lucidità tattica (tecnicamente sono già a livelli top) per affrontare una sfilza di avversari ma c’è il contorno da gestire.
Alex Vittur amministra l’azienda Sinner ed i risultati sono straordinari sotto tutti gli aspetti e l’impressione è che Jannik ne sia stato ampiamente partecipe:insieme hanno scelto tecnici,preparatori,gestione della figura-Sinner.
Ma Alcaraz?Se lui faceva il lavoro sul campo e la famiglia la parte extra allora il ragazzo si trova senza quella guida tecnica che per lui era più di un coach e probabilmente non per sua decisione (al contrario di Sinner con Piatti).Chi dice che un ottimo allenatore andrà comunque bene spero conosca Carlos e le sue dinamiche per l’impressione (magari sbaglio) è che a Ferrero spettasse molto di più del dare normali consigli tecnici.
In questo tennis occorre “ordine” e se osservi Medvedev o Tsitsipas o Rublev si capisce quanto contino la serenità e la fiducia.Musetti ha il suo gruppo,una famiglia e magari non vincerà Slam ma può lavorare serenamente,idem altri.
Il potere logora chi ce l’ha, chi non ce l’ha e chi teme di perderlo.
@ Pier no guest (#4536613)
A mio parere hai centrato il punto, da qualsiasi parte si guardi la cosa non c’era motivo perché il sodalizio Alcaraz-Ferrero dovesse interrompersi adesso, Carlitos ha raggiunto il numero uno del ranking, ha fatto una grandissima stagione (seppur condizionara dai noti fatti), in questo momento è il tennista che guadagna di più e della nuova generazione è il più ricercato (il suo profilo instagram a circa otto milioni di followers, quello di Sinner ad esempio cinque milioni), sta giocando alla grande, ha colmato o ridotto il gap con Jannik sul veloce/duro dove il nostro fino poco tempo fa a mio avviso aveva un certo margine (non considero US Open dove era palese il rosso non stesse bene fin dalla semi con Aliassime). Squadra vincente non si cambia recita il detto, e in tal caso la squadra è super vincente da tutti i punti di vista, ergo il motivo della separazione non può che essere economico/finanziario. Vedremo strada facendo chi avrà avuto ragione.
ahahahahahahah massimo decimo meridio bianco natale esci da questo corpo ahahhaha (lui ste cose le pensa veramente, non scherza)
I contesti sono piuttosto differenti, il nostro rosso ruppe con Piatti dopo una sconfitta dolorosa con Tsitsipas all’AO, episodio culminante di un contesto in cui il loro rapporto era teso. Piatti all’epoca lo considerava ancora in formazione, pretendeva fifty-fifty dei premi partita dicendogli apertamente che così doveva essere (almeno) nelle prime 150 partite. Non credo fossero motivi finanziari alla base della loro rottura ma certamente Jannik aveva l’impressione che quella gestione fosse lenta e artificialmente pilotata. Qui, invece, Carlitos viene da una storia di successi e (anche se aiutato dalla sospensione di Sinner) ha comunque recuperato il numero 1, sia pure con vari flop. Alle Finals (pur avendo perso la finale con Sinner) ha comunque fatto meglio dell’anno precedente, recuperando in extremis il n. 1. Inoltre, per quanto fosse un allenatore costoso, Juan Carlos non pesava certo finanziariamente quanto Piatti per Sinner al momento della rottura. Probabilmente è stato decisivo il ruolo della famiglia di Carlitos (il padre, come si sa, è lui stesso allenatore e gestisce una scuola di tennis. Probabile che, in qualche modo, si sia intromesso).
Offrirà il 25% del price money a Cahill per prendere due piccioni con una fava 🙂
Grande post
Sinner sta da un po’ cercando di imparare lo spagnolo.
La verità è quindi che c’è Sinner dietro la rottura di Ferrero con Alcaraz, perché Sinner sta pensando al sostituto di Cahill e chi meglio di di Ferrero che gli può rivelare i punti deboli di Alcaraz?
Con l’arrivo di Ferrero nel team di Sinner, Vagnozzi si troverà spiazzato e mollerà Sinner.
A questo punto Alcaraz contatterà Vagnozzi per assumerlo e conoscere i punti deboli di Sinner.
Si scherza, eh.
Beautiful ci fa un baffo.
Quindi neanche in Spagna nessuno aveva percepito ci fossero malumori o problemi…sembrano tutti molto sorpresi mah!
Insomma per la Spagna Alcaraz è patrimonio nazionale come lo fu Becker per la Germania Ovest e più che curiosità c’è preoccupazione che il giocattolo possa rompersi. Perché? Perché il suo avversario principale mostra una impermeabilità clamorosa,una freddezza di fronte anche a situazioni critiche che non appartiene a Carlos, più emotivo anche nel gioco.
Avevo il timore che c’entrasse la famiglia e credo d’averla azzeccata: l’azienda “Alcaraz & Figlio” non confutava l’aspetto tecnico ma poneva dei paletti sulla questione economica e se vuoi lasciare che il ragazzo pensi al campo altri si prendono la briga di gestirne il resto.
È andata così? O è stato lui a sbottare?
Di certo ora hai un giocatore che deve farsi adulto.Jannik ,come dissi, è uno Schumacher,se l’auto non la sentiva stava coi meccanici dicendo cos’aveva percepito; Alcaraz sembra spesso guardare il box in cerca di risposte ,Sinner le dà lui direttamente.
Sul piano della manualità Alcaraz è superiore ma la testa di Sinner è fuori dal normale,sembra quella di Schumacher+Nadal, mentalmente fortissimi ma anche lucidi nel capire il momento.
Credo che sia Lopez che Corretja abbiano più paura dell’aspetto psicologico che di quello tecnico..se ipoteticamente Carlitos non dovesse vincere gli AO , si aprirebbe tutto un dibattito intorno a questo divorzio con Ferrero, facendo magari ricadere su questo le colpe di un mancato successo…noi abbiamo un ragazzone rosso di capelli con le spalle tanto larghe che fin da giovanissimo ha saputo affrontare scelte importanti e relative conseguenze di tali scelte ( i primi mesi con Vagno quando gli hanno spaccato gli zebedei per la rottura con Piatti??) ma Carlitos sarà in grado psicologicamente di affrontare tutto questo in caso dovesse accadere? si preannuncia un AO molto molto interessante 😀