Pagelle 2025: il meglio, …e il peggio, della stagione maschile
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“C’è tutto un mondo intorno…” cantava la sofisticata voce di Antonella Ruggiero insieme a quelle di Carlo Marrale e Piero Cassano nei Matia Bazar nel 1979, perla del cantautorato italiano. C’è tutto un mondo intorno alla bellezza che il tennis maschile ci ha regalato nel 2025, grazie a un Jannik Sinner ancor più forte e vincente, a un Lorenzo Musetti meritatamente top 10, a un team di Davis Cup da sogno con Matteo Berrettini e Flavio Cobolli alfieri senza macchia nella Final 8 di Bologna, senza dimenticare le grandi vittorie di Luciano Darderi e la ripresa di Lorenzo Sonego. Ma l’anno appena andato in archivio ci ha dato tantissimo altro: un campione meraviglioso come Carlos Alcaraz, a battagliare con il nostro Jannik e regalarci momenti di tennis assoluti; un Djokovic in calo ma irriducibile nella sua voglia di dire ancora la sua; un Jack Draper favoloso nei primi mesi dell’anno, fino all’ennesimo infortunio, o il ritorno prepotente di Felix Auger-Aliassime. La favola di un Bublik finalmente competitivo nel lungo periodo, ma anche delusioni come Medvedev, Tsitsipas, Humbert e non solo… Giovani in crescita, sperando che il duopolio Jannik – Carlos possa essere insidiato da altri perché una rivalità, seppur bellissima e affascinante, non basta a sostenere un tour lungo 48 settimane. Riviviamo il meglio e il peggio del 2025 al maschile, con i nostri “Oscar” in salsa tennistica. Fatti e riflessioni per emozionarci di nuovo ripensando a momenti che non si potremo mai dimenticare.
Giocatore dell’anno: Jannik Sinner
Per una volta del ranking, chissenefrega. La classifica è un necessario strumento per regolare l’annata tennistica, ma non sempre è una sentenza, ancor più quando il secondo è lì, a centimetri, e allora è necessario guardare oltre, in profondità. L’articolo pubblicato qualche giorno fa è esaustivo nel sostenere come il nostro campione di Sesto Pusteria meriti il premio di tennista dell’anno 2025. A quella sequela impressionante di numeri e record, soprattutto i 2 Slam più le Finals (e pure otto mesi e mezzo da n.1), si può aggiungere anche come Sinner sia stato sconfitto solo da Alcaraz, Bublik e Griekspoor via crampi…, mentre Alcaraz ha perso altri 7 giocatori, oltre a Jannik ovviamente. Ma non contano solo i numeri. Sono gli stessi avversari a descrivere la forza del Sinner 2025 come qualcosa di insostenibile, ingovernabile. Non sai come fargli il punto, mentre lui trova sempre il modo di incidere e girare situazioni non facili a suo favore. L’efficacia elevata ad arte. Nel 2025 nonostante i tre mesi “out” ha giocato un tennis incredibile. Solo due partite sbagliate: Halle vs. Bublik, con la ferita di Roland Garros ancora sanguinante, e la finale di US Open, dove un servizio del tutto fuori ritmo l’ha penalizzato oltremodo e solo per 20 minuti ha giocato “da Sinner”, quando appunto si è preso un break e vinto un set. Una stagione praticamente senza macchia, e cosa diavolo poteva essere se mai uno di quei match point al Bois de Bolougne fosse girato bene… Brividi. Nessun rimpianto: Jannik è stato straordinario. Il migliore.
