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Auguri Andre, Rock ‘n’ Roll tennis – the Agassi story (di Marco Mazzoni)

29/04/2020 19:19 21 commenti
Auguri Andre, Rock ‘n’ Roll tennis – the Agassi story (di Marco Mazzoni)
Auguri Andre, Rock ‘n’ Roll tennis – the Agassi story (di Marco Mazzoni)

50… Brividi al pronunciare la cifra tonda, caro “vecchio” Andre, amico immaginario di tante battaglie on court , in tv e a bordo campo. Interprete straordinario di un tennis che hai contribuito fortemente a cambiare nella sua storia e radicare nella mia passione. Auguroni, Campione. Proprio nel giorno del tuo compleanno, trovo lo spunto per raccontare qualcosa della tua storia, che già hai tracciato in modo mirabile in “Open”, la più bella biografia sportiva dei nostri tempi. Chi ancora non l’avesse letta, approfitti delle pause di questa stramaledetta pandemia per divorarla, non ve ne pentirete.

Quando si rilegge il grande libro della storia del nostro sport, è facile esaltare i campioni considerandoli “epocali”. Epocali per le loro vittorie, quasi sempre. Ma se vogliamo parlare di qualcuno che veramente ha portato qualcosa di nuovo nel tennis, qualcuno che ha segnato una discontinuità con tutto quello che si era visto prima di lui, ecco che Andre Agassi è il nostro uomo, è davvero un atleta Epocale.

Con Andre Agassi si arriva forse al momento di massima rottura nella storia del tennis moderno. L’impatto del Kid di Las Vegas è stato rivoluzionario, epocale nel senso pieno del termine. Agassi ha imposto un modello nuovo di gioco, ha portato velocità di palleggio ed angoli prima sconosciuti, un atteggiamento così aggressivo e vincente (anche dal punto di vista dell’immagine e del marketing) da diventare lo standard del futuro. E non è un’affermazione azzardata dire che la maggior parte dei tennisti attuali non sarebbero quello che sono senza aver sfruttato l’eredità tecnica e la scuola che è nata dal gioco di Andre.

 

Un tennista che per mille motivi non è stato il più vincente di sempre, anche se è l’unico ad aver centrato una sorta di Career Golden Slam, ossia l’aver vinto tutte le principali competizioni nell’era Open: i quattro grandi Slam, il Master, l’Oro olimpico e la Coppa Davis. Il suo tennis era imperfetto anche se micidiale. Il suo fisico aveva delle qualità incredibili, come la coordinazione, equilibrio e la velocità fine dei piedi, ma anche limiti di potenza e soprattutto resistenza (perché spesso male allenato…). E a livello mentale non è nemmeno paragonabile alla granitica determinazione e lucidità del rivale Sampras. Troppo complessa la sua personalità, forse “violentata” dagli eccessi a cui il padre lo sottopose da bambino nella feroce visione di farlo diventare un campione; troppo difficile il suo gioco, che ha cercato per anni di imporre allo stato puro senza alcun compromesso, senza mai aggiustarsi alle esigenze del rivale e nemmeno sostenuto dalla miglior condizione fisica. Non è un caso che abbia tratto il meglio dal suo talento a fasi alterne e quando divenne più maturo, nello stupendo biennio 1994-1995, giovane e molto ben guidato da Brad Gilbert; e poi nella fase finale della carriera, quando resuscitò letteralmente dall’inferno della droga e della depressione, trovando quell’equilibro che lo portò di nuovo al n.1 del mondo oltre i trent’anni.

 

La sua vita è stata davvero una sorta di favola, tra un’infanzia difficile, un’adolescenza ancor più complicata ed una maturità arrivata tardi e con pesanti schiaffi ricevuti. Sarebbe facile costruire un bel racconto solo sull’infinito campionario di eccessi, stranezze, cadute, vittorie e sconfitte di Andre. Meglio sottolinearne l’aspetto tecnico, il suo impatto devastante sul gioco e la pesantissima eredità che ha lasciato nello sport della racchetta. Infatti i giocatori moderni sono quasi tutti figliastri, più o meno riusciti, del suo modo di stare in campo, costruiti fin da piccoli per attaccare dal fondo anticipando la palla, picchiando più forte possibile alla ricerca delle righe e del vincente. Un modo di stare in campo che Agassi ha perfezionato durante la permanenza all’Academy del discusso Bollettieri, che con metodi d’insegnamento innovativi e poco ortodossi ne esaltò le attitudini aggressive. La violenza che sprigionava spingendo con dritto e rovescio è un’assoluta novità, un vero attacco dal fondo senza compromessi, un ritmo travolgente sempre in progressione.

