Claudio Pistolesi: da top100 a top coach

02/01/2015 09:00 7 commenti
Claudio Pistolesi uno dei migliori coach italiani
Claudio Pistolesi uno dei migliori coach italiani

Claudio Pistolesi è stato un buon giocatore di tennis, classe 1967 ritiratosi a 30 anni dall’attività agonistica, con un best ranking raggiunto nell’estate del 1987 di numero 71 al mondo, in grado nella sua carriera da atleta professionista di ritagliarsi un piccolo spazio al sole e togliersi alcune grandi soddisfazioni.

Il sagace giocatore romano nella sua vita sportiva ha vinto un torneo del circuito maggiore, sulla terra rossa di Bari nel 1987, raggiunto una finale di doppio (persa) sempre sulla terra rossa questa volta di Firenze nel 1988 in coppia con l’austriaco Horst Skoff (career high 18 in singolare), ma può vantare anche 3 convocazioni in Coppa Davis, divise negli anni 89/90/91, con 4 partite disputate tutte in singolare con un bilancio in perfetta parità di 2 vittorie e 2 sconfitte. Un onesto mestierante del tennis, un giocatore capace di buoni risultati e alcuni exploit degni di nota: nel 1988 Claudio Pistolesi segna forse la sua vittoria in singolare più importante quando, al torneo di Monte Carlo, raggiunge i quarti di finale sconfiggendo ai sedicesimi del torneo monegasco l’allora numero 2 del tennis mondiale, un Mats Wilander sconfitto dal solido Pistolesi con il punteggio di 2/6 – 7/6 – 6/2. Un sogno che ha il sapore più dell’illusione con il brusco risveglio nei quarti con la sconfitta netta subita per mano dell’argentino Martin Jaite (6/2 – 6/0).

Nei tornei del Grande Slam, vera cartina di tornasole della carriera di un tennista pro, Claudio non supera mai un turno sull’erba indigesta di Wimbledon ma ottiene un secondo turno sia in Australia (1988) che a New York (1986), con il fiore all’occhiello del terzo turno, e una seconda settimana accarezzata, al Roland Garros del 1989 (1988-1989 indiscutibilmente il suo biennio migliore) dove batte il campionissimo Guillermo Vilas (wild card a 36 anni) in 3 set in un vero e proprio canto del cigno dell’argentino, il qualificato americano Wheaton sempre in 3 parziali, prima di cedere in 4 set al rimontante haitiano Agenor, capace in quell’edizione parigina di spingersi fino ai quarti di finale.

È con il ritiro dal professionismo e il reinventarsi come allenatore che Claudio Pistolesi trova una dimensione di vita differente ma assolutamente appagante: una serie di collaborazioni illustri con atleti di assoluto richiamo lo proiettano direttamente allo status di coach di grido. La sua carriera di allenatore inizia con una partnership inattesa e ricca di significati, di quelle che catturano attenzioni mediatiche a profusione e che, se corroborata da ottimi risultati, finisce con l’essere il miglior biglietto da visita possibile per il prosieguo di una nascente professione: un curriculum che si arricchisce infatti della statunitense Monica Seles, effettivamente al rientro nel circuito dopo il terribile attentato subito e che, insieme all’allenatore italiano trionfa al torneo di Sydney e poi agli Australian Open, ultimo torneo Slam vinto dalla jugoslava naturalizzata statunitense nella sua gloriosa e travagliata carriera.
Lo status di coach di Pistolesi nel tempo si arricchisce di altri prestigiosi rapporti: dopo essere stato allenatore di Davide Sanguinetti nel suo periodo migliore, dal 2005 al 2009 l’allenatore romano ha seguito Simone Bolelli, ricavando anche in questo caso i migliori risultati dal potenziale offerto dal proprio tennista; abbandonati temporaneamente i tennisti connazionali, Pistolesi dalla fine del 2010 diventa il coach per 6 mesi dello svedese Robin Soderling, che sotto la guida sapiente dell’ex tennista romano conquista 3 tornei del circuito maggiore (Brisbane, Rotterdam e Marsiglia) mancando però l’aggancio al suo primo torneo Major, prima di seguire la slovacca Daniela Hantuchova, tennista di talento ma sempre incostante e con troppe dinamiche da tenere sotto controllo.