Delusione dell’anno: Alexander Zverev
Ammetto di aver pensato a lungo su questa scelta, assolutamente contestabile. Sasha ha chiuso da n.3 al mondo e disputato una finale Slam: per la massima parte dei colleghi il 2025 sarebbe una stagione da incorniciare, mentre c’è gente – Medvedev, Tsitsipas, per citare due forti candidati – che nemmeno lontanamente si è avvicinata a tanto. Ma ho ripensato a lungo alle Finals 2024. Ero lì, ad osservare con grande attenzione gli allenamenti matti e disperatissimi del tedesco, come dopo ogni partita torinese fosse tornato in campo oltre un’ora, ancora con il sudore addosso della partita appena terminata, perché nella sua testa c’era solo e soltanto un obiettivo: vincere uno Slam nel 2025. “Ho capito dove non funziona, sto facendo l’impossibile per farcela e ce la farò”. Un imperativo categorico, la ferrea determinazione nel doverlo vincere ‘sto maledetto Slam. Più intensità, gioco più offensivo, coraggio e aggressività, con un servizio in grande forma. C’è andato vicino Sasha, ma ha trovato in finale a Melbourne uno molto, molto più forte, il nostro Jannik Sinner. Quella sconfitta netta è stata uno schiaffo in faccia, un pugno nello stomaco, la constatazione che ogni ragionevole sforzo fosse stato vano di fronte alla prepotenza e superiorità dell’italiano. Nella premiazione Zverev era inconsolabile e tutto si è ulteriormente aggravato quando nel periodo dello stop di Jannik ha gettato al vento la possibilità concreta di diventare almeno n.1 ATP con ottimi risultati, in preda ad una tensione che l’ha divorato. La combinazione delle due cose è stata mortale e per il resto dell’anno il tedesco si è trascinato con risultati discreti e niente più. Era partito per spaccare il mondo, ha preso due cazzotti in faccia e non ha mai davvero reagito. Per questo, Zverev è la mia delusione, ha probabilmente capito che lo Slam per lui resterà un sogno proibito.
Match dell’anno: finale di Roland Garros
Non è un “bel ricordo” per l’appassionato italico, ma non si può non votare per questa partita e riconoscere i meriti di un Alcaraz fortissimo. Nelle oltre cinque ore di battaglia ci sono state anche delle fasi di stanca, ma per emozioni e situazioni è degna di un film, partita già entrata di diritto tra le più elettrizzanti nella storia moderna della disciplina. Un ricordo da mal di testa per noi italiani, con quei tre match point non sfruttati da Sinner che potevano aprire al nostro campione la strada ad un clamoroso Grande Slam stagionale, ma purtroppo quella risposta out di una spanna e un colpo di Alcaraz che ha quasi pizzicato di riga hanno spostato tutto dalla parte di Murcia. La leggenda la si costruisce anche col dolore.
Ritorno dell’anno: Felix Auger-Aliassime
Lo davo per perso per l’altissimo livello. Mi sbagliavo. Felix, il ragazzo più cordiale sul tour, ha ritrovato dentro di sé quel fuoco e determinazione che s’era smarrita per strada, forse anche per colpa di un tentativo di mettere mano al suo tennis non andato a buon fine. Il canadese ha iniziato il 2025 da n.29, lo termina al quinto posto con 3 tornei vinti, la semifinale a US Open e alle Finals di Torino. Da Cincinnati in poi ha giocato alla grande, tanto da aver perso solo da Sinner (4 volte), Alcaraz e il Rinderknech sulla “nuvola” nell’assurdo torneo di Shanghai (oltre al ritiro a Basilea). Ma più dei numeri, Auger-Aliassime ha ritrovato il 100% della condizione fisica ed è tornato banalmente a fare quello che sa fare meglio: spingere la palla in progressione cercando di occupare gli spazi colpo dopo colpo con la massima intensità possibile. Fine. Hanno provato a “sporcare” la sua traiettoria, a inserire un tennis più profondo per soluzioni, ma questo non l’ha migliorato, anzi, ha creato confusione nella testa di un ragazzo che gioca al suo meglio quando gioca semplice, pensando alle geometrie e alla progressione. Unica miglioria concreta una maggior propensione ad attaccare la rete quando la spinta lo porta molto dentro al campo, ed era forse la cosa più importante che mancava rispetto alla sua versione 2022, la migliore in carriera. Confermarsi n.5 con Shelton e Fritz dietro (magari anche Musetti) non sarà facile, ma Bentornato Felix.