Muove i primi passi sul tour nel 1986, irrompendo nel mondo sportivo l’anno seguente, sfoggiando un paio di calzoncini di jeans! Trovata pubblicitaria choc che esaltò il carattere di questo ragazzo magro, peloso, che ogni giorno se ne inventava una per sorprendere con il suo look. Giocava con orecchini vistosi, unghia tinte e colorazioni di capelli fluorescenti, a scimmiottare le rockstar delle band glam rock che impazzavano sulla West Coast in quegli anni. Una bestemmia per il bon ton del gioco, uno shock commerciale per l’industria dell’abbigliamento sportivo che ben presto capì e si accodò. Gli fu subito cucita addosso l’etichetta “l’immagine è tutto”, che faticherà a togliersi di dosso; in realtà colleghi, tecnici ed addetti ai lavori intuirono che stava per accadere qualcosa di grosso. La conferma non tardò ad arrivare. Al Roland Garros 1988 avanzò nel tabellone scioccando il mondo sportivo con un gioco ed un atteggiamento irresistibile, perdendo solo in semifinale contro il Wilander dominante di quell’anno. Era sbocciato un campione, un personaggio assolutamente nuovo, diverso da tutto quello che il tennis aveva proposto in oltre un secolo di storia.

 

All’inizio Agassi non riesce a dare continuità alle sue vittorie. Troppo rischioso il suo gioco e molto forti i rivali. Spreca varie occasioni negli Slam. Soprattutto non trova equilibrio, tanto che il clamoroso successo a Wimbledon 1992 sarà uno splendido episodio, confermato da Agassi che raccontò di non aver affatto preparato quel successo, ma che fosse arrivato di puro istinto, in modo totalmente inaspettato. In lui ardeva un istinto troppo dominante, che lo annebbiava sul piano tattico. Il vero Agassi sboccia nel ’94 di fronte ad una birra bevuta a Miami con Brad Gilbert, appena ritiratosi dal tour. Chiare e precise le parole di Gilbert: “se giochi contro Sampras nello stesso modo con cui affronti Chang perderai”. I due legano. Andre si era lasciato da poco col team Bollettieri, troppo logoro il loro rapporto, e si affida allo stratega Brad, uno che vinceva “sporco”, con la testa. Proprio quello che manca ad Agassi per issarsi al vertice.

 

Nell’estate di quell’anno inizia la seconda carriera di Andre, una cavalcata vincente lo porta a trionfare agli US Open partendo dalla 24esima posizione, battendo tutti i migliori. E’ una furia in campo. Fisicamente non è mai stato così allenato, corre in sicurezza anticipando ogni fendente sempre in perfetto equilibrio, ma è più disciplinato dal punto di vista tattico. Accelera da tutte le posizioni del campo, serve meglio e soprattutto “pensa” prima di lasciar andare il braccio, producendo un tennis meno spregiudicato e non più dominato dal cieco istinto. Continuerà a vincere, diventerà n.1 del mondo, arrivando alla finale degli US Open ’95 stremato dopo un’estate di soli successi. Di fronte Sampras, tanto per cambiare. La finale sarà l’ennesima perla della loro infinita rivalità, che stava producendo episodi memorabili. Un match caricato a mille dai media, che all’inizio non tradisce le attese. Infatti i due danno vita ad un primo set di qualità mai vista, con un contrasto di stile perfetto tra gli attacchi a tutto campo di Pete e le risposte, winners e passanti di Andre. Il tiebreak si conclude a favore di Sampras con un durissimo scambio dal fondo vinto da Pete con una sbracciata taglia gambe. Agassi è senza fiato, l’occhio è sbarrato. In quel preciso istante si chiuse quella parte della sua carriera, è stato lo stesso Andre a confessarlo.

