
Andrey Rublev: Dietro la maschera del guerriero, un uomo di profondi valori e una relazione speciale con Fernando Vicente


Chi guarda una partita di Andrey Rublev, magari senza conoscere a fondo il personaggio, potrebbe facilmente farsi un’idea superficiale del russo: nervoso, a volte apparentemente fuori controllo, sempre pronto a rimproverarsi e a sgridare il proprio team. Un’immagine “malencarada”, forse anche irrispettosa, che però rappresenta solo una faccia della medaglia. Perché chi vive il tennis da vicino sa che fuori dal campo Rublev è un ragazzo dai valori profondi e dalla grande umanità, e molto di questo lo si deve a Fernando Vicente, suo storico allenatore e ormai vero e proprio membro della famiglia.
Dopo la qualificazione ai quarti di finale del Masters 1000 di Toronto 2025, Rublev ha risposto in conferenza stampa a una domanda proprio sul rapporto con Vicente, spiegando quanto sia speciale e diversa questa relazione, anche rispetto a molte altre nel circuito ATP: “La nostra relazione va ben oltre quella tra allenatore e giocatore. Fernando è un membro della mia famiglia, lo sarà per tutta la vita, qualunque cosa accada. Ha sacrificato tutta la sua vita privata per starmi vicino nei momenti in cui ne avevo più bisogno, quando ero solo. È un grandissimo coach, ma ancora di più è la migliore persona che potessi trovare in questo mondo del tennis. Abbiamo una connessione incredibile, ci facciamo molte risate insieme”.
Sul campo, Rublev ammette che i suoi scatti d’ira non lo aiutano, anzi: “Arrabbiarmi non mi fa giocare meglio, anzi, spesso è il contrario”. E sottolinea ancora il ruolo fondamentale di Vicente: “Non lavora per soldi, non ha altri interessi se non quello di aiutarmi perché ci tiene davvero. Ha fatto cose per me che nessun altro allenatore avrebbe mai fatto. Ha valori umani eccezionali, è una persona unica”.
Il russo riflette anche su come, a certi livelli, siano le scelte personali a fare la differenza più che il cambio di coach: “Forse altri campioni hanno vinto tanti Slam cambiando spesso allenatore, ma quando sei nei primi dieci al mondo nessuno può insegnarti nulla di nuovo. I cambiamenti devi farli tu, non puoi sempre aspettarti che siano gli altri a dirti cosa fare, altrimenti non cresci”.
Rublev e Vicente rappresentano così un esempio raro e prezioso di rapporto umano che va ben oltre la collaborazione sportiva, una storia di amicizia, fiducia e crescita personale che sta dando grandi frutti sul campo e, soprattutto, fuori.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Andrey Rublev, Fernando Vicente
6 commenti
@ zedarioz (#4452679)
Vero bro!! Grande Murray Leggendario
@ Taxi Driver (#4452621)
E’ una leggenda che Murray si sia rovinato per cercare di stare dietro agli altri 3. Sicuramente nel 2016 giocò tantissimo a fine stagione e poi pagò il conto. Ma l’anca si sarebbe consumata lo stesso, era un problema congenito. Come le cartilagini, c’è chi le ha consumate a 28 anni (Van Basten nel calcio per esempio) chi le ha buone anche a 40 anni facendo lo stesso sport…
Murray ha vinto 3 slam (11 finali), 14 master 1000, 1 finals, 2 ori olimpici consecutivi, 46 tornei, insomma una carriera da leggenda. a 30 anni era logoro ma lo sarebbe stato comunque.
Fernando Vicente non ha minimamente aiutato il Rublev tennista, rimasto ancorato a un piano gara oserei dire Giorgesco.
Ovvero picchiare picchiare picchiare.
Ma quando trova qualcuno che mena più forte ( tipo Sinner o Alcaraz) sembra un uccellino sperduto.
Problematica che a dirla tutta hanno tutti i russi, incapaci di avere quella materia grigia tennistica utile ad adattare il proprio tennis alla situazione..
Sono registrato! Posso scrivere slava rublev? Non è un insulto…
@ Kenobi (#4452598)
Rublev
Medvedev
Tsisipas
Djokovic
Ruud
Rune
Shelton
De Minaur
Fritz
Tiafoe
I prossimi saranno
Fonseca
Draper
Tutti triturati/rullati/frullati dalla “cura Sinner/Alcaraz”.
Murrey ci rimise un anca e una caviglia/carriera x togliere un paio di slam ai 3 cannibali.
Lo vidi per la prima volta 7 anni fa a Umago, ragazzo alla mano e sorridente, disponibilissimo, nella mia speciale classifica (imitando Medvedev ) sta tranquillamente nei top10 dei più piacevoli.
Secondo me Vicente ha aiutato tanto Rublev nel supporto psicologico in un momento buio.
Quando sei una persona per bene ti rimane un debito d’onore dentro.
Però secondo me il suo gioco non si è evoluto mancando di sfruttare il suo potenziale.