
La difficile realtà economica dei tennisti fuori dalla Top 200: la proposta di Taro Daniel


È uno dei temi più delicati e discussi nel mondo del tennis: la differenza economica tra i giocatori d’élite e quelli che si trovano nelle retrovie del ranking. Nonostante l’aumento dei montepremi nei tornei più importanti, questi benefici riguardano solo i vincitori o chi arriva alle fasi finali. I migliori possono contare anche su sponsor e solidità economica che permettono loro di viaggiare con ampi team tecnici, senza dover controllare ogni spesa.
Lo scenario cambia radicalmente per i giocatori fuori dalla top 200 o 250. Per loro, la sopravvivenza nel circuito diventa una vera sfida: hotel, voli, stipendi per allenatori e fisioterapisti si trasformano in una pressione costante. Per continuare a giocare, non basta vincere partite: bisogna anche riuscire a finanziare la propria carriera, vivendo spesso con l’ansia di non farcela.
Tra le voci più autorevoli che si sono espresse su questa situazione ci sono Novak Djokovic, che da anni si batte per una maggiore equità, e l’ultimo in ordine di tempo, il giapponese Taro Daniel. Attualmente numero 157 ATP, Daniel ha raccontato al Financial Times la realtà economica di chi, come lui, si trova lontano dai vertici.
Spese nascoste e numeri reali
“Quella cifra che vedete nei montepremi non è reale”, spiega il nipponico. “Prima di tutto, tutto quel denaro lo guadagni in Paesi esteri, quindi una fetta importante va via in tasse. I tornei ti pagano la stanza d’albergo, ma non quella del tuo allenatore. Il mio estratto conto? Almeno 20.000 dollari al mese solo tra hotel, cibo, voli – senza includere gli stipendi al team. Da tennista sei come una piccola azienda, con tutti i tuoi ‘dipendenti’ sempre in viaggio”.
Un esempio concreto: “Se viaggi da Indian Wells a Miami, il volo costa almeno 500 dollari. La maggior parte porta con sé altre due persone (allenatore e fisioterapista) e bisogna aggiungere i bagagli extra. Solo l’andata può costare circa 2.000 dollari”.
Nel 2023, secondo il Financial Times, Daniel ha speso 440.000 dollari e ne ha guadagnati 570.000, chiudendo la stagione con appena 100.000 dollari di attivo: una cifra molto lontana dalla percezione che si ha guardando solo i risultati.
La proposta: un salario garantito per i giocatori fuori dal top 250
Per aiutare chi non riesce a emergere, Daniel ha un’idea chiara: “Gli Slam incassano tra 350 e 500 milioni di dollari l’anno. Si potrebbe garantire uno stipendio di 100.000 dollari a ogni giocatore tra il 300° e il 400° posto, suddiviso tra Slam, ATP e WTA. Sarebbero 8 milioni di dollari per ogni organizzazione: non è una cifra fuori dal mondo”.
La ATP, dal 2024, ha lanciato il programma ‘Baseline’ per garantire entrate minime: 300.000 dollari ai top 100, 200.000 ai giocatori tra 101 e 175 e 100.000 a quelli tra 176 e 250. Tuttavia, il programma non coinvolge ancora i Grand Slam, che potrebbero fare la differenza allargando la platea dei beneficiari e la cifra garantita.
La testimonianza di Taro Daniel non è isolata: tanti tennisti vivono con più “avversari” fuori dal campo che in campo. Il sogno di diventare professionisti resta vivo, ma servono riforme concrete per rendere il tennis davvero accessibile e sostenibile anche per chi non è sotto i riflettori.
