
Rafael Nadal analizza il tennis di oggi: tra ricordi, rivalità e il dominio di Sinner e Alcaraz


Sono già passati dieci mesi dal ritiro di Rafael Nadal, ma la sua voce continua ad avere un peso speciale nel mondo del tennis. In un’intervista concessa a The Athletic, il maiorchino ha toccato diversi temi: dalla nuova rivalità che domina il circuito, quella tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, ai ricordi delle sue sfide leggendarie con Roger Federer e Novak Djokovic, fino alle difficoltà vissute negli ultimi anni a causa degli infortuni.
Sul rapporto con il pubblico dello US Open, Nadal ha ricordato quanto fosse unica l’energia che riceveva:
“Al principio non mi sentivo così a mio agio a New York, ma lavorai per cambiare quella sensazione e ci riuscii. Alla fine, ogni volta che arrivavo lì mi sentivo benissimo. Io ero un giocatore molto emotivo e intenso, per questo mi sentivo molto vicino a quella incredibile energia che genera la città, soprattutto nelle sessioni notturne”.
Rivolgendo lo sguardo al passato, Rafa ha ammesso quanto fosse complesso affrontare Federer e Djokovic:
“Contro Novak, sul cemento, dovevo essere al massimo fisicamente e più aggressivo del solito. Senza dubbio, lui era superiore a me su quella superficie, ma fino al 2013 o 2014 riuscivo a competere. Con Roger era diverso: con il suo servizio vinceva punti molto rapidi, mentre con Djokovic giocavamo match molto più equilibrati”.
Proprio quella rivalità lo ha reso un campione più completo:
“Non avevamo tempo per rilassarci. Dovevamo dare tutto ogni giorno. Quando mi allenavo era per migliorarmi, ma sempre con quei rivali davanti agli occhi. Ci spingevamo a vicenda a superare i nostri limiti”.
Parlando invece delle difficoltà degli ultimi anni, Nadal ha ammesso:
“Con tanti problemi fisici perdi un po’ di fiducia nei tuoi movimenti. Cominci a evitare certe cose per paura di farti male. Io avevo bisogno di quell’energia extra, di portare il mio corpo al limite per vincere ancora, ma non ero più capace di produrla”.
Il maiorchino ha poi analizzato la finale di Roland Garros 2025 tra Sinner e Alcaraz, che considera una delle migliori degli ultimi anni:
“I primi tre set non furono di grande qualità, ma il quarto e il quinto furono eccezionali, con momenti emozionanti e di altissimo livello. Forse Carlos non giocò tatticamente come avrebbe dovuto, mentre Jannik non sfruttò le sue occasioni con la determinazione necessaria. Ma, nel complesso, fu una finale incredibile”.
Sulle differenze tra i due attuali dominatori del circuito, Nadal ha offerto una lettura chiara:
“Sinner dà un ritmo con il dritto molto difficile da gestire, è rapido nel colpire presto e nel passare dalla difesa all’attacco. Carlos invece è più magico, più imprevedibile: può giocare a un livello che Jannik a volte non raggiunge, ma commette anche più errori. È più divertente da vedere perché può fare cose incredibili, ma anche sbagliare, e questo è umano”.
Infine, un consiglio al suo connazionale:
“Carlos dovrebbe migliorare un po’ l’approccio tattico in certe partite. A volte sembra che giochi sempre per il colpo spettacolare, ma non è sempre necessario”.
Parole che confermano quanto Nadal, anche lontano dal campo, resti una figura centrale, capace di leggere il presente del tennis con la stessa lucidità con cui affrontava le sue battaglie contro Federer e Djokovic.
TAG: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Rafael Nadal
6 commenti
Solo che a tutti gli altri non lo chiedono.
Considerazioni lapalissiane per tutti a parte gli italiani, anzi certi italiani.
Vabbè, ha semplicemente detto ciò che diciamo e pensiamo tutti
Se non se ne intende lui, chi altro? enzo
Parola del piccolo elefante spagnolo.
Come descrive Alcaraz io ci vedo anche il Mus