
Vacherot e Rinderknech, che storia familiare a Shanghai


Quando si dice “Tutto in famiglia”. Il tanto discusso Masters 1000 di Shanghai sta avviandosi alle fasi decisive con un continuo susseguirsi di sorprese, alcune per brutti ritiri causati delle difficili condizioni ambientali, altre per un pizzico di magia di storie uniche, belle da raccontare. È davvero incredibile che al più importante torneo asiatico della stagione siano arrivati nei quarti di finale due cugini, Valentin Vacherot (n. 204 ATP) e Arthur Rinderknech, tennista più noto ma non esattamente di spicco. Entrambi stanno scrivendo la pagina più bella della propria carriera nello stesso torneo, e lo stanno facendo abbattendo uno dopo l’altro avversari assai più quotati e con un tennis a tratti davvero convincente. I due sono anche piuttosto simili come tennisti: alti, molto magri, dotati di un servizio devastante e di una propensione verso la rete e l’attacco che si portano dentro, nel proprio DNA. Avanzano a braccetto e si sostengono l’un l’altro, tanto che Rinderknech dopo aver battuto a sorpresa Lehecka nel primo incontro del mercoledì a Shanghai ha dedicato la sua vittoria proprio a Valentin, con la classica firma sulla telecamera a fine match.
Family inspiration
Rinderknech joins his cousin Vacherot in the last #RolexShanghaiMasters pic.twitter.com/NWL2Kf7QxD
— Tennis TV (@TennisTV) October 8, 2025
Vacherot è protagonista a Shanghai di una vera e propria favola. Prima di entrare nel main draw del “mille” asiatico vantava una sola partita vinta in carriera sul tour maggiore, e segna anche una pagina di storia per il tennis del Principato di Monaco, visto che mai prima di lui un monegasco era riuscito ad issarsi nei quarti di un torneo ATP. Ha strappato questo posto con pieno merito, servendo come un treno e attaccando a più non posso, battendo uno dopo l’altro tre teste di serie: il forte Bublik targato 2025, poi Machac (costretto al ritiro nel secondo set) e quindi Griekspoor, quest’ultimo superato al termine di una maratona conclusa quasi all’1 di notte e vinta al tiebreak decisivo del terzo set. Qualità e anche attributi per abbattere l’impeto di colui che ha retto contro Sinner portandolo allo stremo delle forze. “Significa tutto per me” ha affermato Vacherot dopo la vittoria sull’olandese, “Non ho ancora realizzato quel che ho combinato in questo torneo, è pazzesco. Ripensando ai momenti difficili dello scorso anno, ora tutto è diverso, sto vivendo uno dei periodi più belli della mia vita”. Vacherot infatti nel 2024 ha visto bruscamente interrotta una buona scalata – ha vinto tre Challenger e si è portato al n.110 – per problemi fisici alla spalla, che l’hanno bloccato dopo US Open. Ma Valentin non ha mai avuto fretta e con pazienza si è curato e quindi è rientrato nel 2025. La sua carriera sportiva era iniziata quasi per caso, anche se il tennis era un affare di famiglia.
Valentin infatti è figlio di Nadine, madre anche dell’ex pro monegasco Benjamin Balleret, che oggi – da fratellastro – lo allena. Balleret è la vecchia gloria del tennis di Monaco: arrivò negli ottavi al Masters 1000 di casa a Monte Carlo e ha disputato moltissime partite in Davis, più di tutti sotto i colori bianco rossi. Il legame con Rinderknech è da parte di madre: infatti la sorella Virginie Paquet (a sua volta discreta tennista a cavallo di anni ’80 e ’90) è la mamma di Arthur Rinderknech, e Bernard Ballaret, papà di Benjamin, è stato negli anni settanta un tennista che, come si suol dire, c’ha provato, senza però mai riuscire ad entrare nei tornei Gran Prix. Per questo quando il piccolo Valentin cresceva da ragazzo la racchetta ben presto è finita nelle sue mani, ma le ore a tennis erano solo uno svago. Anche quando è volato negli USA per studiare al College, seguendo le orme del cugino Rinderknech che si allenava e vinceva presso la A&M University, in Texas. L’ex tennista Steve Denton seguiva Arthur e vide in quel ragazzo magro e alto un buon potenziale, tanto da fargli credere che irrobustendo il fisico e spingendosi al massimo avrebbe potuto dire la sua anche tra i professionisti, continuando a crescere nella squadra della università. Detto fatto: in Texas Vacherot diventa un tennista fortissimo nel circuito universitario, tanto che nel 2020 inanella quasi solo vittorie per il suo team. Una volta laureatosi, decide di tornare a Monaco e di provarci sul serio col tennis professionistico, e anche se ha stentato a raggiungere buoni risultati adesso la sua carriera a 26 anni è decollata e nel Live Ranking ha scalato 74 posizioni, attestandosi al n.130, con i tanti punti racimolati in Cina.
Ora una sfida molto impegnativa ai quarti di finale contro Holger Rune per Vacherot, ovviamente sarà molto sfavorito ma il danese non affatto stabile e chissà che il sogno del monegasco non possa proseguire. Invece per Rinderknech ci sarà il vincente di Musetti – Auger-Aliassime, la partita segnata in rosso per gli appassionati italiani. Rinderknech a sua volta ha vissuto un torneo spettacolare battendo uno dopo l’altro Michelsen, Zverev (di nuovo dopo Wimbledon) e Lehecka, quindi è a dir poco “caldo”. Arthur e Valentin, due cugini che stanno scrivendo una pagina di storia a Shanghai.
Marco Mazzoni
TAG: Arthur Rinderknech, Masters 1000 Shanghai 2025, Valentin Vacherot
7 commenti
Un paio di anni fa, quando, dopo una combattutissima partita, Nardi riuscì a batterlo al primo turno di Montecarlo, molti dissero che Nardi aveva vinto contro nessuno.
Anche la bella Chloé Paquet fa parte della famiglia. Quando si dice la genetica……..
Vacherot il terzo set l’ha vinto 6 4
Che bella storia!
@ zedarioz (#4495339)
Vero.
Si sono date da fare le mamme… 😆
Vacherot ha il tennis per stare nei 50/60 proprio comodamente. Ci sarebbe già vicino se non si fosse fatto male. Non è lontano dal livello del cugino. Chi arriva dalle università americane va sempre aspettato un po’. Isner e Shelton sono due eccezioni, avendo sfondato subito nel circuito, gli altri hanno bisogno di qualche anno di adattamento ma se sono forti poi emergono.