Hawk eye: il tennis a 360 gradi (Seconda parte-Spotlight su Jack Sock)

09/07/2013 10:17 1 commento
Jack Sock classe 1992, n.84 del mondo
Jack Sock classe 1992, n.84 del mondo

Spotlight:
Jack Sock (Lincoln, 24 settembre 1992)

Nella carriera junior di Jack Sock c’è un record impressionante che dice molto di più dei crudi numeri: 80-0! Ottanta sono le vittorie che per 4 anni ha mietuto nel circuito giovanile delle high school dello stato del Kansas. L’imbattibilità, in una nazione che fa della competitività una filosofia, è qualcosa di eccezionale a ogni livello dello sport.
Si intuisce perché le aspettative sul ragazzo del Nebraska, in un periodo di crisi nera per il tennis americano, siano pressanti e immediate. Troppi sono gli interessi economici che devono essere salvaguardati dalla presenza di qualche ottimo atleta, che sappia in poco tempo arrivare nella top ten.

Jack Sock è senz’altro il tennista che più di chiunque altro in America può scalare le classifiche e rispondere alle speranze di tutto il movimento tennistico a stelle e strisce. In verità, vista la schiera di giovani promesse americane, Jack non è solo; tuttavia tra i modelli a stampino, ottenuti a somiglianza di Andy Roddick, Sock presenta il gioco più potente e più fisico di tutti. Naturalmente, poiché si parla di un seguace del profeta Roddick, servizio e dritto sono i fondamentali base per il gioco aggressivo del talentuoso ventenne.

In particolare il dritto, giocato con rara esplosività, consente di applicare schemi semplici e molto redditizi. Nella sostanza con quel colpo Jack costruisce la maggior parte dei punti, ma soprattutto impone con le buone o con le cattive il ritmo dello scambio. Una volta raggiunto l’obiettivo del controllo è difficile per chiunque ribaltare l’inerzia e l’avversario o ha la capacità di variare e rallentare, senza offrire colpi risolutivi a Jack, oppure non ha altra opzione che rischiare il colpo definitivo per uscire dalla asfissiante pressione (ma provateli a scagliare in anticipo o da tre metri oltre la linea di fondocampo, occorre essere dei Nadal).
Sock tuttavia non è soltanto forza bruta. Ultimamente l’uso del rovescio slice e della palla corta sono varianti introdotte con maggior frequenza nel suo gioco. Nel complesso diremmo che la scarsa raffinatezza tattica è funzionale al risultato, ed è altresì vero che in tanta potenza c’è anche una meravigliosa spettacolarità. La pallina fila via che è uno schianto. Sock insomma ci piace tantissimo per come interpreta il tennis, da giocatore dominante e, osiamo un parallelo pugilistico, da picchiatore.
Ciò non deve far dimenticare alcuni limiti che ancora persistono nello sviluppo tennistico del giovane americano: primo fra tutti una mobilità che in situazioni non di dominio lo rende un giocatore attaccabile sugli spostamenti. Se si vuole andare a fondo poi non si deve nascondere che il gioco di rete sia tutto tranne che elegante. Ma d’altronde, non si può chiedere ad un randellatore di sfilare con grazia sulle passerelle dell’alta moda. A ciascuno il suo; e il suo per Jack e quanto di più dinamitardo esista nel panorama dei tennisti poco più che ventenni. Il ruolo di Jack è oggi e quasi sicuramente resterà, quello del duro dei movies d’azione hollywoodiani.



Il torneo di Winnetka è stato segnato dal teatrale ritiro di Alex Bogomolov Jr nella semifinale con Klahn. L’episodio crediamo sia noto ai più e ha fatto il giro del web: terzo set, 1-2 Klahn, palla break sul servizio di Bogomolov. Scambio condotto bene dal russo fino a quando una palla di Klahn prende aria e cade vicino alla linea. Dentro, fuori? Le immagini non lo chiariscono, Bogomolov si ferma aspettando la chiamata out, che non arriva, con conseguente assegnazione del punto a Klahn. Gioco 3-1 Klahn. Quello che accade dopo rientra tra gli episodi sgradevoli, di cui forse è bene non aggiungere commenti. Ognuno può vedere e giudicare sulla spropositata reazione di Alex Bogomolov e sulla successiva motivazione (un improvviso dolore alla schiena) del ritiro. Spiace soprattutto per il protagonista, numero 2 della race challenger, con un’ottima annata in corso che avrebbe potuto trovare un modo migliore per farsi ricordare. Spiace anche per Klahn, uscito stordito e suo malgrado vincitore sul campo, con modalità che sicuramente non sono piaciute neanche a lui. Peccato perché di tennis di qualità ve ne è stato parecchio nella settimana. Grazie a Jack Sock ad esempio, all’indiano Devvarman, allo stesso Klahn.

