Ferrero dopo l’addio ad Alcaraz: “Sto soffrendo, serve tempo. Non è una rottura facile”
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Una separazione che assomiglia più alla fine di una storia d’amore che alla conclusione di un semplice rapporto professionale. È questo il tono, intimo e doloroso, con cui Juan Carlos Ferrero ha raccontato a Marca la rottura improvvisa con Carlos Alcaraz, il giocatore che ha plasmato fin dall’adolescenza fino a portarlo al numero uno del mondo.
Ferrero parte dall’origine della frattura, individuata nel mancato rinnovo del contratto. Una discussione rimasta sospesa, mai davvero affrontata fino in fondo: «Quando finisce un anno bisogna rivedere alcuni aspetti contrattuali. C’erano alcune cose su cui non eravamo d’accordo. Forse si sarebbero potute risolvere sedendoci a parlare, ma alla fine non l’abbiamo fatto». Una mancata comunicazione che ha finito per pesare più delle divergenze stesse.
Il cuore dell’intervista, però, è il racconto del dolore umano. Ferrero non nasconde quanto la rottura sia stata traumatica: «Abbiamo avuto un rapporto allenatore-giocatore molto stretto. Abbiamo entrambi bisogno di tempo per elaborare questa separazione. In questo momento sto soffrendo. Ci deve essere un periodo di lutto. E credo che mi farà male vederlo giocare nei tornei». Parole che restituiscono la profondità di un legame costruito in anni di lavoro quotidiano, viaggi, vittorie e tensioni condivise.
Sul fronte economico, Ferrero è netto nello sgombrare il campo da equivoci: «Non ho mai preso in considerazione l’aspetto finanziario. Non è mai stata la cosa più importante per me. Avevamo tutti l’idea di continuare, poi è successo quello che è successo». Una precisazione che allontana l’idea di una rottura legata esclusivamente al denaro.
Il tecnico valenciano spiega anche perché, almeno per ora, non prende in considerazione nuove sfide professionali: «Non è un periodo piacevole. Viaggiare così tanto, stare lontano da casa, tutto questo ha un prezzo. Ho adattato il mio stile il più possibile a Carlos. Ora ho bisogno di due o tre mesi di riposo e di far passare il dolore». Solo dopo, eventualmente, valuterà altre opzioni.
Alla domanda su una possibile chiamata di Jannik Sinner, Ferrero risponde con sincerità disarmante: «È qualcosa su cui dovrei riflettere. Sono giocatori straordinari, ma non è il momento di pensare a questo. I miei pensieri sono ancora rivolti a Carlos. Ho ricevuto proposte, ma è impossibile per me stare con qualcun altro adesso».
Eppure, nonostante la ferita ancora aperta, Ferrero non chiude del tutto la porta al passato: «Con il rapporto che abbiamo avuto, chiudere definitivamente non sarebbe logico, né per lui né per la squadra». Una frase che lascia spazio al tempo, unico vero giudice di una separazione che, oggi, fa ancora molto male.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Carlos Alcaraz, Juan Carlos Ferrero

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..la vita è difficile anche x i fuoriclasse
Curiosissimo di vedere come CA giocherà AO, vedere se avrà un calo o meno.
In teoria nel breve nn dovrebbe cambiare molto, si continuano ad applicare le cose di sempre.
Ma potrebbe esserci un turbamento da separazione o una carenza strutturale per l effettiva assenza del coach
Confermato che la rottura viene dalla famiglia e non dall’atleta.
Ora vedremo dove lo porteranno i familiari.
A mio avviso non chiude completamente a Carlos.
Comunque è significativa la differenza con Jannik venuto via a 13 anni da casa ed in grado di chiudere autonomamente con Piatti e ricrearsi un team da zero.
Il figliol prodigo Carlitos tornerà all’ovile.
quindi si deve presumere che la rottura sia effettivamente dovuta al fatto che la famiglia Alcaraz insisteva per la residenza all’accademia di Murcia, mentre Ferrero voleva che si allenasse a quella di Villena.
entrambe le posizioni sono lecite e condivisibili, ma ovviamente inconciliabili