
Un centrale dal 17.500 posti al nuovo Masters 1000 di Parigi. Pioline: “Sinner? Siamo ottimisti, qua può raccogliere punti per tornare n.1”


Ben 17.500 posti in quello si appresta a diventare l’impianto indoor per il tennis più grande del mondo e, in generale, secondo solo all’Ashe di New York, con la speranza che anche Jannik Sinner sperimenti una delle novità più interessanti della stagione, con 1000 punti in palio utilissimi alla corsa per il n.1 di fine stagione. Questo lo scenario del rinnovato Rolex Paris Masters, che dopo moltissimi anni alla storica (allora avveniristica) struttura Onmisport di Bercy si è spostato alla Defense Arena, a nord ovest della capitale francese. È uno degli impianti più moderni e funzionali al mondo: progettato per essere multidisciplinare, ospita gare di Rugby e mille altri eventi grazie alla sua facilità nello spostare spazi e tribune per le esigenze più varie. Anche quelle del tennis, che per la prima volta entrerà in questo gigantesco palazzo sportivo e non solo. I lavori per completare i manti di gioco e affinare i vari spazi sono in corso, e in Francia se ne sta parlando non poco perché qualche dubbio sul reale “funzionamento” del tutto c’è eccome.
Intanto si è arrivati abbastanza di recente alla definizione della dislocazione di tutti gli spazi all’interno dei 10mila metri quadri al coperto della Defense Arena. Quando fu deciso di spostarsi da Bercy per venire incontro alle pressanti richieste dell’ATP (e dei giocatori, mancavano letteralmente spazi per allenarsi e non solo) furono una trentina i progetti studiati prima di arrivare alla versione definitiva. L’impianto sarà così allestito: quattro campi di gara e uno d’allenamento. Accanto al Centrale — separato da una zona cuscinetto dove sorgerà l’area di training — saranno posizionati i tre campi secondari, affiancati tra loro, con il Campo 1 concepito come un “mini-Centrale”. La capienza complessiva potenziale è stimata intorno alle 26.000 persone (17.500 per il Centrale e 8.000 circa sommando i tre campi annessi), ma la capienza effettiva sarà limitata a 17.500 spettatori al giorno (almeno per la prima edizione), grazie a un unico biglietto che darà accesso a tutti i campi. Una mossa interessante ma allo stesso “rischiosa”: ci sarà un bel movimento di gente all’interno di un’area grande ma comunque chiusa e questo rischia di creare qualche ingorgo e problema logistico. Ai giocatori saranno dedicati 1.200 metri quadri di area riservata, tra ristorante, spogliatoi e lounge, mentre l’ingresso in campo sarà accompagnato da un nuovo show di luci e laser, annunciato come “spettacolare”.
“C’è vera eccitazione attorno a questa nuova casa del Paris Rolex Masters — racconta il direttore del torneo, Cedric Pioline a L’Equipe — sono certo che nessuno rimarrà deluso.Con 17.500 posti abbiano adesso il secondo Centrale permanente più grande del mondo, dietro solo all’Arthur Ashe Stadium dell’US Open (che ne contiene intorno a 23mila)”. Una delle principali e migliorative differenze rispetto alla struttura di Bercy è un netto passo in avanti dei campi secondari: nella antica sede del torneo erano per così dire “ingabbiati”, costretti in spazi minimi, inferiori anche a molti Challenger, mentre a La Defense tutti i campi del torneo avranno la stessa altezza, 37 metri, per garantire condizioni di gioco uniformi. Ampi spazi e nuove possibilità, ma c’è anche qualche punto di domanda. L’intero progetto architettonico si basa su una separazione tra i campi all’interno di uno stesso spazio attraverso 9.000 metri quadri di tendaggi appositi, che avranno non solo la funzione di delimitare le varie aree all’interno di questo gigantesco e unico “contenitore” e ma anche isolare il rumore tra le diverse aree.
