Una scelta discutibile: il Tennis Creator Network allontana l’ATP dalla sua identità
11 commenti
Il lancio del Tennis Creator Network da parte dell’ATP, in collaborazione con TikTok, segna un cambio di direzione che lascia più di una perplessità. L’iniziativa vuole portare creator digitali nel cuore delle Nitto ATP Finals 2025, garantendo loro accesso dietro le quinte e un ruolo centrale nel racconto del torneo. Ma la domanda sorge spontanea: è davvero questa la via giusta per valorizzare il tennis?
Il problema non sono i creator in sé, né l’evoluzione naturale del linguaggio digitale. Il punto è che l’ATP sembra voler sostituire – o quantomeno mettere in secondo piano – l’esperienza e la competenza dei giornalisti sportivi e dei commentatori specializzati che, da anni, costituiscono un patrimonio imprescindibile per il pubblico.
Il Tennis Creator Network, così come è stato presentato, privilegia figure che vivono di intrattenimento rapido, storytelling leggero e contenuti spesso distanti dalla profondità tecnica che il tennis meriterebbe. Il rischio è evidente: trasformare il racconto del Tour in un prodotto confezionato per attirare visualizzazioni, sacrificando analisi, contesto e credibilità.
La presenza di creator provenienti da mondi lontani dal tennis porta inevitabilmente a un impoverimento del contenuto. Le Finals non sono un festival di lifestyle o un evento da TikTok: sono la chiusura di una stagione sportiva di altissimo livello, un appuntamento che richiede competenza, precisione e conoscenza della materia.
Gli esperti del settore – commentatori, giornalisti, analisti – non sono sostituibili da figure che, pur talentuose nel loro ambito, non possiedono gli strumenti per spiegare scelte tattiche, statistiche avanzate o la complessità mentale e fisica di uno sport come il tennis. L’ATP, puntando prevalentemente su creator digitali, rischia di snaturare il proprio prodotto e di inviare un messaggio sbagliato ai tifosi più fedeli: la popolarità viene prima della competenza.
Se l’obiettivo è ampliare il pubblico, l’inclusione dei creator può essere utile. Ma una strategia equilibrata richiederebbe di affiancarli agli esperti, non di sostituirli. Il tennis ha bisogno di una narrazione moderna, sì, ma basata sulla qualità, non sulla viralità.
L’impressione, oggi, è che l’ATP stia scegliendo una strada facile e poco lungimirante. Un tennis sempre più affidato a contenuti rapidi e superficiali rischia di perdere profondità, storia e autorevolezza. E questa, per uno sport che ha costruito la propria identità sui dettagli, non è una buona direzione.
Di cosa parliamo – Un ponte tra creator, giocatori e tifosi
Il Tennis Creator Network riunisce alcuni dei volti più influenti della piattaforma, provenienti dai mercati che ospitano i tornei ATP Masters 1000. Tra i creator coinvolti figurano nomi come @kanoaigarashi (Indian Wells), @jeannemm5 (Monte-Carlo), @rafaelescrig (Madrid), @sespo e @luca.campolunghi (Roma), @yuvirayz (Toronto/Montreal), @gabesco (Cincinnati), @之昊Will (Shanghai) e @championsdudigital (Parigi). Il rappresentante di Miami verrà annunciato prossimamente. Complessivamente, questi creator raggiungono oltre 25 milioni di follower su TikTok.
Durante la settimana delle Finals, i partecipanti seguiranno un programma fitto: media day, red carpet, sessioni di allenamento, incontri ravvicinati con i giocatori e contenuti post-partita. Il tutto raccontato attraverso il loro stile personale, con l’obiettivo di portare i fan ancora più vicini alle star del tennis.
Francesco Paolo Villarico
TAG: ATP, Editoriale LiveTennis, Tennis creator

Sinner
Alcaraz
Zverev
Fritz
Djokovic
de Minaur
Auger-Aliassime
Ruud
Sabalenka
Swiatek
Rybakina
Andreeva
Nostro
Quando anni fa,prima il mio specchio(MM&I)e poi il sottoscritto su questo portale preannunciava/vamo che cosa stavano preparando i ben noti tutti a fare facile ironia e difenderli per spirito patriottico,chissà magari qualcuno(anche da queste parti),finalmente si renderà conto di quali danni ahimè irreparabili sono stati fatti al mostro(?????????????)sport.
Rinnovo l’invito a chi ha firmato il pezzo a contattarmi.
Boh? Di sicuro si tireranno dentro migliaia di persone, dipende come presenteranno il tennis
La soglia di attenzione si sta abbassando sempre di più e con essa la capacità di mantenere il livello di concentrazione necessaria, durante la lettura, per comprendere quanto si legge e rielaborare con parole proprie i contenuti.
Comprendo le vostre perplessità, ma non ci vedo nulla di male ad aprire il tennis professionista a ragazzi che hanno cominciato ad appassionarsi guardando Berrettini o Sinner… gli stessi tennisti oggi giocano e scherzano nei social… la visibilitá è sempre un’ottima cosa e perché non sfruttare l’enorme fama di Jannik per avvicinare al tennis tanti ragazzi che magari oggi guardano e giocano al calcio e un domani potrebbero scoprire di avere un talento innato per il tennis
Bellissimo articolo. Spero che qualcosa posso cambiare. Luca campolunghi (….) in particolare ci azzecca col tennis quanto una connessione wireless in una foresta
gaudenzi non ne ha fatta una di giusta, eppure è ancora lì. ma che santi avrà in cielo?
“mamma mia la monnezza che ho fatto”
Menomale c’è livetennis!
Come l’estensione a due settimane dei 1000 ed un 1000 in più in Arabia sono creati esclusivamente per business, per gonfiare i conti , con una visione poco lungimirante ( soldi subito in cambio di una sovraesposizione con ricadute sul brand, sulla qualità e sullo stress dei giocatori ), così questa trovata è perfettamente coerente con lo spirito cialtronesco ATP.
Più soldi, più gente , più interazioni ,in cambio di una svalorizzazione del brand.
Tanto non pagheranno loro i danni a lungo termine per questo circo.
Spero vivamente non si vada in questa direzione.