 

Tornerà ad odiare il tennis, proprio come quando da bambino ne era schiavo contro il suo volere. La sua vita ed il suo matrimonio con la Star del cinema Brooke Shields va a rotoli, cade in depressione, preda della droga. Crolla al 141esimo posto nel ranking, ma ha la forza di rialzarsi. Il giorno di natale 1997 non è a far baldoria in famiglia o con gli amici, lo notano aggirarsi per i giardini di Las Vegas correndo e sputando sangue con l’amico di una vita Gil Reyes, il suo trainer. E’ sovrappeso, vinto ma non sconfitto. Ha voglia di tennis, e riparte da zero, sottotraccia, con l’umiltà del pugile che ha subito un k.o. violento, ma che s’è rialzato. Agassi lentamente rinasce, inizia la sua terza carriera, quella di un uomo e tennista completamente nuovo.

 

Preparato fisicamente come un vero atleta, ha l’intelligenza di cambiare il suo tennis, abbassando il rischio dei suoi colpi senza snaturarsi. Da macchina sparapalle impazzita alla ricerca continua e presuntuosa della riga vincente da ogni posizione, si trasforma in colpitore in progressione ad altissime velocità. Non cerca sempre il vincente ma punta a sfiancare l’avversario a forza di colpi anticipati ad un 80% del suo potenziale, avvalendosi del giusto acume nel lasciar andare il braccio al momento giusto, sostenuto da una condizione fisica mai avuta in carriera. Segnatevi questa definizione, perché sarà né più né meno lo standard del campione di oggi. Vincerà altri Slam, tornerà n.1, coronando una carriera inimitabile e diventando uomo rispettato e stimato da tutti. Crea una fondazione per scolarizzare bambini emarginati che diventerà la sua missione.

Vive intensamente questa nuova opportunità con a fianco la seconda moglie, la campionessa Steffi Graf conosciuta al Roland Garros 1999, il torneo del destino dove coronò il sogno del Career Grand Slam e rinacque sportivamente al massimo livello. I tempi in cui cercava a Parigi il primo McDonald’s per alimentarsi o non sapeva cosa fosse il Louvre sono lontani. In questa favola umana e rivoluzione tecnica, il colpo che più l’ha contraddistinto è stato la risposta al servizio, passata alla storia come la migliore di sempre. E questo non tanto per la tecnica esecutiva straordinaria, ma per la filosofia del tutto nuova con cui l’ha elevata a colpo vincente. La sua risposta è qualcosa di unico, innato, la somma del genio, di una percezione della palla e della sua traiettoria misteriosa; di una coordinazione da ginnasta combinata all’esplosività di un pugile. Il gesto è breve, personalissimo, soprattutto con il rovescio, eseguito in assoluta efficienza ed efficacia, senza minimi attriti. Una frustata piatta a trovare il vincente, oppure una rasoiata bassa che muore appena sotto la rete per affossare le volée dei serve & volley che allora lo sfidavano, uscendone sconfitti. E’ un mix di qualità da campione: polso d’acciaio, tempo perfetto sulla palla, occhi da falco per una risposta motoria immediata, coordinazione tale da riuscire a rispondere fuori equilibrio con una zampata felina di puro polso. Non solo è un punto vincente, ma è una sentenza: nessuno ha mai risposto così. Le principali imprese di Agassi furono costruite sulla risposta, proprio nell’epoca dominata da servizi micidiali che affrontava con coraggio e sfrontatezza, tenendo i piedi sulla riga di fondo campo, a sfidare anche psicologicamente il rivale.

 

Quando si ragiona sul più forte tennista di tutti i tempi, Agassi non viene quasi mai preso in considerazione. Ma sommiamo tutto quello che Agassi ha rappresentato per il tennis moderno… Vittorie in tutti i tornei, su tutte le superfici; l’impatto modaiolo che ha sdoganato il tennis verso lidi prima sconosciuti, avvicinando un mondo giovanile che prima lo considerava troppo ingessato e poco “cool”; una carriera durata 20 anni, da ragazzo scapestrato a sereno padre di famiglia; e soprattutto pesiamo la rivoluzione tecnica introdotta dal suo tennis, che è seconda per importanza soltanto all’avvento dei materiali tecnologici. In fondo non ha senso parlare del più forte di tutti i tempi, per mille motivi, ma certamente pochissimi atleti hanno segnato lo sport della racchetta come Andre, perché dopo di lui il tennis non è più stato lo stesso.

Tanti  Auguri e grazie per le mille emozioni che mi hai regalato, caro Andre.

 

Marco Mazzoni


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21 commenti. Lasciane uno!