Questo è uno dei principali punti di domanda: la vera funzione di queste tende è dividere e oscurare, e non “insonorizzare”. Dal progetto interno si evince che tre di queste divideranno il Centrale e la zona d’allenamento, un’altra separerà quest’ultima dai campi secondari, e l’ultima si troverà tra il Campo 1 e i Campi 2 e 3. Una sorta di scatola magica creata con dei sipari enormi. Quanto al rumore, lo stesso Pioline ammette che si tratta di “un problema complesso: non esiste una soluzione acustica perfetta per un volume di questo tipo. Saremo comunque in un contesto indoor. Ma ho fiducia: un torneo è vita, è atmosfera, e in tutti i tornei c’è un sottofondo naturale. A Dallas, per esempio, hanno installato cinque campi al coperto senza tende divisorie, e non hanno avuto gravi problemi”. Relativamente alla gestione dei flussi di pubblico, visto che con un solo biglietto si potrà entrare su tutti i campi, sarà quasi scontato assistere a file ed ingorghi quando una partita interessante si giocherà su un campo secondario e quando quella del Centre court sarà terminata. “C’è una certa dose di rischio per quanto riguarda gli spostamenti degli spettatori — riconosce Pioline — ma abbiamo messo in campo gli ingredienti giusti. Poi vedremo come tutto si realizzerà, e tireremo le somme”. Ultima nota per i campi: veloci o lenti? Il direttore del torneo parla di campi “forse leggermente più lenti dell’anno scorso”, quando furono assai rapidi.
Intanto l’interesse per il nuovo torneo è molto alto a Parigi: la biglietteria sta già andando a gonfie vele con ben 173.000 biglietti venduti e gli ultimi tre giorni già sold out. Sembra scontato che verrà superato nettamente l’afflusso complessivo dello scorso anno (176.000 spettatori complessivi). Molto dipenderà anche dalle presenze dei tennisti, francesi e non. Alcaraz non dovrebbe mancare l’evento, mentre su Sinner c’è qualche dubbio. Pioline non avrà dimenticato l’ondata di critiche ricevute per quello che accadde a Jannik nel 2023, quando fu buttato in campo contro McDonald così tardi da terminare il suo match alle 3 di notte, e quindi costretto a dare forfait contro De Minaur in una partita che si sarebbe dovuta giocare dopo nemmeno 15 ore dalla precedente… Non esattamente un trattamento coi guanti, tanto che il nostro campione lo scorso anno disertò il torneo parigino. Si mosse addirittura l’ATP, varando nuove regole affinché una roba del genere non si ripetesse più nel tour. Quest’anno, a detta di Pioline, le cose potrebbero andare diversamente: “Al momento tutti gli agenti dei migliori giocatori del mondo stanno lavorando con i nostri servizi per organizzare le trasferte su Parigi” afferma il direttore del torneo, “Non abbiamo indicazioni contrarie da parte di nessuno e c’è sincera curiosità nel mondo del tennis per vedere il nuovo sito. Siamo ottimisti sapendo che ci sono punti importanti in palio per la classifica di fine anno. Sinner? Può raccogliere punti per tornare numero uno prima di presentarsi a Torino per le ATP Finals”.
Al momento non è nemmeno certa la presenza di Valentin Vacherot, la rivelazione di Shanghai. Non essendo ancora tra i top 40 al momento della chiusura delle liste di iscrizione al torneo, il monegasco avrà bisogno di una wild card per giocare il Paris Masters. Ovviamente l’ha già richiesta e anche se Pioline non si sbilancia, pare difficile che non la otterrà. “Quello che ha fatto a Shanghai è straordinario: un qualificato che arriva fino al titolo, battendo in finale suo cugino Arthur Rinderknech. È un’impresa incredibile” commenta Cedric. “La Federazione mette a disposizione una piattaforma per le richieste di wild card, che chiuderà domenica. Poi decideremo con la direzione tecnica nazionale e il presidente a chi assegnarle (sono quattro in totale, ndr). Vacherot è sicuramente tra le opzioni che stiamo valutando”. Stessa situazione per Rinderknech, forse agevolato dal fatto che di solito sono proprio i tennisti francesi a ricevere gli inviti per il main draw. Vedremo. La curiosità intorno a questo nuovo evento è molta. Con o senza Sinner in campo.
