Resoconto da Brescia Challenger, Copertina

L’affascinante viaggio di Luca Vanni

19/11/2015 21:43 15 commenti
Luca Vanni classe 1985, n.115 ATP
Luca Vanni classe 1985, n.115 ATP

Da ex giocatore e maestro di provincia a top-100 ATP, passando per un ginocchio spaccato. E’ l’affascinante percorso di Luca Vanni, splendido semifinalista al Trofeo Città di Brescia. Senza mai perdere l’umiltà. Si giocherà un posto in finale contro Igor Sijsling.

Sempre più beniamino dei bresciani, Luca Vanni ha compiuto un passaggio fondamentale, quasi decisivo, verso il sogno di chiudere la stagione tra i top-100 ATP o almeno con una classifica sufficiente per entrare nel tabellone principale dell’Australian Open. L’azzurro ha giocato un match autorevole, attento, praticamente perfetto, contro lo slovacco Norbert Gombos (n. 141 ATP). Non era facile, poiché ci aveva perso qualche settimana fa a Mons. Ma al Trofeo Città di Brescia (42.500€, Play-It) è cambiato tutto. “Lucone” ha centrato la semifinale giocando una partita perfetta, sparando 12 ace e fronteggiando una sola palla break. Annullata. Più in generale, non ha ancora perso il servizio in tutto il torneo e ha tirato 44 ace in tre partite. Vedendolo giocare così, autoritario e autorevole, ci si domanda se il cemento indoor non possa essere la sua superficie preferita. “Potrebbe anche essere – dice l’aretino – però ci sono pochi campi come questo. Le superfici indoor che si vedono in TV sono più lente della terra battuta. E poi devo servire, ma anche rispondere. Oggi Norbert mi ha regalato qualcosa, ma non mi fa impazzire giocare contro chi serve bene. Non mi piace giocarmi un set su pochi punti al tie-break. Anche per questo, credo proprio che a febbraio mi vedrete giocare in Sud America piuttosto che sul cemento indoor europeo”. La semifinale a Brescia gli garantisce 33, preziosi, punti ATP. Oggi può pensare ai tornei del Grande Slam, ma non è sempre stato così. Anzi, ci sono stati un paio di momenti in cui il verbo del tennis si poteva coniugare al passato. Il primo risale a quando aveva 21-22 anni e “non avevo un soldo e non volevo chiedere aiuti ai miei genitori. Per guadagnare qualcosa facevo il maestro di tennis nel mio circolo ad Arezzo, poi un giorno a settimana andavo in un altro club sul valdarno, dove mi facevo 7 ore filate. In questo modo tiravo avanti. Però non avevo prospettive, non pensavo minimamente a fare il professionista”.


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La sua fortuna è stata la famiglia, in particolare papà Luciano. “Se non ho smesso di giocare è merito suo. Ex giocatore di Serie A in pallavolo, mi ha aiutato nei momenti difficili. E poi la famiglia, senza dimenticare la mia fidanzata Francesca. Stiamo insieme da quasi 7 anni e mi ha aiutato tantissimo, giorno dopo giorno”. Un altro momento difficile è stata l’operazione di due anni fa, al ginocchio. Vanni era salito al numero 270 ATP e aveva buone prospettive. Ma il ginocchio scricchiolava, salvo rompersi definitivamente. Operazione, 6-7 mesi di stop. “Durante la riabilitazione ho pensato che forse non ce l’avrei fatta, però è il periodo della mia vita in cui sono cresciuto di più a livello mentale. Ho capito che forse non avevo dato tutto al tennis e che sarebbe stato giusto riprovarci. Magari avrei scoperto che il mio limite era numero 270 ATP, ma non avrei comunque avuto rimpianti”. Invece nel 2014 ha scalato 700 posizioni e quest’anno la sua carriera è diventata una fiaba. Sono lontani i tempi in cui girava l’Italia e l’Europa insieme alla guida della sua FIAT Bravo…”La macchina c’è ancora, però quest’anno se n’è aggiunta una nuova, migliore. Però non chiedetemi che modello è! Non è una Ferrari, ma vi assicuro che Luca è sempre Luca. Mi viene spontaneo essere sempre lo stesso, un tipo semplice. Se sono arrivato a discreti livelli è anche grazie a questo”. Però il tempo dei viaggi folli non è ancora terminato. “Forse il viaggio più pazzo l’ho fatto tre settimane fa dopo la semifinale al challenger di Brest. Ho finito alle 18.30, sono andato in hotel a prendere la mia roba, ho preso l’aereo da Brest alle 21.30 e alle 23.30 ero a Marsiglia. Da lì, due ore di taxi fino a Ventimiglia dove c’erano i miei compagni del Tennis Club Sinalunga per arrivare in Toscana. Siamo arrivati alle 5.30 del mattino e il giorno successivo ho giocato contro Marton Fucsovics in Serie A1. E ho anche vinto!”. L’aneddotica è colma di episodi, e potrebbe essercene un altro in caso di finale a Brescia. “In quel caso, probabilmente, non riuscirei ad andare a Maglie per lo spareggio di domenica, ma i miei compagni già lo sanno. E sanno anche che probabilmente non avrei dovuto giocare la Serie A. Però io sono fatto così, ho preso un accordo due anni fa e mi piace mantenere la parola data. Più in generale, è vero che i viaggi massacrano e sono piuttosto faticosi. Però tutto dipende da come prendi le cose. Io adesso gioco ogni singola partita con l’obiettivo di andare in Australia. Lo faccio per me, non per i soldi. Non tutti i giocatori possono lottare per uno Slam”. E non tutti possono permettersi di essere come Luca Vanni.

