Da Parigi – La conferenza stampa. Pioline: ‘La scommessa Defense Arena è vinta. Ora il pubblico deve farla sua”
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Cédric Pioline:
Buongiorno. Sono molto felice di essere qui stamattina con voi per il tradizionale punto di fine torneo, anche se non conosciamo ancora il vincitore di questa edizione 2025.
Avevamo annunciato e comunicato che il Rolex Paris Masters stava entrando in una nuova era. Possiamo dire che la scommessa è stata vinta e che la sfida è stata portata a termine con grande successo per tutta la settimana.
Già i numeri parlano da soli: anche se non abbiamo ancora la cifra definitiva, siamo intorno ai 220.000 spettatori per questa edizione.
Per dare un riferimento, nel 2024 erano stati 176.000: un balzo in avanti notevole, di cui siamo molto orgogliosi.
In questa sfida, i nostri migliori ambasciatori sono stati innanzitutto i giocatori, che sono rimasti pienamente convinti di quanto abbiamo proposto in termini di organizzazione e di miglioramento delle loro aree dedicate.
Non ripeterò tutto ciò che abbiamo già detto più volte, ma i loro spazi — spogliatoi, player’s lounge, setup di gioco — hanno riscosso grande apprezzamento.
La zona a loro riservata, con la fascia centrale che ormai conoscete bene, i campi di allenamento e la gym zone sono stati molto apprezzati. Un dettaglio che ha colpito i giocatori è la porzione di superficie identica a quella del campo di gara, utilizzata per riscaldamento e corsa: per atleti del loro livello, delle vere “Formula 1”, avere sotto le scarpe lo stesso tipo di suolo che troveranno in partita è stato un plus molto gradito.
Un altro punto di forza è stata la nuova capacità del Campo Centrale, che può accogliere circa 17.500 spettatori: è il secondo campo coperto più grande al mondo dopo l’Arthur Ashe Stadium di New York, ma il primo in assoluto sul circuito ATP.
Anche i campi 1 e 2 hanno visto un netto miglioramento, sia in termini di capienza sia di condizioni di gioco rispetto al passato. Il campo 1, in particolare, ha funzionato molto bene: era una delle nostre priorità, per riequilibrare l’importanza tra il Centrale e i campi secondari.
La scommessa è stata vinta, perché i tifosi si sono davvero appropriati di questi nuovi spazi, creando un’atmosfera straordinaria.
Detto questo, siamo perfettamente consapevoli che non tutto è ancora perfetto e che ci saranno aspetti da migliorare. Abbiamo già diverse piste di lavoro.
Raccoglieremo tutti i feedback da parte di chi anima questo evento — inclusi voi giornalisti — e, per esempio, ho ben ascoltato le vostre osservazioni sulla posizione della tribuna stampa.
Come potete immaginare, seguiranno diversi debriefing, prima interni alla Federazione, poi con l’ATP. Come sapete, verrà redatto un rapporto e ci aspettiamo che sia estremamente positivo, ma saremo pienamente all’ascolto delle osservazioni.
Infine, collaboreremo anche con la sala, poiché possiamo considerarci dei veri e propri “produttori”, al pari di chi organizza grandi eventi musicali, con la differenza che noi proponiamo sport dal vivo.
Molte componenti passano attraverso lo staff della struttura, che conosce la sua arena alla perfezione. La collaborazione è stata fluida e virtuosa, ma siamo tutti d’accordo che si può ancora migliorare, collettivamente, per rendere il torneo e l’evento sempre migliori.
Domanda: Un punto negativo che ha fatto molto discutere riguarda la lentezza del campo. Ci avevi avvertito che sarebbe stato più lento rispetto all’anno scorso, ma sei rimasto sorpreso dal calo drastico del Pace Index? Avete un vero controllo su questo parametro?
Cédric Pioline:
Non possiamo chiedere una velocità precisa, tipo “35,5 o 36” di Pace Index. Si indica semplicemente una forchetta di riferimento — “medium” o “medium-fast” — e ci si attiene a quella.
La nostra volontà, questo sì, era di rallentare la superficie rispetto all’anno scorso, ed è stato fatto consapevolmente.
Mi sembra interessante sottolineare una cosa: come in ogni torneo, ci sono quattro semifinalisti, e su quattro, tre hanno espresso un commento – positivo o critico – sulla superficie o sulle palline. Il che dimostra che, tutto sommato, non doveva essere poi così male, visto che sono arrivati in semifinale di un Masters 1000, un risultato già di per sé notevole.
Per fare un esempio, credo che Félix Auger-Aliassime abbia dichiarato dopo il primo turno: “le palline sono pessime”.
Gliel’ho ricordato scherzando: “Forse non sono così male, queste palline!”.
Sono quei piccoli scambi informali che abbiamo: io resto un direttore di torneo, ma anche un ex giocatore, quindi capisco il loro punto di vista.