Marco Mazzoni
TAG: Cedric Pioline, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, Masters 1000 Parigi 2025
Secondo me a Sinner interessa ritornare n° 1 quanto prima direi e ciò vorebbe dire far bene nei tornei che gioca sapendo benissimo che Alcaraz non intende mollare l’osso, quindi se Jannik va a Vienna non vedo perché non fare anche Parigi indoor, comunque il suo obiettivo primario (da lui stesso dichiarato) per questo fine stagione è ritornare a vincere le Finals, poi il prossimo anno credo intenda riconfermarsi all’AO.
Come darLe torto?
Credo per una sorta di eredità spirituale di Suzanne Lenglen e dei “quattro moschettieri”.
Non mi sento di criticare.
Mi pare giusto: la tradizione non si discute e va premiata (almeno finché il pubblico riempie gli spalti).
Che vale quanto un 1.000, più di alcuni 1.000.
Ma dico io, si vada a confrontare l’albo d’oro del torneo che annualmente si disputa al Circolo della Regina Vittoria con quelli di Sciangai o di Madrid prima di pronunciar certe affermazioni apodittiche
Se vogliono Jannik lo devono fare ridere ($_$)
2.340 punti non mi paiono una miseria
Hmm, sistemazione che non convince del tutto, da quanto si legge… Al di là dei problemi di rumore e smistamento, un unico campo d’allenamento mi pare decisamente insufficiente per un 1000 con singolo e doppio, soprattutto durante i primi giorni di gara. Presumo ne abbiano allestiti altri da qualche parte nelle vicinanze, altrimenti anche questa iterazione del Master parigino si rivelerà la solita, fantozziana, cag@ta pazzesca.
Ah ok in quel senso si, però sicuramente col team valuteranno bene cosa è meglio per lui in questo momento.
Ci sono stato a vedere il nuoto alle Olimpiadi (la sera della vittoria di Ceccon).
L’impianto è molto bello, ma temo un ‘effetto Miami’, con un centrale tagliato e totalmente privo del fascino, quello che avevano lo stadio di Bercy e il vecchio impianto di Key Biscayne.
Dopo il trattamento del roland garros dovrebbe evitare proprio, perché fare incrementare l’interesse ad un torneo penoso? Meglio concentrarsi per le finals.
Furbone.. guarda che durante la squalifica di Sinner, Alcaraz non ha combinato granché e quindi anche lui potrà solo guadagnare..
Chiaro che è impossibile farcela quest’anno (ad Alcaraz mancano meno di 500 punti per garantirsi il numero 1 di fine anno) ma fare punti adesso può aiutare a ridurre il gap prima di febbraio quando inizieranno i tre mesi e mezzo in cui Sinner potrà solo guadagnare nel ranking.
Sinner è quello che ha giocato meno causa sospensione, non vedo perchè non giocare a Parigi in teoria dovrebbe sulla carta essere più fresco di Alcaraz….se non gioca è perché il suo fisico non l’ho permette il che fa pensare
Ma come può raccogliere punti per tornare numero 1? Non è perso ormai per quest’anno?
Parigi val bene una Messa e Sinner lo sa.
Il Queen’s è un 500
Il sultano federale avrebbe fatto pagare anche per assistere ai soli allenamenti suo campi secondari,altro che biglietto unico e il giorno della finale solo per entrare nell’impianto come ha fatto (anche)quest’anno.
Mah, Sinner diceva che la partecipazione a Parigi indoor dipendeva dai risultati di Shanghai, ma dubito che si costringerà ad andare in Francia se vince a Vienna.
Anche a Roma c’è un altro torneo. Al Garden. Un Challenger.
Vero. Stessa cosa per Londra, che ha wimbledon e il queen’s, anche se sono tornei storici.
Non credo che Sinner stia pensando al numero 1.
O quantomeno, non credo che consideri il 1000 di Parigi come cruciale a breve termine… Ci sono le Finals poco dopo.
non ho mai capito perché Parigi che ha già uno slam deve avere anche un 1000. mah…