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Elogio del (Buon) Tennis

16/11/2022 12:45 28 commenti
Taylor Fritz nella foto - Foto Getty Images
Taylor Fritz nella foto - Foto Getty Images

Tenez”(tenete!, prendete!): secondo un’etimologia largamente accettata, la parola tennis deriva dall’avvertimento che accompagnava il lancio della palla all’avversario. Erano tempi in cui ci si dava del lei, nella corte francese e negli ambienti aristocratici e dell’alto clero presso i quali, già dal Medioevo, si diffuse questo sport, praticato ancora senza racchetta, col lancio a mano. Un avviso, dunque, affinché la palla non colpisse il ricevitore sprovveduto o distratto. Questo stile signorile è il tratto che fin dalle origini contraddistingue il tennis. L’avversario deve avere il tempo per prepararsi a ricevere e rilanciare. “Tenez” è l’avvertimento del colpo, che si spera vincente, elaborato e costruito mentalmente affinché sia vincente.

Mi piace pensare al tennis come a un dialogo tra due brave persone che discutono di politica o di religione: non la pensano allo stesso modo, ma si rispettano. Sono entrambi competenti nel loro campo, quasi sempre mossi da passione, amore. Nel dialogo l’uno si sforza di comprendere l’opinione dell’altro che ha dinanzi; deve leggere, capire il suo mondo, compenetrarsi nell’antagonista con cui sta disputando, e a cui alla fine stringerà la mano, complimentandosi, talvolta abbracciandolo come si fa con un amico.

Piace il tennis, perché è un gioco umanissimo, che si pratica nei circoli frequentati da persone che si riuniscono nello stesso luogo per un comune interesse; un gioco in cui ci si affronta riconoscendosi uomini, entrambi con qualità e limiti. Il tennista cerca di individuare e superare i limiti propri, di capire quelli dell’avversario, senza mai sottovalutarlo. È un ‘gioco dialettico’ che richiede una rigorosa disciplina, una concentrazione straordinaria per studiare l’uomo che si ha di fronte e per trovare, attraverso svariati modi, la strategia efficace -l’argomentazione più stringente-, il colpo vincente -la parola più convincente. Non c’è una strada unica, perché davanti a sé il tennista ha ogni volta uomini diversi. Nel tennis non ci sono dogmi: l’atleta è libero di ricercare soluzioni, come chi argomenta esercita la propria libertà di pensiero. Giocare a tennis è infatti esplorazione continua di strade per giungere all’obiettivo; è studio, rinnovamento. Nel ‘dialogo’ fra i 2 che si fronteggiano le loro ‘parole’ -i colpi- risuonano nel silenzio, presupposto fondamentale in un dialogo in cui bisogna ascoltare l’altro con attenzione e concentrazione massima. Non può esserci un disturbo, un’alzata di voce, tantomeno frastuono da parte del pubblico, che deve riconoscere e assumere quello stesso stile. Si è soli nel tennis, l’unico con cui puoi dialogare non è un compagno di squadra che ti aiuta e sostiene, ma è il tuo avversario, che devi saper conoscere, compenetrandoti quasi, per entrare nel suo gioco, nella sua strategia. Non c’è sport che più del tennis spinga a comprendere la lingua della persona che si fronteggia, in un dialogo tra persone che acutamente devono saper ascoltare cosa l’altro sta dicendo, capire la sua lingua. Il buon tennista riconosce il valore altrui, ed è normale che alla fine della partita sia il vincente sia il perdente si complimentino reciprocamente e platealmente, prima di esprimere ogni altra considerazione.