Markux ft (Guest) 30-04-2020 19:37

Agassi rimarrà nella storia del tennis x il suo abbigliamento e accessori che aveva tipo orecchini o unghie smaltate non certo x le vittorie dove è stato inferiore a tanti.

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Annie (Guest) 30-04-2020 17:08

@ tacchino freddo (#2551597)

Ho colto un commento che condivido in pieno..come sembra più lento il tennis di qualche anno fa..ho avuto nettamente questa sensazione avendo visto su Sky nello stesso giorno due epiche finali di Wimbledon, 2008 (Roger/Rafa) e 2019 (Nole/Roger) Immagino che prima di Agassi la differenza fosse ancora più netta. Personalmente ho incominciato ad appassionarmi di più al tennis quando Agassi giocava le sue ultime partite, e io e mia figlia abbiamo pianto quando ha perso la sua ultima agli USOpen davanti al suo pubblico che gli ha tributato l’ultima ovazione, consapevole che il tennis americano non avrebbe facilmente prodotto un altro grande cosi’ per un sacco di tempo. Complimenti alla redazione per come ha tratteggiato la vita di Agassi con tutti i suoi alti e bassi ma sottolineando un aspetto fondamentale, la rivoluzione che ha portato nel gioco del tennis rendendolo piu crudo e piu vivo, trasmettendo a chi lo guardava o incontrava in campo il suo stesso rapporto di amore e odio con questo sport..un grande ma che da trasgressivo è stato facilmente accantonato dai benpensanti del tennis che hanno subito elevato a simbolo i più “rifiniti” Sampras e Federer..poi è arrivato Nole, meno rude di Andre ma piu carnale e sanguigno come lui, con l’imprintig di una audacia martellante da fondo campo e di una risposta al servizio che Agassi gli ha lasciato come eredità non scritta e che Nole ha, senza saperlo, raccolto a braccia aperte

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tacchino freddo 30-04-2020 15:55

Una richiesta alla redazione (non ha attinenza con il post): così come ieri è stata ripercorsa la carriera di Agassi (i momenti più importanti), sarebbe bello un pezzo su Monica Seles, a 27 anni dal bruttissimo episodio della pugnalata. Io adoravo Graf, ma senza quell’episodio credo che Monica avrebbe infranto tutti i record Slam.

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Ranuccio Tomassoni (Guest) 30-04-2020 14:27

grande articolo!

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AndreTNS (Guest) 30-04-2020 10:31

Buongiorno a tutti, cmq vorrei far notare che il servizio di Agassi non era cosi male eh, certamente in molti si fanno influenzare dal servizio di altri giocatori dell’epoca (Sampras per esempio) che era un autentico bombardiere, ma a mio parere era un signor servizio, e pure il diritto di Agassi a me piaceva molto, non limiterei a rovescio a risposta, che erano sicuramente i colpi migliori, anche se ha vinto meno, a mio parere Andre era più completo di Sampras tecnicamente.

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rhobs 30-04-2020 08:30

@ tacchino freddo (#2551597)

Djok ha tanti assi nella manica, ma rimango dell’idea che Agassi è il n.1 nella risposta al servizio nella storia del tennis. sembrava che la pallina non la guardasse nemmeno, quasi una procedura in automatico.
ricordo ancora i commenti ineguagliabili del buon Rino Tommasi.

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Me-cir te no (Guest) 30-04-2020 08:08

Agassi oggi non è considerato un papabile GOAT perchè ha vinto “pochi” slam, ma ai suoi tempi non c’era la gara a vincere più slam, questa è una cosa che ha “inventato” Sampras… Connors, Borg, McEnroe, Lendl non sono mai andati “a caccia” di Emerson e Laver.
Basti pensare che Agassi il suo primo AO l’ha giocato a 25 anni, e si parla di uno che a 17 era n° 20-30 del mondo.

Seguivo più il tennis nella fase giovanile di Agassi che in quella crepuscolare, e smisi proprio temporaneamente di appassionarmi al tennis nel 96-97, oltre che per questioni personali, proprio per la sua crisi che mi causò un vuoto di interesse.
E comunque l’Agassi ’99-’03 a livello di emozioni che riusciva a trasmettermi era forse un decimo dell’Agassi ’88-95, pur essendo nettamente più efficace.

