Spacca Palle - Numero 13 Copertina, Generica

Spacca Palle – Amarcord: la Coppa del Grande Slam e la sua eredità

18/12/2013 10:36 14 commenti
Il torneo nacque nel 1990 dai giochi di potere della IFT guidata dall'allora presidentissimo Philippe Chatrier contro l'ATP.
Il torneo nacque nel 1990 dai giochi di potere della IFT guidata dall'allora presidentissimo Philippe Chatrier contro l'ATP.

Il Natale è ormai alle porte. L’appassionato doc, in piena crisi d’astinenza da tennis giocato, mentre addobba l’albero con palle e festoni conta i giorni che mancano all’avvio della nuova stagione down under, ormai non così lontana. Chissà che proprio in queste giornate off-tennis a qualcuno non torni in mente la Coppa del Grande Slam, torneo indoor che non si disputa più e che proprio sotto le feste chiudeva la stagione del nostro sport. Un evento che merita di esser ricordato, perché fin dalla sua genesi creò un piccolo caso, oltre a regalarci match di qualità straordinaria.

Il torneo nacque nel 1990 dai giochi di potere della IFT guidata dall’allora presidentissimo Philippe Chatrier contro l’ATP.

L’associazione giocatori stava sempre più prendendo il controllo del tennis maschile, introducendo novità che toglievano “peso” alla ITF nell’attività stagionale. L’ATP cambiò il sistema di classifica – che funzionava da molti anni con successo – per spingere i tennisti a giocar sempre di più; creò il mini circuito dei Master 1000 (allora Super 9 e poi Master Series) per elevare di grado storici tornei (Roma, Monte Carlo, ecc) e contrastare la supremazia dei tornei dello Slam; cercava in ogni modo con il suo capo Mark Miles di “americanizzare” il tennis, portandolo dal punto di vista commerciale e di immagine ai livelli delle leghe statunitensi NBA o NFL, il tutto offuscando in parte tradizioni secolari dello sport della racchetta. Inoltre il Masters di fine stagione stava sempre più prendendo forza, elevandosi praticamente al livello di un grande Slam, nonostante fosse disputato con la discussa formula del round robin.

Proprio dall’intenzione di contrastare l’ascesa inarrestabile del Master nacque l’idea di un evento di fine stagione organizzato dalla ITF; magari in Germania, nazione leader nel tennis di fine anni ’80 grazie al magico duo Graf – Becker, con un’economia trainante ed una fame spasmodica di tennis. Detto fatto. In pochi mesi si concepì e lanciò la “Grand Slam Cup”. Un nome evocativo, che subito indirizzava lo spettatore verso il calibro della manifestazione e sulla propria derivazione. Ufficialmente la Grand Slam Cup era un’esibizione che non assegnava punti per il ranking ATP (…come avrebbe potuto, visto che l’associazione giocatori contrastò da subito la nascita del torneo!), e vista la collocazione a dicembre parevano non pochi i suoi punti di debolezza. Però l’evento vantava alcuni assi nella manica. Innanzitutto il premio faraonico di due milioni di dollari per il vincitore, prize money in assoluto più grande mai assegnato all’epoca, con un montepremi complessivo di ben sei milioni di dollari; fatto questo che lo rendeva assai appetibile ai tennisti, anche più di una settimana di relax alle Maldive dopo una lunga annata di partite… Inoltre le basi tecniche del torneo erano persino superiori a quelle del Masters ATP. Per qualificarsi niente di più semplice e corretto: visto che i quattro Slam sono i tornei più importanti, il diritto a partecipare alla Grand Slam Cup era acquisito per i 16 giocatori che nell’anno solare ottenevano nei Major i migliori risultati. Nessuna alchimia o calcolo astruso, solo un punteggio attribuito ad ogni turno raggiunto in ogni Slam e via stilata una semplice classifica di rendimento nei quattro tornei principali della stagione.