Marco Rossi
TAG: Notizie dal mondo, Taro Daniel
Per fortuna in Italia l’interesse per il calcio, anche se è sempre il n.1 come seguito tra il pubblico con enorme distacco da tutti gli altri sport, sta crollando. Ho sentito per 2 secondi dei giornalisti calciofili, prima di cambiare velocemente canale per evitare di seguire uno di quiei programmi sul calcio tutti uguali, dire che tutti gli stadi italiani sono in condizioni pietosi: quelli di serie A sono al massimo al livello di quelli di serie C di tutti gli altri paesi europei importanti, e quelli di B e di C non sono manco da terzo mondo…
Certo se i parassiti calciofili riescono ad ottenere l’organizzazione di un mondiale, tutti i vari stadi di Roma, Milano, Napoli, ecc. (fate voi i nomi, tanto tutti i parassiti calciofili ne approfitterebbero, pure il Canicattì che gioca in serie Z…) vengono ristrutturati a spese di tutta la collettività e a scapito dei problemi davvero importanti, e poi vengono regalati alle squadre di quelle città…
Cmq, per tornare al messaggio che hai quotato, in questo momento se Trump e Musk giocano a tennis insieme, mi sa che si prendono a racchettate per tutta la partita…
Tu pure allora meriteresti un robusto vitalizio.
A parte il fatto che non sempre gli stadi della B sono pieni, non tutti fanno come Sampdoria o Bari o Palermo, il calcio è una bolla speculativa mantenuta in vita a spese della collettività per ragioni di speculazione edilizio-finanziaria, consenso politica e riciclaggio denaro sporco. Per questo esistono infinite leghe e categorie, che ormai non garantiscono neppure la crescita dei giovani, visto che li le squadre principalio li vanno a prendere all’estero.
Il tennis, perchè non è, o non è ancora, questo, viene totalmente ignorato, gli appassionati, tutto sommato sono pochi, io mi diverto di più a vedere le partite di un challenger che molte bpartite di Serie A, figuriamoci di B. I Majors valgono almeno la Champions league, ma mentre c’è un battage enorme per ogni turno: guardiamo quanto spazio viene dedicato a questo ridicolo mondiale per club, o al calciomercato rispetto a quello per Wimbledon.
@ gisva (#4421023)
gli juniores se non erro hanno diritto a un tot numero di wc per i tornei major e challenger.. non basta: Ciná e Vasamí hanno le spalle coperte, ma ci sono giocatori nel mezzo del cammin che ancora sognano di fare il salto di qualità e ne avrebbero anche la possibilità se ad ogni torneo non dovessero fare i conti della serva…
Esattamente la mia idea
Più che a uno stipendio, il concetto ê che non è giusto che un tennista debba pagare (viaggio e alloggio) per partecipare a un torneo. sono spese che dovrebbero essere a carico di chi organizza
Un tennista paraguayano o gioca solo in Paraguay e dintorni(e quindi non guiadagna niente, non so se hai notato che la maggior parte dei challengers in sudamerica sono 50) oppure gira per il mondo e quindi spende e deve realizzare quanto uno svedese.
Permettimi, negli sport come il tennis la scelta del profe<ssionismo viene fatta molto presto da poco più che bambino, perchè già a 10/11 anni (esperienza personale con mio figlio, oggi 24enne, che fa dell'altro ed ora gioca a tennis per diletto) deve cominciare ad investire: a quell'età è chiaro che lo puoi fare solo se disponi di un patrimonio familiare cospicuo, sapendo che quest'investimento potrebbe non tornarti indietro. E' abbastanza chiaro che, se ci fossero maggiori garanzie legate alla professione, quest'investimento, che non è una tantum, ma cresce negli anni, verrebbe fatto anche da chi non dispone d'ingenti patrimoni. Non è casuale che gran parte dei tennisti vengono dallli classi agiate o da maestri o maestre di tennis, che hanno quindi gli strumenti per seguirti personalmente senza bisogno di un coach, almeno per un po' di tempo.
La questione è che al pubblico interessa relativamente poco degli eventi fuori dall’orbita major. Arriviamo fino ai 250, ma in realtà ci si dovrebbe fermare ai 500.
Per questo il circuito minore deve essere un circuito di transito o di selezione dei giocatori che meritano di passare al di sopra.
Se uno spende fior di soldi per galleggiare ad un certo livello, ma poi non è in grado di competere al di sopra, inutile finanziare la sua ricerca di tornei abbordabili.
