
L’ultimo match di Gasquet: merci, Richard!


“E’ stato un onore e un piacere giocare davanti a tutti voi”: l’epilogo al Roland-Garros della sua lunga e brillante carriera era già scritto alla fine del libro autobiografico “A revers et contre tout” (2022) e sintetizza il corretto spirito sportivo, la semplicità e il garbo dei modi, la mozartiana eleganza del gesto atletico, la gentile signorilità d’altri tempi, l’umiltà della bella persona e del grande campione francese.
Il timido ragazzo di Béziers, nato con quel rovescio, aveva solo nove anni quando fu sbattuto in prima pagina come un predestinato, “il campione che la Francia attende”, e da allora ha dovuto rincorrere le aspettative dei fan di una nazione, nello sforzo di gestire, giovanissimo e senza supporto di un mental coach, una grande ansia da prestazione.
Aveva 15 anni quando, nel 2002, partecipò al suo primo Roland-Garros: l’attuale è il 22esimo. E’ una vita che Richard Gasquet corre, corre a perdifiato, destreggiandosi su questi campi…
Il pensiero di gratitudine volto ai suoi genitori Maryse e Francis; la presenza di tanti suoi amici, tra cui Tsonga, Simon e Monfils che con lui sono stati les nouveaux mousquetaires, di Benoit Paire, uno dei compagni di Coppa Davis; le belle parole dell’amico campione Wawrinka, con cui qualche giorno fa si è allenato, anche lui sempre più vicino all’ultima tappa di uno straordinario percorso sportivo: le emozioni provenienti dal court Philippe-Chatrier attraversano lo schermo, ci rimandano indietro ad altri anni, altri match e avversari sportivi: ciò che accomuna tutti i ricordi è l’entusiasmo di assistere a colpi da maestro, tocchi deliziosi, rovesci a una mano da manuale, a un incantevole, intramontabile talento tennistico che non delude mai e strappa l’applauso.
Sportivo precoce e tenacemente longevo, il giovane dotato è divenuto oggi un uomo saggio o, come lui stesso dice, “un vecchio brontolone non così goffo”. La goffagine mai: la paura di essere goffo in campo, di deludere gli innamorati del bel tennis a cui nessun errore sfugge, lo ha sempre accompagnato e spinto a migliorare, e forse lo perseguita ancora un po’. Ogni campione ha motivazioni profonde legate alla propria storia, che appartengono solo a lui.
Richard Gasquet ha vissuto pienamente e lungamente la sua viscerale passione come una bella storia d’amore. Ha trasmesso e ricevuto emozioni, è stato seguito e amato lungo tutta la sua carriera: può esserne fiero! Tantissimi i match disputati, ma quello di oggi è unico e lo affronta per la prima volta: è il suo ultimo incontro. Non c’è finale di carriera più speciale e partita finale più bella di quella al Roland-Garros, davanti al suo pubblico, giocata contro l’impietoso numero uno al mondo. Come per il suo amico e rivale di gioventù Rafa Nadal, questo addio così celebrato, insieme “strano” e “sospirato”, richiederà ancora del tempo per essere elaborato, e non solo da parte sua: mancherà certo a molti quel gioco che ci ha fatto sognare!
Ci auguriamo che una così preziosa risorsa umana e sportiva venga valorizzata al meglio; che la passione di Richard Gasquet, grazie ad un incarico nella Federazione francese (FFT) presieduta da Gilles Moretton, possa presto aiutare i giovani che amano il tennis: come quel bambino, della stessa età dell’enfant prodige, che oggi, mano nella mano, è sceso in campo con lui.
Gisella Bellantone
TAG: Richard Gasquet, Ritiro
E’ stato bellissimo Gasquet! Ciao
Leconte, se preso come paragone, non si “cagava addosso” quando arrivava in finale o comunque ad uno scontro importante.
Leconte ha vinto anche una quantitá considerevoli di tornei di Doppio (copia stellare con Noah).
Gasquet purtroppo nelle finali e nelle partite importanti, al contrario di Leconte, se la faceva sotto.
Cosa ancora piú grave considerato il rovescio monumentale di cui era dotato: niente da invidiare a Wawrinka !
Gasquet ha disputato 28 finali di “250” e ne ha vinte 16.
“500” se arrivava in finale perdeva …
Purtroppo per uno che è stato anni in “top10” e lustri in “top 30” , al di lá della retorica, ha raccolto davvero poco per le sue capacitá.
Merci!
Almagro è stato numero 9 e ha vinto 13 titoli, di cui due 500. Aveva un rovescio a una mano altrettanto bello. Ma nessuno pensa che abbia fatto una grande carriera. Per me Richard è un gradino sotto ai vari Wawrinka, Del Potro, Ferrer, Berdick, Cilic, Nishikori, Monfils, Tsonga ma anche Fognini, per dire. Si parla tanto di lui perché è un bravo ragazzo e tutti gli vogliono bene. Ma non parliamo di granda carriera.
Visto dal vivo un paio di volte, giocatore davvero elegante e talentuoso.
Buona vita!
Uno dei miei preferiti. Ho comprato una racchetta HEAD proprio perchè era la sua marca, sperando di poter imparare a giocare il rovescio!! 🙂
A me sarebbe piaciuto leggere qualcosa anche sull’ultimo doppio di Mahut in carriera, giocato ieri contro i nostri
Secondo me guardi troppo il palmares. Cobolli ha giá fatto meglio di Gasquet non si puó leggere e la motivazione “ha vinto un 500, l’altro solo 250” non regge. A parte che il Francese ha vinto 16 tornei, anche se son tutti 250 varranno piú dei 2 tornei di Cobolli.
Ma poi si parla di un 3 volte finalista mille, 3 volte semifinalista slam, seconde settimane in tutti e 4 gli slam, best ranking 7 e partecipazioni alle finals, ha pure messo il suo in una vittoria Davis.
Ma soprattutto si parla dell’eleganza del gioco unita ad una certa concretezza, che gli hanno fatto tener testa ad avversari piú prestanti ed adatti al tennis moderno
é stato numero 7 del mondo, ed ha fatto tutta la carriera con i big 4 al top; non era facile per quelli della sua generazione vincere i tornei più importanti. ha perso 3 finali di masters 1000, guarda caso 2 con federer e una con djiokovic
mettere un bambino di 9 anni in prima pagina su un giornale nazionale è criminale. l’hanno rovinato per vendere qualche copia in più
Tecnica sopraffina ma Cobolli ha già fatto meglio, vincendo un 500. Richard ha vinto solo tornei 250. Gli vogliamo bene ma bisogna essere onesti e obiettivi. Quale grande carriera?