Wimbledon ’92 per me fu l’apice. Battè in fila Becker, McEnroe e Ivanisevic (e qui si dovrebbe aprire una discussione di come il suo career slam sia un’impresa più leggendaria di quelle dei FAB 3, perchè ogni superficie aveva i suoi 3-4 specialisti imbattibili DIVERSI da quegli delle altre superfici), ma veramente con un unico colpo, la risposta appunto. Sembrava proprio uno sfottò alle tradizioni: ah, qui negli anni ’80 si vince solo se hai il servizio? Ti alleni per anni sul servizio per vincere Wimbledon? E io ti levo tutte le certezze con l’anti-servizio
E poi, dai, pochi hanno avvicinato pubblico occasionale al tennis e quindi fatto crescere il movimento come ha fatto lui. Per dire, ricordo ancora il suo primo Wimbledon, mi sembra’88, l’orda di fotografi mai vista solo per aspettare di vedere come se ne usciva vestito, dal momento che il torneo imponeva il 90% di bianco e lui prima di allora sapete tutti come si vestiva.

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I love tennis (Guest) 30-04-2020 07:36

Uno dei miei preferiti, avvincenti le sue sfide con Sampras.Grande Andreino!

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tacchino freddo 30-04-2020 01:27

Scritto da SlamdogMillionaire
Non c’entra niente ma certo che il tennis americano è proprio ai minimi storici penso

Anche la Svezia direi.

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Gianlucapozzi83 (Guest) 29-04-2020 22:45

Agassi semplicemente un mito che ha vissuto 8-9 vite in una sola. Un marziano come lui che dopo esser stato numero 1, accetta di ripartire dai challenger, giocando in tornei con dei fuori classifica, è una roba inaudita. Agassi ha fatto anche questo. E quella pubblicità (nike) con Sampras e McEnroe a far da telecronista, è lo specchio della sua carriera. Un numero 1 che ha giocato con un altro immenso numero 1. E quello scambio infinito che fu interrotto solo da un imprevisto…

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SlamdogMillionaire (Guest) 29-04-2020 22:03

Non c’entra niente ma certo che il tennis americano è proprio ai minimi storici penso

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Il palpa (Guest) 29-04-2020 20:40

@ tacchino freddo (#2551597)

Djokovic con Agassi nn è paragonabile… semplicemente per che Agassi nn si allenava! Alla epoca colpiva così forte e in anticipo, che nn serviva ni anche avere una battuta micidiale!

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Il palpa (Guest) 29-04-2020 20:30

Chi veramente se ne intende un pochino, capisce tutto ciò che ripresentò Agassi, sono quei campioni, quei talenti così immensi,che risulta così difficele da catalogare…buon compleanno kid!

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AndreTNS (Guest) 29-04-2020 19:44

Il mio giocatore preferito da sempre Andre, il mio nick ne è la prova costante, ho letto il libro anche io e sono d’accordo con quanto ha descritto Mazzoni, lui è stato un giocatore oltre che fantastico, rivoluzionario, il primo grande giocatore veramente completo ad uscire dallo schema del serve and volley, il tennis anni 70 e 80 e pure dei decenni precedenti era un tennis fatto di palleggi da fondocampo mirati non a fare il punto ma ad attendere il momento buono per la discesa a rete, il buon Andre ha stravolto del tutto il Tennis moderno, a mio parere aveva il piu bel rovescio a due mani che si sia mai visto, quello di Djokovic è altrettanto efficace, ma meno bello a mio gusto da vedere.

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tacchino freddo 29-04-2020 19:11

