Musetti sceglie Perlas come “super coach”. Funzionerà?
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Musetti & Tartarini, più Perlas: funzionerà? Nella off-season il team del top 10 di Carrara si arricchirà dell’esperienza, qualità e carisma del coach spagnolo. Uno che da anni frequenta il tour e dovunque si è fermato ha lasciato il segno. Guidare due talenti così diversi come Moya e Costa a vincere uno Slam, portando il bel Carlos anche al n.1 del ranking (seppur per pochissimo) non da tutti, anzi è roba da pochi eletti. Solo quando conosci alla perfezione le complesse geometrie e “meccaniche divine” che regolano il nostro amato tennis puoi riuscirci, e allo stesso tempo devi riuscire ad entrare nella testa e nel cuore di chi segui, toccando le corde giuste per farti ascoltare. Perlas ha lavorato anche con Fognini per un periodo, e viene spontaneo pensare che la vicinanza tra Lorenzo e Fabio possa aver contato qualcosa nella scelta di Musetti. La voce che ci fosse un nuovo innesto nel team del toscano c’era da tempo, e anche il nome di Perlas era trapelato, in “ballottaggio” con quello di un altro illustre connazionale, ma in questi casi è sempre bene andare coi piedi di piombo e attendere conferme prima di lanciarsi. Ieri la conferma è arrivata e sarà curioso vedere come José si inserirà nel team, quante settimane lavorerà con Musetti e anche come sarà la gestione di questo nuovo “triangolo tennistico”.
Solo il campo darà il suo responso, vedremo se Lorenzo cambierà passo dal punto di vista mentale dove ancora c’è ampio margine di crescita, soprattutto nella gestione dello stress pre e durante la partita, in modo consentirgli di giocare sempre più libero da tensione e sciolto nelle esecuzioni e scelte, cancellando del tutto quelle fasi di attendismo che ogni tanto tornano a farsi vive e lo zavorrano. Tartarini ha lavorato benissimo nell’ultimo periodo, riuscendo a razionalizzare non poco il gioco di Lorenzo spogliandolo di orpelli tanto belli quanto un po’ barocchi e non efficienti a farlo performare, senza tuttavia impoverire affatto la sua qualità e magia di tocco. Il servizio poi ha cambiato passo e quando funziona a dovere tutto il suo gioco si impenna perché oggi “Muso” entra forte col primo diritto di scambio e comanda, e da lì un bell’andare. Ma c’è ancora enorme spazio per migliorare, nella selezione dei colpi, nell’autostima, nel tenere mentalmente e riuscire farsi scivolare la negatività di quando la giornata non è delle migliori e sente meno la palla. In questo l’esperienza e “durezza” di Perlas potrebbe essere molto importante. Tuttavia c’è un punto di domanda che, appreso il nome di José qualche giorno addietro, mi fa riflettere.
Perlas è un coach di valore, indiscutibile la sua conoscenza e impatto su ogni giocatore allenato. Ma… è sempre stato qualcosa di diverso dalla canonica figura del super-coach, come è per esempio Cahill per Sinner. Darren, il più grande ammiraglio della storia moderna della disciplina, lo ripete a ogni intervista: l’allenatore è il “Vagno”, è lui che guida gli allenamenti, cura nel dettaglio la parte tecnica, accompagna quotidianamente il lavoro di Jannik; io sono più un gestore, osservo, parlo con Sinner di tennis ma anche di vita, controllo che tutto sia eseguito per il meglio e fornisco un punto di vista diverso. Un lavoro più sull’aspetto umano che tecnico, per elevare al massimo il lavoro di tutti gli altri con la sua enorme esperienza. Un gestore, un direttore d’orchestra sapiente che lascia ad ogni violino la libertà di esprimersi e controlla che sia in sintonia con tutti gli altri per arrivare alle armonie migliori possibili. Perlas finora in carriera è stato tutt’altro: è stato “il” coach. Quello che, di fatto, è sempre stato Tartarini per Musetti. José è un grandissimo allenatore, è uomo di campo, è persona che sa parlare forte e chiaro ed ha idee molto precise del tennis e del gioco. Ha carisma ed esperienza, ma è un coach pieno, fatto e finito, più che una persona che osserva e aggiunge qualcosa al lavoro di tutti gli altri, come è appunto Cahill o è stato Becker per Djokovic, altro esempio lampante e che funzionò benissimo; o anche Ivanisevic sempre per il serbo quando c’era ancora Vajda.