Per questo, l’obiettivo dovrebbe essere che i soldi vadano a chi partecipa agli eventi major e vince lì dentro le partite.
Semmai, bisogna fare in modo che in tanti partecipino alle quali per questi tornei.
Se il numero 500 ha i mezzi per battere i tennisti superiori, deve avere modo di giocare con i superiori in occasioni determinate (Slam, 1000 etc) e, se vince, si finanzia la stagione.
Dal punto di vista economico è così. Il problema è che ci sono tornei che danno punti ma non soldi (ITF, challenger), allora ti devi finanziare per fare punti e poi arrivare a guadagnare.
Se ci fosse una equivalenza fra soldi e punti, non vedremmo questa distorsione, dove si cercano i tornei strategicamente migliori.
Anche quelli fuori dalla top-100 non se la passano bene e al più rientrano nelle spese, considerati i costi dei continui voli e soggiorni all’estero… l’elite comincia dalla top-100, già solo entrare automaticamente nei maindraw di slam e 1000 garantisce tranquillità economica e la possibilità di pensare solo a giocare ed allenarsi bene…@ Silvy__89 (#4420873)
Taro Daniel lo ricordo stabilmente in top-100, evidentemente ora e crollato in classifica e si è ricordato di cosa significhi girare il mondo giusto con l’aspettativa di rientrare nelle spese… comunque ha ragione, visto che ogni anno avanzano circa 20-30 milioni di dollari di extraprofitti dai tornei atp, anziché dividerli fra i giocatori top, che già sono ricchi, potrebbero ridistribuirlo fra quelli che si fanno il mazzo nei challenger… 100.000 euro per un Sinner o un Alcaraz è niente, per un giocatore fuori dalla top-100 sarebbe ossigeno vitale per continuare ad inseguire un sogno
Anche quelli fuori dalla top-100 non se la passano bene e al più rientrano nelle spese, considerati i costi dei continui voli e soggiorni all’estero… l’elite comincia dalla top-100, già solo entrare automaticamente nei maindraw di slam e 1000 garantisce tranquillità economica e la possibilità di pensare solo a giocare ed allenarsi bene…
Aggiungo un’altra considerazione
un tennista sudamericano con 100.000 euro garantiti è come se ne avesse, ad esempio in Paraguay, 500.000
in Svezia probabilmente 100.000 euro saranno facendo un paragone con la nostra percezione 60.000 o meno.
La meritocrazia in uno sport individuale è tutto
Altrimenti cadiamo nel ridicolo come quando le ragazze del calcio femminile pretendono di diventare professioniste, e poi magari la nazionale svizzera come successo l’altro ieri perde 7-1 da una selezione maschile di U15…
E’ così, ma a vedere una partita di serie B ci vanno 20k persone, che magari si comprano pure la maglia del giocatore, il sindaco va a trattare sulle condizioni dello stadio, c’è un presidente che ci mette sponsor e soldi(notoriamente grigiastri)
…un tennista è un pirla sconosciuto che gira il mondo da solo tra gli spalti semivuoti di futures e challengers se non altro perchè i turni si giocano il martedì alle 11 e la gente non può prendere ferie…ma se non si gioca il martedì, non c’è neanche una finale la domenica dove magari 500 persone le si mettono insieme…
Per questo a mio parere le idee di Gaudenzi di vendere il pacchettone ai media tutto insieme sarebbero da perseguire…finchè è tutto sgranellato tra circoli, minisponsors, streaming, tv,atp, itf…
Si riuscisse a creare un indotto complessivo, si potrebbe remunerare anche la parte bassa della catena…
sennò io come Grande Slam potrei anche dire che non ne frega un fico secco del n.400 atp e che preferisco usare i soldi che ho raschiato tra merchandizing, sponsor trovati da me, biglietti, facendo un evento in piazza dove costruisco un campo con magari la statua della libertà dietro e faccio giocare Alcaraz e Sinner con i bambini o con Elon Musk e Trump..così l’anno prossimo viene ancora più gente.
