In ricordo di Federico Luzzi
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Il 25 ottobre 2008 scomparve Federico Luzzi, colpito da una leucemia fulminante. Uno shock per il mondo del tennis e non solo, che perse un ragazzo solare, con i classici spigoli del “buon toscano” ma estremamente generoso. Mamma Paola negli anni si è dedicata anima e cuore alla Fondazione FedeLux nata in suo ricordo, ottenendo risultati straordinari con tantissime iniziative concrete che ancora sostengono tante nobili cause. Nel mandare un abbraccio a lei, alla sua famiglia e a tutti coloro che gli volevano bene, ripubblichiamo il ricordo scritto da Marco Mazzoni, di una giornata a Todi ammirando il suo talento tecnico in campo. Perché Federico non sarà mai dimenticato.
Quel giorno a Todi, in ricordo di Federico Luzzi (di Marco Mazzoni)
Il calendario dice 16 settembre 2008. Ricordo perfettamente quel martedì. Cielo terso, leggero vento settembrino, temperatura perfetta. Una luce clamorosa rende il paesaggio ancor più spettacolare, da cartolina, tanto che scorrere dolcemente nel cuore della nostra Italia più bella (da Firenze a Todi, passando per Perugia) è un vero piacere. Ancor più se l’input al viaggio è l’amatissimo tennis. La giornata è una di quelle che aspetti tutto l’anno, così bella da maledire di non aver portato la macchina fotografica “buona” per accostare l’auto e scattare meraviglie, ricordi da custodire gelosamente. “Infatti…” annuisce il mio fido compagno di viaggio in tante esperienze sportive.
Prima fermata a Corciano, nei pressi di Perugia, per i 50 anni di Ellesse, brand storico e icona del Made in Italy, quello buono. Cerimonia toccante, visita al museo dei cimeli sportivi, pranzo (ottimo) in mezzo a tanti personaggi del mondo della racchetta, incluso un irresistibile Ion Tiriac in grande spolvero con i suoi aneddoti unici. Però l’orologio segna già le 14.30, e nella vicina Todi c’è un altro evento che ci ha spinto in Umbria: il torneo Challenger. Oltre al buonissimo campo di partecipazione, con vari giovani da osservare (tra cui Matteo Trevisan), il programma è arricchito dal ritorno in campo di Federico Luzzi dopo un periodo di stop.
Arriviamo al club insieme al mitico Rino, anche lui presente a Corciano. Chiediamo poche info agli addetti, un paio di programmi e via in campo. Ramirez Hidalgo mulina con totale sicurezza i suoi colpi, passiamo oltre. Saluto l’amico Claudio Grassi, vedo Di Mauro che parlotta fitto fitto con Rizzo, meglio non disturbare. Sul campo adiacente scorgo Luzzi che attende in risposta, siamo a metà del primo set. Al servizio lo spagnolo Menendez Maceiras, che prova da sinistra un kick vigoroso. Fede si avventa su quella palla spavaldo, avanzando oltre un metro in campo con il massimo dell’anticipo. Boom! Impatto secco, a tutta velocità, e palla che taglia il campo cross, quasi imprendibile. Questo è Luzzi. E’ velocità, adrenalina, rischio. Spettacolo. L’aretino sembra elettrico, carico come mai. Guarda dietro, verso di noi. L’intensità del suo sguardo vale più di mille parole. E’ l’immagine della voglia di giocare, di riprendersi tutto, di divertirsi e divertire. Il suo servizio non va ancora al meglio, qualche colpo scappa lungo, ma c’è un abisso di talento e di manualità tra i due. Prova di tutto Fede, e molto gli riesce.
Le sue corde alternano frustate a tutta velocità a tocchi improvvisi che fanno sobbalzare i presenti, compiaciuti dai suoi ricami, dalla fantasia e facilità del suo tennis. Arriva una “smorza” delle sue, giocata con una velocità di esecuzione ed eleganza superiori. L’altro neanche ci prova ad andarci, sa che non ci riuscirebbe mai, ed è giusto così. La partita fila via bene, le sensazioni crescono, ed anche l’intensità del suo tennis. E’ evidente che la condizione non sia ancora al meglio, ma le sue doti tecniche non l’hanno affatto abbandonato, ed è pure abbastanza veloce, scattante, reattivo. Corre leggero, ringhia e diverte. Chiude lasciando solo cinque giochi all’iberico, ma lasciando in tutti i presenti la sensazione che questo “talentaccio” toscano abbia ancora qualcosa di importante da dire e da dare su di un campo da tennis. Esce dal campo con un sorrisone compiaciuto dopo la bella vittoria, felice di esser tornato in campo e di essersi divertito. Saluta tutti, stinge mani, non si nega a nessuno perché lui ama la compagnia. Ama assaporare la vita. Passa anche vicino a noi, un cenno di saluto e via in doccia. Riappare dopo poco, vestiti casual, occhiali da sole d’ordinanza e borsone in mano. Abbraccia la compagna e volano via insieme, a bordo della sua auto cabrio. E’ l’immagine della salute, di un giovane uomo di nuovo felice.
Ciao Fede.
Marco Mazzoni
TAG: Fedelux, Federico Luzzi, Marco Mazzoni

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“A Federico sorridevano gli occhi e la gente se ne accorgeva”.
Sua madre ha fondato la FedeLux, una fondazione che raccoglie e distribuisce fondi per la ricerca, per ambulatori, ma soprattutto per aiutare e dare un supporto psicologico a chi è colpito dallo stesso male di Federico.
E ricordo Flavia Pennetta, per lei era un fratello, il primo figlio lo ha chiamato Federico e ha rinunciato a un torneo che l’avrebbe portata in Top10 per andare a dargli l’ultimo saluto.
Noi lo ricordiamo per i sorrisi e le “luzzate”, oltre che per dei colpi fantastici, i colleghi e chi gli è stato vicino parlano sempre di quanta umanità avesse…
Una sorte cattiva!
Pazzesco, 40 gg prima dava spettacolo a Todi, 40 gg dopo moriva a causa di una leucemia che non gli ha lasciato scampo. Purtroppo è la vita, oggi ci siamo, domani chissà, per questo bisogna cercare di godere di ogni attimo felice e di ogni cosa anche piccola, tutto potrebbe cambiare in un attimo. Luzzi era classe 1980?
❗ ❗ ❗ <3
Il mistero della vita…
La vita…grande dono
17 anni…ciao Fedelux
Grande Luzzi, sempre sorridente, sempre felice e pieno di vita e gioia!
Tip Federico liuzzi.