Impresa dell’anno: Vacherot vince il Masters 1000 Shanghai da “Alternate”
Che dire… Il mille cinese è stato uno dei tornei più bizzarri che io ricordi. È accaduto di tutto e di più, tra condizioni estreme per il caldo umido, i crampi beffardi per Sinner e tanto ancora. Non doveva nemmeno fare le qualificazioni Vacherot, era “Alternate” nel tabellone cadetto. Assurdo come da lì in avanti abbia iniziato servire come un treno, rispondere bene e diventare match dopo match imprendibile. Anche un pizzico di fortuna per essersi ritrovato in finale il cugino Rinderknech (che storia!) e non un big, ma alla fine la buona sorte uno se la merita sul campo e Valentin se l’ha presa. Poi ha pure confermato nei tornei successivi una qualità niente male. Chissà che ne sarà di lui nel 2026, quando dovrà giocare solo eventi top, ma questa cavalcata assurda non gliela toglierà mai nessuno.
Torneo dell’anno: Wimbledon
Scelta difficile, ci sono stati molti tornei interessanti ma forse nessuno è stato davvero superiore agli altri. Per questo scelgo il più nobile, anche perché vinto per la prima volta da un italiano. La finale di Wimbledon è un gioiello da custodire gelosamente, ancor più per come era finita tra Jannik e Carlos a Parigi, e per come lo spagnolo si è preso il primo set sui prati londinesi, rimontando un break di svantaggio a Sinner. Lì, inutile nasconderlo, tutti i fantasmi parigini sono tornati a galla… Jannik è stato più forte di tutto, duro e lucidissimo, scegliendo e attuando da campione l’unica tattica possibile contro il due volte campione del torneo: attacco totale, senza compromessi. Ha funzionato, si è regalato e ci ha regalato un sogno che solo un lustro fa pareva impossibile. Questo vale ampiamente il premio a torneo del 2025. Qualcosa che a ripensarci fa venire ancora i brividi (e personalmente questa finale la rivedrò il giorno di Natale).
Pagina nera dell’anno: la sospensione accettata da Sinner
Una persona che viene ritenuta non colpevole di dolo, di aver “rubato”, di aver fatto qualcosa di male consapevolmente, non merita alcuna punizione o sanzione. Punto.
Punto dell’anno: Sinner – Alcaraz, 5-4 del secondo set in finale a Wimbledon
Per questo 2025 scelgo non un singolo punto, ma un game intero: quello al servizio di Jannik Sinner sul 5-4 del secondo set nella finale di Wimbledon contro Carlos Alcaraz. Un game spaziale, con vincenti da cineteca per potenza, angolo, difesa e attacco, di tutto e di più, sotto massima pressione. Un concentrato esaustivo di quello che si può fare su di un campo da tennis, nel momento più critico della finale più importante dell’anno. Non è stato solo un turno di servizio che ha portato a Sinner il secondo set, è stato un montante in faccia al rivale. Brutale bellezza.
Giocatore più migliorato: Learner Tien
Altra scelta complicata. Nel 2025 di candidati in questa categoria ce ne sono molti: Fonseca, Vacherot, Mensik, Atmane, anche i nostri Darderi e Cobolli, bravissimi a trovare una dimensione assolutamente superiore e vincere cinque tornei. Ma il giocatore che più mi ha intrigato per come sia migliorato nel corso dell’anno è Leaner Tien. Il teenager californiano ha iniziato la stagione con due vittorie clamorose al quinto set in Australia e l’ha chiusa con il titolo all’ultimo tuffo a Metz, ma in autunno aveva disputato un torneo fantastico a Pechino, stoppato solo da un Sinner troppo forte in finale. Per diversi mesi i suoi risultati non sono stati ottimi, tutt’altro; ma, nomen omen, ha imparato. Ricordo che per Leaner è stata la prima vera stagione da Pro in carriera, tutto nuovo. Non è semplice affrontare il ritmo e difficoltà del primo anno, avversari, condizioni, fatica, frustrazioni e sconfitte. Sostenuto da un tattico per eccellenza come Michael Chang, Tien nel 2025 ha capito meglio il mestiere e la sua dimensione, la propria unicità come tennista e che lo rende assai scomodo da affrontare per tutti. Ha migliorato in modo sensibile ogni aspetto del suo tennis, e questo me lo fa preferire sugli altri. È una gran bella scoperta.
