Sinner, il modello di Nishikori: “È il mio tennis ideale”
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Il ritorno di Kei Nishikori nel Challenger di Yokohama si è fermato bruscamente agli ottavi, dove il giapponese è stato superato nettamente da Uchida con un doppio 6-2 6-2. Una sconfitta che fotografa perfettamente la distanza attuale tra l’ex numero 4 del mondo e il livello che lo aveva reso uno dei giocatori più amati del circuito. Eppure, nonostante il risultato, Nishikori ha scelto di guardare avanti con sorprendente fiducia.
In conferenza stampa, il giapponese ha infatti offerto una lettura molto positiva di questa settimana:
«La cosa buona di oggi è che mi sono sentito motivato. È la prima volta dopo tanto tempo che provo di nuovo questa sensazione, e ne sono felice. Volevo giocare bene fin dall’inizio. Sapevo che sarebbe potuta essere la mia ultima partita, in ogni caso… ma è stato un buon match.»
Un messaggio che lascia intendere come, al di là del punteggio pesante, Nishikori abbia ritrovato una scintilla che negli ultimi mesi sembrava essersi spenta. La motivazione, per un campione fragile dal punto di vista fisico come lui, è spesso il primo mattone per ricostruire prestazioni e ambizioni.
Durante l’incontro con i giornalisti, Nishikori ha anche parlato del tennis attuale e dei giocatori che più lo ispirano. Le sue parole su Jannik Sinner sono state a dir poco eloquenti:
«Seguo praticamente tutte le partite di Sinner e Alcaraz. In particolare, lo stile di gioco di Sinner è il mio tennis ideale, quello che sogno. Lo guardo come fosse un esercizio di visualizzazione. Per me, Jannik gioca un tennis perfetto.»
Un elogio enorme da parte di un giocatore che ha costruito la propria carriera su colpi puliti, ritmo altissimo e capacità di anticipare la palla: qualità che ritrova oggi proprio nel numero uno azzurro.
Francesco Paolo Villarico
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Il dritto di Alcaraz è ancora più esplosivo di quello di Sinner, però lo perde più spesso rispetto a Jannik.
Alcaraz è anche decisamente più veloce negli spostamenti laterali, ha una velocità di piedi e un’esplosività che prima di lui ha avuto solo Nadal.
Sicuramente Sinner ha uno stile di gioco molto ordinato e logico che è un’ispirazione per tutti i giocatori di ritmo. La differenza con Kei, è che con Vagnozzi ha lavorato per dare molto più spin e profondità ai suoi colpi, mentre Kei è rimasto fedele alla sua impostazione e questo lo ha limitato (prima che poi il suo fisico cedesse, adesso non è più giudicabile)
Sinner ha un rating superiore ad Alcaraz in quasi tutti i colpi fondamentali, rovescio, dritto, risposta… e lo ha ormai uguagliato nel servizio. Quello che Carlitos (ancora) fa meglio di lui sono le volée, le smorzate e il back… cose secondarie tutto sommato, variazioni che magari entusiasmano il pubblico, ma un giocatore di tennis vero come è stato ed è Nishikori preferirebbe a occhi chiusi avere i colpi di Jannik
Stilisticamente mi piace tanto Sinner, ma ancora di più Kei col suo dritto in abduzione, aperture compatte e gran mano. Il suo erede in tutto e per tutto ci sarebbe anche, ma la vittoria non è cosa sua. Vediamo chi mi dice chi è, è facilissimo
Passione, amore per lo sport, ricerca di fiducia e positività, continuità, parte della rifinitura, etc…
a prescindere dal banale attestato di stima, ma spiegatemi che senso abbia per un finalista slam giocare nei challenger?
a presc
Non solo per te, caro Kei.
Più che enorme direi l’unico finora