Gli improperi verso l’avversario e i gesti violenti e inconsulti nel tennis vengono sanzionati con penalità di varia entità. Per la regolarità vigila, dall’alto della sua sedia, un giudice che controlla e segna ogni punto, coadiuvato da numerosi giudici di linea: nessuno sport ne ha tanti, perché nessuno sport richiede un così alto livello di fair play, di stile. Lo sport solitamente più seguito, il calcio, esige un solo arbitro per 22 giocatori che si muovono in un ampio spazio di gioco. Nel modus ludendi del tennis la disciplina è strettamente unita alla signorilità e all’eleganza. Recentemente Corentin Moutet, giovane francese promettente, già multato, è stato espulso dalla Federazione Francese del Tennis per i suoi comportamenti scorretti sul campo. Il tennis include quindi la perfettibilità del giocatore anche attraverso la sanzione. È una palestra di vita, il tennis, un esercizio di perfezione.

Rafael Nadal in una recente intervista, rilasciata alla fine della partita con l’americano Fritz nelle Finals di Torino, ha messo in luce che l’avversario non gli dava il tempo di pensare una tattica, i tempi del gioco erano troppo veloci per elaborare una strategia, il ritmo martellante gli rubava il tempo necessario per spostarsi nello spazio e conquistare la posizione da cui ribattere la palla, le accelerazioni erano superiori a quelle cui egli è abituato nel suo gioco. Con la sua acutezza, Nadal ha colto il cambiamento ‘epocale’ che sta avvenendo nel gioco del tennis. Un giocatore esperto, anzi espertissimo come lui, non può competere con la straordinaria potenza di colpi unita alla velocità spesso superiore ai 200 km orari, con la noiosa carrellata di aces che annulla lo scambio e riduce il gioco a un mero esercizio muscolare: la nuova tendenza del tennis.

Il giocatore deve controbattere l’impulso aggressivo, violento e velocemente sorprendente dell’avversario e può farlo solo utilizzando la stessa violenza. Non è più un dialogo, uno scambio vivace e costruttivo d’idee, un civile dibattito, sia pur serrato o serratissimo: si tratta di turpiloquio in cui si impatta contro parole pesanti che sono devastanti proiettili, lanciati senza il tempo di un avviso, cui corrisponde, dall’altra parte, un meccanico ‘basculamento’ destra-sinistra del giocatore avversario. Non parole leggere, non più volée! Come tutte le cose umane, anche gli sport si adattano ai tempi: in tempi di crisi in cui l’uomo insegue il ritmo forsennato della macchina non c’è tempo per il gesto sorvegliato ed elegante; tutta la sua vita diventa una corsa trafelata, destinata allo scacco, perché il pensiero umano è lento, ha bisogno di tempo; l’uomo è lento per natura e accelerando il ritmo per imitare le macchine può solo creare stress e patologie al suo corpo e alla sua mente. Come testimoniano i troppi frequenti incidenti che costringono gli atleti a fermarsi per le necessarie cure psicofisiche. Nell’allenamento il modello non dovrebbe quindi essere la macchina, ma la stessa natura umana, che possiede ciò che alla macchina manca: creatività, sentimento, consapevolezza del limite. Quel limite che Roger Federer, che pure rappresenta il Tennis come esperienza religiosa, ha riconosciuto ed accettato. Perché il cammino del buon tennista, come quello di chiunque aspiri alla divina perfezione, è certamente una scala senza fine, ma percorsa da un uomo che ha un tempo limitato e risorse finite e che pure continua a scalare a perdifiato, fino all’ultimo scalino
Gisella Bellantone


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28 commenti. Lasciane uno!

Giorgio il mitico (Guest) 16-11-2022 22:37

Ricordo alla gentilissima Gisella Bellantone di riflettere sullla sua frase “la nuova tendenza del tennis”.

Inoltre la invito a rivedere la finale Federer-Roddik a Wimbledon del 2009 con 30 aces di Roddik e 52 aces di Federer.

