Da Toronto ATP, Copertina

Shelton, è vittoria a Toronto: “Una settimana perfetta, il primo Masters 1000 è solo l’inizio”. Khachanov, tra orgoglio e rammarico: “Grande torneo, ma in finale Shelton è stato straordinario. Ora avanti con fiducia verso gli US Open”

08/08/2025 06:46 8 commenti
Ben Shelton nella foto - Foto Getty Images
Ben Shelton nella foto - Foto Getty Images

Ben Shelton è il nuovo re di Toronto. Con una straordinaria vittoria su Karen Khachanov (6-7, 6-4, 7-6), il 22enne americano conquista il suo primo titolo Masters 1000 e vola al numero 6 della classifica ATP, massimo in carriera. Un successo che profuma di svolta e che lo lancia definitivamente tra i grandi protagonisti del tennis mondiale. In conferenza stampa, Shelton ha ripercorso la sua cavalcata, il valore della resilienza, l’intesa con papà-coach Bryan, e già fissa nuovi obiettivi: “Il sogno ora è essere sempre più costante… e poi il primo Slam”.

Un titolo storico: “Settimana perfetta, non potevo chiedere di più”
“Sono davvero felice, grato per questa opportunità. Questa settimana è stata una tempesta perfetta: partite tirate, lunghi match e il miglior tennis che abbia espresso quest’anno. Chiudere così, contro un avversario che stava giocando ad altissimo livello, mi rende ancora più orgoglioso”, le prime parole di Shelton.

Il tie-break della svolta: “Ho cambiato approccio, non volevo uscire come nel primo set”
Decisivo il tie-break finale: “Mi sono accorto che il mio slice stava andando ovunque, ho insistito su quel colpo perché avevo molto effetto. Nel primo tie-break Khachanov mi aveva sovrastato, così ho deciso che dovevo essere più aggressivo nei momenti chiave. In risposta ho cercato di entrare subito nello scambio, trovare il diritto, non essere timido. Ho perso il primo tie-break perché lui è stato più grande, ha giocato meglio, ma non volevo uscire nello stesso modo”.

Sul cammino e la possibilità di una svolta, come Sinner nel 2023: “Spero sia il mio trampolino”
Due anni fa fu Sinner a vincere il suo primo grande titolo proprio a Toronto. Shelton lo sa: “Ognuno ha il suo percorso, la sua storia, ma certo che spero che questa settimana sia il mio trampolino. Vedo ragazzi giovani sfondare presto ed essere subito protagonisti nei grandi tornei: sono un esempio. Questa settimana mi dà consapevolezza e mi spinge a lavorare ancora più duro, ora so quali sono le cose che funzionano contro i migliori e su cosa devo ancora migliorare”.

L’intesa speciale col papà-allenatore Bryan: “Rispetto reciproco, mi conosce come nessun altro”
Il ruolo del padre Bryan è fondamentale: “Ci rispettiamo molto, lui non mi addolcisce la pillola e io prendo bene tutto quello che dice, sia come papà che come allenatore. Sa quando lasciarmi libero nei momenti caldi del match e quando invece darmi piccoli suggerimenti. Penso che il rispetto e l’equilibrio tra coach e giocatore sia uno dei nostri punti di forza”.

La chiave del torneo
Shelton sottolinea l’importanza della resistenza: “In molte fasi della partita, soprattutto quando Khachanov sembrava imprendibile al servizio e c’era pressione sul punteggio, sono riuscito a resistere. Soprattutto nel secondo set, sotto 0-40 mentre servivo per chiudere il parziale, sono rimasto lucido, ho vinto cinque punti di fila ed è stato fondamentale. Anche nel terzo set ho tenuto i nervi saldi nei game di servizio e poi ho giocato un tie-break quasi perfetto”.

Con il pubblico, energia speciale: “Adoro sentire il rumore, anche quando sono più concentrato del solito”
“Mi piace molto coinvolgere il pubblico, colpire colpi spettacolari e sentire il calore della folla. Questa settimana ero molto concentrato, quindi forse meno interazioni, ma il livello del tennis ha acceso comunque la gente. Per me è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra il divertimento, il sorriso, che fa parte del mio DNA, e la concentrazione massima nei momenti importanti”.

Il prossimo step: la continuità e l’assalto agli Slam
“Ora il mio obiettivo è mantenere questa continuità e mettere me stesso il più spesso possibile nelle fasi finali dei grandi tornei contro i migliori. Solo così capisco dove posso migliorare ancora. Un aspetto su cui sto lavorando è guardare più video, studiare gli avversari, avere una mente tennistica sempre più attenta. Prima pensavo solo a imporre il mio gioco, ora sto capendo quanto sia importante anche l’analisi”.

Parla Jannik Sinner da Cincinnati

Karen Khachanov esce dal National Bank Open di Toronto con un misto di soddisfazione e inevitabile rammarico. Il russo si è arreso in finale a Ben Shelton per 6-7, 6-4, 7-6, dopo una battaglia intensa e spettacolare, decisa nei dettagli e soprattutto nei momenti chiave. In conferenza stampa, Khachanov ha ripercorso le sensazioni di queste due settimane, sottolineando il valore del percorso compiuto e già proiettandosi sui prossimi obiettivi.
“Quando sei in finale, ovviamente vuoi vincere, sollevare il trofeo,” ha esordito Khachanov. “Ma allo stesso tempo, devo riconoscere che è stato un torneo molto positivo: grandi battaglie, vittorie importanti contro giocatori di altissimo livello. Mi do merito per quello che ho fatto qui. In questo sport si vince e si perde: bisogna sapersi riorganizzare in fretta, essere pronti per il prossimo torneo, un altro Masters 1000, e poi uno Slam. Questo è il tennis.”

