
Zverev si racconta: “Calendario ATP ingestibile, serve un cambiamento. Dopo l’infortunio a Parigi ero perso, ma ora punto agli Slam”


Alexander Zverev non ha mai avuto paura di esporsi e lo conferma anche nell’intervista concessa al celebre podcast Nothing Major Podcast, condotto da Querrey, Isner e Johnson. Il campione tedesco, uno dei protagonisti più discussi e attesi della sua generazione, si è lasciato andare a una chiacchierata a tutto campo: dagli inizi, ai cambiamenti del tennis moderno, fino alla drammatica parentesi dell’infortunio di Parigi e alle sue critiche decise al calendario ATP.
Gli inizi e il salto nel professionismo
Zverev parte dal racconto dei primi passi nel tennis, sottolineando il ruolo chiave della famiglia: “Tutti conoscono mio padre e mio fratello Mischa, ma il vero merito per avermi insegnato a giocare a tennis è di mia madre. Da piccolo mi allenava lei, mentre papà seguiva Mischa in giro per il mondo. Mi sono formato nel circuito professionistico guardando allenamenti di alto livello e, a 16 anni, il salto fisico mi ha permesso di adattarmi subito.”
Il confronto tra generazioni e l’evoluzione del tennis
Il tedesco spiega senza mezzi termini quanto il tennis sia cambiato negli ultimi anni, e non solo per merito delle racchette: “Uno dei fattori che più ha cambiato il gioco sono le palline: dopo il Covid, la qualità è scesa, sembrano sempre sgonfie e questo incide molto sul ritmo. Oggi si gioca tutti in modo simile, a parte forse Alcaraz, che ha più varietà. Tra il 15 e il 30 del mondo il livello è altissimo e le differenze si sono assottigliate. Un tempo i top erano nettamente superiori, ora è tutto più livellato.”
La semifinale choc contro Nadal e la corsa interrotta al numero 1
Impossibile non tornare con la memoria alla semifinale del Roland Garros 2023, quando un drammatico infortunio alla caviglia fermò Zverev contro Nadal. “Venivo da una stagione incredibile, ero nel momento migliore della mia carriera. In quella semifinale stavo giocando uno dei migliori match di sempre, mi sentivo vicino al sogno Slam e, soprattutto, al numero 1 del mondo. Quello che mi ha fatto più male non è stato perdere la partita – Rafa avrebbe potuto comunque battermi – ma vedere sfumare la possibilità di essere numero 1. Bastavano poche vittorie anche nei tornei successivi”.
La crisi mentale dopo l’Australian Open
Zverev è lucido nel parlare del suo 2025: “È stato un anno terribile. Dopo l’Australian Open ero completamente perso, mentalmente svuotato. Credevo davvero di poter vincere quella finale, invece Sinner mi ha surclassato e ho pagato a caro prezzo quella botta psicologica. Sono andato in Sudamerica senza motivazione e non mi divertivo più in campo. Ho perso partite che non avrei mai dovuto perdere. La sconfitta al primo turno di Wimbledon e la successiva rinuncia ad altri tornei mi hanno fatto capire che dovevo resettare tutto. Ora voglio arrivare pronto e competitivo agli US Open”.
La dura critica al calendario ATP
Su uno dei temi più caldi, Zverev è netto: “Il calendario ATP è ingestibile. Tutti i top vorrebbero scegliere i tornei a cui partecipare e concentrarsi sugli Slam, ma è impossibile: tra Masters 1000 obbligatori, 500, Slam, Finals e Davis, si arriva a competere almeno 20 settimane l’anno, spesso in tornei di due settimane. Montecarlo e Parigi sono gli unici 1000 in una sola settimana: sono i preferiti di tutti perché giochi, vinci o perdi e torni subito a casa, senza giorni morti.”