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fugitive 16-11-2022 21:58

È un po’ faticoso l’accostamento del dogma, una luce su una cosa così tanto complessa da essere ancora studiata, come la vita, ad uno sport entusiasmante, ma fondamentalmente molto semplice, come il tennis.
Concordo che “l’atleta è libero di ricercare soluzioni, come chi argomenta esercita la propria libertà di pensiero”, però sarebbe forte se anche quell’artigiano che ha modellato braccia, gambe e mente volesse un giorno dire la sua, argomentare, accendere una luce, pur lasciandoci liberi di non accettarla.
Ma qui si va in un altro territorio…
Però non è colpa mia, anche questa volta
Un abbraccio Gisella!

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fugitive 16-11-2022 21:06

Scritto da enzolabarbera1938@libero.it
L’ho scritto più volte che l’aces è un’offesa all’avversario. Impedirgli di rispondere, è stato considerato un gesto poco sportivo, disdicevole. Il servizio serve per aprire il gioco non per chiuderlo. Oggi il tennis è degenerato, dominato dai forzuti. Piace anche così, ma non è “morale”. Per questo motivo non mi è mai piaciuto il gioco di Berrettini, Isner, Opelka, Raonic. enzo

Anche io avevo notato la stranezza del termine “servizio”, come iniziare a mettere qualcosa in tavola.
È anche vero che giocano per vincere, l’idea della costruzione di un dialogo non si adatta molto bene alla nostra mentalità iper competitiva però è molto carina

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Mauriz70 16-11-2022 20:56

Bellissime parole Gisella. Un modello perfetto di come dovrebbe essere interpretato e praticato questo sport meraviglioso. Parliamo chiaramente di attività professionistica,perché se voltassimo lo sguardo,in campo nazionale, ai tornei Open di 4a o 3a categoria con amarezza dovremmo ammettere che si tratta,ahinoi, di UTOPIA

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Pier (Guest) 16-11-2022 20:39

Ho letto con piacere l’articolo ma resto un po’ perplesso. Il tennis odierno, sicuramente rapido e potente è frutto di un’evoluzione che è fisica ma anche tecnica (i giocatori sbagliano poco, non hanno più il classico “rovescio debole’) e di certo godono di una propedeutica legata da subito ad attrezzi ” facili” che favoriscono l’apprendimento della tecnica.
Il tennis come dialogo? Passaggio della pallina? Oh beh,Vilas- Higueras altro che dialogo… 4 ore di remate da fondo. Non dimentichiamo poi l’aspetto della durata dei tennisti, che spesso raggiungono la maturità a 28/30 che un tempo era l’età del ritiro. L’ace? Una volta era scorretta la palla corta, se seguita da un lob poi eravamo all’offesa personale. Ho già ricordato un match indoor tra Becker e Korda, metà anni ’90, finito in 5 set ma con durata effettiva di gioco di 19 minuti.
Il tennis è “violento” psicologicamente, non serve parlare : avanzare di un metro sulla seconda per indurre il doppio fallo, allacciarsi la scarpa… Allacciata, nei circoli raccogliere la palla più lontana di tutte per servire, tossire sul lancio di palla avversario. Un trucco d’un tempo era chiedere all’avversario “ma come fai a giocare quel colpo con quel movimento? È incredibile” così l’avversario inizia a pensarci (nel tennis non si deve pensare) ,perde fluidità e magari sbaglia.
Tennis perfetto oggi? No, il gioco di rete è affare per pochi e si è perso il fascino dello specialista delle superfici.

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Ciupaciupa (Guest) 16-11-2022 19:40

Magari del Voi e non del Lei…

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sandro columbaro (Guest) 16-11-2022 18:12

definito

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sandro columbaro (Guest) 16-11-2022 18:11

Questo approccio al tennis come dialogo stretto tra due persone utile per conoscersi e confrontarsi mi convince molto di più di quello che vede spesso il nostro sport avvicinato a una battaglia, a un combattimento. Troppo spesso lo si raffronta al pugilato che ha finalità ultime molto diverse nonostante venga definita nobile arte. Ottimo articolo che non nasconde molte tematiche psicologiche.

