
Adriano Panatta: “Sulla scelta di Sinner per la Davis mi sento un dinosauro parlante, ma non posso dargli torto”


Nel tennis moderno, le priorità sono cambiate, e Adriano Panatta non lo nasconde. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex leggenda azzurra ha commentato la decisione di Jannik Sinner di non partecipare alle Final Eight di Coppa Davis 2025, ammettendo il proprio disagio ma anche la consapevolezza che il tennis attuale impone logiche diverse rispetto ai suoi tempi.
“Ci sono situazioni in cui mi sento un dinosauro parlante, e commentare la decisione di Sinner è una di queste. Ho giocato quando la vecchia Coppa Davis era una delle priorità che si contavano sulle dita di una mano: Roma, Parigi, Wimbledon, la Davis e forse, per ultimi, gli US Open. Degli Australian Open nessuno parlava. Il tennis è cambiato, e non sempre nei modi migliori. Questo non fa che aumentare il mio disagio”.
Panatta, vincitore della Coppa Davis nel 1976, ha spiegato come in passato il torneo a squadre fosse il fulcro della carriera di un tennista, mentre oggi le scelte ruotano attorno ai grandi tornei individuali e alla gestione del fisico:
“Alla Davis non avrei mai rinunciato, e se qualcuno lo avesse fatto, sarebbero stati i compagni e il capitano a chiedere spiegazioni nel modo più duro possibile. Ma non è mai successo. A noi non sarebbe nemmeno passato per la mente. Oggi non è più così. Il tennis è un’altra cosa, e anche i giocatori lo vivono in modo diverso.”
Pur ammettendo di essere deluso, Panatta ha mostrato comprensione per la decisione di Sinner:
“Posso dire che mi dispiace, che uno sforzo l’avrei fatto, ma non posso dargli torto. Sinner dice che la priorità è cominciare bene il 2026, e che una settimana di riposo o di lavoro fa la differenza. Ha ragione: il tennis di oggi richiede un’adesione totale, quasi una devozione. I giocatori sono come Ceo delle aziende che portano il loro nome, militari che devono preparare una missione.”
L’ex campione romano ha poi sottolineato come la situazione di Jannik sia frutto di un sistema che andrebbe ripensato:
“Sinner di Davis ne ha vinte due, ora ha bisogno di una pausa per rilanciare le sue ambizioni: vincere gli Slam, battersi con Alcaraz, riprendersi il numero uno. Queste sono le sue priorità. La finale di Davis è troppo vicina alle Finals, il calendario non aiuta. È un tennis da ripensare nella sua complessità, non per compartimenti stagni. Quando lo faranno, non sarà mai troppo tardi.”
Un’analisi lucida, quella di Panatta, che unisce nostalgia e realismo: il tennis è cambiato, e anche chi lo ha reso grande deve fare i conti con una nuova era dove la Coppa Davis non è più — come un tempo — “la coppa da non mancare mai”.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Adriano Panatta, Jannik Sinner
Talmente pieno che trabocca.
Devo dire che questa intervista di Panatta mi ha sorpreso per la sua lucidità e mi ha anche fatto sorridere, perché un tempo gli Australian Open erano davvero poca cosa. Infatti, Connors nella sua lunghissima carriera vi ha partecipato solo due volte. Detto questo, e premesso che vorrei vedere Sinner giocare ogni giorno, soprattutto alle Olimpiadi o in Davis, non mi sono affatto dispiaciuto che quest’anno abbia saltato la Davis. Anzi, secondo me questa assenza può rappresentare una scossa positiva per Musetti, Berrettini e Cobolli, i quali dovranno assumersi sulle spalle la responsabilità di una fase finale oltretutto giocata in casa.
Ahhhhh,un mondo pieno di scemi,etc…
Si chiamava Belardinelli, adesso critichi anche lui dall’alto della tua esperienza, o della tua infinita saccenza.