“Non ha senso che De Miñaur, ad esempio, abbia finito la stagione il 25 novembre e ricominciato già il 27 dicembre: non si può né riposare, né allenarsi bene. La ATP deve riflettere: nessun giocatore – e credo nemmeno nessun tifoso – è davvero contento dei Masters 1000 su due settimane. Il tennis è business, lo so, ma questo modello di business non sta funzionando”, ha concluso il tedesco.
Il futuro? Gli Slam restano l’obiettivo principale.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Alexander Zverev
In questo articolo bisogna unire i puntini.
Zverev, apparentemente, è quello che meno si dovrebbe lamentare del calendario, visto che ha letteralmente giocato ogni singolo torneo possibile ogni singola settimana, anche i più piccoli.
Ma la risposta è nello stesso articolo, passata inosservata.
Il tedesco dà(va) addirittura più importanza a diventare numero 1 del mondo piuttosto che vincere il suo primo Slam.
Ed è questo il motivo per cui, vista la vicenda Sinner, è entrato in una specie di bulimia di tornei, perchè aveva solo quei 3 mesi per andare 1 del mondo.
Ma, come tutte le bulimie, poi ha vomitato tutto e non è rimasto niente.
Questa sua ossessione è andata completamente contro la programmazione e la sua idea, sempre se genuina, di calendario troppo fitto.
Non rinuncia a nulla compresi i 250 ed è uno di quelli che fa più partite e più tornei, anche 27-28 tornei all’anno..
Ai competenti del sito arriva un’altra segnalazione da Zverev.
In ordine palline di scarsa qualità e tornei da 2 settimane.
Nel Master 1000 di una settimana nessuno si lamenta perché devi giocare ogni giorno (altrimenti bisognerebbe fare 500, 250 e challenger di 2 settimane ), ma si lamentano delle 2 settimane perché sono costretti a rimanere per 2 settimane in un torneo perdendo la settimana di riposo , di programmazione , di svaghi, per fare un altro torneo,dovendo stare sotto stress per il doppio del tempo etc…
Le palline di scarsa qualità sono direttamente responsabili di infortuni, patologie cronicizzati, oltre a impattare sulla qualità del gioco.
Sinner, Alcaraz e pochi altri possono fare Slam e qualche 1000 perché in tutti arrivano in fondo , gli altri topten sono costretti a passare quasi 2 settimane per 7 Master per poter salire in classifica.
Ergo , rinunciare ai Master 1000 significa perdere posizioni di ranking (perdere la ruota della fortuna ) ed oggi serve il doppio del tempo per girare la ruota.
Ma la miglior risposta è quella di Hale direttore di Toronto: hanno venduto più biglietti , chissenefrega se gli spalti sono mezzi vuoti e non vengono i top player mentre i presenti si lamentano.
P.s. Zverev dimentica che anche Musetti ha un tennis diverso dalla norma.
@ Jannik über Alles (#4452136)
Chiedo per un amico: si è visto qualche cambiamento tecnico o tattico nel tennis di Zverev negli ultimi 2 anni? QUALE???
Il calendario è troppo fitto?
Ci spiega perché si iscrive ai 250?
Poi, perché partecipa pure al doppio?
Sono confuso io oppure solo lui???
Ma perché queste cose non le diceva a 20 anni? E, come lui, Fritz, Medvedev e Rublev?
Per chi sa di grammatica:
“sono stato perso”
vi sembra corretto ?
A me “suona” ben ostico… 🙁
(òstrega !)
Punta agli slam vedendoli da lontano
Caro Sasha,è inutile combattere contro il muro di gomma monocolore.
Punta agli slam ma stanotte se non si fosse fatto male cerundolo sarebbe già uscito….
L’alternativa ci sarebbe,andare a lavorare.
Scusate ma il calendario sempre quello è stato, Connors giocava mediamente 100 partite l’anno… se Zverev non se la sente, può anche prendersi un mese di pausa per ricaricare le pile, se gioca tutti i tornei, 250 e 500 acclusi, è solo una sua scelta