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enzolabarbera1938@libero.it (Guest) 16-11-2022 17:35

L’ho scritto più volte che l’aces è un’offesa all’avversario. Impedirgli di rispondere, è stato considerato un gesto poco sportivo, disdicevole. Il servizio serve per aprire il gioco non per chiuderlo. Oggi il tennis è degenerato, dominato dai forzuti. Piace anche così, ma non è “morale”. Per questo motivo non mi è mai piaciuto il gioco di Berrettini, Isner, Opelka, Raonic. enzo

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Oh, Reilly? (Guest) 16-11-2022 16:50

Bell’articolo.
Il primo paragrafo andrebbe inciso sulle cornici dei telefonini/pc/dispositivi che usano alcuni utenti qui dentro.
Entrando nello specifico, ricordo che lo stesso Nadal disse a inizio anno… 2021 (credo) che non gli piaceva questo “nuovo” tennis, fatto di colpi a tutto braccio, perché mancava in essi la complessità di uno sport come il tennis. Detto da uno che doveva perdere l’US Open contro Medvedev, e l’aveva quasi perso, per poi complicare il gioco in campo, forzare l’avversario a prendere rischi su rischi fino a fargli perdere quello slam, vale tanto.
Però non dimentichiamo che il citato Federer aveva un tennis molto vicino a quello attuale, un tennis di attacco totale, servizio, diritto, volée non erano mai interlocutori ma sentenze lapidarie, tacitiane. Non è un caso che molti tennisti moderni, a partire dall’attuale n.1, Alcaraz, ma anche Berrettini, dichiarano d’ispirarsi a quel modello, a quel tennis. E che Federer nonostante la bellezza dei colpi (di cui avevo già parlato in occasione del suo ritiro legandola strettamente alla rapidità delle sue ginocchia) è nella top10 dei big server, certamente anche per la longevità della sua carriera, non fa dismettere così facilmente i commenti dei più esperti di tennis che recentemente avevano visto nel servizio dei big server la prossima evoluzione del tennis. La ragione è presto detta: quando l’avversario mette una prima in campo giocabile, e si risponde con queste fiammate, con questi colpi veloci e aggressivi, si possono usare alcune strategie per avere la meglio, e la più semplice, diretta, e facile da usare è privare l’avversario di quel colpo, cioè puntare alla non-risposta, ovvero all’ace, da cui la maggiore attenzione che è stata posta recentemente al servizio. Per quanto mi riguarda più che in Fritz, individuerei i pionieri di questa nuova era (se tale sarà) in Keys e FAA, perché entrambi non facevano affidamento al servizio come tattica costante di gioco -il canadese aveva un buon servizio, che era però entrato in crisi da tempo. Che sia stato proprio lo zio di Rafa a farlo ritornare su quello va a maggior gloria delle sue doti di allenatore perspicace e lungimirante.

