«Non ho mai venduto una partita»: la confessione amara di Stefano Reitano dopo la squalifica

05/08/2025 21:38 3 commenti
Stefano Reitano nella foto
Stefano Reitano nella foto

Sette mesi di squalifica e una multa di 7.500 dollari. Stefano Reitano, 28 anni appena compiuti, ex numero 854 ATP in singolare e 484 in doppio, vive uno dei momenti più difficili della sua carriera e della sua vita. «Non ho mai venduto una partita, mai», ci tiene a ribadirlo nell’intervista concessa al Corriere della Sera. Eppure la sua fedina sportiva ora porta un marchio che pesa come un macigno: tra il maggio 2018 e l’aprile 2022 ha scommesso su 32 partite, tutte NON sue, per un guadagno totale di 886,92 euro. «Ho fatto una sciocchezza», ammette senza girarci intorno.

Dal tennis alla battuta d’arresto
La storia di Reitano è quella di tanti ragazzi che hanno provato a inseguire un sogno sul circuito: «Ho iniziato a sei anni, vedendo giocare papà – racconta – Prima al Monviso, poi allo Sporting. Finite le superiori, ho iniziato a girare per tornei, prima in Italia, poi negli ultimi anni anche in Europa e Africa». La passione era diventata un lavoro, ma non senza difficoltà economiche: «Fino a un certo livello, lo dovresti fare molto di più per il piacere di giocare che per i guadagni. Nei tornei ITF, se non arrivi almeno in semifinale, vai sotto».

L’incubo comincia a Pula
Il punto di svolta arriva ad aprile 2024, durante un torneo a Santa Margherita di Pula: «Avevo appena finito il turno di qualificazione, mi ferma uno dell’ITIA, l’agenzia che vigila sull’integrità del tennis. Mi chiede il telefono e mi fa firmare un foglio». Dopo tre ore di attesa, il cellulare viene restituito, ma non solo: «Il giorno dopo mi fanno un’intervista registrata, mi contestano flussi anomali di giocate su alcune partite. Avevano trovato le foto delle schedine».
Non erano scommesse online, ma nella ricevitoria dietro casa, a Grugliasco. «Non furbissimo, da uno che si vende gli incontri», ammette Reitano, sottolineando però come non ci sia mai stata alcuna manipolazione: «Guardavo tante partite, era solo per dare un po’ di brio, 5 o 20 euro per volta. Una volta ho puntato 10 euro su Sonego che batteva Djokovic, se ci fosse stato qualcosa sotto avrei puntato solo 10 euro?».

«Non sopporto che pensino che mi vendevo»
Il peso della squalifica va oltre la sospensione: «Quello che non sopporto è che la gente pensi che mi vendevo le partite. E poi la sproporzione delle sanzioni: per dire, puoi squalificare Battaglino per quattro anni? Nel tennis, purtroppo, conta chi sei». Un’amarezza che Reitano non nasconde, così come il suo pentimento: «Col senno di poi, cancellerei le foto delle schedine».

Ora cerca di ricostruire la sua vita, sperando di tornare in campo e, soprattutto, di ricostruire la fiducia, dentro e fuori dal mondo del tennis.



Francesco Paolo Villarico


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3 commenti

gbuttit 05-08-2025 23:23

Se ha avuto solo 7 mesi di squalifica é perché non é stato giudicato colpevole di aver venduto partite ma solo di avere scommesso sul tennis cosa che é vietata per un tennista professionista.
Ad esempio anche Fagioli e Tonali sono stati squalificati per avere scommesso sul calcio non perché abbiano venduto partite e la loro pena é stata superiore ai 7 mesi.

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Ska (Guest) 05-08-2025 22:42

Onestamente: con il senno di poi cancellerei le foto delle schedine non è pentimento

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Mattia saracino (Guest) 05-08-2025 22:10

Bah stano sta storia.

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