
La favola di Riedi a US Open: dall’infortunio al ginocchio dello scorso anno agli ottavi di finale 2025. “Dopo la doppia operazione al ginocchio non mi fidavo più del mio corpo”


La famiglia Riedi vola, in tutti i sensi. Ma Leandro ha scelto di farlo sul campo da tennis, non come i familiari, tutti dediti alla professione di assistenti di volo. Riedi è la sorpresa di US Open 2025: passato per le qualificazioni, oggi si gioca l’accesso ai quarti di finale dello Slam di New York e ha già segnato un piccolo record personale visto che, da n.435 ATP, è diventato il tennista col ranking più basso ad entrare tra i migliori sedici di un Major dal 2002, quando l’ex campione dei Championships Richard Krajicek arrivò agli ottavi di Wimbledon da 1093 in classifica. Numeri a parte, la carriera del 23enne svizzero ha vissuto davvero la più canonica Sliding Door a New York, passando in un anno esatto dal dolore fisico e mentale di un gravissimo infortunio al ginocchio rimediato nelle qualificazioni del 2024 (al secondo turno, contro il connazionale Kym) alla gioia di un risultato insperato quando di nuovo ha tentato l’accesso al main draw di US Open. Un bel premio alla sua perseveranza e resistenza, che lo ripaga con gli interessi di tanto dolore e reale disperazione.
Agli US Open dello scorso anno infatti Riedi – al proprio il best ranking di numero 117 del mondo – ha avvertito una fitta terribile al ginocchio destro durante il match di secondo turno delle qualificazioni. Ritiro sul 6-3 1-0 per Kym e via a sottoporsi ad esami approfonditi. Il responso è stato una doccia fredda: “severo problema a una sezione del ginocchio” che ha richiesto un intervento chirurgico, effettuato a settembre. Un peccato fermarsi proprio in quel momento, al massimo in carriera e con un ranking molto vicino al quello necessario per entrare nei tornei “del piano di sopra”. Seguono mesi off di cure e riabilitazione, con il programma di rientrare in campo all’inizio della primavera, forse anche ai primi di marzo. A gennaio sembrava andare tutto per il meglio: Riedi si stava allenando a Biel con il coach Yannick Steinegger e il recupero procedeva spedito. All’improvviso, una normalissima giornata di lavoro si è trasformata in dramma quando Leandro ha messo male il piede destro in campo e la torsione al ginocchio destro, non ancora stabile e recuperato al 100%, ha provocato un infortunio ancor più serio, e nuova operazione.
“È stato un vero shock — ha raccontato Steinegger ad ATPTour.com — perché con il primo infortunio avevamo la sensazione di essere sulla strada giusta. Avevamo già accumulato buone settimane di allenamento, ottimi riscontri sul dolore e anche dai medici. Il secondo infortunio è arrivato davvero come un fulmine a ciel sereno”. Emblematica la foto social e post allegato dello scorso 29 gennaio: ospedale, dolore, frustrazione. Tempi per il rientro allungati e soprattutto il dubbio insinuato nella testa del ragazzo, tornerò mai forte e sano come prima?
Visualizza questo post su Instagram
Il coach spinge Riedi a non mollare, anzi, rilanciare: vero che la sfortuna è stata assurda, ma devi trovare la forza per trasformare questo nuovo stop in un’opportunità. È il momento per prendersi il tempo necessario per tornare in campo in condizioni fisiche migliori che mai, lavorando con qualità sul rafforzamento di tutta la sua struttura fisica, quella che forse era la sezione più carente in Leandro. “Ha avuto il tempo di lavorare in palestra settimana dopo settimana, ha messo su tanta massa muscolare e ha acquisito nuove conoscenze sulla preparazione e su quanto possa spingere il suo corpo, cosa gli è stata assai utile” racconta coach Steinegger. “Abbiamo anche lavorato sull’avere obiettivi che andassero oltre il risultato immediato, cercando di costruire una base solida che potesse camminare parallelamente ai risultati”. Non tutti i male vengono per nuocere, se si riesce a sfruttare l’opportunità.
Il nuovo infortunio è stato per Riedi davvero difficile da gestire e superare: “Era come se non credessi più nel mio corpo, nella possibilità di tornare davvero” racconta Leando. “Magari immaginavo di poter tornare a giocare un torneo, ma poi mi sarei fatto male di nuovo, e costretto a stare fermo altre settimane. Questa era la mia paura” confessa lo svizzero. “Per fortuna avevo un grande team intorno a me, che mi ha aiutato a mantenere un atteggiamento positivo e mi ha fatto accettare quel che stava accadendo. Ero più nervoso, non volevo parlare di tennis, non guardavo partite. Credo che da gennaio ad aprile non abbia visto nemmeno una palla in tv, e forse questo mi ha anche aiutato“.
Non ha mollato Leandro, ha lavorato bene e finalmente il ginocchio è tornato al 100%, tanto che a maggio è tornato sul circuito Challenger per cominciare la risalita. Al terzo torneo disputato ha centrato la prima qualificazione in carriera a uno Slam, niente meno che a Wimbledon. Il bis a New York, dove ha ha confermato i progressi, e ha iniziato un volo meraviglioso, non dando assistenza ai passeggeri sull’oceano come i suoi familiari, ma battendo uno dopo l’altro a Flushing Meadows gente come Martinez (pure in tre set), Cerundolo (rimontando da due set sotto!) e quindi un pizzico di buona sorte al terzo turno, dove il polacco Majchrzak è strato costretto al ritiro sul 5-3 del primo set. Si può dire che Leandro fosse anche un po’ in credito con la buona sorte… “Se ci credi sempre e lasci che la tua testa si focalizzata solo sul lavoro e non sulla negatività, i risultati arrivano” confessa Riedi dopo aver centrato gli ottavi d US Open. “Se ci credi, puoi superare momenti difficili e tornare ancor più forte di prima”.
Contro De Minaur sarà decisamente sfavorito, ma non ha niente da perdere e potrà giocare sulle ali dell’entusiasmo, forte di un discreto talento e colpi offensivi. Certamente questo clamoroso risultato – è già n. 166 nel Ranking Live, +269 posizioni! – sarà una vera svolta per la sua carriera. Una prima era arrivata nel gennaio 2020, quando ebbe la possibilità di allenarsi per una settimana a Dubai niente meno con il suo idolo Roger Federer. “È un’opportunità che puoi avere solo una volta nella vita”, raccontò allora Riedi, “abbiamo fatto degli ottimi allenamenti e ci siamo molto divertiti, lui è un ragazzo eccezionale e molto simpatico. Mi ha dato tanti consigli utilissimi su come lavorare in campo, come muoversi in partita e reggere lo stress del punteggio. Ho chiesto lui come si gestisce fisicamente e mentalmente un quinto set… abbiamo parlato per ore, è stato bellissimo”.
Marco Mazzoni
TAG: Leandro Riedi, Marco Mazzoni, Us open 2025
2 commenti
Bellissima intervista..
Chissà che Leandro stasera nn faccia il colpaccio…
queste belle storie fanno proprio bene allo sport e alla vita in generale.
Sarebbe bello se vincesse ancora una o due partite.