@ Markux (#4420957)
Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?
Taro Daniel nel 2023 ha guadagnato 748.000$, non so che dato abbiano preso, forse hanno calcolato il netto? Sponsor niente? esibizioni, squadre niente?
Onestamente non è tanto lui il target, ma uno Jacopo Berrettini…
Dopo la Top 150 non è più professionismo nel Tennis, diventa amatoriale per chi può permetterselo, cioè i figli di papà.
Ma tiu hai idea di quanto guadagna un calciatore di serie B italiana, che non deve neppure preoccuparsi di organizzare i suoi modesti viaggi? Ma perchè uno doivrebbe giocare a tennis?
Paragone che non c’entra secondo me. Gli sport di squadra hanno dinamiche completamente diverse dagli sport individuali. Quello che dico io è: inizi uno sport qualsiasi esso sia per passione, per hobby, non è scritto da nessuna parte che riuscirai a farlo diventare un lavoro redditizio. Uno su mille ce la fa cantava Morandi…ma penso che lo sappiano tutti fin dall’inizio che in pochi emergono.
Secondo me si dovrebbe garantire un certo reddito ai tennisti tra la posizione 150/200 e almeno la 1000 e non solo a quelli indicati dal giapponese. Non dico un reddito da “nababbi” ma che gli consenta di mantenersi (o quantomeno di non perdere troppo) per più anni (potrebbe anche essere parametrato rispetto al numero di tornei che si fanno, all’anzianità o ad… altro che dovrebbero individuare gli stessi tennisti interessati = decidano loro a maggioranza!).
Quello in teoria dovrebbe essere un obiettivo del “sindacato”, visto che il suo obiettivo dovrebbe essere di tutelare la MAGGIORANZA dei tennisti e non solo i top 100… Del resto i top 10 guadagnano sopratutto dagli sponsor, per cui, se pure gli si togliesse una bella fetta dei guadagni da montepremi + diritti tv, sarebbero poco intaccati…
Come ottenere questo “reddito”? Ovviamente utilizzando una certa parte della percentuale di incassi dei tornei+introiti dai diritti tv che spetta ai tennisti.
Perchè farlo? NB: NON per fare della “beneficenza”, perchè sennò sarebbe facile l’obiezione: “a pochissimi interessa guardare i non top 100, quindi è giusto che chi viene visto da pochissimi spettatori guadagni poco o nulla”.
Ma solo per mantenere alto il livello dei tennisti: se molti più giocatori possono rimanere per più anni a fare soltanto i tennisti, il livello medio si alza e quindi chi arriva in top 100 è sempre più forte, per cui le partite al top diventano sempre più spettacolari e “dure”… Per questo il movimento tennistico potrebbe valutare di stipendiare in modo “fisso” i non top 100= ottengono un livello più alto =chiedo + soldi alle tv o quantomeno mantengo vivo il loro interesse e non passano ad altri sport…
Ed è un discorso che può interessare solo il tennis e pochi altri sport, perchè, appunto il tennis, muove un buon “giro” di introti da diritti tv, mentre per altri sport tipo atletica, scherma, ecc., ecc. sarebbe un discorso utopistico e quindi poco utile…
Il tennis sta diventando uno sport globale e, ripeto per l’ennesima volta, il vantaggio che hanno le 4 federazioni che organizzano gli Slam non è più tollerabile. La soluzione del buon Taro è semplicissima: la federazione francese invece di destinare centinaia di milioni SOLO per i propri tennisti, con poche briciole-una decina di milioni- renderebbe il nostro sport leggermente meno iniquo.
io amo vedere il tennis. Tutti i livelli di giocatori dalla prima categoria in su. Penso che se mi proponessero di vedere solo i big dopo una volta o due rinuncerei a guardarli. Questo per dire che il tennis ha bisogno di tutti i giocatori di tutti i livelli e sopratutto dei giocatori di circolo perché sono loro che fanno vivere l’industria dell’abbigliamento e racchette e palline e…
I soldi oggi ci sono bisogna distribuirli in modo diverso, ma senza rinunciare al tennis femminile.
io amo vedere il tennis. Tutti i livelli di giocatori dalla prima categoria in su. Penso che se mi proponessero di vedere solo i big dopo una volta o due rinuncerei a guardarli. Questo per dire che il tennis ha bisogno di tutti i giocatori di tutti i livelli e sopratutto dei giocatori di circolo perché sono loro che fanno vivere l’industria dell’abbigliamento e racchette e palline e…
I soldi oggi ci sono bisogna distribuirli in modo diverso, ma senza rinunciare al tennis femminile.