Il dubbio è che possano crearsi sovrapposizioni di ruoli. La eventuale presenza di voci diverse a guastare la comunicazione al giocatore non sempre è un fattore positivo, perché il tennis è disciplina complessa e gestire un top 10 lo è ancora di più. Eccellente aver un dialogo, un confronto e sottoporre idee, ma il rischio è che possano crearsi malintesi e tensioni, come per esempio accadde nel team Medvedev con l’ingresso di Gilles Simon. Ovviamente questi sono scenari, la speranza per Musetti è che i rapporti tra i membri del team siano limpidi, definiti, e che ognuno riesca a collaborare alla perfezione con gli altri, in modo che Perlas sia uno straordinario valore aggiunto e pietra angolare su cui costruire novità, rafforzare i punti di forza e cancellare debolezze. Al momento lo non sappiamo, ma magari Tartarini dopo una vita spesa a fianco di Lorenzo sente l’esigenza di passare qualche settimana in più a casa e quindi un Perlas, coach “totale”, diventa perfetto; oppure José, con la sua esperienza, sarà bravissimo a ritagliarsi un ruolo ideale per aggiungere novità e positività a tutti, abbassando il livello di tensione che spesso nel corso degli incontri di Musetti è assai alta.
Perlas rappresenta una scelta importante per un tennista forte e in evoluzione come Musetti. I due inizieranno a lavorare a dicembre, il tempo non è molto prima degli Australian Open. Non resta che attendere le prime parole del giocatore su questa scelta – che ovviamente non tarderanno ad arrivare visto che la notizia è uscita – e soprattutto il responso del campo. Nel 2026 c’è da confermare la top 10, migliorare ulteriormente tennis e atteggiamento, e soprattutto tornare a vincere un torneo, magari uno di quelli “pesanti”.
Marco Mazzoni
TAG: Jose Perlas, Lorenzo Musetti, Marco Mazzoni, Simone Tartarini

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Credo che Perlas servirà per un obiettivo a breve termine ma molto importante di Lorenzo.
Si leggono i messaggi e sembra che i giocatori si debbano sposare con lo specialista tecnico .
Tartarini continuerà a seguire Musetti e si arricchirà lui stesso della presenza dello spagnolo.
Qualcuno (mi pare l’utente tinapica) ha generato un meraviglioso calembour (valido sia per il Fogna che per il Muso)
Perlas per i porconi
😆 😆 😆 😆
Sto ridendo da ieri
❗ 💡
Beh, la prima cosa che mi è venuta spontanea leggendo la notizia è che Perlas è stato uno storico coach di Fognini, e che ci siano affinità comportamentali/caratteriali tra Lorenzo e Fabio mi sembra piuttosto evidente…e visto che il parere generalizzato degli utenti più o meno sostenitori di Musetti è una carenza di incisività nel supporto tecnico ma soprattutto emotivo dell’attuale staff, probabilmente c’è qualcosa di vero in questo (vox populi..) che si è concretizzato in una scelta di supercoach collaudato con un altro temperamento “vivace”, entrambi indubbiamente talentuosi ma che hanno bisogno di “incanalare” questo “genio e sregolatezza” con un aiuto da fuori fatto di competenza, incisività ma anche di tanta comprensione e costruttiva pazienza
Io avrei preso Fognini. ..
@ Detuqueridapresencia (#4515794)
Io a quello non gli rispondo, non lo nomino e non gli do nemmeno pollici da qualche tempo, lo ignoro come spero un giorno faremo tutti…
Ma Barazzutti non è più nel team Musetti?
Marco Mazzoni ha deciso di continuare a scrivere su questo sito. Funzionerà?
Tranquillo vedrai che verrà sporadico a infonderti maggiore ottimismo sul raggiungimento dell’obiettivo #1 😆 😆 😆 😆 😆 😆 😆 😆 😆
Tutto giusto,
Però se la statistica misura i punti vinti, difficile dire che si sta facendo male.
Credo che le statistiche da migliorare riguardino la risposta alla prima di servizio, dove intanto Lorenzo non è certo ai primi posti, e poi contro i migliori è lì che devi fare qualcosa per impensierirli, altrimenti giocano sul velluto.
