Una scelta discutibile: il Tennis Creator Network allontana l’ATP dalla sua identità
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Il lancio del Tennis Creator Network da parte dell’ATP, in collaborazione con TikTok, segna un cambio di direzione che lascia più di una perplessità. L’iniziativa vuole portare creator digitali nel cuore delle Nitto ATP Finals 2025, garantendo loro accesso dietro le quinte e un ruolo centrale nel racconto del torneo. Ma la domanda sorge spontanea: è davvero questa la via giusta per valorizzare il tennis?
Il problema non sono i creator in sé, né l’evoluzione naturale del linguaggio digitale. Il punto è che l’ATP sembra voler sostituire – o quantomeno mettere in secondo piano – l’esperienza e la competenza dei giornalisti sportivi e dei commentatori specializzati che, da anni, costituiscono un patrimonio imprescindibile per il pubblico.
Il Tennis Creator Network, così come è stato presentato, privilegia figure che vivono di intrattenimento rapido, storytelling leggero e contenuti spesso distanti dalla profondità tecnica che il tennis meriterebbe. Il rischio è evidente: trasformare il racconto del Tour in un prodotto confezionato per attirare visualizzazioni, sacrificando analisi, contesto e credibilità.
La presenza di creator provenienti da mondi lontani dal tennis porta inevitabilmente a un impoverimento del contenuto. Le Finals non sono un festival di lifestyle o un evento da TikTok: sono la chiusura di una stagione sportiva di altissimo livello, un appuntamento che richiede competenza, precisione e conoscenza della materia.
Gli esperti del settore – commentatori, giornalisti, analisti – non sono sostituibili da figure che, pur talentuose nel loro ambito, non possiedono gli strumenti per spiegare scelte tattiche, statistiche avanzate o la complessità mentale e fisica di uno sport come il tennis. L’ATP, puntando prevalentemente su creator digitali, rischia di snaturare il proprio prodotto e di inviare un messaggio sbagliato ai tifosi più fedeli: la popolarità viene prima della competenza.
Se l’obiettivo è ampliare il pubblico, l’inclusione dei creator può essere utile. Ma una strategia equilibrata richiederebbe di affiancarli agli esperti, non di sostituirli. Il tennis ha bisogno di una narrazione moderna, sì, ma basata sulla qualità, non sulla viralità.
L’impressione, oggi, è che l’ATP stia scegliendo una strada facile e poco lungimirante. Un tennis sempre più affidato a contenuti rapidi e superficiali rischia di perdere profondità, storia e autorevolezza. E questa, per uno sport che ha costruito la propria identità sui dettagli, non è una buona direzione.
Di cosa parliamo – Un ponte tra creator, giocatori e tifosi
Il Tennis Creator Network riunisce alcuni dei volti più influenti della piattaforma, provenienti dai mercati che ospitano i tornei ATP Masters 1000. Tra i creator coinvolti figurano nomi come @kanoaigarashi (Indian Wells), @jeannemm5 (Monte-Carlo), @rafaelescrig (Madrid), @sespo e @luca.campolunghi (Roma), @yuvirayz (Toronto/Montreal), @gabesco (Cincinnati), @之昊Will (Shanghai) e @championsdudigital (Parigi). Il rappresentante di Miami verrà annunciato prossimamente. Complessivamente, questi creator raggiungono oltre 25 milioni di follower su TikTok.
Durante la settimana delle Finals, i partecipanti seguiranno un programma fitto: media day, red carpet, sessioni di allenamento, incontri ravvicinati con i giocatori e contenuti post-partita. Il tutto raccontato attraverso il loro stile personale, con l’obiettivo di portare i fan ancora più vicini alle star del tennis.
Francesco Paolo Villarico
TAG: ATP, Editoriale LiveTennis, Tennis creator

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Deciderà il pubblico con i click del mouse e del telecomando. Onestamente, per come sono blande le telecronache, il giornalismo tecnico e l’esperienza non si vedono un granchè. Allora tantovale divertirsi.
inevitabile, è il futuro. Livetennis ha beneficiato di Internet quando i detrattori erano i professionisti della carta stampata.
Chi segue seriamente il tennis seguirà i giornalisti competenti mentre chi segue i social magari sentirà parlare di tennis in maniera leggera. Non penso siano mondi in competizone all’arma bianca. Non sviluppiamo paranoie anticipando scenari apocalittici.
Se è il prezzo da pagare per togliere gli accrediti a Vanni Gibertini, che sia!
Io intanto me la faccio sulla censura
“Il punto è che l’ATP sembra voler sostituire – o quantomeno mettere in secondo piano – l’esperienza e la competenza dei giornalisti sportivi e dei commentatori specializzati che, da anni, costituiscono un patrimonio imprescindibile per il pubblico.”
