
L’incredibile favola di Goran Ivanisevic: la vittoria da sogno a Wimbledon 2001 (Video)


Ci sono vittorie che entrano nella storia, e poi ci sono imprese che diventano leggenda. La cavalcata di Goran Ivanisevic a Wimbledon nel 2001 appartiene senza dubbio a questa seconda categoria, perché racchiude tutto ciò che rende lo sport qualcosa di magico e universale: il talento, la sofferenza, l’ostinazione, la fede nei propri sogni e quel pizzico di follia che permette ai più audaci di riscrivere il destino.
Ivanisevic, a quasi 30 anni e dopo tre finali perse sull’erba londinese, sembrava destinato a chiudere la carriera senza quel trofeo che più di ogni altro aveva sognato. Gli infortuni lo avevano spinto fuori dai primi cento al mondo e solo una wild card gli aveva consentito di presentarsi, forse per l’ultima volta, all’appuntamento più importante della stagione. Era il numero 125 ATP: mai nessuno, con un ranking così basso, aveva pensato di poter andare oltre la prima settimana. Ma lo sport, si sa, non guarda i numeri.
In quel torneo Goran ha scaldato i cuori degli appassionati con un tennis esplosivo e il suo carattere unico: tra ace e smorfie, tra lacrime e sorrisi, ha battuto uno dopo l’altro avversari molto più quotati come Carlos Moyá, Andy Roddick, Greg Rusedski, Marat Safin e il beniamino di casa Tim Henman, superato in una semifinale epica, sospesa più volte dalla pioggia e vissuta come un romanzo a puntate.
E poi quella finale, lunedì 9 luglio 2001, contro Patrick Rafter: cinque set di altalene emotive, dove il croato ha lasciato il cuore su ogni punto. Sul 9-7 al quinto, dopo un ultimo game infinito, il servizio vincente e le mani al cielo: Ivanisevic si inginocchia sull’erba, sopraffatto dalle lacrime, abbracciato idealmente da una folla che tifa tutta per lui, come se per un giorno il Centre Court avesse deciso di dimenticare la freddezza britannica per lasciarsi andare all’entusiasmo mediterraneo.
Per la prima volta nella storia, un tennista vinceva Wimbledon da wild card. Quella di Ivanisevic non fu solo la vittoria di un torneo: fu il trionfo dell’umanità sportiva, della perseveranza dopo tanti rovesci, della passione che resiste a ogni caduta. Dalla Croazia al tetto del tennis mondiale: la sua è una storia che insegna a non smettere mai di crederci, anche quando tutto sembra perduto.
Goran Ivanisevic ha vinto Wimbledon, ma soprattutto ha vinto il cuore di tutti gli amanti dello sport. Ancora oggi, la sua impresa resta la dimostrazione che nel tennis – come nella vita – i miracoli sono possibili.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Goran Ivanisevic, Pat Rafter, Wimbledon 2001
@ Max66 (#4414600)
Si vero che borg a wimbledon scendeva spesso a rete,faceva l approccio in back col rovescio a 2 mani….mai visto una cosa simile, ma era molto efficace….ma comunque non era forte a rete ,le vole’ non erano certamente il suo forte…diciamo chesull erba giocava un tennis più aggressivo rispetto alla terra rossa…c è anche da dire che la seconda settimana….quarti in poi…l erba sul centrale era piuttosto spelacchiata e mal ridotta….era una specia di erba battuta….
Borg a rete faceva quello che si suggerisce ai non volleatori ovvero “colpire d’opposizione”. A rete ci andava perché su erba si doveva e sapeva il fatto suo anche perché il suo slice d’attacco,un colpo d’ascia,era efficace sull’erba dall’ora.
Precisazione su Lendl: a rete era diventato più che buono,costruito benino da Tony Roche,il problema è che nascere in un periodo con Mac,Jimbo,Stefan,Boris,Pat,Stich oltre a tantissimi incursori come Mayotte, Wheaton, Curren, Leconte (che gli fece cambiare racchetta) era come attraversare le forche caudine.
