Roberto Carretero parla della retrocessione della Spagna in Davis Cup: “Ecco la particolarità della Coppa Davis, semplicemente un altro sport rispetto a quello a cui si assiste ogni settimana”

18/09/2014 07:39 2 commenti
Nella foto Roberto Carretero e Carlos Moya
Nella foto Roberto Carretero e Carlos Moya

Roberto Carretero, in passato membro della “Top 100” ed attualmente commentatore presso l’emittente Canal+, ha discusso circa la sconfitta che la Spagna ha riportato in Brasile in Davis Cup.

Il madrileno si è erto a difesa di Carlos Moyà, analizzando attentamente l’atteggiamento dei giocatori ed avvalendosi della medesima teoria sostenuta da Toni Nadal, duro nei confronti dei tennisti selezionati dalla Federazione Spagnola di Tennis. La conversazione, successivamente, ha toccato anche l’argomento dell’egoismo nella sfera tennistica. Una conversazione nella quale Carretero offre al pubblico una lettura da un punto vista assai vicino agli atleti ed al capitano di Coppa Davis.

Dichiara Roberto: “Dunque… pensandoci bene… forse si è perso per l’assenza dei migliori giocatori… se ci fossero stati Nadal, Ferrer o tennisti più affermati e con maggiore esperienza in Coppa Davis, avremmo potuto vincere.
Ma, ovviamente, avremmo potuto ugualmente uscire sconfitti. Però il tennis funziona così, con un vincitore ed un perdente.
Se, in occasione del match point nell’incontro di Andújar, la palla fosse finita fuori, tutto l’incontro avrebbe preso una piega differente. Lo sport è così, il tennis è così, non bisogna ricercare sempre un colpevole. A noi toccava perdere, ma abbiamo comunque dato il nostro meglio. Coloro che hanno partecipato ci hanno messo la faccia, ma non hanno potuto fare più di tanto. Non è mai facile giocare fuori casa, tantomeno contro il Brasile. Inoltre, quando si ha poca esperienza, come nel caso di Bautista, e quando l’unica accumulata non è certo stata positiva, in Germania, beh… penso che non abbia potuto esprimersi al suo migliore livello. Sicuramente al di sotto di un livello del giocatore che occupa la posizione numero 15 della classifica. Ecco la particolarità della Coppa Davis, semplicemente un altro sport rispetto a quello a cui si assiste ogni settimana.”


A questo punto, non si riesce ad individuare un colpevole diretto a cui attribuire le responsabilità di una Spagna in ‘seconda divisione’…

“Se si iniziasse a cercarne uno, non si direbbe nulla di nuovo. Non ci sono potuti essere i migliori… e comunque nessuno assicura la vittoria anche se partecipino Nadal o Ferrer, sai? Nessuno può assicurarlo, così funziona lo sport. Cercare colpevoli… E’ troppo facile affermare: ‘perchè i più forti non hanno preso parte?’ I responsabili di questa assenza non sono quelli generalmente additati come tali, bensì bisogna guardare più in alto… verso la politica, le normative ed il sistema…. Se si cominciasse a cercare… dunque… il calendario, la Coppa Davis, le regole, le somme versate dalle Federazioni, legislazioni troppo morbide… si troverebbero mille cose…”


In tutto questo, quanto ritiene Carlos Moyà responsabile?

“Penso che Charly abbia svolto il proprio compito alla perfezione, gli è soltanto sfuggita la vittoria. Soprattutto perchè, nonostante fosse la sua prima uscita e la squadra fosse decimata, soltanto la sfortuna non gli ha permesso di ottenere un successo a cui era arrivato molto vicino.

Forse, è anche arrivato in un momento poco appropriato… (tace, riflette e riprende a parlare)… quando finalmente ha potuto presiedere l’incarico di capitano di Coppa Davis, la ha trovata in una situazione del genere… Nadal alle prese con un infortunio, Ferrer con gli oramai trenta anni abbondanti e con la lotta continua per raggiungere le Masters finals… le circostanze non sono state favorevoli, ma ritengo che lui sia stato perfetto, come sempre. Non sa portare male a termine un impegno, dopo averlo preso.

E’ chiaro che non ne sia uscito come avrebbe voluto, ma sono convinto che molti che avessero, precedentemente, espresso un’opinione contraria ora dicano ‘che peccato’… La Coppa Davis è una competizione, ovviamente, ma non provvede al sostentamento degli atleti e non li mantiene, ad ogni modo negli ultimi quattordici anni ne sono state vinte cinque. E non possiede più la grande importanza che aveva 15 anni fa….”


Edoardo Gamacchio


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2 commenti

mirko.dllm (Guest) 18-09-2014 13:37

Parole sagge quelle di Carretero.Comunque se per ipotesi,ci proponessero di fare il cambio,io non ci penserei due volte,e farei immediatamente retrocedere di nuovo la nostra squadra nazionale,ma in cambio di diversi top ten,per non parlare delle nuumerose finali di Slam,come ha avuto la Spagna.

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alanmark (Guest) 18-09-2014 08:11

Carrettero? No drug, no party!

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