I cosiddetti” giornalisti sportivi e commentatori specializzati” si facciano una domanda e si diano una risposta…
Sempre peggio.
ennesimo articolo, con questa firma, con un titolo che è assolutamente fuori di testa.
lo sbaglio principale è che nel titolo si espone una opinione (dell’articolista) e la si fa sembrare quasi una cosa assodata, mentre poi si legge nell’articolo che si tratta di un semplice affiancamento di una forma di comunicazione “giovane” e veloce, come oramai si è abituati, paventando una “sostituzione” dei classici media, eventualità che non leggo da nessuna parte. e figuriamoci se uno sport (un qualsiasi sport, non solo il tennis) può mai fare a meno delle analisi tecniche, dei numeri, fatte da addetti ai lavori.
qua mi sembra che ci sia un adeguamento a nuove forme di comunicazione, affiancato al resto.
invece si arriva a conclusioni apocalittiche sulla “perdita di identità”, addirittura. a parte che non è certo l’articolista che può stabilire quale sia “l’identità” dell’atp, qualsiasi cosa voglia dire identità.
il fatto poi che il noto fissato pandologo sia addirittura entusiasta dell’articolo mi fa concludere che questo articolo è pura e semplice, come si dice dalle mie parti, “rumenta”.
livetennis, ditelo chiaramente, se vi state avvicinando alle farneticazioni dello scrittore mancato io farò in modo di emigrare in altri lidi.
La casta dei giornalisti ha le ore contate. Era ora.
E così dopo la formula 1 ora la missione è distruggere il tennis…
A parte il fatto che non sostituiscono proprio nessuno ma è solo l’occasione delle Finals in collaborazione con TikTok per avvicinare i giovani che hanno un linguaggio diverso.
Ma poi basta vedere chi sono i primi del ranking e chi sono i loro ultras. Non sono più degli intenditori di tennis di una volta, la maggior parte si è avvicinata solo per un fatto di tifo perchè ha il campioncino connazionale e basta.
C’è da dire che anche gli stessi giornalisti e siti a volte ci mettono del loro proprio per cavlcare queste rivalità tossiche che una volta non raggiungevano questi livelli.
Il mio timore che questa gente non del settore avendo facile accesso all’evento vada a rompere le balle ai tennisti solo per avere 3 visualizzazioni in più… speriamo di no ma…
Nostro
Quando anni fa,prima il mio specchio(MM&I)e poi il sottoscritto su questo portale preannunciava/vamo che cosa stavano preparando i ben noti tutti a fare facile ironia e difenderli per spirito patriottico,chissà magari qualcuno(anche da queste parti),finalmente si renderà conto di quali danni ahimè irreparabili sono stati fatti al mostro(?????????????)sport.
Rinnovo l’invito a chi ha firmato il pezzo a contattarmi.
Boh? Di sicuro si tireranno dentro migliaia di persone, dipende come presenteranno il tennis
La soglia di attenzione si sta abbassando sempre di più e con essa la capacità di mantenere il livello di concentrazione necessaria, durante la lettura, per comprendere quanto si legge e rielaborare con parole proprie i contenuti.
Comprendo le vostre perplessità, ma non ci vedo nulla di male ad aprire il tennis professionista a ragazzi che hanno cominciato ad appassionarsi guardando Berrettini o Sinner… gli stessi tennisti oggi giocano e scherzano nei social… la visibilitá è sempre un’ottima cosa e perché non sfruttare l’enorme fama di Jannik per avvicinare al tennis tanti ragazzi che magari oggi guardano e giocano al calcio e un domani potrebbero scoprire di avere un talento innato per il tennis
Bellissimo articolo. Spero che qualcosa posso cambiare. Luca campolunghi (….) in particolare ci azzecca col tennis quanto una connessione wireless in una foresta
gaudenzi non ne ha fatta una di giusta, eppure è ancora lì. ma che santi avrà in cielo?
“mamma mia la monnezza che ho fatto”
Menomale c’è livetennis!
Come l’estensione a due settimane dei 1000 ed un 1000 in più in Arabia sono creati esclusivamente per business, per gonfiare i conti , con una visione poco lungimirante ( soldi subito in cambio di una sovraesposizione con ricadute sul brand, sulla qualità e sullo stress dei giocatori ), così questa trovata è perfettamente coerente con lo spirito cialtronesco ATP.
Più soldi, più gente , più interazioni ,in cambio di una svalorizzazione del brand.
Tanto non pagheranno loro i danni a lungo termine per questo circo.
Spero vivamente non si vada in questa direzione.