Il perugino cerca un tennis più aggressivo Altro, Challenger, Copertina

Passaro programma il 2026: ripartirà da Alicante con Pescosolido (probabile nuovo coach)

21/11/2025 10:44 Nessun commento
Francesco Passaro - Foto Antonio Milesi
Francesco Passaro - Foto Antonio Milesi

“Al 20 novembre mi sento un po’ stanco dopo un’annata tosta, con la decisione importante della separazione da Roberto, momento a cui volevo arrivare con un’altra classifica. Ha pesato anche lo stop di tre mesi…” Così Francesco Passaro inizia un’interessante intervista concessa a Spazio Tennis, nella quale il tennista perugino tira una riga su un 2025 di alti e bassi e delinea il progetto tecnico per la prossima stagione. Belle parole sull’ex coach e mentore Roberto Tarpani, dal quale si è separato dopo una vita insieme dai campi di Perugia a quelli degli Slam, per cercare di responsabilizzarsi maggiormente. Chiari anche gli obiettivi a livello tecnico: passare ad un tennis meno fisico e più aggressivo nel campo.

“Ho bisogno di provare a vivere con un po’ di leggerezza la routine del torneo, con lo stress del risultato”, continua Passaro, “mi allenerò bene per oltre un mese e questo mi aiuterà”.

“Il 2025 è stato con bellissimi alti, ma anche problemi e quindi bassi. Quando ho raggiunto il mio best in Sudamerica ho avuto l’infortunio e lì avrei potuto fare buoni risultati. Però sono rientrato bene a Roma, confermando il terzo turno. Quando ero piccolo andavo sempre al Foro a prendere autografi, giocare bene lì è importante, mi fa tirare fuori quel qualcosa in più che in altri contesti fa più fatica ad uscire. Ho vinto il mio primo match in uno Slam, anche se per ritiro e ho passato le qualificazioni. Non ha raggiunto del tutto i miei obiettivi, ma ci sono state cose buone nell’anno che si sta per chiudere”.

La decisione di interrompere il lavoro con coach Tarpani, colui che l’ha formato fin da piccolo: “Non è stata semplice, la maturavo da un po’ di tempo. Roberto mi ha dato tanto, il giocatore che sono oggi lo devo lui, ha sempre creduto in me, giorno dopo giorno siamo arrivati in top100 e giocare tre tabelloni Slam. La decisione è quella di uscire dalla mia comfort zone e rimettermi in gioco per fare un salto che finora ho faticato a fare. Gli infortuni arrivati in momenti in cui giocavo bene non hanno aiutato. Roberto per me è stato come un padre, mi ha sempre protetto e preso decisioni, ora voglio responsabilizzarmi un po’ di più. Mi sono sempre fidato di lui e e mi ha protetto tante volte in passato. È una decisione dolorosa perché tra di noi c’è un rapporto umano e affettivo che rimarrà per sempre. Lavorativamente parlando penso che sia la scelta migliore per me”.

“Sto facendo una prova con Stefano Pescosolido, faremo la preparazione insieme e vedremo quello che sarà. Lavorerò due settimane con Stefano ad Alicante, ci sarà anche Luca Nardi. Prima farò dei test fisici a Torino. Anche Mosé (Navarra) farà parte del team nel prossimo anno, mi conosce benissimo ed è una presenza importante”.

Dove migliorare? Francesco ha le idee chiare: “Continuità a livello di atteggiamento e prestazione piuttosto che un aspetto tecnico. Il mio ranking è figlio dell’essere altalenante. Nei grandi palcoscenici la prestazione è alta, non sempre ci sono riuscito a livello Challenger. Sto cercando di colmare questo gap. Sto cercando anche di stare più vicino alla riga di fondo, tagliare il campo per prendere la palla prima e mettere pressione all’avversario. Da terraiolo ho sempre spinto tanto, ma un po’ troppo da dietro e nel tennis moderno questo non funziona più tanto”.

“Nel 2026 credo di giocare in Sudamerica, l’idea è riprovare la trasferta, sperando che vada meglio…”.

 

Marco Mazzoni

 

 


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