Da ex giocatore, mi sento molto a mio agio con queste situazioni. So perfettamente come i giocatori arrivano, si ambientano e scoprono condizioni diverse da quelle della settimana precedente.
Commentare i commenti dei giocatori non è sempre qualcosa di costruttivo. Sappiamo distinguere tra chi deve solo adattarsi a nuove condizioni e chi segnala un problema reale.
Oggi, la superficie proposta rappresenta un buon compromesso per tutti gli stili di gioco.
Domanda: Grazie per questa conferenza. Come direttore del torneo, le auguro buona fortuna. Ci sono state discussioni riguardo al decimo Masters 1000 previsto in Arabia Saudita e al suo valore aggiunto nel calendario?
Cédric Pioline:
È una grande domanda, molto interessante.
Senza dubbio, il decimo Masters 1000 — come sapete — non sarà obbligatorio, proprio come Montecarlo.
Per quanto riguarda il Rolex Paris Masters, noi siamo protetti, perché i giocatori hanno l’obbligo di partecipare al nostro torneo.
A mio parere, per come oggi i giocatori costruiscono il loro calendario, dovranno inevitabilmente adattare alcune cose.
Tra i quattro tornei dello Slam, gli otto Masters 1000 obbligatori, forse due facoltativi, qualche ATP 500, la Coppa Davis, la Laver Cup e talvolta qualche esibizione, il calendario è ormai sovraccarico.
Immagino che i giocatori dovranno fare delle scelte, agire con intelligenza e stabilire delle priorità.
Penso che sia questa la direzione verso cui stiamo andando: il tennis sta vivendo una fase di transizione.
Il futuro del nostro sport sarà diverso da quello che conosciamo oggi, e il modo di concepire la stagione cambierà inevitabilmente rispetto a due o tre anni fa.
Domanda: Quest’anno non c’era una biglietteria separata per il campo n.1. Visto il successo e l’atmosfera che si è creata, pensate di introdurla a partire dal prossimo anno?
E poi, una domanda più tecnica: molti Masters 1000 sono stati vinti da giocatori alla loro prima affermazione importante — penso a Jack Draper, Jakub Mensik e, forse, a Félix Auger-Aliassime oggi. Come spiega che nei Masters 1000 la competizione sembri più aperta rispetto agli Slam, dove Alcaraz e Sinner dominano?
Cédric Pioline: Per quanto riguarda la biglietteria dedicata, è una questione che ci eravamo già posti prima di questa edizione. Abbiamo scelto di mantenere il modello dell’Accor Arena, innanzitutto perché i nostri spettatori vi erano abituati.
Alla luce del successo di quest’anno, è chiaro che si tratta di un punto che verrà affrontato nel debriefing e su cui dovremo decidere abbastanza rapidamente, anche perché tradizionalmente le vendite dei biglietti iniziano a Natale, quindi tra un mese e mezzo circa.
Senza entrare troppo nei dettagli, se decidessimo di andare in quella direzione, ci sarebbero delle conseguenze pratiche: sui flussi del pubblico, sulla gestione degli spettatori abituati ad avere un biglietto valido sia per il Centrale sia per gli altri campi — e naturalmente anche sulla griglia dei prezzi. Dovremmo stabilire quanto far pagare per il Court 1 rispetto al Centrale. Ci sono molti aspetti da valutare: non è una decisione che si può prendere alla leggera, ma richiede un’analisi ponderata per fare la scelta giusta.
Per rispondere alla seconda domanda, è vero che il calendario ATP oggi procede a una velocità impressionante. Ci si dimentica facilmente che in primavera Sinner è rimasto fermo per un periodo, saltando diversi Masters 1000. Siamo passati dal “Big 4” al “Big 3” e oggi forse al “Big 2”. Chissà, magari torneremo presto a un Big 3 — ce lo auguriamo, perché più alto è il livello, più lo spettacolo ne guadagna.
Questo lascia spazio anche ad altri giocatori di talento, che possono cogliere l’occasione per compiere un exploit. Solo il tempo dirà se certe vittorie resteranno episodi isolati o segneranno l’inizio di qualcosa di più grande.
È chiaro che Alcaraz e Sinner sono attualmente al di sopra di tutti, e lo si vede soprattutto nei tornei dello Slam. Nei Masters 1000 c’è un po’ più di margine, perché non possono vincere sempre tutto.
Entrambi non parteciperanno ai tornei ATP 250 della prossima settimana: resta solo questa finale — e il suo risultato — per determinare chi sarà il numero 1 del mondo.
Guardando i punti, tra il loro totale e quello del terzo in classifica ci sono circa 4.000 punti di differenza, un dato davvero impressionante, che dimostra la portata della loro dominazione sul circuito .
Domanda: Tornando alla biglietteria, da quanto capisco il torneo avrà margini inferiori, ma resterà comunque redditizio. Si può avere un’idea di quanto siano aumentati i costi organizzativi per lo spostamento qui alla Defense Arena? E quanto è cresciuto il fatturato derivante dalla vendita dei biglietti?
