
Paolini parte col piede giusto: “La chiave è stata restare positiva nei momenti importanti”. Nardi: “Mi è mancata intensità, la costanza è il mio tallone d’Achille” (Video)


Un sorriso, qualche autografo e persino un accenno di balletto sulle note dance che hanno accompagnato la sua uscita dal Louis Armstrong Stadium. Così Jasmine Paolini ha celebrato la sua prima vittoria agli US Open 2025, arrivata nella sessione serale sul secondo campo per importanza del Billie Jean King National Tennis Center. La numero 1 azzurra, settima testa di serie, ha battuto in due set l’australiana Destanee Aiava, proveniente dalle qualificazioni.
“Partita positiva, lei ha colpi molto pesanti”
«È stata una partita positiva – ha raccontato in conferenza stampa –. Non era facile, lei aveva già giocato tre match e si trova bene sui campi veloci, anche in Australia aveva fatto risultati. Sapevo che poteva essere un turno complicato. Sono rimasta sorpresa dalla sua potenza, ha colpi molto pesanti, soprattutto col rovescio lungolinea. Ho faticato un po’ all’inizio, ma sono contenta di essere rimasta lì nei punti importanti: credo che questa sia stata la chiave della partita».
Gestione dei momenti decisivi
La qualificata australiana ha costretto Paolini a un tie-break nel secondo set, dove però l’azzurra ha fatto valere esperienza e classe: «Più che per il tennis, sono contenta di come ho gestito i momenti importanti. Sono rimasta sempre positiva e questo è stato l’aspetto più importante della giornata».
Prossima avversaria e fiducia da Cincinnati
Guardando al secondo turno, Paolini ha già un’idea delle possibili rivali: «Sasnovich o Jovic, le conosco entrambe. Con Jovic ho giocato a Indian Wells quest’anno, è giovane e con grande potenziale. La Sasnovich la conosco da tempo. La partita va preparata, ma ho già un’idea».
Infine, un pensiero al torneo di Cincinnati, che le ha restituito fiducia: «Lì ho ritrovato serenità in campo e sensazioni buone che mi erano un po’ mancate negli ultimi due tornei. Sono contenta di aver giocato tante partite, perché questo aiuta a ritrovare fiducia e affrontare meglio quello successivo. Mi è piaciuto il livello espresso e spero di portarlo qui con continuità».
La numero 1 azzurra, dunque, inizia nel migliore dei modi la sua avventura newyorkese, con l’obiettivo di proseguire il cammino e confermare il grande tennis mostrato nelle ultime settimane.
Una giornata storta per Luca Nardi a Flushing Meadows. L’azzurro è stato eliminato nettamente da Tomas Machac al primo turno dello US Open 2025, al termine di un match in cui le difficoltà fisiche e la mancanza di continuità hanno pesato più di ogni altra cosa.
“Oggi non mi sentivo bene”
«È stata una brutta giornata – ha ammesso Nardi –. Già dall’inizio non mi sentivo al meglio fisicamente, un po’ di fiacchezza, forse anche un raffreddore, ma niente di serio. A volte capita di non avere giornate positive e oggi è andata così. Ho fatto fatica a lottare con costanza».
Il bilancio dello swing nordamericano
Reduce da un infortunio a Wimbledon, il marchigiano aveva messo in conto qualche difficoltà: «Ho giocato solo un torneo prima di questo, era andata abbastanza bene. Qui sono venuto soprattutto per allenarmi e provare a fare esperienza. Peccato, oggi non sono riuscito a esprimermi, ma fa parte del percorso. Tornerò a casa per capire meglio cosa non ha funzionato».
“Il talento non basta”
Molti addetti ai lavori vedono in lui un potenziale superiore rispetto alla sua attuale classifica (tra l’80 e il 90 ATP), ma Nardi resta lucido: «Il talento conta poco se mancano altri fattori. Un giocatore non è solo il colpo di palla: ci sono aspetti fisici e mentali. Io sono ancora indietro su queste cose. Magari colpisco bene, ma se mi mancano continuità e intensità, diventa difficile. Il mio tallone d’Achille è proprio la costanza: ho troppi alti e bassi, anche all’interno della stessa partita».
Fiducia nel team e obiettivi futuri
Nardi difende il lavoro del suo staff: «Sono contento delle persone con cui lavoro, stiamo facendo passi avanti. Restare nei primi 100 non è facile, per me è già un buon risultato. Però la strada è lunga, dobbiamo ancora crescere».
L’obiettivo principale è chiaro: «Devo imparare a giocare con intensità per più tempo, non solo per due o tre game, ma per tutta la partita e per più tornei di fila. È questo il passo che devo fare».
Guardando al futuro, il programma di Nardi prevede la trasferta asiatica: Chengdu, Tokyo e Shanghai saranno le prossime tappe di una stagione che dovrà servirgli per ritrovare fiducia e continuità.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Jasmine Paolini, Luca Nardi, Us Open, Us open 2025
Non è il talento che gli manca, è tutto il resto…
@ Markux (#4467013)
e gli basta questo? Non ha ambizione di andare oltre, non c’è da dire per nulla CHAPEAU anzi schifò totale semmai
Non ho visto la partita (non lo seguo più da molto, perchè mi fa venire voglia di prenderlo a…) ma vederlo in questo highlight rinunciare a correre ad una demivolè di Machac, mi ha fatto ricordare quando, due o tre anni fa, lo vidi fare la stessa cosa dal vivo con Alcaraz. Già allora capii quello che oggi è chiaro a tutti, e lo scrissi nel forum, prendendomi gli insulti di tanti che esaltavano (qualcuno continua a farlo ancora oggi :)) il suo assai presunto “talento” (de che?)
