Il tennis a Rio2016 risveglia l’amor patrio

04/02/2015 09:00 14 commenti
Serena Williams classe 1981, n.1 del mondo
Serena Williams classe 1981, n.1 del mondo

Non dobbiamo tornare troppo indietro nel tempo per vivere un momento storico in cui il tennis alle Olimpiadi fosse uno sport dallo scarso richiamo e sprovvisto dell’appeal necessario per attirare i tennisti più forti, i più famosi, i campioni per così dire. Con il passare degli anni però, il tennis, il nostro tennis, ha visto crescere la propria credibilità olimpica, smuovendo le coscienze dei top player e risvegliando in loro il desiderio di mettere al collo una medaglia olimpica e commuoversi magari durante l’inno nazionale canticchiato sotto la propria bandiera, lentamente innalzata in cielo: oggi le cose sono decisamente diverse e il tennis, tornato a essere disciplina olimpica da Seul 1988, è diventato appuntamento irrinunciabile per il prestigio e per la gloria imperitura che solo un titolo olimpico può regalare, il tutto corredato da una notevole quantità di punti da assegnare, per un torneo che dall’edizione di Pechino 2008 è stato equiparato a un Masters Series a livello ATP e a un Tier I a livello WTA.

Crocevia per poter partecipare alla manifestazione a cinque cerchi è però il passaggio forzato attraverso i turni in giro per il mondo della Fed Cup o della Davis, dovendo collezionare delle presenze nei due rispettivi tornei per poter maturare le “credenziali” necessarie.

Se a livello maschile i più forti solitamente giocano la Davis, da Djokovic a Federer passando per Nadal, Murray e Wawrinka, le donne invece hanno spesso snobbato la Federation Cup, riscoprendo l’amore per la propria terra e per la propria nazionale solo quando si sono trovati di fronte a una strada senza uscita: l’impasse legata a Rio2016 sembra quindi ripercorrere l’imbarazzo già vissuto prima di Londra2012, da una situazione che da paradossale assume ogni quadriennio contorni a dire il vero surreali.

Fra le atlete di punta, fatta eccezione per le varie Kvitova, Radwanska, Halep, ciclicamente tenniste di vertice come le sorelle Williams, la russa Sharapova o la Azarenka, solo per citare gli esempi più discussi, riscoprono il loro senso patriottico e l’appartenenza a colori nazionali giusto in tempo per vivere l’atmosfera olimpica: atteggiamenti discussi e discutibili che andrebbero regolamentati o perlomeno arginati. Sinceramente provo a mettermi nei panni di un americano o di un russo incollato di fronte alla tv: se nell’atletica leggera ad esempio, le varie leggende che si sono succedute in pista hanno incarnato al meglio la figura di idolo delle folle, quel campione ammirato dagli spalti nella sua forza e parimenti nelle sue fragilità di uomo normale una volta smessi i panni del supereroe quando sul podio olimpico scorrono giù fiumi di lacrime al solo sentire le prime note del proprio inno nazionale, come potrei emozionarmi per le gesta sportive di un atleta mio connazionale che sembra ricordarsi la propria identità solo una volta ogni quattro anno?

Se ti senti italiano, ti senti italiano sempre, nei pregi e nei difetti tipici di un popolo. Così lo stesso dovrebbe accadere se ti senti francese, spagnolo, americano, tedesco o russo: una bandiera e i suoi colori dovrebbero avvolgerti in ogni momento della vita, dovresti sentire in ogni cosa che fai il sangue di quel popolo che rappresenti, che semplicemente sei, perchè sei quell’insieme di caratteristiche, fisiche e psicosomatiche, che tratteggiano un Paese e i suoi abitanti. La Sharapova se non gioca la Fed Cup perché non ne sente il bisogno, può benissimo e dovrebbe benissimo fare a meno delle Olimpiadi. Serena Williams di par suo, se è troppo impegnata col suo ruolo di super star della racchetta e non ha tempo per le lunghe trasferte e gli impegni poco affascinanti come un primo turno di Federation Cup in Argentina ad esempio, può tranquillamente rinunciare a Rio2016, tanto ha già in bacheca diversi ori olimpici: perché quindi ambire a qualcosa che forse non è così radicato nel profondo?

Le posizioni oltranziste, specificando che nel mio caso si tratta di un semplice punto di vista, non aiutano e c’è da dire che sicuramente lo spettacolo ne guadagnerà, con le più forti che alzano il livello dei week end di questa spesso dimenticata manifestazione a squadre. Ma ci sono valori, e lo sport spesso li rappresenta nel migliore dei modi, che vanno oltre dinamiche semplici e superficiali e soprattutto oltre i meri interessi personali. Per poter vincere un oro olimpico come italiano, spagnolo, russo … in nome di un popolo intero che ti segue trepidante e si emoziona con te.


Alessandro Orecchio


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14 commenti. Lasciane uno!