Credo e spero che abbiano messo bene in chiaro i ruoli durante la fase di trattative.
Altrimenti sarebbero dei principianti allo sbaraglio e checché ne pensino i detrattori non arrivi a certe posizioni di classifica da principiante.
A me non dispiace la scelta di Perlas, probabilmente sarà Tartarini a fare un passo di lato e lasciare più campo al nuovo arrivato, soprattutto sotto il profilo della gestione degli allenamenti.
Il più responsabilizzato da tutto questo sarà Lorenzo, sarà lui che si dovrà consegnare con fiducia al nuovo allenatore e se capirà i nuovi metodi di lavoro potremmo davvero sperare in un Musetti più solido.
La crescita di Musetti è stata costante, non ha mai avuto picchi sporadici e cadute improvvide, ogni anno ha migliorato qualcosa del suo gioco e pure del suo Ranking arrivando in Top10 nonostante le mancate vittorie nei tornei. Però, cari detrattori e tifosi delusi, alle finali bisogna arrivarci, se su 96-64-56 partenti nei 500 e 1000 arrivi tra i primi 4 ci vuole della fantasia a chiamarti fallito o perdente, se su 128 partenti arrivi 2 volte nei primi 4 e una nei primi 8 sei un fior di atleta, alto che pippa.
Riuscirà Perlas a dargli quel 5% che gli manca?
Siamo tutti in trepidante attesa, ma secondo me il suo lavoro si comincerà a vedere dopo gli AO, prima è troppo presto.
Lorenzo ha il sogno del Numero UNo e lavora ogni giorno per quel sogno, secondo me non ce la farà perché davanti ha un fenomeno italiano e uno spagnolo e se ne avesse uno solo potremmo anche farci un leggero pensiero, ma quei due si divideranno il primo e secondo posto a lungo. Se Musetti arriverà al terzo posto avrà fatto il massimo che avrà potuto.
Personalmente mi piacerebbe che, anche solo una settimana, arrivasse al numero uno un rovescio ad una mano dopo il regno di Re Roger, l’ho sperato per Wawrinka, Dimitrov e persino TsiTsi, figuriamoci se non lo spero per un italiano, ma ci credo ZERO.
Comunque la curiosità per il 2026 di Lorenzo si è alzata parecchio, penso che la bacheca dei trofei potrebbe, finalmente, cominciare a riempirsi. Quali trofei? Vedremo…
Se si parte puntando solo sul rosso, lo considero un grosso errore il 70% dei tornei sono su cemento. Esempio: Musetti in risposta sulla prima di servizio risponde spesso in back o risposte bloccate, su campi veloci diventa un suicidio soprattutto un Musetti che risponde lontano dalla linea di fondo. Hai letto e scritto che in risposta le statistiche dicono che Musetti e dietro solo a Sinner e Alcaraz, credo (non sono un esperto sulle statistiche) che la statistica è generica, chi gioca a tennis sa benissimo un conto è rispondere morbido, un conto rispondere aggressivo
Tutti gli allenatori prima di diventare “famosi” erano un signor nessuno. Ferrero, inizia allenando Zverev ma la cosa non funziona e si separano..poi trova Alcaraz e diventa Ferrero. Se vogliamo Vagnozzi era più “famoso” avendo allenato Cecchinato e Travaglia portandoli al best ranking. Perlas e Cahill al contrario hanno un pedigree tra i più importanti in assoluto. Ma al tempo stesso è altrettanto vero che sono i giocatori che fanno la fortuna degli allenatori. Sinner ed Alcaraz sarebbero diventati grandissimi pure se li allenava un pupazzo di neve. Rublev, Tsitsipas, Zverev li potevano allenare i migliori allenatori ma ho l’impressione che quelli sono. Bublik non è mai stato allenato da nessuno, nel senso che chi lo allena è più un amico, ma eccolo là in tutto il suo talento. La verità è che non sappiamo minimamente se ci sarà una alchimia positiva negativa o neutra. Di certo è cambiata la narrazione. Nel passato a parte l’allenatore di Borg da chi erano allenati Panatta, Connors, Laver, McEnroe e via dicendo? Ora arriva un nuovo allenatore e si è già vinto lo scudetto…
Ci sarà qualcuno che dirà: a questo punto era meglio restare con il solo Tartarini?!?