Amen
Nardi ma che dici, sei costantemente fuori al primo turno.
Sono un suo grande tifoso ma ieri mi sono cadute le braccia durante la partita e purtroppo anche leggendo le sue parole.
Spero solo che prima o poi faccia una severa autocritica nel capire perché in 2 anni non è migliorato.
Poi con umiltà deve andare da qualcuno molto bravo, pagarlo bene, dandogli fiducia per almeno un anno e sono sicuro che potrà farci vedere tutte le sue qualità che caro Luca non sono da numero 85/90.
L’ esperienza già l’ ha maturata da tempo ma è servita relativamente. Non può sentirsi per sempre un 18 enne inesperto mentre l’ età avanza! Si è allontanato di 50 km con Galimberti e dopo poco si è sentito troppo lontano da casa nonostante i risultati migliori. Questo getta una luce sulle sue priorità!
Io avrei evitato di dire la stupidaggine “sono venuto per allenarmi e per fare esperienza”.
Le parole chiave sono “il talento non basta ci sono aspetti fisici e mentali in cui sono indietro”. Nardi a 15 anni era al livello di Alcaraz e li si è fermato. Anche Alcaraz era incline ad una vita familiare, ad una “dolce” vita ma un po’ ha trovato in Ferrero, un sergente di ferro, un po’ aveva ambizione e ha accettato di “soffrire”. Oggi Medvedev ne ha combinate di ogni ma intorno ai 20-21 anni, come racconta Bublik smise di colpo di far parte dell’allegra brigata di vitelloni festaioli compreso lo stesso Bublik per diventare un professionista. Non lo avesse fatto neanche sarebbe entrato nei 100… Bublik che ha un talento mille volte superiore “forse” lo sta diventando a 28 anni…
Già stare NellA TOP 100 e’ un’impresa titanica x qualsiasi giocatore e Luca e’ già 2 anni che e’ li. CHAPEAU
2 anni,mi correggo.
Già stare NellA Top 100 e’ un impresa titanica per qualsiasi giocatore e Nardi sono quasi 3 anni che e’ li. Chapeau.
Purtroppo c’è anche gente a ‘sto mondo che pur avendo grandi doti, talento, fortuna di essere in un ambiente dorato (rispetto alla media che annaspa), riesce a sprecare tutto e quasi quasi compiacersene.
Adoro il suo gioco. Purtroppo non altrettanto il suo approccio mentale.
Consiglio: vada tre settimane in un’ Academy di Thai boxe. Gli darà una bella sferzata. Magari anche qualche livido salutare.
In realtà, una carriera a galleggiare nei 100 non è niente male: un bel “lavoro”, partecipazione agli Slam garantita, guadagni abbastanza bene, giri il mondo.
Il problema di Nardi è che tutti, o quasi, vediamo delle qualità superiori, inespresse. E diciamo “peccato”.
Ormai la maschera è caduta. Io da 2 anni avevo capito l’antifona, prendendomi pure gli insulti qui dentro.
Sono un suo grande stimatore deluso
Che pessima mentalità Nardi. Ai limiti del vergognoso.
Ma chi lo “segue” che è gente di discutibile valore tennistico non gli dice nulla? sono complici anche loro?
che peccato
L’ avversaria della Paolini non aveva colpi “pesanti” ma piuttosto rapidi e piatti! Purtroppo sono i carichi pesanti della Paolini che troppo spesso escono lunghi di metri quando è tesa. Senza quegli errori probabilmente sarebbe al best ranking.
Il giocatore solido si vede inizialmente nei tornei medi mentre Nardi passa dal challenger quasi vinto ma con sconfitta al Master 1000 miracoloso che ne alimenta speranze fortunose da LL miracolato. I vari Cobolli e Darderi qualche torneo 250 lo hanno vinto. Li si vede la capacità di vincere non episodicamente.
Ve bene, allora non dire che sei venuto per allenarti, ma per ritirare l’assegno: saresti più sincero verso te stesso e verso il pubblico…
A me sembra un po’ come un fumatore che ti dice “eh lo so che il fumo fa male…” ma continua a fumare.
Il problema è solo nella testa,spero faccia quel click prima o poi
Questa storia del divino talento tennistico di Nardi è una leggenda metropolitana come se ne sentono tante.
Male Nardi…
Ma non viene spronato neppure dai risultati degli altri connazionali. Mah davvero incomprensibile se deve fare queste figuracce però è meglio che faccia delle serie riflessioni sul suo futuro, per carità ci sta che perda con Machac ma non in questo modo svogliato da schiaffi in faccia
Personalmente spero solo che queste – brutte – giustificazioni/spiegazioni siano solo per la stampa, e che intimamente senta diversamente.
Però è troppo che va avanti così, e i dubbi che sia solo un passatempo remunerativo per lui a me purtroppo vengono… Poi se arriverà il click (tardivo ma meglio tardi…) che ebbe Cobolli un 3 anni fa allora si che ci sarà da divertirsi
@ walden (#4466914)
Per andare a timbrare il cartellino nel primo turno di uno slam ti pagano 100mila €, in un challenger praticamente devi pagare tu: tu che avresti fatto?
Per allenarsi andava bene anche un challenger, non c’era bisogno di giocare uno slam. Mi sembra che ormai ci e si racconti delle storie senza senso. Se il suo obbiettivo a 22 anni è rimanere nei 100, difficilmente potrà conseguirlo a lungo termine.