Fantumazz 04-02-2015 18:33

@ Italians (#1256644)

Scusa Italians: ma lo dove vedi tutto questo patriottismo in Italia?
Io vedo un briciolo di patriottismo solo quando gioca la nazionale di calcio (e poi, e poi…).
Per il resto, vedo italiani che non hanno il benché minimo senso di appartenenza alla Nazione, che vedono lo Stato come un “nemico”, e che sono divisi su tutto, a cominciare dall’annosa questione Nord/Sud.
Solo quando un italiano va all’estero, complice l'”effetto-nostalgia” e l’irritazione per il fatto che tutti ci pigliano per i fondelli, allora riscopre un minimo di patriottismo.
Ma in Italia, tutto questo patriottismo io proprio non lo vedo.

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lending (Guest) 04-02-2015 18:11

Non fa una piega quest’analisi…io son viareggina e riconosco a occhio quando uno lo è perchè ci spaccheremmo in due per la nostra terra…non come queste tenniste mercenarie!

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Italians 04-02-2015 15:11

Le Olimpiadi, a mio personale parere, sono l’evento sportivo più bello in assoluto. La poesia dell’evento è incredibile, e vederci dentro anche il tennis non può che far piacere. Poi, in special modo per me che sono un cultore dei doppi, non può che far piacere vedere match di doppio tesissimi e sentitissimi tra grandi singolaristi e grandi doppisti, che in genere appartengono a mondi diversi. Andatevi a vedere Ferrer/Lopez F.- Llodra/Tsonga, Berdych/Stepanek – Melo/Soares, Federer/Wawrinka – Bryan/Bryan per intenderci. E poi c’è il doppio misto, altra disciplina ricchissima di storia ma davvero troppo bistrattata. E tutto ciò non sarebbe possibile senza quel senso di appartenenza alla nazione. Non vedresti mai una Azarenka che esulta con Mirnyi dopo un ace piazzato ad Andy Murray, ma non un’esultanza di facciata, ma di una che ci tiene davvero. Viva il patriottismo, italiano come di tutte le altre nazioni, viva le Olimpiadi, e chissenefrega se Serena non vuole giocare la Fed Cup! :mrgreen:

p.s. Per fortuna, e almeno in questo non paghiamo dazio, noi italiani problemi di patriottismo non ne abbiamo mai avuti. Dalla Davis alla Fed Cup alle Olimpiadi, quando una tua ragazza esce dal campo in lacrime dopo aver perso un secondo turno di doppio alle Olimpiadi, capisci che il patriottismo NON è il tuo problema.

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gianfranco (Guest) 04-02-2015 14:40

************* Olimpiadi *************
Il motto:”L’importante é partecipare” è una boiata pazzesca,o se preferite,fantozziana.
Il barone de Coubertin,che sosteneva che lo sport supera le diseguaglianze sociali,non ha mai provato ad essere il figlio di un manovale azzoppato con contratto a termine non + rinnovabile a causa dell’avvenuta zoppia…..

P.s.
Gli antichi dei olimpici,dopo aver appreso la storia del manovale azzoppato,se ne son tornati nell’olimpo.Non andranno in Brasile per timore d’incontrare le “dilettanti” tipo Serena Williams.

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pinkfloyd 04-02-2015 14:16

La Fed Cup è una manifestazione sempre meno convincente e con poco fascino, secondo me.
L’ITF la tiene in piedi sperando proprio di attirare e amplificare quello spirito “nazionalistico” e patriottico…che però sussiste poco (e a corrente alternata come si può vedere), nel tennis, in quanto sport totalmente individuale.
Tant’è che, nel palmares delle giocatrici, non si inseriscono mai le vittorie in questa manifestazione (giusto noi italiani possiamo farlo) e, il vincere uno Slam, per esempio, è anni luce più importante che accaparrarsi questo trofeo.

Poi alcune giocatrici dimostrano di tenerci (e io le apprezzo pure, perché no) e magari ci giocano davvero in modo sentito, anche come rappresentanti sincere di una determinata Nazione.
Ma tante volte può essere un intralcio alla carriera personale singola…e allora ci sono defezioni, oppure, peggio, la si gioca solo quando serve (in prossimità delle Olimpiadi, in pratica).

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biglebowsky 04-02-2015 13:51

è semplicemente una frase stupida e fuori dalla realtà.
parlare di caratteristiche fisiche e psicosomatiche per molti stati , dove convivono in nazionale e nella vita atleti ed uomini di etnie differenti, penso a stati uniti, australia, francia, gran bretagna ecc.ecc. è una sciocchezza colossale.
togliete questo passaggio, per pietà nei confronti dell’articolista, se non altro, please.