Io credo che non si possano paragonare le risposte di Agassi con le risposte dei tennisti di oggi, dato che sono cambiati parecchio i materiali, soprattutto le dimensioni del piatto corde. Vorrei vedere Djokovic rispondere con le racchette degli anni 90 e vorrei vedere Agassi rispondere a servizi mediamente 10km/h più veloci. Senza dimenticare che Djokovic (che a me non piace come giocatore) risponde a sercizi come quello di Roger, che non è potente in assoluto, ma è uno dei più imprevedibili della storia, grazie alle sue variazioni. Negli ultimi 10 anni i servizi sono migliorati per quasi tutti i giocatori, e nin abbiamo avuto solo Karlovic e Isner, ma anche Berdych, Roger stesso, Raonic, anche Monfils, Del Potro, Stan ed il nostro Berrettini…senza dimenticare il servizio particolare di Dolgopolov. Lo stesso Nadal, che non verrà ricordato per il servizio, in realtà è migliorato tantissimo in questo fondamentale e, a mio parere, avesse giocato negli anni 90 sarebbe stato considerato uno dei migliori servizi in circolazione (qui non prendo in considerazione i materiali). Oltretutto, tra i grandi alla risposta non dimenticherei Ferrer (altro giocatore che non mi piaceva, ma che ho sempre ammirato per la sua garra) che nel suo periodo migliore è stato il migliore in assoluto alla risposta, statistiche alla mano. Sono sempre avvincenti e divertenti i discorsi su chi sia il goat del tennis in assoluto, o il goat al servizio, alla volee, alla risposta ecc ecc, ma resto dell’idea che ogni grandissimo campione vada inserito nella sua epoca. In altri post ho già espresso i miei dubbi su quanto avrebbe potuto vincere Djokovic se l’erba fosse rimasta quella di un tempo e con le racchette di un tempo o se in generale i big 3 avrebbero vinto così tanti Slam e master1000 senza l’appiattimento delle differenze di superficie del nuovo secolo e senza piatti corde così grandi. Allo stesso modo mi chiedo quanto un Edberg o Becker o Mac avrebbero potuto vincere con l’erba di oggi e le racchette di oggi, dovendo modificare il loro gioco serve&volley, oggi abbastanza impossibile da attuare. Godiamoci questi splendidi giocatori di oggi, così come ci siamo goduti quelli del passato e così come ci goderemo quelli che verranno, perché, checché se ne dica, sempre sorgeranno nuovi campioni che sapranno trarre il meglio dall’evoluzione del gioco.(credo che sia ovvio che il mio giocatore preferito fosse Edberg, però devo ammettere che rivedendo vecchi incontri suoi, mi rendo conto di quanto oggi mi sembri lento il gioco dell’epoca, così come capita nel rivedere vecchie partite dell’Italia ai Mondiali 1982).
Credo che nessuno abbia il diritto di controbattere le mie affermazioni, ricordate che io nell’ultima giornata ho fatto 20 punti!!

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+1: il capitano, vincentgo, Giuseppespartano, Evolution, AO
SlamdogMillionaire (Guest) 29-04-2020 17:44

Bell’articolo. Qualche anno fa ho letto il suo libro, open. Bello anche quello. La sorpresa mista a dispiacere che ho provato nello scoprire che portava un parrucchino è stata seconda solo a quella volta che ho scoperto che il wrestling era tutta una farsa.
Come miglior risponditore della storia per me è al pari di djokovic. La risposta di Agassi era più fulminea e letale però il serbo te ne ributta di là di più costringendoti almeno a un colpo in più (almeno questa è l’impressione che ho, non ho visto statistiche)

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+1: il capitano
cataflic (Guest) 29-04-2020 16:22

é stato il traghettatore del tennis dai McEnroe ai Nadal.
Insieme a Lendl ha fondato le basi del tennis moderno, ma per età si è potuto permettere di giocare in tre ere diverse.
Insieme a Becker prima e Sampras poi, l’unico che quando giocava ispirato e convinto era assolutamente intoccabile per tutti i contendenti, faceva un tennis che era avanti anni e anni.

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Markux ft (Guest) 29-04-2020 16:07

Lo stesso Agassi ha dichiarato che il suo più grande errore professionale è stato lasciare la Nike. Errore fatale…

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Evolution 29-04-2020 15:53

Il mio idolo da quando ero bambino!!!

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Markux ft (Guest) 29-04-2020 15:51

Andre ha fatto la fortuna della Nike e quando l’ha lasciata x Adidas è iniziato il declino…

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christian (Guest) 29-04-2020 15:49

bell’articolo ma piccolo errore….nella finale us open 1995 vinta da Sampras non ci fu nessun tiebreak…infatti il risultato fu 6-4/6-3/4-6/7-5….per il resto sono daccordo che la risposta al servizio di agassi è stata la migliore di tutti i tempi perchè ha affrontato grandi servizi che erano grandi campioni ( sampras, becker, safin, ivanisevic i primi che mi vengono in mente ) ….djokovic con tutto il rispetto per un supercampione come lui non possiede la letalità della risposta al servizio di agassi perchè gli isner e i karlovic che affronta lui non sono dei campioni, anzi…

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