
Jannik e Carlos, la bellezza di una rivalità che si rinnova in ogni episodio. Le chiavi della finale 2025 di US Open


Federer, Del Potro, Nadal, Djokovic, Murray, Nadal, Cilic, Djokovic, Wawrinka, Nadal, Djokovic, Nadal, Thiem, Medvedev, Alcaraz, Djokovic e Sinner. Una sequela di grandissimi campioni. È l’albo d’oro di US Open dal 2008, anno in cui Roger Federer fu più forte di tutti e bravo a confermarsi campione nello Slam di New York, in quello che fu il suo quinto titolo consecutivo nel torneo. Da allora sono passati 17 anni e nessuno è riuscito a confermarsi campione nella “Grande Mela”, nemmeno i due dominatori della decade 2010-2019, Rafa e Novak, sempre stoppati da un formidabile avversario nel tentativo di bissare il successo dell’anno precedente. Ci proverà stasera (ore 20) Jannik Sinner a interrompere questa sorta di dolce maledizione e difendere il titolo del 2024. Di fronte a lui molto più di una cabala avversa: c’è Carlos Alcaraz, forte di potenza, capacità tecniche sterminate e una continuità di risultati e prestazione anche all’interno del singolo match mai così buona in carriera. Risultati eccellenti che gli hanno permesso dallo scorso aprile di alzare trofei a ripetizione e colmare il gap con Sinner nel ranking. Tutti sanno che stasera a Flushing Meadows la posta in palio è totale: il quarto Major dell’anno (due li ha vinti Jannik, uno Carlos) e il numero uno nel ranking. I due si giocano il terzo Slam di fila in una stagione, non era mai accaduto dall’avvento del tennis Open (1968) e questo spiega brutalmente quanto siano più forti di tutti i rivali, lontani anni luce per qualità di gioco, forza mentale e tenuta agonistica.
Non è facile fare le carte a questa sfida affascinante e attesissima. La bellezza di questa rivalità è che ogni partita è un universo a se stante, mai la fotocopia di qualcosa già visto e sperimentato. Si vince sulla forza fisica e mentale, sull’abilità di giocare il proprio miglior tennis esplorando territori vergini e mettendo a nudo la debolezza dell’altro. Ogni capitolo scrive una storia diversa dal precedente e per questo gemma rara e preziosa. Simone Vagnozzi è stato fin troppo chiaro venerdì notte dopo la sofferta vittoria su Auger-Aliassime: sabato lavoreremo su dettagli per sorprendere Alcaraz. Quali? Non è facile ipotizzarlo. Sicuramente il tennis di Jannik si è evoluto in modo esponenziale negli ultimi anni, passando da “distruttore” a massima velocità a tennista più completo, capace di sporcare la palla, cambiare ritmo e giocare sull’avversario oltre che sulle proprie debolezze. C’è un grosso punto interrogativo: quali sono le “debolezze” di un tipo come Alcaraz, ossia un campionario quasi esaustivo di possibilità tecniche, sostenuto da un fisico “bestiale”, fortissimo e resistente? Questo al quinto set ha perso solo una volta da Berrettini, diverso tempo fa, quindi nemmeno puoi pensare di battagliare ore e ore sperando di stroncarne la resistenza. Ha muscoli micidiali, assorbe la fatica e rilancia, e quindi va battuto sul gioco, sulla tattica. Sull’aspetto mentale, dove è forse ancora attaccabile.