Questo garantiva un campo di partecipazione assai qualificato, poiché i migliori tennisti danno sempre il meglio nei Major, quindi era molto probabile che i best16 degli Slam fossero effettivamente i giocatori migliori. Un sistema semplice, molto apprezzato dai giocatori stessi. Altro punto a favore rispetto al Masters ATP era la formula della Gran Slam Cup: niente gironi, innaturali per il tennis, ma un tabellone tradizionale a 16 giocatori. In pratica un torneo che partiva dagli ottavi di finale, con le teste di serie elaborate dagli organizzatori a seconda dei risultati annuali negli Slam, proprio come per il sistema di qualificazione, e con semifinali e finale 3 set su 5. Un grande e ricchissimo evento quindi totalmente sganciato dai criteri di merito e risultati dei giocatori sul circuito ATP. “Non andranno da nessuna parte” tuonavano dalle stanze dell’associazione giocatori; ma ribattevano convinti dalla ITF “il vero tennis si gioca negli Slam, 3 set su 5, non nei torneini in giro per il mondo…”, sicuri che il loro evento avrebbe fatto breccia nei tennisti e negli appassionati.

Questa ed altre polemiche create ad arte infiammarono l’annuncio della manifestazione, di cui si parlò moltissimo nel bene e nel male, innescando non poche aspettative.
La prima edizione fu collocata dal 11 al 24 dicembre 1990, a Monaco di Baviera (…guarda caso il Master ATP era appena stato spostato a Francoforte) nella splendida Olympiahalle, diventando la vera chiusura della stagione, fatto che conferiva un che di solenne al torneo. Ottimo il campo dei partecipanti, tutti i migliori. Il solo Becker mancò per protesta contro l’ITF, visto che Boris era uno dei maggiori sostenitori dell’ATP; si è saputo poi che il vero motivo del forfait del tedesco derivò da problemi di sponsorizzazione in Germania, tanto che in futuro vi prese parte.

Il numero uno dell’anno Stefan Edberg capeggiava il seeding, ma presentatosi in cattive condizioni perse subito da Chang al primo turno in tre set. Lendl perse malamente contro il forte battitore americano Wheaton, quell’anno semifinalista a Wimbledon. Alle semifinali arrivarono 4 yankee: Sampras, che regolò in tre set Chang, Brad Gilbert e David Wheaton. I due, mai troppo amici, diedero vita ad un incontro spigoloso, durissimo, a suo modo epico, ben raccontato da Gilbert nel suo libro “Winning Ugly” con il titolo di “Million dollar match”, visto che tanto valeva l’incontro. Mai i due tennisti, di medio valore assoluto, erano arrivati a giocarsi una posta così alta, dovendo affrontare un avversario “possibile”, non il numero 1 del mondo. La tensione durante quella semifinale raggiunse picchi altissimi. Su alcune palle contestate arrivarono più volte ad un faccia a faccia da film western, tanto che ad un cambio di campo si sfiorò il contatto fisico! Con un soffertissimo 6-4 al quinto la spuntò il famoso ex coach di Agassi e Roddick, guadagnandosi così il sontuoso prize money ed il “privilegio” di farsi scannare dal servizio super di Sampras, che infatti alla domenica si aggiudicò in tre comodi set il primo titolo della Coppa del Grande Slam.

La prima edizione fu un successo enorme, da tutti i punti di vista, ma l’ATP fece di tutto per screditare la manifestazione. Mancava Boris Becker in Germania, ma il livello di gioco fu alto, il divertimento pure. Mancavano i punti ATP a dare una nobiltà completa, elevandolo oltre il rango di semplice esibizione; però si intuì subito che questo torneo era nato bene, e che avrebbe scritto altre belle pagine. Alcuni campioni continuarono a snobbarlo, proprio per il non essere affiliato alla ATP; al contrario molti atleti si presentavano in forma, speranzosi di portare sotto il proprio albero di Natale un assegno corposo… e convinti di dare spettacolo giocando con una certa leggerezza, altro fatto che spesso contribuiva allo show tecnico. Oltre alle polemiche, fu proprio il grande spettacolo che ci regalarono alcune edizioni a rendere immortale questo torneo.

