
US Open 2025, Darderi sogna l’Arthur Ashe: “Con Alcaraz non ho paura, mi sento pronto”. Paolini – “Finals? Ci proverò, ma l’obiettivo è restare stabile”. Bellucci dopo la sconfitta con Alcaraz – “Felice di essere entrato sull’Ashe, fiero di come ne sono uscito” (Video)


Un bacio al tatuaggio dedicato a nonna Elisa e via, verso la storia personale. Luciano Darderi centra per la prima volta in carriera il terzo turno degli US Open, confermando i progressi già mostrati a Wimbledon. Una crescita evidente, che parte dalla testa e si riflette in campo: “Mi è cambiata un po’ la testa in questo torneo – ha spiegato in conferenza stampa – sono migliorato molto mentalmente e fisicamente. Questo salto mi aiuta a essere più veloce e aggressivo. Vincere sulla terra mi ha dato fiducia, perché ho capito che posso esprimere un buon tennis anche qui”.
La gestione del match con Spizzirri
Contro lo statunitense Spizzirri, Darderi ha saputo mantenere la calma nei momenti complicati:
“Sono contento, un po’ stanco ma felicissimo. Non è mai facile battere un giocatore di casa, anche se sei avanti in classifica. Il primo set è stato strano: io bene all’inizio perché lui era molto teso, poi però è salito sia nel secondo che nel terzo. Sono contento di come ho gestito quel momento”.
Il match point, chiuso dopo uno scambio interminabile, lo ha visto crollare a terra: “C’era tanta emozione e anche un piccolo crampo al quadricipite, ma niente di serio. È stato uno dei punti più lunghi del match e sono felice di averlo chiuso così. Ora sono stanco, ma avrò un giorno per recuperare”.
L’attesa sfida con Alcaraz
Al terzo turno, Darderi troverà Carlos Alcaraz, numero 2 del mondo. Una sfida che il 23enne azzurro sogna da tempo:
“Durante il match ho pensato spesso alla possibilità di giocare sull’Arthur Ashe contro Alcaraz. Era un pensiero fisso fin dal sorteggio. Lui ha molta più esperienza, ma io non ho paura di nulla: è una partita di tennis come tante. Certo, giocare su uno stadio così grande e contro uno dei migliori al mondo è speciale, ma penso di meritarmelo. Sarebbe bellissimo scendere sull’Ashe, il più grande di tutti”.
Jasmine Paolini avanza agli US Open. Nella notte italiana, la n.1 d’Italia ha conquistato il terzo terzo turno consecutivo a Flushing Meadows, superando con autorità la 17enne americana Iva Jovic, già affrontata lo scorso marzo a Indian Wells.
Ricordi e crescita dall’esperienza californiana
“Avevo già giocato contro questa ragazza a Indian Wells – ha raccontato in conferenza stampa – e sapevo che sarebbe stato un match complicato. È migliorata tanto da marzo, è solida, sta su tutte le palle e ha un ottimo atteggiamento. Con il mio team abbiamo preparato bene la partita e questo mi ha aiutato a gestire i momenti di calo. Nel complesso sono contenta, è stata una buona vittoria”.
Il prossimo ostacolo: Marketa Vondrousova
Al terzo turno Paolini troverà la mancina ceca Marketa Vondrousova, campionessa di Wimbledon 2023:
“Lei ha un talento speciale – ha spiegato Jas –. Gioca con grande mano, ha già vinto uno Slam e sarà una sfida molto dura. Per batterla serviranno massima attenzione, livello alto e concentrazione costante”.
Obiettivi e il periodo più complicato
Paolini ha poi parlato dei suoi traguardi stagionali e delle difficoltà superate negli ultimi mesi:
“Il sogno delle Finals c’è – ammette –. Non è il mio unico obiettivo, ma sarebbe ipocrita dire che non ci penso. Per arrivarci devo restare stabile e continuare a crescere. Il periodo più complicato è stato la stagione sull’erba: dalla partita con Jabeur sono iniziati i dubbi, l’erba non perdona. Poi il cambio di coach e una settimana molto dura a Montreal. Ho dovuto isolarmi, chiudermi con le persone che mi vogliono bene. Da Cincinnati ho ritrovato equilibrio, serenità e fiducia”.
Il legame con una foto speciale
A fine match Jasmine ha voluto ringraziare di persona il fotografo Ray Giubilo, autore dello scatto che nelle ultime ore ha fatto il giro del web:
“È una foto bellissima – ha detto sorridendo –. Se dovessi scegliere tre immagini da incorniciare direi questa, quella della semifinale a Wimbledon con tutto il mio angolo dietro, e una al Foro Italico. Magari con la coppa, perché quel torneo è stato davvero speciale”.
Italian photographer Ray Giubilo with a one-in-a-million shot of Jasmine Paolini at the US Open 👻
(via raygiubilo/IG) pic.twitter.com/XnjdjpnRK4
— Bastien Fachan (@BastienFachan) August 26, 2025
La notte dell’Arthur Ashe Stadium ha consegnato a Mattia Bellucci una delle esperienze più intense della sua giovane carriera, nonostante la netta sconfitta contro Carlos Alcaraz. Il 24enne azzurro, alla prima volta sul Centrale più grande del mondo, ha raccontato in conferenza stampa emozioni, difficoltà e riflessioni maturate in un contesto tanto speciale quanto impegnativo.