Ascoltando anche JC Ferrero nel torneo sembra evidente che finora il suo giovane assistito non abbia ancora mostrato tutte le carte del suo mazzo. Dopo la netta sconfitta subita a Wimbledon, la sensazione è che anche lui proverà contro Jannik qualcosa di diverso per sfruttare l’effetto sorpresa e testare la capacità di lettura e adattamento del nostro campione. Si può pensare che sia relativo al servizio e al primo colpo di scambio. Mai Carlos ha servito bene in carriera come nell’ultimo periodo; nel team del murciano avranno studiato a fondo cosa accadde nella finale di Wimbledon, quando un Sinner strepitoso ebbe la forza morale di rialzarsi dopo un primo set in cui era in vantaggio, subendo due break dolorosissimi. Lo spagnolo cercherà di evitare proprio quella reazione mostruosa di Jannik, perché lo scenario potrebbe ripetersi a livello tecnico-tattico, ed è quello che invece Sinner deve ricordarsi alla perfezione. Dentro di sé sicuramente quel benedetto 13 luglio ci fu una tempesta di emozioni quando l’arbitro annuncio la chiusura del primo set a favore del rivale. Era un break avanti, stava giocando da Dio, ma… qualcosa si inceppò, il servizio inizialmente. Braccio più rigido, con la risposta di Carlitos salita in cattedra. Due break di fila concessi… Il dolore per come aveva perso la finale di Roland Garros poche settimane prima era tutt’altro che archiviato. Proprio in quel cambio di campo e annullando una chance all’avvio del secondo set, Sinner vinse Wimbledon: fu monumentale nel scegliere la via del massimo rischio, una sorta di “All in” da poker. Perso per perso me la gioco a tutta e devo fare ogni cosa con tanta di quella velocità, anticipo e pressione da non lasciar respirare Carlos, a costo di sbagliare. Devo farlo sentire spalle al muro, senza il tempo di inventare gioco. Una tattica difficilissima ma l’unica per tenerlo fermo e non farlo comandare. Fu la tattica vincente, tanto da far urlare a Charlie al suo team “gioca molto meglio di me, tanto meglio…”
L’intensità è di sicuro un fattore chiave in un tennis di così alto livello, lo sarà anche nel prossimo Jannik vs. Carlos. Ma sarà un’intensità non solo intesa come capacità di picchiare tanto forte e con anticipo. Sarà relativo agli spazi del campo. Infatti chi riuscirà a giocare molto vicino alla riga e spostare l’altro più dietro avrà un vantaggio terrificante. Per questo i colpi d’inizio gioco dovranno essere l’architrave che sorregge la prestazione di Sinner. Non è sufficiente come ha servito nel torneo; solo a tratti è stato continuo. Dovrà esserlo molto, molto di più se vuol provare a tener ferma l’esuberanza di Alcaraz, che al contrario in risposta entrerà di brutto. Proprio il servizio sta brillando come mai in carriera in Carlos. Ferrero aveva avvertito: ci vorrà un po’ di tempo per sistemare e mettere a regime il nuovo movimento di battuta. Il tempo sembra essere arrivato. Tuttavia la battuta resta il colpo più cerebrale del gioco, e quindi la pressione, l’abilità nel respirare e giocare questo swing così complesso in modo relativamente rilassato è decisiva all’efficacia dell’esecuzione. Sinner dovrà farsi trovare pronto: reattivo come nelle migliori giornate per rispondere tanto, profondo, aggressivo e così insinuare dubbi del rivale. Un’eventuale vittoria di JS passa anche e molto da questa fase di gioco.
Dal punto di vista squisitamente tecnico, una possibilità per Sinner può essere quella di giocare palle piuttosto lavorare sul rovescio di Alcaraz, in modo da farlo impattare con la palla bella alta e così negargli la sbracciata a tutto bracco in anticipo, dove eccelle anche sul lato sinistro. E fare tutto con una velocità tale da non farlo rifiatare… Nemmeno tra un punto e l’altro, deve sentire una pressione costante, in ogni istante. Alcaraz sta giocando un US Open vicino alla perfezione: nessun set ceduto – se vincesse la finale in tre set completerebbe una corsa perfetta, non c’è riuscito nessuno nella storia moderna del torneo – pochissimi i momenti di pausa all’interno di un set, segno di una tenuta mentale e dell’attenzione altissima. Djokovic in semifinale con la sua sterminata sapienza è riuscito a scovare qualche crepa in Alcaraz, gli ha messo dei dubbi, ma non ha avuto la forza fisica per reggere quando ha agganciato il rivale nel secondo set. Sinner, se riuscirà nell’intento, ha tenuta atletica di altro livello per reggere e staccare l’avversario. Sarà decisivo: portarsi Carlos allo sprint finale è troppo pericoloso, basta ricordarsi cosa accadde a Pechino lo scorso ottobre… Importantissimo, per Jannik, confermare la sua durezza nelle fasi difficili. Nel torneo ha annullato quasi tutte le break concesse, con una capacità di reazione da n.1. Avrà bisogno di singola stilla di energia mentale stasera, perché di difficoltà ne sperimenterà di sicuro. Un ultimo aspetto ambientale: tetto aperto o chiuso? Potrebbe essere un fattore da considerare. Ci sarebbero tanti altri aspetti da considerare, come il comandare col diritto e non lasciare a Carlos il centro del campo, ma è meglio fermarsi qua e vedere cosa questo nuovo capitolo della rivalità più elettrizzante del tennis attuale ci regalerà.