“Fisicamente sto molto bene, pronto per i grandi appuntamenti”
La fatica accumulata nei giorni precedenti – ben sei ore in campo in due giorni tra quarti, semifinale e finale – si è fatta sentire, soprattutto contro il servizio esplosivo di Shelton. “Più tempo passi in campo, più può risentirne l’energia, forse anche la reattività,” ha ammesso Khachanov. “Contro Ben dovevo essere davvero reattivo, altrimenti la palla ti passa accanto e basta. Ma il fatto di essere arrivato così in fondo in un torneo così intenso è segno che sono in ottima condizione fisica: segno che il lavoro con il team e il preparatore atletico sta dando i suoi frutti, ottimo in vista dello US Open.”

Il servizio di Shelton? “Unico e difficilissimo da leggere”
Khachanov ha anche sottolineato quanto sia particolare affrontare un mancino come Shelton: “Non è solo questione di velocità, ma anche di variazioni e precisione. Slice, kick, colpi sul corpo, esterni… davvero difficile saper cosa aspettarsi. E dopo il servizio, Ben attacca subito. Devi non solo rimettere la palla in campo, ma farlo con qualità.”

“Nel tie-break? Shelton è stato semplicemente perfetto”
Dopo due match decisi al tie-break in altrettanti giorni, Khachanov ha analizzato le differenze: “Contro Zverev non ha messo molte prime, si è giocato di più sugli scambi. Oggi, invece, Ben ha servito in modo irreale nel tie-break finale: tutte prime, ace, non ho mai avuto la possibilità di entrare nello scambio. Tutto il merito a lui, è stato coraggioso e impeccabile quando contava.”

Sul lavoro con Pepo Clavet: “Ho imparato a venire di più a rete”
Alla domanda su cosa sia migliorato di più in questi cinque anni con Pepo Clavet nel team, Khachanov ha risposto: “Non è solo un aspetto. Si tratta di un pacchetto completo: capire meglio il gioco, essere più offensivo, soprattutto con le palle corte e le discese a rete. Pepo veniva da anni di lavoro con Feliciano López, quindi portava quell’approccio aggressivo, che abbiamo integrato molto nel mio tennis.”

Uno sguardo al futuro
L’amarezza per la sconfitta in finale non cancella il percorso brillante di Khachanov, che adesso guarda con fiducia agli ultimi grandi appuntamenti della stagione: “Bisogna saper resettare e ripartire subito. Tra poco si gioca un altro Masters 1000, poi gli US Open. Sono pronto.”



Francesco Paolo Villarico


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8 commenti

Rovescio al tramonto 08-08-2025 09:47

Il ragazzo sta migliorando ed è un buon personaggio per il tennis.
Qualcuno ha fatto il paragone con Rune che, invece, spesso è stato un provocatore in campo, invece Ben è diverso, non un simpaticone ma fieramente sfrontato e mi sembra ( da quel che si può capire vedendolo a distanza e non conoscendolo) più genuino.

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Aquila. 08-08-2025 09:03

Complimenti ha Shelton, sono contento per lui e il suo team sempre sorridenti nel bene e nel male

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+1: Il cubo di Bublik
Jannik über Alles (Guest) 08-08-2025 08:36

Finora Ben era stato poco considerato, soprattutto dagli appassionati italiani, forse perché mancava il titolo importante.

Eppure ha questo servizio tra i più potenti al mondo ed un diritto che ricorda (un poco, almeno a me) quello dell’immortale Rafa.

Soprattutto ha già 2 SF in Slam (USO-23 e AO-25) che molti suoi colleghi top-10 non hanno mai raggiunto in una più lunga carriera.

Forse per un’immagine un po’ troppo frivola e giocherellona…

Vediamo se Toronto gli darà una svolta come accadde al Divino nel ’23.

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+1: Sgt.Pepper, Il cubo di Bublik, Krik Kroc
No Way (Guest) 08-08-2025 08:17

L’ATP dovrebbe prevedere warning e penalty point per chi urla come un ossesso alla fine di ogni punto

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+1: Taxi Driver
Silver (Guest) 08-08-2025 07:55

Shelton ha giocato molto BEN!

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Grimaldello (Guest) 08-08-2025 07:50

Energumeno con la racchetta
(cit. Gianni Clerici)

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+1: Sgt.Pepper
-1: Krik Kroc
Luce nella notte 08-08-2025 07:39

Come si prevedeva per un Rune che blatera eresie e gira con una specie di megera palla al piede, altri giovani piú concreti si fanno avanti.
Un po’ come Wozniaki sembra essere un caso in cui il genitore/Coach è saggio e funziona molto bene.
Shelton dimostra cospicui miglioramenti, Rune cospicui sbandamenti… e non migliora mai in niente.

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+1: Sgt.Pepper, Krik Kroc
Kenobi 08-08-2025 07:33

Shelton arrivò quasi dal nulla nel 2022 e a Cincinnati eliminò Sonego e Ruud, poi nel 2023 fece quarti in AO e semifinale ad USO.

È un prodotto della NCAA e prima di entrare nei PRO si è fatto spazio nel college americano , ha quindi un’impostazione tipica che viene confusa dallo smargiasso-arrogante.

In realtà è un grande lavoratore , in 2 anni ha fatto miglioramenti su tutta la linea, dalla tattica, alla mentalità fino ai fondamentali grazie anche al padre.

Nonostante ciò ha grandi spazi di miglioramento e rispetto a Rune ha sia una mentalità diversa sia un equilibrio familiare ed individuale migliore.

Ha fame inoltre , mangia letteralmente l’avversario rispetto a Korda, l’altro grande prospetto del tennis americano.

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+1: Pier no guest, Sgt.Pepper, Krik Kroc