Emozione e difficoltà
“Sì, assolutamente: c’è stata tanta emozione e tanta difficoltà – ha ammesso Bellucci –. Già solo vedere il Centrale durante il riscaldamento è stato particolarmente emozionante. Ho chiesto io di fare il warm-up lì, per avere almeno qualche riferimento in più, ma non si può simulare quello che succede in gara contro un campione di questo tipo. Sono stato in grossa difficoltà, ma ho cercato di mantenere un atteggiamento positivo per tutta la partita”.
Che cosa intende? “Vuol dire tenere la testa alta, continuare a muoversi, essere propositivo, prendere scelte coraggiose senza scendere a compromessi. È chiaro che ci sia un grande dislivello tra me e lui, ma questo non può essere che uno stimolo. Carlos ha giocato una partita incredibile, io però sono fiero di come ho gestito la situazione”.
Il livello di Alcaraz: “Ti toglie il tempo e colpisce fortissimo”
Dal punto di vista tecnico, Bellucci non ha dubbi:
“Ho cercato di togliergli tempo, ma Alcaraz se lo prendeva sempre. Appena aprivo un minimo l’angolo, entrava con grande decisione. Colpisce la palla forte, ha un ventaglio di giocate che non ti aspetti, sia di dritto che di rovescio. Con altri giocatori, se insisto sulla diagonale di rovescio, qualcosa ricavo; oggi solo a tratti. Inoltre, il suo servizio è eccezionale: preciso, veloce e con una seconda a uscire da sinistra che è davvero tanta roba”.
Un pubblico “rumoroso”
La cornice da 20.000 persone è stata un fattore in più:
“In realtà non è stato tanto il vociare a crearmi difficoltà, ma il fatto di non percepire bene il rumore della palla. Le luci, il cambio continuo di prospettiva, il brusio costante: sono tutte cose che rendono unica l’esperienza. Non mi ha dato fastidio, anzi: l’ho trovato tipico e speciale. Firmi un ‘contratto’ quando entri su un campo così. Certo, la difficoltà è stata importante, ma resterà un grande ricordo”.
Dalla tensione all’orgoglio
Infine, i sentimenti prima e dopo il match:
“Quando sono entrato in campo provavo felicità, quando sono uscito ero fiero. Diverso da Wimbledon contro Norrie, dove c’era delusione per l’approccio. Qui sapevo che sarebbe stato un livello superiore al mio, ho accettato la sfida consapevole che sarebbero arrivati errori. Mi sarebbe piaciuto fare qualche game in più, soprattutto nei primi due set, ma va bene così. È stata una grande esperienza che mi porto dietro”.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Jasmine Paolini, Luciano Darderi, Mattia Bellucci, Us Open, Us open 2025
Penso che un errore simile sia da licenziamento.
eh insomma, bastava 5 minuti di menomazione che ti perde il set. e al quinto, col tifo a favore, Spizzirri si lasciava preferire
@ pablito (#4469022)
Vergognoso
Con vondrusova Jasmine è leggermente sfavorita purtroppo!
Ho constatato una situazione,non ho detto che il processo sia sbagliato ma attenzione:frenare no ma dare fluidità si e per farlo non devi proporre di spingere strappando ma cercare di anticipare l’apertura per creare spazio.
A fine partita aveva una faccia molto delusa. Troppo teso all’inizio, si è fatto spazzare via anche mentalmente. Poi nelle dichiarazioni fa benissimo a minimizzare, è tutta esperienza. L’importante per lui è che vinca più spesso con gli avversari alla sua portata.
Se Bellucci si riferisce al percorso sportivo che l’ha portato a giocare sul centrale di NY contro Alcaraz allora fa bene a sentirsene fiero, anzi fierissimo. Se invece parla del match in sé, allora no. 4 game in tre set si fa presto a contarli anche se quello è Alcaraz.
Era solo un momentaneo crampo. Si sarebbe risolto in poco tempo.
4 game ed esce orgoglioso, immagino che se ne vinceva 5 parlava di Miracolo, vabbè contento lui.
lucianone ha l’arroganza giusta e necessaria per questo incontro e sappiamo che la garra non gli manca, speriamo sia un bell’incontro
Ovunque te ne andrai, qualunque cosa fai, tu sempre e solo pietre prenderai…
“Kata metron”..tutto secondo misura. Io apprezzo l’understatement e l’autoironia, quel giocare a minimizzare se stesso e a non prendersi troppo sul serio. Dall’altra parte, come direbbe “qualcuno”, la tracotanza bisogna saperla sostenere come nel caso di Muhammad Ali, Jordan, Cobe Bryant, altrimenti l’esibizione testosteronica fa l’effetto dell’esibizionista che, non avendone gli attributi, spalanca l’impermeabile..