Già…
mi scuso per avere un q.i. certificato più alto di Atmane, per il resto condivido e confermo che Sinner ha sbagliato tutto: tempi, dichiarazioni stampa, tornei… poi ovviamente è legittima la vostra idea che deve accumulare punti per tornare numero 1, il problema di fondo è che nulla sarebbe cambiato se avesse giocato quelle 2-3 partite in Davis
Il famoso bias cognitivo..collegare eventi che non hanno nulla in comune. Avesse saltato la settimana di allenamento agonistico in Arabia non sarebbe cambiato nulla giacché, era chiaro fin dalla finale del 2024 che non avrebbe partecipato alla Davis. In più, a parte disprezzare Vienna, è probabile che salti pure il 1000 di Parigi per preparare il master di Torino..l’errore di Sinner o negli di chi gli gestisce la comunicazione è di aver dato l’annuncio dopo il torneo di esibizione proprio per i minus che fanno affermazioni come queste che sono fesse ma che erano ampiamente prevedibili..avrei preferito, ma io sono un ipocrita, che avesse detto dopo il trionfo alle finals “mi dispiace ma sono un po’ stanchino”..ma appunto io sono un ipocrita e anche in po’ “ruffiano”…e il mondo, in genere, per fortuna, è costruito sulla diplomazia (termine abbellativo) e sul falso se’ perché la “verità” dopo cinque minuti lascerebbe più macerie che a Gaza..
L’ unico torneo insignificante è questa pseudo-davis PAGLIACCIATA !
Andare a SPACCARSI per una boiata del genere è da cretini.
Certo che va ripensato il Tennis:
4 Slam
Finals
10 “1000” (uno su ERBA in Arabia)
fine del circuito “A” , o “Master”
Vendita dei diritti televisivi in unico “pacchetto”
NIENTE PAGLIACCIATE:
Laver Cup
pseudo-davis
“olimpiade di tennis”
sempre rispetto riconoscenza e ammirazione ad un uomo che – in modo geniale – andò a sfidare i generali a casa loro
da parte mia mi appassionerò ancora di più alla Davis, vediamo cosa sanno fare i nostri (ottimi) tennisti senza il fuoriclasse. Chissà magari giocheranno ancora più motivati
@ Henry (#4502891)
Sei ridicolo
e piantatela daje… conosco e tifo per Sinner sin da quando era un pupetto in fasce e batteva al Roland Garros un certo Zverez nel 2020… criticare la sua scelta, privilegiando il denaro arabo e un torneo insignificante come Vienna, è legittimo e non vuol certo dire che ai prossimi tornei smetterò di tifare per Jannik… ma siete consapevoli che gli unici haters siete proprio voi che non accettate che il vostro beniamino dell’ultima ora possa essere criticato?
il ragionamento di AP non fa una grinza, molto equilibrato e soprattutto rispettoso di tutti i punti di vista. Fuori da questo solco solo fuffa.
Per il vecchio Nicola, un po’ di umana comprensione, giustificata dall’età avanzata e da qualche piccolo dispiacere nell’essere stato scavalcato.
Ottima analisi, (a parte che vinceranno anche senza Sinner) però non facciamo esempi con militari che devono preparare una missione, con quello che incassa/incassano .
Ma infatti guarda. Togliendo Sinner abbiamo il movimento migliore della nostra storia tennistica e non sappiamo godercelo.
Sarà una grande occasione di crescita per Musetti e gli altri, comunque vada a finire
E se poi nel ’26 il “povero” Jannik dovesse vincere 3 (o 4:) Slam…
…tutti pronti a RISALIRE sul gruppo CARRO!
Attualmente ha come priorita’ la classifica ATP e bisogna capirlo, a Ryad si e’ allenato con Alcaraz per 52′, ha recuperato la condizione fisica dopo i tornei USA, ha mostrato i miglioramenti nel servizio.