@ Silvy__89 (#4420873)
Quindi un giocatore di calcio che gioca nella Roma (eh sì, basta giocare nella Roma per non essere fra i 200 più forti al mondo) deve ritirarsi?
A occhio , tutti gli sport individuali sono organizzati sulla base di squadre nazionali . Mi sembra l unica soluzione . Ottieni :
Un team per x giocatori
Spese che si possono contrattare meglio
UNO sponsor ( che altrimenti il 400 non ha )
Gestione generale fatta da una persona per tutti
Inconvenienti :
Il giocatore si deve adattare a non essere più completamente lndipendente
Si potrebbe quindi lasciare l attuale situazione per quelli che stanno bene ( di famiglia o perché sono nei primi xxx al mondo ) . Tutti gli altri gestori in questo modo
Idea buttata lì che nel caso prevederebbe anche altri cambiamenti ( calendario e attribuzione punto ) ma che a mio modo di vedere andrebbe valutata .
C e sempre da considerare che gli sportivi non salvano il mondo , producono un „più“ di spettacolo . Se questo spettacolo non ti permette di viverci , o si cambiano le regole o lo fai come hobby
Andrebbe premiato il merito e non chi viaggia/spende di più.
Dovrebbero aumentare di gran lunga i premi per vincitori e finalisti di Challenger e ITF: se uno perde è coerente che non guadagni e se continua a perdere è coerente che non sia sufficientemente bravo.
“Nel 2023, secondo il Financial Times, Daniel ha speso 440.000 dollari e ne ha guadagnati 570.000, chiudendo la stagione con appena 100.000 dollari di attivo: una cifra molto lontana dalla percezione che si ha guardando solo i risultati”.
Sì, ok, tutto giusto. Ma 130.000$ (perché 100.000?) NETTI l’anno, ripeto NETTI l’anno, non fanno schifo, e soprattutto non dovrebbe far piangere il morto. Poi per giapponese o uno statunitense saranno anche pochi, ma per molti altri sono un bel vivere.
È vero che ci sono differenze rilevanti di introiti tra i big e tutti gli altri, ma il vero problema è l’incidenza spropositata (e tendenzialmente uguale per tutti) delle trasferte. Il paradosso del tennis è che è organizzato su un circuito mondiale anche nei suoi gradi bassi. Si va a fare un torneo ITF in India o in Kazakistan per poche centinaia di dollari, mentre in sport plurimiliardari come il calcio si fanno trasferte per lo più nazionali e con la garanzia di giocare in casa la metà degli incontri. Se ci si pensa, Daniel in un anno ha avuto oltre mezzo milione di dollari di ricavi, un budget che tanti liberi professionisti e piccoli imprenditori individuali si sognano, ma poi le spese di viaggio e alloggio, per sé e per il team, gli hanno portato via la maggior parte e si tratta di spese fisse, a parte i premi percentuali ai membri del team.
Su questo dovrebbe agire l’Atp, non tanto sull’aumento degli importi lordi dei premi, che non sarà mai sufficiente, quanto sui costi collegati alle trasferte dei team. Qualcosa è stato fatto, da qualche anno ad esempio nei challenger l’organizzazione del torneo deve fornire vitto e alloggio agli atleti, ma bisogna fare di più tipo estendere le facilitazioni all’intero team e accollarsi interamente le spese di viaggio per tutti (cioè non solo per il famoso di turno invitato a un torneo secondario, come avviene già ora di nascosto)
quando un’azienda non fa utili deve chiudere, non chiedere croccantini
cominciassero a togliere l’assurda parità di montepremi tra uomini e donne negli slam intanto
Sono d’accordo. Questo accade perché i pochi big accentrano su di sé l’attenzione mediatica e chiedono ricompensa di ciò, ottenendola.
