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Valentin Vacherot, il sogno diventa realtà: “Non so nemmeno perché sono qui, è tutto folle”. Benjamin Balleret: “Una favola vera, costruita con anni di lavoro e fede incrollabile” (Video)

12/10/2025 19:26 2 commenti
Foto Getty Images
Foto Getty Images

È la storia che nessuno avrebbe potuto scrivere meglio. Valentin Vacherot, partito dalle qualificazioni e arrivato a Shanghai come 22° alternate, è il nuovo campione del Masters 1000 di Shanghai 2025. Il monegasco ha completato un percorso irreale battendo in finale il cugino Arthur Rinderknech per 4-6, 6-3, 6-3 e conquistando così il titolo più importante della sua carriera — un trionfo che segna anche la prima vittoria in singolare per il Principato di Monaco in un Masters 1000.

Come se non bastasse, la giornata di Vacherot era iniziata con un incontro “leggermente” speciale: una chiacchierata mattutina con Roger Federer.
“Ho incontrato Federer stamattina, più importante della finale”

Il nuovo campione ha raccontato con ironia come si sia aperta la sua giornata:
“Sì, ho incontrato Roger questa mattina. A dire la verità, era quasi più importante della finale! È stato gentilissimo con me, e sapere che ha guardato tutta la partita è stato qualcosa di davvero speciale.”
Durante la finale, Vacherot ha persino ammesso di guardare di sottecchi Federer tra un punto e l’altro:
“Dopo alcuni punti mi giravo un po’ per vedere come reagiva. Ogni volta che lo inquadravano sugli schermi, il pubblico impazziva più che dopo i punti più belli. È incredibile quanto sia ancora amato, anche dopo anni dal ritiro.”
“Con Arthur non è stato facile, ma siamo professionisti”

Giocare una finale contro un familiare non è certo un’esperienza comune, ma Vacherot ha dimostrato lucidità e forza mentale:
“Sul campo non è stato facile, c’era mio cugino dall’altra parte. Ma siamo professionisti, e quando scendi in campo vuoi solo vincere. Lui ha giocato meglio di me per un po’, ma sono felice di aver girato la partita e di aver giocato il mio miglior tennis nel terzo set.”
Un terzo set da antologia, chiuso con 17 vincenti e solo 2 errori non forzati:
“Credo sia stato il mio miglior set della settimana, forse della mia vita. Servivo fortissimo, rispondevo a tutto… tutto ha funzionato perfettamente, ed era l’unico modo per vincere contro un Arthur che stava servendo benissimo.”
“Non capisco nemmeno perché sono qui, è tutto irreale”

Le sue parole dopo il trionfo sono quelle di un uomo sopraffatto dalle emozioni:
“Non so nemmeno perché sono qui seduto. È pazzesco. Credo che realizzerò tutto questo solo nei prossimi giorni. Dopo la cerimonia ero davvero emozionato. È stato un momento incredibile per entrambi, per la nostra famiglia. C’era un solo vincitore, ma in realtà abbiamo vinto tutti: noi e il tennis. La storia che abbiamo scritto è semplicemente meravigliosa.”

Un viaggio da 22° alternate a campione
Vacherot ha ricordato quanto fosse improbabile anche solo essere presente al torneo:
“Ero 22° nella lista degli alternate, non ero neanche sicuro di entrare. Mi sono iscritto per provare, e sono stato ripescato poco più di un giorno prima che iniziassero le qualificazioni. Ho salvato match point, break point, ho vinto sei partite dopo aver perso il primo set. Le difficoltà erano ovunque, ma ho saputo gestirle tutte. È stato surreale.”
“Siamo un piccolo Paese, ma con un cuore enorme”

Dopo la vittoria, Vacherot ha sventolato orgogliosamente la bandiera di Monaco sul centrale di Shanghai:
“Tenevo la bandiera e pensavo al nostro piccolo Paese, alla nostra piccola federazione. Siamo una delle nazioni più piccole del mondo, ma abbiamo un Masters 1000 in singolare, due in doppio, e una finale Slam in doppio con Hugo Nys. È incredibile ciò che stiamo facendo per Monaco. Spero solo di rendere tutti orgogliosi di noi.”
“Adesso voglio solo tornare a casa e festeggiare”

Emozionato ma esausto, il campione ha già un piano chiaro:
“Prima di tutto voglio tornare a casa, vedere la mia famiglia, i miei amici e festeggiare con tutti. Poi la stagione non è ancora finita, vedrò dove giocare le prossime settimane.”
Con questo trionfo, Valentin Vacherot entra nella top 40 mondiale — un salto gigantesco per chi, solo pochi mesi fa, inseguiva l’obiettivo di chiudere l’anno tra i primi 100.