Nel 1991 il campo di partecipazione fu modesto per le assenze di Edberg (infortunato), Becker, e quelle last minute Sampras, Courier e Agassi, tanto che il titolo se lo aggiudicò Wheaton. Dal 1992 in poi andarono in scena alcune edizioni memorabili. Proprio nel 1992 ci fu la prima partecipazione di Agassi e McEnroe, ciliegine sulla torta di un tabellone imponente, che regalò al primo turno un’incredibile sfida tra il numero 1 del mondo Edberg e Stich. Ne scaturì una delle partite più belle dell’anno, con il tedesco che prevalse dopo un match intenso e spettacolare, non meno della loro notissima semifinale a Wimbledon ’91; una vittoria che regalò a Stich la spinta giusta per vincere una splendida semifinale contro Sampras e quindi il torneo in finale contro Chang, per il tripudio del pubblico di bavarese.

L’edizione 1993 è quella “cult”, rimasta nell’immaginario di ogni appassionato doc. Becker si arrese al prestigio dell’evento e partecipò per la prima volta, trovando tuttavia ben poca gloria (perse subito da Ferriera). In semifinale Stich sconfisse ancora una volta Edberg, rimontando da due set di svantaggio in una partita dai valori tecnici straordinari, tra i migliori dell’intera annata. Ma il vero trionfatore del torneo fu il boemo Petr Korda. Gran talento mancino, a quel tempo ancora non del tutto espresso in vittorie, arrivò a giocarsi un’indimenticabile semifinale contro Sampras, che finì al quinto set per 13 a 11 in suo favore (come negli Slam, anche nella Coppa del grande Slam non si giocava il tiebreak al quinto set). Il match vide un’alternanza memorabile di situazioni di punteggio, condito da decine di scambi e colpi spettacolari, incluso il “dramma” sportivo dei due attori stremati ed in preda ai crampi ma determinati a spendere con coraggio ogni stilla di energia pur di vincere. Fu l’ennesima dimostrazione che quelle sfide erano tutto fuorché esibizioni balneari… Forze misteriose consentirono a Korda di presentarsi in campo per la finale il giorno seguente contro un fortissimo Stich, e di batterlo 11-9 al quinto in un match eroico per vis pugnandi e spettacolo tecnico. Quelle due partite di Korda sono entrate a buon diritto tra i migliori match degli anni ’90, incluso un punto pazzesco (cercatelo su youtube) in cui Petr giocò un dritto vincente da fondo campo in tuffo!

Nel 1994 la vittoria andò all’emergente svedese Larsson, ma si ricorda soprattutto la semifinale in cui Sampras vinse 10-8 al quinto contro Ivanisevic, un match ricchissimo di tensione agonistica. L’anno seguente fu proprio Goran ad aggiudicarsi il torneo, riscattando così una stagione complessivamente modesta. Nel 1996 arrivò il primo successo di Becker, contro Goran in finale; vittoria che riscattò in parte l’enorme delusione del tedesco per la sconfitta patita al Masters ATP contro Sampras in uno dei match più belli della storia del tennis moderno.

Con quell’edizione si chiuse il ciclo d’oro della Coppa del Grande Slam. Infatti nel 1997 il torneo fu spostato da fine anno a settembre, dopo l’Open degli Stati Uniti, per venir incontro alle richieste dei giocatori di accorciare un po’ la stagione, troppo lunga e logorante. Alla lunga questa scelta dell’ITF si rivelerà letale per il torneo, poiché il mese di settembre era già affollato dalla seconda settimana dell’US Open (che chiudeva la già faticosa estate sul cemento USA) e dalla Coppa Davis. Tuttavia la prima edizione settembrina riscosse un ottimo successo, con un eccellente campo di partecipazione ed una finale importante, che vide Sampras superare il fresco campione di Flushing Meadows Pat Rafter.