Ah! Goran in quella finale fu una valanga di emozioni,di dolori e sofferenze,di servizi vincenti e doppi falli tirati contro il suo ego più fragile e la vittoria resta una delle pagine più belle del tennis.
Come poi sia diventato così saggio è un mistero.
Rafter era bravissimo, corretto e molto simpatico, ma quel giorno non si poteva non tifare per Goran.
@ Max66 (#4414552)
A Lendl nel 1989 fu rubata la semifinale contro Becker, che poi vinse il torneo nettamente. Quell’anno Lendl era il più forte su erba
Cavallo Pazzo ha dato Spettacolo e il suo erede tecnico sta’ arrivando, si chiama Vasami.
Goran Ivanišević, ammesso a Wimbledon grazie a una wild card, vince a sorpresa il torneo
Oppure se vuoi anche questo,l:
https://youtu.be/-b63HF-EraU?si=xhBKx9yykCHVxYxJ
@ Ciupaciupa (#4414564)
Lendl è stato uno dei più forti tennisti della storia, ha dominato a lungo negli anni ottanta ed ha fatto incetta di slam, Rafter ha vinto due volte gli Us Open nel suo periodo migliore, era fortissimo nel gioco a rete, se non ricordo male è stato per un breve periodo numero 1, ma siamo su altri livelli .. sarebbe un po’ come paragonare, a parti invertite, Medvedev e Alcaraz
@ Onurb (#4414591)
Borg a rete era forte… essenziale ma non sbagliava mai e abbinato al suo servizio slice su erba era micidiale. Magari alcuni di voi non lo sanno, ma Borg ha vinto 5 volte a Wimbledon giocando sempre serve and volley
@ Max66 (#4414552)
Borg era fortissimo a rete infatti..
..
@ mattia saracino (#4414566)
Beh, allora il massimo exploit su singolo torneo di sempre è stato quello di Emma Raducanu, che assolutamente impronosticabile per chiunque vinse 10 match partendo dalle qualificazioni e pure senza perdere un solo set e trionfò agli US Open
Anche se non fu da wild card, ma a livello di pronostico a favore pressoché 1 per cento l’unico paragone che mi viene in mente è la vittoria di Roberta Vinci in semifinale a Flushing Meadows contro Serena Williams lanciata a mille all’ora verso un Grande Slam che sembrava ormai quasi certo
La boisson è arrivata in semifinale al Roland Garros grazie ad una wild card.
Lendl ha avuto gli stessi risultati di Rafter sull’erba di wimbledon (2 finali perse).
Forse la più bella storia di tennis del secolo.
La classica storia da film a lieto film in cui un giocatore arriva al successo sempre cercato, ma mai arrivato, quando nessuno avrebbe puntato (probabilmente neanche lui) più due lire sull’ormai vecchio Goran.
Pur giocando con il mio giocatore preferito dell’epoca (Rafter), quel giorno, chiunque amasse questo sport, non poteva che tifare Goran!!
Consiglio sempre di rivedersi gli ultimi game sul tubo…in cui, nonostante sembrano intravedersi, in certi momenti, le nubi fantozzione che preludono al disastro, alla beffa, al tragico..alla fine, tra doppi falli ed ace, sono i secondi a prevalere. Riguardatevi quei momenti…a me ancora emozionano!!
Grande Goran!!!
Ricordo bene soprattutto la finale con Rafter, due giocatori d’erba d’altri tempi, specialisti del serve and volley, una delle finali più belle di sempre… una volta i “pallettari” erano i padroni della terra, ma a Wimbledon, se non eri bravo nel gioco a rete, avevi ben poche chances (chiedete a un campione come Lendl).
Anche io tifavo per lui, fu una gran bella favola effettivamente 🙂