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Fantumazz 04-02-2015 13:21

Scritto da groucho
“… una bandiera e i suoi colori dovrebbero avvolgerti in ogni momento della vita, dovresti sentire in ogni cosa che fai il sangue di quel popolo che rappresenti, che semplicemente sei, perchè sei quell’insieme di caratteristiche, fisiche e psicosomatiche, che tratteggiano un Paese e i suoi abitanti.”
Trovo un che di inquietante in questo passaggio, specie l’ultima parte, quella sulle caratteristiche fisiche e psicosomatiche dei popoli. Sono il solo?

Effettivamente è un passaggio infelice.
Non dubito della buona fede di Orecchio, ma l'”amor patrio” è argomento assai delicato e va maneggiato con estrema cautela.

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Paolo (Guest) 04-02-2015 12:45

Il parlare di sangue, caratteristiche psichiche e somatiche (cioè fisiche) di un popolo in questo contesto non rievoca proprio niente di inquietante, a mio avviso.
E’ solo un modo di esprimersi che vuole sottolineare il fatto che i rapporti tra il professionista dello sport e il proprio paese dovrebbero essere caldi, passionali e pieni di empatia culturale ed emotiva: non occasionali, freddi e interessati, burocratici e di semplice passaporto. Una nazione è il frutto anche di una tradizione, è un “impasto” secolare fatto di mito, cultura, paesaggio con una fisionomia ben definibile, nella quale uno si dovrebbe identificare.
Con diritti e doveri reciproci, ovviamente.
Non vado oltre, per non uscire dall’ambito strettamente sportivo.

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Sc Hermulheim 04-02-2015 12:22

Credo che il discorso sia un po’ più complesso di una semplice questione di “amor di patria”.
Se la maggior parte delle top player disertano sistematicamente questa competizione magari la colpa non è solo delle giocatrici…
E anche la regola sulle 2 convocazioni obbligatorie in fed cup per poter giocare le Olimpiadi lascia il tempo che trova.
Se per ipotesi una giocatrice non fosse convocata per scelta tecnica dal suo capitano e non per decisione personale, sarebbe stupido non darle la possibilità di andare a Rio.
Inoltre(parere personale)obbligare le giocatrici quasi a mo’ di ricatto,e solo sporadicamente,non credo possa minimamente ravvivare una competizione presa sul serio negli ultimi anni solo da tre nazionali(Italia,Germania e Repubblica Ceca).
Gli assenti,e’ vero,hanno sempre torto,ma quando sono la maggioranza forse una riflessione sulla competizione e la sua formula bisognerebbe farla…

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Clemente (Guest) 04-02-2015 12:21

Io trovo inquietanti certi commenti di chi si nasconde dietro una tastiera…

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PitFranco_Is (Guest) 04-02-2015 12:18

In Effetti credo sia “sbagliato” che tanti snobbano la Fed o la Davis e poi si presentano L’anno delle Olimpiadi. ma Detto questo ci sono Interessi che vanno oltre lo spirito “Olimpico” ed Ogni Nazione schiera il meglio spinto da sponsor ect ect. prendiamo l’esempio Rio 2016 si gioca ad Agosto Sul Veloce con 1000 Pts tipo Premier/Master 1000 senza pregiudicare la preparazione al Us Open visto che si gioca quasi nelle stesse condizioni diventa quasi il Connubio perfetto per quasi tutti i giocatori Certo la Medaglia la merita chi gioca sempre in Fed tipo (Kvitova,Aga, Errani/Vinci Pennetta che in questi 4 anni sono state sepre li non li elenco tutte Ma anche Chiaro come Farebbero gli Usa a non schierare una Williams Forse 2 o la Russia con la Sharapova come la Bielorussia con poche possibiltà di medaglie non schieri la Azarenka. e meritano anche le giovani rampanti (infatti non capisco la Bouchard ) in questo caso rispetto di piu una Garcia o Giorgi o Pliskova ect ect infatti io credo che pur essendo un grande Amante di Tennis come di Ciclismo e chiaro che non siano Sport Olimpici per Antonomasia , certo La medaglia pesa uguale ma lo spirito e “poco” Olimpico.

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Talaaa 04-02-2015 11:05

@ groucho (#1256492)

Effettivamente…

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groucho (Guest) 04-02-2015 10:12

“… una bandiera e i suoi colori dovrebbero avvolgerti in ogni momento della vita, dovresti sentire in ogni cosa che fai il sangue di quel popolo che rappresenti, che semplicemente sei, perchè sei quell’insieme di caratteristiche, fisiche e psicosomatiche, che tratteggiano un Paese e i suoi abitanti.”

Trovo un che di inquietante in questo passaggio, specie l’ultima parte, quella sulle caratteristiche fisiche e psicosomatiche dei popoli. Sono il solo?

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Talaaa 04-02-2015 09:40

Purtroppo il problema è anche dei tifosi però, almeno da noi…
Alle Olimpiadi tutti a tifare i nostri per una medaglia, poi Seppi batte Federer e giù una caterva di insulti dagli stessi italiani 🙄

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