Con il 1998 iniziò il declino del torneo. Rios (indimenticabile talento cileno) vinse un’edizione in tono minore, con diverse assenze importanti e soprattutto alcun big che parteciparono all’evento con prestazioni troppo “vacanziere”, suscitando più di una polemica che l’ITF stentò ad arginare. Anche a livello di sponsorizzazione si ruppe qualcosa, tanto che nel 1999 andò in scena l’ultima edizione della Grand Slam Cup. Il canadese Rusedski si impose in finale contro il giovane tedesco Haas, ma per la prima volta l’evento fu quasi completamente snobbato dai campioni, con il solo Agassi che si rese disponibile. Mestamente calò il sipario sulla Grand Slam Cup.

In nome di una pax tra ITF e ATP, e probabilmente anche per metter fine al declino del torneo, la Coppa del Grande Slam scomparve, inglobata dal Masters ATP, a cui si poteva accedere non solo per diritto di classifica ma anche con il successo in uno Slam (insieme all’aver terminato la stagione con una posizione di classifica non inferiore al top20).

Oggi le ATP Finals sono un grandissimo evento, stupendamente organizzato a Londra ed a cui i campioni ambiscono a partecipare. Per vincere. Nonostante ci siano (pochi) pareri opposti, ritengo che una vittoria al Master valga quanto quella di uno Slam. Il suo albo d’oro parla chiaro, i grandissimi ci sono praticamente tutti e di vincitori “occasionali” direi il solo Corretja, che poi tanto scarso non è stato. Vero che la formula è aliena ai canoni storici e tecnici del gioco, ma in pochi giorni si affrontano solo i big, in match arricchiti da forti rivalità, quindi con zero voglia di perderli. Non puoi vincere un Master grazie ad un “tabellone amico”, devi battere i migliori, fatto questo che conferisce non poca credibilità e peso all’evento. Tuttavia l’esperienza della Coppa del Grande Slam poteva servire a migliorare l’attuale Master ATP, cosa che non è accaduta o solo in minima parte. E’ quindi un peccato che l’eredità del torneo sia andata perduta. Per accedere alle attuali ATP Finals dovrebbero contare di più i risultati ottenuti nei Majors, perché è lì che si gioca il Tennis vero. Sarebbe corretto che si attribuisse un peso maggiore ai quattro Slam per determinare la griglia dei magnifici 8, oppure portarla proprio a 16 come era nella kermesse della ITF. Sarebbe stupendo se il Master si giocasse su almeno una decina di giorni, con match 3 set su 5, magari proprio con la formula della Gran Slam Cup che era tecnicamente ideale. Con la stagione indoor ridotta all’osso e quasi umiliata di fronte all’eccesso di cemento e lentezza dei campi, è stato interessante rievocare la breve ma intensa epopea della Grand Slam Cup, che grazie alla bontà della formula e alle condizioni di gioco regalò momenti di tennis straordinario. Era il miglior regalo possibile sotto l’albero di Natale dell’appassionato, che adesso magari, avendola rivissuta grazie a questo ricordo, sarà attanagliato dalla mia stessa nostalgia…


Marco Mazzoni


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Giallo’s fan (Guest) 19-12-2013 11:12

Forse un po’ O.T. ma non troppo.
I giocatori più forti a non aver raggiunto neppure un ottavo di finale sono:

14. Isner
16. Fognini
23. Dimitrov
24. Gulbis
26. Paire
28. Lopez
29. Tursunov

Evidentemente il talento non è tutto

14
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Giallo’s fan (Guest) 19-12-2013 11:04

Così giusto per divertimento:
La Grande Slam Cup 2013
1. Djo 5120
2. Nad 4010
3. Mur 3560
4. Fer 2640
5. Fed 1305
6. Wav 1270
7. Gas 1170
8. Tso 1125
9. Ber 910
10. Jan 910
11. Pot 855
12. Rob 820
13. You 765
14. Haa 640
15. Alm 640
16. Cha 585

Primo degli esclusi il nostro Andreas Seppi

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Andreas Seppi 19-12-2013 10:29

Scritto da Koko

Scritto da Andreas Seppi
vi sono degli streaming delle partite di caratti in australia?