La coppa Davis comporta un impegno extra per preparazione e concentrazione fuori dai suoi programmi.
Lui e’il n.1 del nostro tennis,puo’ decidere solo lui in questa fase importante della stagione tennistica : Vienna, Parigi, Australian Open.
Forza Jannik!
Jannik non lo dirà mai, lo conosciamo, è ambizioso ma molto educato e penso che lui punti al record di Djoko. Mi piange il cuore, se penso che il match con Djoko con 3 match point salvati è probabilmente lo spartiacque della sua carriera ed era in Davis. Ma lui dice che ne ha già 2 e per questo punta l’asticella più in alto. Se a Federer, Nadal e Djoko non hanno mai detto molto per le loro assenze, solo in Italia facciamo sto casino. Forza Lorenzo, Flavio, Matteo e forza Jannik che fa un altro sport
@ walden (#4502919)
Esatto, era un altro sport per ritmi, impegno fisico, stress mentale, programmazione. Panatta vinse Roma che si paragona ad un master 1000 attuale, ma era n. 13 del mondo e testa di serie n. 3. Vuol dire che dei primi 12 del mondo in quell’edizione ne giocavano 2. 2 dei primi 12. Adesso nei master 1000 giocano tutti i primi 50, a parte infortunati e qualche rinuncia per calendario troppo fitto. Ma a Roma ci sono tutti, idem nel double sunshine. Panatta giocava in europa soprattutto, poi qualcosa in asia e in america, ma poco. Fare paragoni è impossibile.
Ma stai ad ascoltare quello scemo di Gramellini…mi dispiace solo che sia tifoso del Toro, squadra per la quale ho sempre provato, da genoano, molta simpatia…
Analisi lucidissima e condivisible al 110% quella di Adriano…anche io avrei voluto che Jannik dicesse no ai milioni degli arabi e sì alla Davis ma quello che ha detto Panatta è la triste realtà…non c’è spazio in questo tennis per una parte più sentimentale, chi è in cima alle classifiche rappresenta una vera e propria azienda a cui in qualche modo dover rendere conto ( la prova è anche la presenza in ogni partita dei manager di Jannik e di Carlos…)
Mi auguro solo che nei prossimi anni Jannik possa prendere anche qualche decisione un po’ più slegata da certe logiche…alla fine è vero che la Davis è profondamente cambiata ma non posso negare che le vittorie degli ultimi 2 anni siano state ugualmente emozionanti e che vedere i nostri ragazzi tutti insieme in nazionale sia sempre bello.
Da questo punto di vista le ragazze dimostrano ancora di più di un essere un gruppo estremamente unito.
Panatta forse dimentica che all’epoca si beccava dalla Federazione 150 milioni di £ all’anno (che erano una bella sommetta, non paragonabile a ciò che si guadagna oggi, ma comunque più di quello che guadagnavano all’epoca Riva, Rivera e Mazzola). Più sponsor, premi, spesso sottobanco.
Detto questo, comunque, come già scrissi tempo fa, non è che giocasse poco, il nunero di partite e di tornei era maggiore di oggi, soprattutto nel 1975/76, i suoi anni migliori. Se si va ai suoi dati sul sito ATP (https://www.atptour.com/en/players/Adriano-Panatta/P059/player-activity?matchType=Singles&year=1976&tournament=all) si vede che prima della finale a Santiago, Panatta non giocò nessun torneo nel mese precedente, come ricordava il film, si preparano per un mese. All’epoca non c’era l”out season”, il circuito non si fermava mai, a Dicembre cominciava lo swing australiano e si passavano le feste li (chi voleva , ovviamente) infatti Panatta è stato in Australia una sola volta nel 1969 ed agli USO 7 volte in 15 anni di carriera, e soprattutto sul finire.