Gli spettatori tendono a riporre l’attenzione su un centinaio di nomi, non di più. Il formato ad eliminazione diretta in tornei da 7-10-14 giorni, richiede appunto un centinaio di alfieri combattenti, più i rincalzi. Altri sport con lo stesso formato hanno gli stessi numeri.
Questo non significa che la situazione non possa migliorare, per i giocatori dal 300 al 500. In fondo basta un piccolo accordo.
Spero che risolvano i problemi in fretta
Come salario minimo non sarebbe neanche male….In Italia non vogliamo dare 10000 euro l’anno ad un lavoro di base…..
Comunque poi si scontentano quelli dopo i 400….
Il tennis è sempre stato uno sport elitario e così resterà i big non vogliono spartire nulla
Pensate giocatori che non sanno nemmeno stoppare una palla guadagnano milioni
questi 300mila ai top100 sono inutili visto che come si è detto godono di molti privilegi come sponsor e contratti (sinner sono due anni che guadagna più fuori dal campo che dentro) se proprio non si vuole dare un aiuto economico che aumentino gli incentivi a questi ragazzi mettendo per esempio a disposizione più camere d’albergo e altri benefit. È assurda questa disparità economica quando sono proprio loro dalle retrovie a mandare avanti tutto il circo. Per questo negli slam spero sempre che arrivino in fondo degli outsider l’assegno finale giova più a loro che ai top player che hanno già moltissime entrate
Mi sembra che la proposta del nippo-statunitense vada nella direzione giusta, senza gli acccenti demagogici e populisti di Djokovic e della sua banda. Di fatto è un reddito d’inclusione che riguarda tennisti che sono fuori dai 200/250 fino ai 400. In realtà per quanto sia un passo avanti, credo sia ancora insufficiente, perché i beneficiari dovrebbero essere i 500/600, non oltre perché si sostanzierebbe il rischio di “free-riders”. Si potrebbe anche pensare a dei prestiti d’onore a favore degli under 22, checpotrebbero essere restituiti a rate una volta raggiunto un certo livello. L’obbiettivo divrebbe essere quello di garantire un’entrata certa,di fatto, ai primi 1000 tennisti, un sostegno economico ai giovani emergenti. È chiaro che va prevista un crescita della diffusione del tennis anche in territori poco battuti, penso all’Africa Subsahariana, all’Asia, in particolare l’estremo ed il vicino oriente.
Magari il sig Groucho guardando il tennis avrebbe meno tempo per scrivere fesserie…
Una voce nel deserto. Il problema è antico è non è mai stato nemmeno discusso. Se non c’è la spunti, cambi mestiere. enzo
Si lamenta la Jabur dei guadagni, che ha alzato decine di milioni ed è già una ex giocatrice a 30anni…purtroppo la cupidigia di alcuni/e ha ripercussioni anche su chi ne avrebbe di diritti a lamentarsi…molto a pochi, poco a tanti.
Viene automatico ogni volta il paragone col calcio…
Da tempo si parla di questo, credo che praticamente tutti i tennisti e i tifosi possano essere daccordo, come fai a non esserlo? Il tennista viaggia continuamente e ha dietro tutta una sua equipe a spese sue. A differenza del calcio o altri sport dove pure uno in serie C ha uno stipendio fisso qui 0 se non i sussidi delle Federazioni.
E’ stato pure fortunato a chiudere con 100mila in attivo Taro
Vuoi dire che potrei guardare tennis tutto il giorno?????
Con tutto il rispetto, ma se dopo un tot d’anni vedo che non salgo oltre il 200 del ranking…non arrivi a pensare che forse non è la tua strada il tennis?
Bravo! Io proporrei uno stipendio anche per noi appassionati, una sorta di reddito di cittadinanza tennistica