Alle ore 20 il mondo del tennis sarà tutto idealmente sull’Arthur Ashe, con Jannik e Carlos. Chi vince? Alcaraz non ha perso un set, sembra nella miglior forma e fiducia in carriera e per questo è forse favorito per il successo finale. Ma siamo testa a testa, gomito a gomito. C’è solo una certezza: il tennis con loro due in campo vince sempre. Buona finale a tutti.
Marco Mazzoni
TAG: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Marco Mazzoni, Us open 2025
Agli spagnoli risulta il contrario:
https://www.marca.com/tenis/us-open/2025/09/06/sinner-favorito-llevarse-us-open-superordenador.html
(Il tennista italiano ha il 57,2% di possibilità di sollevare il trofeo, rispetto al 42,8% di Alcaraz).
La verità è che quelli stanno più agitati di noi …
Ah ecco.. avevo sentito che Enzo aveva dato il suo consenso affinchè l’AI si addestrasse tramite i suoi dati e pensieri. Così me lo confermi…
Sarebbe meno noioso, Noi italiani siamo contenti perché uno dei due è italiano, ma prova a metterti nei panni di americani, francesi, australiani, ecc
Infatti il periodo in cui vincevano tutto Federer e poi Djokovic erano periodi d’oro rispetto ad ora. Oltretutto nella situazione attuale Sinner soffre Alcaraz ed a parità di livello vincerà di meno, purtroppo. Meglio arrivino uno o due di livello quasi pari per disturbarli un pò. Si confidava in Djokovic, Fritz, Shelton, ma abbiamo visto com’è andata.
Pensa allora che bello avere sempre sfidanti diversi con un solo ricorrente vincitore!
Se vincesse oggi non ci sarà modo che Alcaraz lo possa scalzare.
Non per la matematica ma per come si sposterebbe l’energia.
Alcaraz si trova in quella posizione solo grazie alla WADA e se non vincesse oggi gli arriverà un bel macigno in schiena.
(macigno che arriverebbe anche a Jannik del resto, è una partita spartiacque per le carriere di entrambi e per la storia del prossimo futuro del nostro sport)
Si giocherà anche molto sulle prime di servizio e qui Jannik deve assolutamente essere assertivo.
Infatti, poi ricordiamo che dopo essere diventato n.1 è stato infortunato qualche mese e non ha potuto difendere bene il primato, le finals non le giocò e forse anche il successivo AO.
Nel 2024 alle finals ha avuto un’ influenza a ridosso dell’ inizio del torneo ed è uscito al round robin. Sicuramente ha avuto altri dei problemi.
Nessuno è immune, prima o poi la ruota gira
La bellezza di una rivalità???
Ma proviamo ad immaginare la noia di avere sempre la stessa finale per 10 anni. La morte del tennis!
ne ha persa una con rune quest’anno
La cosa divertente è che a Jannik lo chiamano robot, macchina ed altre corbellerie ma di due chi ha mostrato più umanità e fragilità è sempre stato Jannik, con il virus, gastroenterite, vesciche , infortuni vari, sofferenza al caldo, allergie, mentre è lo Spagnolo che sembra immune a tutto , non ha mai perso una finale infatti per un qualche problema.
Si giocherà sui dettagli se non sarà un assolo di Jannik , su quei dettagli investe tantissimo il team ma sono ora indeterminabili, ma l’alto livello di preparazione servirà ad interpretare il momento correttamente ed applicare la tattiba giusta al momento giusto.
se Jannik vince sarà decretato giocatore dell’anno ATP anche se, molto probabilmente , sarà n. 2 a fine anno.
A.I ha detto che in questo momento Alcaraz è il più forte tennista al mondo e se lo dice lui dobbiamo credergli. Quindi favorito Alcaraz per titolo e n 1.
Sarà una bella finale tra due grandi campioni !!!
Alle 20 inizia lo spettacolo e che vinca il migliore… speriamo Jannik !!!
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