Recentemente il nome di Claudio Pistolesi è stato associato alla speranza nostrana Gioia Barbieri, con cui ha iniziato una collaborazione poco proficua di soli 3 mesi: a inizio dicembre l’italiana ha infatti deciso di rimanere in Italia ed essere seguita dai fratelli Piccari, validi coach per lei molto più “gestibili” e che possono essere decisamente più presenti in quanto vivono in Italia e non come Pistolesi che per lavoro fa avanti e indietro fra la Florida e il nostro Paese. Una collaborazione quella con la tennista romagnola che a mio avviso non ha visto scattare la scintilla dell’entusiasmo e del capirsi al volo, con la Barbieri alla ricerca di un coach in grado di riprendere le fila di un discorso bruscamente interrotto con il bravo Giorgio Galimberti. Per quanto riguarda Claudio Pistolesi non resta che aspettare quale nuova collaborazione ci offrirà nei prossimi mesi: un coach valido ha bisogno di un progetto comune da condividere con il proprio assistito, in cui credere e gettarsi a capofitto. Non possiamo che augurare a Claudio Pistolesi tutto questo.


Alessandro Orecchio


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7 commenti

Raffaele83 (Guest) 03-01-2015 04:29

Bell’articolo ma Anna Smashnova???? Come avete fatto a dimenticarla 😯

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Chiromante (Guest) 03-01-2015 00:11

In Italia chi si rifiuta di fare il “burattino” del politico o presidente di turno viene preso a calci nel fondoschiena

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banzai kuki (Guest) 02-01-2015 18:22

Scritto da mirko.dllm

Scritto da max

Scritto da bunga bunga
Pistolesi insieme a Piatti sono gli unici due coach italiani che veramente conoscono il tennis.

Ci sono tanti altri coach italiani, di cui si parla meno, che conoscono il tennis.
Poi le carriere da tecnici di Piatti e Pistolesi sono incomparabili.

Gli allenatori italiani più bravi,secondo me,sono proprio Pistolesi,Piatti,e anche,il qui non menzionato Castellani(infatti quest’ultimo con la FIT non ha mai voluto avere niente a che fare,chissà perché… ).Riguardo Pistolesi,poi,vi siete dimenticati di dire,che oltre alla campionessa Seles,ed aver seguito in precedenza la Barbieri,allenò in campo femminile la Smashnova(che in seguito anche sposò e dalla quale si separò qualche tempo dopo),portandola al n.11 mondiale,in un’epoca tutt’altro che facile,se non vado errato,con parecchie campionesse che si dividevano i tornei più importanti.

D’accordo al 100%: Piatti, Pistolesi e Castellani. Bravi e, soprattutto, persone serie. Nulla a che spartire con i figuri che si aggirano per la federazione.

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individuo malefico (Guest) 02-01-2015 17:25

Sinceramente ho sempre pensato che Pistolesi fosse un allenatore molto sopravvalutato. L’occasione d’oro è arrivata con Simone Bolelli, ma purtroppo le continue polemiche a distanza con la federazione hanno portato ad una rottura precoce tra lui e il tennista di Budrio. Se fosse così bravo come dicono, non capisco come mai non alleni in questo momento un top 20/30,,,credo che per lui l’anno magico sia passato con Soderling e difficilmente lo rivedremo ad allenare a livelli così alti. Lo vedrei bene come commentatore,,,,,godibilissime le sue tele-cronache ai master di Roma.

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mirko.dllm (Guest) 02-01-2015 11:42

Scritto da max

Scritto da bunga bunga
Pistolesi insieme a Piatti sono gli unici due coach italiani che veramente conoscono il tennis.

Ci sono tanti altri coach italiani, di cui si parla meno, che conoscono il tennis.
Poi le carriere da tecnici di Piatti e Pistolesi sono incomparabili.

Gli allenatori italiani più bravi,secondo me,sono proprio Pistolesi,Piatti,e anche,il qui non menzionato Castellani(infatti quest’ultimo con la FIT non ha mai voluto avere niente a che fare,chissà perché… 🙄 ).Riguardo Pistolesi,poi,vi siete dimenticati di dire,che oltre alla campionessa Seles,ed aver seguito in precedenza la Barbieri,allenò in campo femminile la Smashnova(che in seguito anche sposò e dalla quale si separò qualche tempo dopo),portandola al n.11 mondiale,in un’epoca tutt’altro che facile,se non vado errato,con parecchie campionesse che si dividevano i tornei più importanti.

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max (Guest) 02-01-2015 11:01

Scritto da bunga bunga
Pistolesi insieme a Piatti sono gli unici due coach italiani che veramente conoscono il tennis.

Ci sono tanti altri coach italiani, di cui si parla meno, che conoscono il tennis.
Poi le carriere da tecnici di Piatti e Pistolesi sono incomparabili.

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bunga bunga 02-01-2015 09:41

Pistolesi insieme a Piatti sono gli unici due coach italiani che veramente conoscono il tennis.

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