ALTRA BATTAGLIA CON SIJSLING?
Il suo prossimo avversario sarà Igor Sijsling, che continua nel suo percorso di ammazza-grandi. Al secondo turno aveva estromesso il numero 1 Stakhovsky, nei quarti si è ripetuto contro Farrukh Dustov, finalista della passata edizione. Un 6-3 6-4 senza grossi sussulti, con un break in avvio sia nel primo che nel secondo set. I due si sono affrontati qualche settimana fa proprio a Brest e si impose l’azzurro al termine di una battaglia furibonda, chiusa col punteggio di 7-5 4-6 7-6. Tanto basta per capire che sarà un match decisamente complicato. Il primo a centrare un posto in semifinale era stato il bosniaco Mirza Basic, emerso da una dura battaglia contro Marco Chiudinelli. Un match teso e combattuto, con qualche scaramuccia tra i due anche dopo la stretta di mano finale. Basic ha trovato il feeling ideale con il Play-It bresciano, tanto da aver centrato anche le semifinali di doppio in coppia col croato Nikola Metkic. Il suo avversario emergerà dal match serale tra Dustin Brown e Illya Marchenko.


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15 commenti. Lasciane uno!

Tex (Guest) 20-11-2015 17:59

Luca è veramente una grandissima persona e la dimostrazione (se ce ne era ancora bisogno!) è il cuore che ha messo nel disputare la serie A1 con il piccolo circolo di Sinalunga…il viaggio da Brest la dice lunga…
Grazie LUCONE ti saremo sempre grati
LUCONE n 1 ✌️

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slambrot (Guest) 20-11-2015 15:59

@ Jago (#1491548)

quando i ragazzini iniziano il tennis e poi diventano giocatori veri fin verso i 18-20 anni non credo affatto pensino ai soldi. Lo fanno per passione e desiderio di scalare le classifiche e vincere e affermarsi. I soldi sono una conseguenza ed iniziano a pensarci poi… ma non sono i soldi la motivazione per giocare a tennis…forse lo sono per i tennisti che vengono da paesi poveri…

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slambrot (Guest) 20-11-2015 15:57

@ Jago (#1491547)

si esatto sono daccordo… in passato su questo sito ho fatto trattati per spiegare le superfici..le resine acriliche … il pvc ecc…
perche mi fa strano che la redazione che e’ cosi attenta e precisa e che apprezzo moltissimo per questo portale che secondo me e’ il top, non solo in Italia, sul tennis, mi fa strano che superficialmente si scriva sempree cemento che non esiste piu…da tanti anni

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danailo (Guest) 20-11-2015 15:55

Scritto da Jago
@ danailo (#1491484)
Questo è un lavoro e chi va a lavorare lo fa anche per i soldi. Secondo te i primi in classifica lo fanno per i soldi o per prestigio loro personale?

guarda che l’ ha detto lui dei “non” soldi, non io, fine secondo capitolo.
adesso pensiamo solo a vincere oggi che ci togliamo il pensiero
forza Luca!

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Jago (Guest) 20-11-2015 15:19

@ danailo (#1491484)

Questo è un lavoro e chi va a lavorare lo fa anche per i soldi. Secondo te i primi in classifica lo fanno per i soldi o per prestigio loro personale?

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Jago (Guest) 20-11-2015 15:17

@ slambrot (#1491369)

Più precisamente non esiste la parola ” CEMENTO ” nel tennis visto che sono ” Resine “. Nel caso di Brescia come Bergamo e molti altri si tratta addirittura di PVC

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danailo (Guest) 20-11-2015 11:46

Comunque lo fa’ anche per i soldi, non si dica il contrario…
ma e’ giustissimo cosi’ ci mancherebbe, e’ un professionista.
complimenti comunque

9
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Vinny68 (Guest) 20-11-2015 08:36

bella storia 😀

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ILSanto (Guest) 20-11-2015 08:26

Grandissimo Luca. Tu sei il vero esempio, di come si deve comportare un vero giocatore di tennis e un vero atleta (oppure di come si devono comportare tutti gli atleti che praticano a livello professionistico tutte le discipline sportive). Dal un punto di vista sportivo (come atleta) e umano, ti considero un puro : che per Me è il complimento più bello che si possa fare ad un campione come la Tua persona. Forza Grande Luca

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asso (Guest) 20-11-2015 06:52

Vero numero 1!! Eu esempio enorme! Forza

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ASHTONEATON 20-11-2015 00:50

Grande Lucone, vero combattente Italiano!!!!
Amiamo questo Sport anche grazie a giocatori come te e a storie di vita come la tua….

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mcthony (Guest) 19-11-2015 23:30

Il viaggio più pazzo ……….

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slambrot (Guest) 19-11-2015 22:19

Redazione, il “play-it” e’ come gomma. Non potete chiamarlo “cemento indoor”. Grazie 🙂

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marius76 (Guest) 19-11-2015 22:09

straordinario vanni io l’ho visto nel febbraio 2013 nel futures di Sondrio dove ha vinto il torneo battendo tale baumann 76 62 se ricordo bene da li è iniziata la sua scalata alla vetta top 100 che emozioni mi regali luca sei un grande!!!ti seguirò sempre!

2
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I LOVE BOBO (Guest) 19-11-2015 21:59

Grande lucone

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