Cédric Pioline:Sul fronte biglietteria, siamo rimasti molto stabili rispetto al 2024 in termini di prezzi. Era una nostra precisa volontà, in occasione di questo trasferimento, non modificare troppo
Non entrerò nei dettagli tecnici – ci sono persone più qualificate e intelligenti di me per questo – ma è stato fatto un ridisegno complessivo degli spazi rispetto a Bercy. La configurazione e la suddivisione delle aree (“zoning”) sono cambiate. La capienza è maggiore, ma maggiore non significa automaticamente più ricavi.
I margini di guadagno si ridurranno, perché abbiamo costi aggiuntivi e un contratto differente rispetto a quello che avevamo all’Accor Arena.
Non darò cifre precise, ma qualche esempio: abbiamo installato 9.000 metri quadrati di tende e drappeggi. Non è certo il tipo di tenda da doccia che si trova a casa, e basta fare un rapido calcolo per capire di che cifre parliamo.
Il budget complessivo è quindi molto consistente, ma era necessario, sia per garantire comfort ai giocatori, sia per migliorare l’esperienza del pubblico.
Abbiamo costruito tribune temporanee, un investimento notevole, realizzate su misura e acquistate direttamente dal torneo.
Faccio un piccolo paragone con l’immobiliare: quando si passa da un appartamento di 100 m² a uno di 200 m², inevitabilmente costa di più. Ci sono più pareti, più impianti, più spazi da allestire. Lo stesso vale per questa Arena, con strutture come questo magnifico media center, di cui siamo molto fieri. Ogni nuovo servizio comporta costi, anche quelli “nascosti”, che non si vedono ma pesano sul bilancio.
Quando si fa il “più, più, più”, è normale che costi di più, ma ne siamo felici, perché il successo dell’evento dimostra che ne valeva la pena.
Domanda: Ci sono stati costi imprevisti?
Cédric Pioline:
Ci sono sempre sorprese dell’ultimo minuto. Come sapete, noi siamo locatari della struttura, e alcune voci di spesa non erano state previste. Ricordo che tra gennaio 2024, quando la Federazione francese ha approvato ufficialmente il trasferimento, e oggi, sono passati solo 18-20 mesi. Un tempo molto breve: abbiamo organizzato l’edizione 2024, negoziato il contratto con la Paris La Défense Arena (PLDA), e forse abbiamo avuto poco margine per analizzare tutto nei dettagli — è normale. Durante l’operatività sono quindi emersi costi non preventivati: il “sale e pepe” dell’organizzazione.
Domanda: Una delle grandi forze di Bercy era l’atmosfera, quell’energia quasi folle che si creava nella sala. Hai l’impressione che questa atmosfera sia riuscita a trasferirsi qui alla Defense Arena, o è un po’ più “morbida” e servirà tempo perché il pubblico si adatti a questo nuovo spazio?
Cédric Pioline:
Hai perfettamente ragione: l’atmosfera è un elemento fondamentale, quasi identitario, di questo torneo.
Quello che descrivi l’abbiamo ritrovato pienamente sul campo 1, un po’ meno sul Centrale.
Ricordo che parliamo di un evento con oltre quarant’anni di storia. Non sono affatto convinto che l’espressione “calderone di Bercy”, tanto usata in passato, si applicasse davvero a tutte le edizioni del torneo al Palais Omnisports (POPB) diventato poi Accor Arena. Negli ultimi tre anni eravamo sempre sold out, questo è un dato di fatto.
Come hai detto giustamente, il pubblico ha bisogno di appropriarsi del nuovo spazio. Serviranno alcuni match di riferimento, momenti forti, per creare — come accadeva a Bercy — una memoria collettiva legata al torneo.
Io stesso giro molto per percepire l’atmosfera, per “sentire la vibrazione” della sala. E ho la sensazione, e non è un discorso di facciata, che la gente abbia solo voglia di accendersi. Si percepisce che il pubblico ha fame di emozioni.
Probabilmente inseriremo questo punto nel debriefing: analizzeremo anche i dati per capire la composizione del pubblico — quale percentuale proviene da Bercy e quanti invece sono nuovi spettatori che prima non venivano.
Penso che la maggioranza sia composta da “fedelissimi”, i cosiddetti repeaters, e si sente che c’è elettricità nell’aria. Basta una scintilla perché tutto esploda.
Spero che accada proprio questo pomeriggio, in occasione della finale.
Dal nostro inviato a Parigi, Enrico Milani
TAG: Cedric Pioline, Masters 1000 Parigi, Masters 1000 Parigi 2025

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Che comincino a non costringere a sopportare su tutti i campi il baccano da giostre che c’è sul centrale…come?
Semplice: basta smettano di trasformare il centrale in una specie di discoteca, lasciando un salutare silenzio dagli altoparlanti ai cambi campo.