La foto dell’anno: Sinner con la coppa a Wimbledon
Lo aspettavamo da sempre. Un sogno diventato realtà.
Fatto dell’anno: Italia si conferma leader
L’Italia è la nazione più forte del mondo. Due Slam, le Finals, più tornei vinti, la Davis Cup. Siamo fortissimi ed è bellissimo vivere tutto questo.
Un sassolino nella scarpa…: il nuovo Masters 1000 in Arabia e… nessun progresso concreto sul calendario
Andrea Gaudenzi alle Finals 2025 ha tenuto una conferenza stampa di grande livello. Profonda, esaustiva sui problemi del tennis di oggi. Ha dato una sua soluzione ma… siamo sicuri che sia l’unica strada, quella “giusta”? Alla fine il succo del suo discorso è stato questo: abbiamo lavorato e continueremo a farlo per dare ai giocatori la massima soddisfazione economica, quindi valutiamo ogni possibilità per migliorare gli introiti del tour e dei tornei, denari che vanno a cascata anche sui giocatori visto che ora la torta è equamente divisa. Per questo l’ingresso delle sterminate risorse saudite era scontato e dal 2028 partirà il decimo Master 1000, in Arabia. Quando il contratto delle Finals in Italia terminerà nel 2030, il torneo di fine anno potrebbero prenderselo di forza quelli del fondo PIF con un’offerta che sarà impossibile da rifiutare. Scenari. Tuttavia i giocatori chiedono anche “altro”: off-season più corposa, addio ai 1000 lunghi che non piacciono a nessuno se non alla casse dei tornei, razionalizzazione delle date e spostamenti nell’anno; condizioni di gioco migliori su temi come palle e campi, fattori che influenzano tanto la salute. Ce ne sono anche altri e non strettamente legati al denaro. Su questi argomenti le risposte sono state vaghe, dichiarazioni d’intento e poco più. È vero che i dollari muovono tutto, ma tutto non sono.
Marco Mazzoni
TAG: Alexander Zverev, Andrea Gaudenzi, Bilancio 2025, Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, Oscar 2025, Pagelle anno 2025, promossi e bocciati tennis, Wimbledon 2025

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Sono d’accordo su tutto, Zverev compreso, ma ho un appunto sul punto finale: siamo sicuri che i tornei Mille a 12 giorni non piacciano a nessuno?
Secondo me non piacciono ai Top e hanno le loro buone ragioni, ma per i giocatori fuori dai primi 70 è una manna economica. Fare tornei da 96 più le qualifiche significa dare premi consistenti anche a chi di solito in quella settimana del Mille deve combattere in un Challenger per circa 10-12k euro e solo in caso di vittoria, perché fino alle semifinali gli euro si contano a centinaia, neanche migliaia…
Una “favola” come quella di Vacherot e Rinderknech con il Mille a 64 non sarebbe stata possibile perché il monegasco non sarebbe stato neanche “alternate”.
Gaudenzi ha detto che stanno studiando qualcosa per i Top (doppio bye? Mah) però non bisogna dimenticare chi è dietro…
I cugini Vacherot Rinderknech Hanno caratteristiche psico-fisiche (piú fisiche che psico) per cui giocano bene anche in condizioni estreme.
Se si disputerá un torneo in una sauna avranno ancora ottime possibilitá.
Tien ricorda il giocatore belga, Goffin, ed ha un limite insormontabile: è alto (o basso) 180 cm.
Ed oggi è ancora piú dura di quanto non fosse 15 anni fa.
Quindi non riesco ad immaginarlo in Top10 e soprattutto rimanere in top 10.
Diverso il discorso Musetti, che ha altrettanto, e forse piú, talento, un gran bel fisico, e si spera uno staff tecnico da “top 10”; cosa che a mio modesto avviso il Tartarini non era ed ha fatto bene a farsi affiancare, dimostrando cosi’ intelligenza.