Occhio Darderi perché a dichiarazioni di questo tipo poi spesso seguono batoste allucinanti
Scusate scrivere di prima mattina non fa mai bene. Un abbraccio F. P. V.
Se Darderi risponde all’intervista dicendo che batterà Carlos direte che è poco umile , se risponde che ci prova dite che ormai i giocatori partono battuti.
Se Musetti dice che vuole diventare #1 dite che si è montato la testa, se Shelton è aggressivo non va bene.
Mi ricordate tanto Pietre.
@ Pier no guest (#4469050)
Riprendo: “La Jovic? Ancora grezza,alto potenziale ma tende a strappare quando accelera”.
Un coach intelligente evita di “frenare” un giovane talento ed è giusto che “picchi” la palla piuttosto che pallettare…
La tattica ed il controllo sono uno step successivo!
Ad esempio, quando hanno chiesto al Divino la differenza tra il duello con Carlos a US Open ’22 rispetto ad oggi, lui ha risposto che ai tempi pensavano solo a picchiare la palla mentre oggi contano molto la tattica e la gestione mentale.
Se iniziassero a frenare adesso la Jovic ne uscirebbe una specie di Bronzetti.
Ahimè!
Campione in carica ,il tifo fa brutti scherzi ,rido per non piangere
@ Jannik über Alles (#4469057)
BIG no BUG…
Ahahahah!!!!
Credo che sia un “freno” di natura inconscia ma il divario tecnico tra i Big-2 (ormai così soprannominati a livello mondiale) e gli altri sia davvero concreto ed evidente.
In pratica quando gli “altri” giocano “a tutta” fanno meno del 80% del potenziale dei 2 mostri!
Non ricordo quale campionissimo (forse Becker) abbia dichiarato che i Big-2 sparano cannonate restando comunque “in controllo” dei colpi e quindi con una probabilità di errore molto bassa…
Alcaraz è molto migliorato al servizio, con medie di prime sul 70%, un livello ancora lontano dallo standard di Sinner, ma sotto stress lo spagnolo (come visto a Wimbledon) potrebbe scendere verso il 50%…
Comunque, turno dopo turno, la finale tra i Bug-2 sembra sempre più probabile!
Sto guardando il match della Paolini e vanno ripetute due cose:
1)Jasmine ha una coordinazione straordinaria,impatta, quando spinge,sollevando i piedi nel dritto per scaricare il peso e lo fa perfettamente.Alla faccia delle valchirie la dimostrazione che si i centimetri aiutano ma non bastano,se hai mobilità, tecnica e intelligenza (oltre che determinazione) i risultati arrivano.
2)Dopo un punto ben fatto,non vinto solo ma giocato davvero bene, l’espressione è di compiacimento. Questo dà fiducia ma soprattutto spinge a voler fare ancora meglio.Non so come spiegarlo ma anziché il classico urlo che quasi chiude una fase il suo modo di fare fa “continuare” il momento,come dire :dai che ora ne faccio un altro,dai che mi sto piacendo e divertendo.
A fronte di tenniste ingrugnite, tese lei è un gran bell’esempio.
La Jovic? Ancora grezza,alto potenziale ma tende a strappare quando accelera ma ricevendo palle rapide è inevitabili e poi,va detto, è più facile che una tennista navigata sappia come affrontare nuovamente una giovane che il contrario. L’esperienza serve a questo.
Alcaraz Campione in carica e Bellucci Campione della Franciacorta, così mettiamo le cose al suo posto, caro Villarico.
@ Aquila. (#4469003)
Condivido al 100 %
Me lo sentivo infatti che con questo qui qualcosa non quadra…. È da quando è uscito fuori, che ancora non si era ritirato Nadal, che qualcosa non quadra…. Poi vabbè, meno male che è arrivato Jannik e quindi per me è scontato tifare l’italiano, altrimenti sarebbero stati tempi molto duri e oscuri (e in parte già lo sono).
Signor Villarico.
Una topica così, come già espressa, è da Premio Pulitzer (al contrario !).
Ma come si può ? 🙁
Dai.. Come si fa a scrivere che Alcaraz è campione in carica a New York. Lo sa pure mia nonna in carriola che il campione in carica è McEnroe: e lo ha detto l’IA…
Vero, a parole fanno tutti i fenomeni però poi partono già sconfitti ancora prima di entrare. Così non va bene.
Bellucci perde 6-1/6-0/6-3: non molto,per il resto no comment.
Ormai sembra che tutti abbiano accettato di essere solo dei comprimari nei confronti di Alcaraz e Sinner il che non è bello per il tennis
Nell’ era dei superlativi si può essere fieri di avere fatto quattro games.
Darderi mi sembra la seconda volta che chiude un match point da menomato.
se non erro a umago con Taberner si fece proprio male.
In entrambi i casi molto probabilmente se non avesse vinto il punto avrebbe perso il match.
@REDAZIONE
“Al terzo turno, Darderi troverà Carlos Alcaraz, numero 2 del mondo e campione in carica a New York”.
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Campione in carica è SINNER !!!!!!