È l’immagine più bella di Shanghai 2025: Valentin Vacherot con la bandiera di Monaco tra le mani, abbracciato dal suo coach e fratello maggiore sportivo Benjamin Balleret, dopo aver vinto il suo primo titolo ATP Masters 1000.
Un successo che ha il sapore dell’incredibile, ma anche della dedizione, della fiducia e dell’amore per il tennis.
In conferenza stampa, un emozionato Balleret ha provato a trovare le parole per descrivere l’impensabile.
“La sensazione è semplicemente fantastica. Val è campione di un Masters 1000. Ci sono giocatori che in 50 anni di carriera non vincono mai un titolo ATP, e lui l’ha fatto. Quello che ha realizzato questa settimana è semplicemente inaspettato. Sapevamo che poteva giocare un buon tennis, ma non avremmo mai immaginato che potesse vincere un torneo del genere.”

“Una storia da film, match dopo match”
Balleret ha ripercorso la settimana perfetta del suo allievo:
“Tutto è cresciuto giorno dopo giorno. Quando ha battuto Machac, pensavamo: ‘Ok, grande torneo’. Poi doveva affrontare Sinner, e ci siamo detti: ‘Che storia! Giocherà con Jannik, magari perderà male, ma è già un grande risultato’. Poi Sinner non ha giocato, è arrivato un altro turno, poi un altro ancora. E poi Djokovic… incredibile. Anche se Novak non era al 100%, batterlo resta un’impresa. E alla fine, una finale contro suo cugino. Tutto questo sembra un film, una fiaba. È così che ci sentiamo: dentro una favola.”

“Il set perfetto: il miglior tennis della sua vita”
Il coach ha analizzato il parziale decisivo contro Rinderknech, giocato quasi alla perfezione:
“All’inizio Arthur era più fresco, più energico. Ma dalla metà del secondo set è arrivata la magia di Val. Gli ultimi giochi del secondo e tutto il terzo set sono stati incredibili. Ho già visto Vacherot in questo stato di grazia fisica e mentale, ma farlo in finale, sul Centrale di Shanghai, contro suo cugino… è un’altra cosa. Poteva chiudere anche 6-1. Ha dominato per un’ora. È stato semplicemente eccezionale.”

“Quando aveva 18 anni non era pronto, ma credevo in lui”
Balleret ha poi ripercorso le origini di questa storia, fatta di scelte sagge e lavoro silenzioso.
“Quando Val aveva 18 anni non era ancora pronto mentalmente né fisicamente. Era magro, fragile, e non sarebbe riuscito a reggere il livello dei Futures. Con la famiglia abbiamo deciso di mandarlo negli Stati Uniti, a Texas A&M, per crescere come uomo e come giocatore. È stata la scelta giusta. Lì ha trovato un grande allenatore, Steve Denton.”

Poi il momento della rinascita:
“Quando è tornato nel 2021, abbiamo ricominciato da zero. Avevamo già lavorato insieme in passato, ma da lì è iniziato il nostro vero percorso. Ci sono stati momenti difficili, sconfitte, frustrazioni. Quando alleni tuo fratello, la parte emotiva pesa ancora di più. Ma abbiamo sempre creduto che, lavorando duramente, avrebbe raggiunto il suo pieno potenziale. E oggi eccoci qui: un campione Masters 1000.”
“Ha vinto anche per Monaco: l’amore per il suo Paese lo ha spinto oltre”

Le immagini del Principato in festa arrivano fino a Shanghai:
“Non ho ancora visto i video, ma so che a Monaco è impazzimento totale. I miei amici mi hanno scritto che la gente è per strada. Val ama profondamente il suo Paese, e credo che tutto l’affetto che ha ricevuto gli abbia dato forza. Ogni vittoria è stata anche per Monaco. È come se avesse tutto il Principato dietro di sé, spingendolo in ogni punto.”
“Ora i tornei dei sogni, ma con la stessa fame di sempre”

Sul futuro, Balleret non vuole pensare troppo, ma la direzione è chiara:
“Adesso arrivano i tornei che Val ha sempre sognato, i più grandi. È quello che gli ho detto subito dopo la partita: ‘Fantastico, ma andiamo avanti. Si riparte. Di nuovo, al 100%.’ È così che funziona. Si lavora, si sogna, e si ricomincia. Non si guarda mai indietro.”
“Dal n. 204 al top 50: una scalata impossibile”
Con il successo di Shanghai, Vacherot passa dal numero 204 al top 50 mondiale, lo stesso ranking che fu il miglior risultato di Balleret da giocatore.
“È pazzesco. Avevamo come obiettivo la top 100, ma Val non si è mai accontentato. Volevamo la top 50, la top 30. Ogni volta un passo in più. Non ha mai fatto grandi salti, solo piccoli passi costanti. E poi… è successo questo. Non ci sono parole.”

Un sogno diventato eredità
Per Monaco, per la famiglia Vacherot, per il tennis.
Benjamin Balleret chiude così la conferenza:
“Questo titolo non è solo di Val. È di tutti quelli che hanno creduto in lui. È la prova che se non smetti mai di crederci, anche la favola più folle può diventare realtà.”



Francesco Paolo Villarico


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2 commenti

andrewthefirst 12-10-2025 21:01

Hasta la victoria (nuland) siempre! !!

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andrewthefirst 12-10-2025 20:14

Viva Montecarlo! Viva la resilienza!

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