La prima semifinale quella tra Sock e Devvarman è stata molto combattuta e a tratti godibilissima, con momenti di tennis veramente eccelsi. Sock parte contratto nel primo set fino a subire il break sul 3-3. Chiama un MTO ed esce dal campo. Al rientro subisce un parziale di 4 giochi consecutivi, che porta Devvarman al primo set e al controllo del secondo set. La partita appare fortemente indirizzata, anche per le difficoltà di spostamento del ventenne americano. Invece il match inaspettatamente gira. Sock esplora la profondità del campo con il dritto, costringendo Devvarman ad arretrare di un paio di metri oltre la linea di fondo. La chiave tattica per neutralizzare l’indiano è quella, tanto che, nonostante la corsa e i recuperi, Devvarman diviene inoffensivo. Nel terzo set l’apoteosi e la bellezza delle situazioni che il tennis riesce a creare, si realizza dal 4-3 Sock. Break, condito da vincenti meravigliosi, portano l’americano sul 5-3 e sul 5-4 40-0 e servizio. Partita finita? Neanche per scherzo. Devvarman scaglia un rovescio diagonale angolato e dal rimbalzo bassissimo, poi errore di Sock, fino alla palla del 40-30 che Sock vede fuori, ma che l’arbitro di sedia non chiama per il 40 pari. Il doppio fallo di Sock evidenzia il nervosismo del momento, di cui Devvarman fa tesoro, dopo un’altra parità e una seconda palla break. Si giunge al TB con Sock in confusione e ancora con la testa ai tre MP consecutivi non sfruttati. Va sotto 0-4, poi con rabbia esplode colpi quasi definitivi in ogni occasione. Riacciuffa Devvarman sul 4-4. Poi dal 4-5 gioca tre punti con concentrazione e volontà, riuscendo a chiudere. Sock esce dal campo scuotendo la testa, incredulo per quanto compiuto e nonostante i problemi fisici accusati. La vittoria della semifinale di Sock e l’esito della seconda semifinale, condizionano la sfida per il titolo. Tanto che Sock mentalmente carico dispone agevolmente di Klahn, certamente disturbato dall’episodio della sera precedente. Il punteggio eloquente dice che agonisticamente la partita non c’è stata. Sock vince sulla sua superficie preferita, sfondando la barriera dei top 100. Dopo Tiburon 2012, questa è la seconda vittoria nel circuito Challenger. La crescita del ragazzo del Nebraska è soltanto all’inizio.

CHALLENGER WINNETKA – (Cemento) – $50,000 – SEMIFINALI E FINALE

(8)Klahn b Bogomolov(1) 4-6 6-4 3-1 rit.
(3)Sock b Devvarman(5) 3-6 6-4 7-6
(3)Sock b Klahn(8) 6-4 6-2

Tra i diversi challenger europei disputati nella scorsa settimana troviamo il challenger sloveno di Portoroz. Nonostante il montepremi basso il challenger presenta 3 top 100 e diversi giocatori nei top 160 del ranking mondiale chiudendo l’entry list al numero 342 con il ceco Konecny che è riuscito a raggiungere i quarti usufruendo del ritiro dello spagnolo Brugues Davi ( lo spagnolo era avanti di un set). Tra i top 100 oltre il russo Donskoy non potevano mancare i due sloveni più avanti in classifica, Zemlja e Bedene. Il primo è andato a vincere il torneo, dopo l’ottimo risultato della settimana precedente nel torneo di Wimbledon, lasciando solo un set, proprio in semifinale contro Bedene. Dopo essere stato sotto 76 42 Grega ha iniziato a macinare gioco e complici alcune scelte errate dell’arbitro, che hanno fatto innervosire Bedene, è riuscito a imporsi in rimonta. Con questa vittoria Grega raggiunge il suo best ranking al numero 44 e portandosi per la prima volta nei top 50 è il primo sloveno a raggiungere questo traguardo (altri traguardi raggiunti dalla sloveno per la prima volta sono il 3 turno in un grande slam e una vittoria contro un top 10). Finalista a sorpresa l’austriaco Martin Fischer che si è imposto tra gli altri sul russo Donskoy,testa di serie numero 2. Altro semifinalista del torneo è lo spagnolo Menendez Maceiras, che approfittando del ritiro, come nel caso di Konecny, quando era sotto di un set è riuscito a imporsi su prima su Kavcic, poi su Ghedin e infine sul bielorusso Ignatik, esperto sulle superfici veloci.

Challenger Portoroz (30.000$ cemento) Semifinali e finale

Zemlja b. Bedene 67 75 62
Fischer b. Menendez Maceiras 36 63 63

Zemlja b. Fischer 64 75

Dicevamo poche righe più sopra dell’ottima settimana di Fischer, finalista a Portoroz, adesso ci occupiamo della vittoria di un altro austriaco, ben conosciuto Andreas Haider Maurer. L’austriaco, tornato con questa vittoria nei top 100 (98) e non molto lontano dal suo best ranking (70), si è imposto nel torneo rumeno di Timisoara lasciando solo un set in finale al sempre presente Ramirez Hidalgo (35 anni ormai). L’austriaco era presente in tabellone con la testa di serie numero 3, preceduto dal giocatore di casa Ungur (uscito malamente contro Crivoi) e da Odesnik, poco adatto a queste superfici ed infatti uscito contro il francese Eysseric al secondo turno. Sorpresa del torneo è stata sicuramente quella del serbo Miljan Zekic, proviente dalle qualificazioni, che complice un tabellone piuttosto semplice è riuscito ad arrivare alle semifinali. Il serbo ha 24 anni ed ha come best ranking il numero 267 (ottenuto nel 2011).Sorpresa nel torneo, oltre l’eliminazione di Ungur, anche quella di Pablo Carreno Busta che si è fatto sorprendere dall’esperienza di Ramirez Hidalgo, arrivato poi in finale. Infine segnaliamo i quarti di finale raggiunti dall’italiano Vagnozzi, entrato come ultimo in tabellone (299), sconfitto poi dal vincitore Haider Maurer.

Challenger Timisoara (30.000$ terra) Semifinali e finale

Haider Maurer b. Crivoi 63 63
Ramirez Hidalgo b. Zekic 75 63

Haider Maurer b. Ramirez Hidalgo 64 36 64


Alessandro C.
Daniele Sforza


TAG: ,

1 commento

sasa83 09-07-2013 10:25

Grande jack unodei miei giovani preferiti con vesely e kudla…gli auguro una carriera da top10, infortuni permettendo 😉

1
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!