Il tennis italiano degli anni 70 era più simile, per molti aspetti, a quello degli anni 60 o addirittura 50, mentre tutto cambiava, il nostro riferimento tecnico era l’allenatore di Mussolini Mario Berardinelli. Infatti ci abbiamo messo 40 anni per riportarci in quota.
Ma adesso tutti dovranno dire la loro?
Madonna è un gioco alla fine della fiera, mi sembra anche irrispettoso nei confronti degli altri 5 convocati, perché sembra che non sappiano combinare nulla senza Jannik.
Tranquillo Adriano, da quello che dici, emerge che i dinosauri parlanti sono ben altri e ce ne sono una marea, ahimé, io ero convinto si fossero estinti milioni di anni fa
D’accordissimo con Adriano. Il problema è che il calendario cambierà sì, ma in peggio, con l’introduzione del 1000 arabo.
Altro non si può materialmente fare, con contratti trentennali firmati per i nuovi 1000 extra large.
Un ottima disamina da parte di Adriano, che credo sposi i sentimenti dualistici di gran parte degli amanti del tennis, da un lato il dispiacere di noi tifosi nel non vedere Jannik rappresentare i nostri colori in casa in una competizione che resta (non per tutti) di grande fascino, dall’altro la legittima libertà di programmare al meglio la propria preparazione da parte di un campione per riprendersi il trono del numero uno e per puntare ai massimi traguardi la prossima stagione. È inutile nascondersi, quest’anno più di qualcosa non è andato, l’affair clostesbol, i tre mesi di stop probabilmente con allenamenti rimediati, i problemi fisici, l’allontanamento improvviso dei nuovi membri del team (Badio-Panichi) ecc. È stato un anno complicato, fatto sta che lo Jannik a tratti dominante di parte dello scorso anno non si è visto pur avendo fatto a sprazzi ottime prestazioni (le finali di Roland Garros e Wimbledon in primis). Quello che ha perso malamente da Alcaraz in finale agli US open, senza mai dare l’impressione di essere competitivo, era il fantasma di Jannik, quasi sicuramente per problemi fisici. Quindi resta il dispiacere ma la scelta ha un senso e va accettata. Dovesse andare male, speriamo di rivincere la Davis in casa con Jannik e tutti gli altri i prossimi anni.
Bravo Panatta, sincero e comprensivo. Altro che Gramellini…
Beh Alcaraz partecipa….
Poi , che non sia quella di una volta siamo d’ accordo
Si Adriano, gli US Open erano gli ultimi della lista e gli Australian Open neanche se ne parlava semplicemente perché non eri competitivo, siamo seri.
Dichiarazioni molto oneste. All’epoca di Adriano era normalissimo saltare gli slam (lui stesso ha partecipato una sola volta, da ragazzino, agli AO). Oggi ovviamente nessuno lo fa e da qualche parte devono mollare.
Sono d’accordo con chi dice “decisione prevedibile e comprensibile, però ci dispiace un sacco!”
Applausi a d Adrianone. Lucido e sintetico. Punto e a capo.
La Davis in questo formato vale poco ,ma il carota come italiano anche meno… 👿
Sempre lucido Panattone.
Anch’io provo la stessa sensazione di dispiacere, ma non mi sento di criticare nessuno (ci mancherebbe altro direte voi).
Forza Giannino riporta il Panatta Double in Italia, dopo 50 anni tondi (se poi vuoi completare il triple, l’anno venturo, con la Coppa, meglio ancora)
condivido la sua analisi.
la davis è morta. questo surrogato si può anche evitare
Condivido il pensiero di Panatta come l’intervento di ieri di Mazzoni.
La vera verità pare sia un’altra, ovvero che Volandri ha bocciato Jannik perché non offre garanzie in termini organici: virus, febbre, diarrea, influenza, insonnia, allergie…
Meglio convocare qualcuno con una salute su cui si possa contare!
Uomo intelligente e scevro da protagonismi verbali
Tutto vero,ma solo perché la Davis Cup non esiste più(ahimé)…