Come si può reagire a questa tendenza?
Beh, storicamente ci sono già tutti gli strumenti per limitarli, messi in opera dopo l’era di Sampras quando i campi erano notevolmente più veloci di quelli odierni, con il rallentamento degli stessi.
Non tragga in inganno e non ci si lasci prendere dal solito recentismo che ci impongono i tempi stretti dei social. La superficie di Torino non è lo standard dei velocità dei campi dei Tour maschili e femminili. Anche se bisogna riconoscere che ultimamente, causa rischi elevati d’infortuni su tali superfici rallentate, nonché su quelle dal sapore più tecnico, si è passati ad aumentare leggermente le velocità di alcuni campi. Ci si muove sempre fra questi due estremi, non limitare troppo lo scambio e non fare infortunare i tennisti.
Personalmente non disdegno il nuovo circuito Sudamericano su terra proprio per questo motivo, perché ha introdotto una ventina-trentina di tornei quasi esclusivamente su terra che è una superficie da rispettare ma che rispetta i tennisti, e sulla base di quella anche l’Australia sta promuovendo un circuito simile, seppur in sordina, per l’area sud-orientale. Anche se questa parcellizzazione del tennis, la sua regionalizzazione (si vedono in media 10 tennisti “locali”, il 90% circa, fra chi partecipa alle qualificazioni) non la vedo di buon occhio, è indubbio che mantenere i giocatori in una zona, farli giocare più spesso su superfici più uniformi fra loro, li sta rendendo più forti e pronti per sostenere queste partite più faticose degli ultimi 2 anni.
E credo che sia la scelta migliore da fare, aumentare il livello dei tennisti in generale, anche grazie a tornei con montepremi più cospicui in premi e punti, per prepararli adeguatamente ai tornei maggiori. Il tennis è un sistema, uno sport complesso, ma proprio per questo ha in se stesso gli elementi per autoregolarsi. Così è stato nelle fasi evolutive precedenti ( erbaioli, terraioli, big baseliner, big server, … ) così sarà in quelle successive. E’ sempre uno spettacolo in corso d’opera, nel volgersi di una partita, di una stagione.

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Tello (Guest) 16-11-2022 16:48

Scritto da Arturo
La rete dovrebbe essere alzata, adeguandosi all’accresciuta altezza media e a racchette molto più performanti

Lo penso anch’io da molto tempo, ormai gli atleti sono decisamente più alti di un secolo fa

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Ivan (Guest) 16-11-2022 16:26

Diminuire il peso della palla, rimanendo col volume identico.
I colpi diventerrebero controlabili.

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velenopuro 16-11-2022 15:44

Scritto da ilpallettaro
il tennis è uno sport e come tutti gli sport ha nella fisicità un elemento fondamentale. sarebbe strano il contrario.
poi in nessuno sport basta il fisico: a basket devi fare canestro, a calcio devi fare gol, a tennis devi fare tante cose per mettere in difficoltà l’avversario.
alle finals abbiamo 8 giocatori con tecniche e tipologie di gioco diversissime.

Il tennis è uno sport dove l’attrezzo conta tantissimo
Molto più che nel calcio e nel basket

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tennislover (Guest) 16-11-2022 15:43

Parole sagge, complimenti! Bisognerebbe ripartire dalle basi del tennis, prima che esso degeneri.

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tennislover (Guest) 16-11-2022 15:42

Parole sagge! Bisognerebbe

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velenopuro 16-11-2022 15:42

All’inizio c’erano i campi in terra (oddio, a volte in erba), le racchette di legno con l’ovale piccolo e le corde in budello di bue ecc ecc

Poi il tennis diventò sport popolare..
Si possono fare così tante racchette?
No, ovvio , a meno di disboscare la Scandinavia
E via con i materiali

E poi non è mica facile giocare con l’ovale piccolo, la gente vuol giocare ma non deve essere così difficile
Allora mettiamo l’ovale più grande

Eh ma la gente vuole giocare e fare punto, mica star lì a fare set che durano 2 ore..
E allora materiali ancora più performanti e tappeti sempre più veloci

E la gente vuol vedere partite di tennis ma che non durino 6 ore..
Appunto, adesso vedono spesso il flipper

p.s. Molti anni fa Dan Peterson raccontò che nella Major League di baseball provarono ad usare mazze in alluminio.
Risultato?
Una marea di fuoricampo.
Solo che la bellezza del gioco ovviamente ne soffriva
E si tornò alla mazza di legno

Si può tornare indietro nel tennis? No, assolutamente
Perchè la gente vuole vedere partite veloci e, quando gioca, vuole colpire la palla fortissimo
E le ditte voglion vendere racchette a milioni
E le TV han dei limiti di tempo