Speriamo, ho la scorta di popcorn per queste occasioni.
@ murbi (#4515776)
Ben che vada al n.3
lo scoprireeemo solo vivendooo……
Se ha portato Moya al Numero 1 non oso pensare dove porterà Lollo.
Per me è un’ottima mossa, anzi, la migliore.
La stagione appena trascorsa sulla terra rossa ha visto Musetti essere secondo solo a Sinner e Alcaraz ma, in alcuni momenti, ha avuto percentuali di risposta addirittura migliori di sinner e alcaraz.
Mi trova quindi d’accordo il voler fare un’ulteriore passo di qualità per vincere qualcosa di importante sul rosso, è il momento giusto per darci dentro.
per il resto, è ancora giovane, ci sarà tempo per migliore anche sul cemento (premesso che già sull’erba è un bel vedere).
@ JannikUberAlles (#4515764)
C’è qualche verbo deturpato dal correttore, mi scuso!
Credo che sia difficile valutare l’effetto di un rapporto tra coach ed allenatore in fase “ante litteram”.
Non conta il valore dell’uno e dell’altro, non è matematica e 1+1 non sempre produce un 2.
Quanti casi di bravi giocatori e bravissimi allenatori non hanno funzionato? Tanti, anzi tantissimi!
Non sempre si realizza tra i 2 soggetti quella specie di “incastro” indispensabile così che una ruota dentata trasmetta all’altra forza e velocità.
Confesso che quando Sinner decide di passare da Piatti a Vagnozzi mi preoccupati e pure parecchio!
Sappiamo che Piatti ha un “caratterino” ma sappiamo anche che di tennis ne capisce molto e sono passati da lui tanti fenomeni.
Vagnozzi era una specie di “signor nessuno”, detto senza offesa, perché abbastanza “nuovo” per il tennis dei top e con qualche esperienza che poteva essere anche solo “episodica”…
Eppure tra i 2 le cose hanno funzionato e poi l’innesto di Cahill (pare consigliato da Becker) ha reso il cocktail “tecnico-tattico” davvero perfetto!
Il caso Ivanisevic: ha prodotto un netto miglioramento nel gioco (anzitutto nel servizio) di Djokovic ma è abortito con Rybakina e Tsitsipas.
E l’elenco potrebbe continuare…
Tornando a Musetti: io penso che questi giocatori in top-10 siano come le auto di Formula 1, molto sofisticate e soprattutto delicate!
In particolare Muso ha una testa che mi pare “complicata” perché ha un grandissimo repertorio tecnico (un po’ come Alcaraz) ma grandi difficoltà di ordine tattico e di solidità mentale (si vede nelle partite di grande “peso” come le finali).
Poi è un ragazzo che è stato formato (forse anche “deformato”) da un allenatore con cui ha un rapporto emotivo molto più consistente di quello tecnico, da cui sarebbe difficile separarsi sia fisicamente che affettivamente.
Forse dovrebbe essere Tartarini a mettersi in un secondo piano, magari gradualmente, e diventare “manager” più che coach, lasciando spazio a qualcuno che abbia le doti necessarie per sviluppare definitivamente quella meravigliosa “macchina” tennistica che è Lorenzo.
Non so se Perlas sarà la soluzione giusta, lo diranno i risultati, ma è già importante avere imboccato la strada del “cambiamento” in vista di un miglioramento che è davvero a “portata di mano” e di racchetta.
Forza Lorenzo!!
Il vero problema invece è: Musetti si adatterà e ascolterà Perlas….Oppure Perlas dovrà adattarsi a Musetti, lascio ha voi la risposta
Un coach che ha allenato giocatori più da terra rossa.
Vuole puntare al Roland Garros e sacrifica il cemento?
Oppure, preferendo lui storicamente il rosso, si affida a un coach che ha esperienza con giocatori che nascono su terra e sappia come migliorare questo tipo di giocatori?
Sono curioso di vedere come sarà il nuovo Musetti. Nuovo? No, lavato con… no, vabbè, mi vergogno di averla pensata.
Vuole vincere sul rosso. Ci sta.
Si presentera’ dicendo:io sono un…Perlas? 🙄