Ho trovato solo qualcosa su Caratti Lendl a Milano!
http://www.youtube.com/watch?v=I13vsCUWkC0

grazie koko

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marco mazzoni (Guest) 18-12-2013 22:23

@ Dr. Aseptik – rubo ai poveri per dare ai ricchi (#981898)

Nessuna provocazione ma dolci ricordi 😉 ne faccio tesoro per prossimi articoli,
Buon tennis

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Dr. Aseptik – rubo ai poveri per dare ai ricchi (Guest) 18-12-2013 20:18

Articolo molto bello tanto che mi sento di “provocare” (si fà per dire) il bravo Marco Mazzoni: che ne dici del mitico torneo di Anversa che regalava, al vincitore di tre edizioni una racchetta d’oro tempestata di diamanti e del peso di 1 1/2 Kg. ?
La vinse ovviamente (per l’epoca) Ivan Lendl ma, se non ricordo male, dopo epici scontri con il Mc.
Era l’epoca del grande Gerulaitis, di Vilas e, credo, ancora di Borg.
By
🙄

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Koko (Guest) 18-12-2013 19:11

Scritto da Andreas Seppi
vi sono degli streaming delle partite di caratti in australia?

Ho trovato solo qualcosa su Caratti Lendl a Milano!
http://www.youtube.com/watch?v=I13vsCUWkC0

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Andreas Seppi 18-12-2013 19:00

vi sono degli streaming delle partite di caratti in australia?

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Koko (Guest) 18-12-2013 18:45

L’interesse per questo torneo era dovuto soprattutto alla selezione dei migliori negli slam! Paradossalmente puoi essere 16 al mondo come Fogna e aver fatto poco negli slam venendo ad essere fuori dalla rosa dei partecipanti. Al contrario puoi far pena nei piccoli 250 e centrare un paio di quarti slam per potervi accedere. Quest’anno ad esempio secondo questo criterio era più Seppi a meritare una gran slam cup per i risultati nei Majors. In definitiva non sarebbe una semplice riproposizione di un masters 2 ma avrebbe ancora un suo perchè ma soprattutto per i tennisti che vanno dal 8 atp al 16 perchè i primissimi è difficile che facciono completamente pena negli slam: non otterrebbero tutti i punti che hanno.

7
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Car68 18-12-2013 16:30

È sempre un piacere leggere gli “spacca palle” , Bravo Marco!

6
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asso (Guest) 18-12-2013 15:23

@ Mariuz (#981816)

io ci giocavo! Mi ricordo la tele-radiocronca dell’incontro caratti rostagno di Scanagatta aggrappato ad un palo! Grande Caratti-kid!

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asso (Guest) 18-12-2013 15:20

Bellissimo articolo…anni stupendi di grandissimo tennis… 😥
che partite e che giocatori!

4
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cips (Guest) 18-12-2013 12:21

è vero! leggendo quest’articolo sono stato assalito dalla nostalgia non solo per quel torneo ma anche per quell’epoca, in cui poteva succedere che un n°1 o una testa di serie uscisse al 1° turno. 🙄

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marco mazzoni (Guest) 18-12-2013 11:23

Imprecisione: Weathon fa SF a Wimbledon nel 91, …sorry per aver scritto (come sempre) a memoria 🙂

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Mariuz (Guest) 18-12-2013 11:15

Ricordo che alla Grand Slam Cup (credo alla prima edizione) partecipò il nostro Cristiano Caratti … che aveva raggiunto i quarti all’Australian Open e perse di un pelo dal fratellino di McEnroe .. di Caratti ricordo anche la maglia che indossava con una specie di enorme macchia di vernice rossa 🙂

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