Se LA GENTE usasse la racchetta in legno (io l’ho fatto) non riuscirebbe nemmeno a fare un servizio da sotto nel 90% dei casi
Garantito

p.p.s. Se dovessi trovare un paragone tra il tennis come era ed il tennis come è (e come sarà) direi che c’è la stessa differenza che c’è tra gli scacchi e la morra

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velenopuro 16-11-2022 15:35

Scritto da Arturo
La rete dovrebbe essere alzata, adeguandosi all’accresciuta altezza media e a racchette molto più performanti

Così Opelka continua a sparare aces e Schwartzman invece che dei servizi fa dei lob

Mi pare giusto

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Sottile 16-11-2022 15:22

Complimenti per l’articolo, non conoscevo questa Gisella Bellantone. La vedrei bene col nostro tennista Alessandro Bellifemine :mrgreen:

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+1: il capitano
Arturo (Guest) 16-11-2022 14:55

La rete dovrebbe essere alzata, adeguandosi all’accresciuta altezza media e a racchette molto più performanti

10
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fugitive 16-11-2022 14:45

Bell’articolo 🙂 condivido quasi tutto.
Purtroppo ormai andiamo tutti di corsa, stiamo diventando drogati di adrenalina. In più coi social perdiamo anche il contatto umano ed è vero, il rispetto per l’altro diminuisce, diventiamo un po’ più maleducati…
Speriamo non sia un cambiamento definitivo!
Comunque è bello questo spazio per confrontarsi, si discute, ci si scontra, ma alla fine spero il rispetto per l’altro, come essere umano dietro un nickname rimane 😉

9
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+1: Sasem, Emma_Woodhouse
Luca Martin (Guest) 16-11-2022 14:35

Mamma mia!
Che bell’articolo.
Applausi!

8
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+1: Sasem, il capitano
Jack (Guest) 16-11-2022 14:23

Sono d’accordissimo… Queste finals e anche le finals Next Gen di Milano sono state finora noiosissima, campi troppo veloci, troppo facile per i bombardieri. Bisogna fare qualcosa perché così facendo il tennis a questi livelli è destinato ad annoiare.

7
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DTER68 (Guest) 16-11-2022 14:00

Un pezzone!!!
Penso comunque che dovremmo fare uno sforzo, distogliendo lo sguardo dall’aspetto nobile e leggiadro di questo, che a mio avviso non è un semplice sport ma una disciplina a tutto tondo, e tentare di tramettere questi nobilissimi concetti su un modello di tennis che sta irreversibilmente trasformandosi in altro, perchè la nostra epoca “è altro” accompagnando, controllando, questa delicatissima transizione che ci piaccia o no. Perchè dire NO a tutto costringerà un giorno a dire SI’ a tutto.

6
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Silver (Guest) 16-11-2022 13:41

Grande e bella Bellantone Gisella!

5
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+1: il capitano
Giannico Peccatore (Guest) 16-11-2022 13:31

purtroppo anche il tennis si sta piegando agli interessi economici come altri sport 😥

4
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ilpallettaro (Guest) 16-11-2022 13:28

il tennis è uno sport e come tutti gli sport ha nella fisicità un elemento fondamentale. sarebbe strano il contrario.
poi in nessuno sport basta il fisico: a basket devi fare canestro, a calcio devi fare gol, a tennis devi fare tante cose per mettere in difficoltà l’avversario.
alle finals abbiamo 8 giocatori con tecniche e tipologie di gioco diversissime.

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+1: tacchino freddo, il capitano, Emma_Woodhouse
-1: Sasem
alcot (Guest) 16-11-2022 13:08

in questa foto Fritz sembra uscito dal film “300”

2
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+1: il capitano, marcauro
La Freddezza di Sinner 16-11-2022 13:01

I tre set di di Fritz-Ruud sono durati più o meno come i due di FAA-Nadal perché Fritz prende e serve subito senza aspettare tutti i secondi a disposizione (FAA ieri ha avuto warning per time violation). La cosa straordinaria è che serve bene, senza apparentemente pensarci su.

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