Toni Nadal: “Infortuni? Non è colpa del calendario, il problema è la velocità”
7 commenti
Toni Nadal riflette sul tema più “caldo” nell’attualità tennistica: si gioco troppo? Il calendario estremamente fitto di impegni porta i giocatori ad infortunarsi? Lo “zio” più famoso del tennis fornisce una sua interpretazione dello status quo che porta a tante lamentele dei giocatori, spostando l’attenzione su un altro aspetto a suo dire cruciale: la velocità ed intensità estreme che stressano oltremodo i fisici dei tennisti, portandoli agli infortuni. Lo storico coach di Rafael ne ha parlato in alcune dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta dello Sport, riportiamo le più interessanti su quest’argomento tanto dibattuto e sentito nel mondo della racchetta.
“Troppi infortuni? Non è una questione di calendario” incalza Toni. “Molti non saranno d’accordo, ma il vero problema è che la palla va sempre troppo veloce. Non è una questione di quantità, ma di intensità e di violenza del gesto. Non ci sono quasi più giocatori tattici come Coria o Gaudio, che cercavano di costruire. Oggi è quasi solo una gara a chi colpisce più forte. E quando fai gesti così rapidi, quando arrivi a tutta velocità su una palla, freni e riparti, è facile che il corpo vada al limite e si faccia male. Io credo che bisognerebbe cercare di rallentare un po’ il gioco“.
Come? Ecco la proposta concreta di Toni Nadal: “La mia proposta è giocare con racchette più piccole. Sarebbe più facile per gli amatori e più difficile per i professionisti, e il gioco sarebbe meno violento. La bellezza del tennis è poter vedere il gesto. Quando giocavano McEnroe o Nastase c’era tutto: gesto, mano, tattica. Il tennis è l’unico sport che inizia con una sorte di ‘calcio di rigore’: se servi bene, l’avversario di fatto non gioca… In altre discipline hanno cambiato le regole per aumentare lo spettacolo. Dove? per esempio nel calcio. Dopo i Mondiali in Italia nel 1990 hanno introdotto tre nuove regole: il retropassaggio al portiere, non si può prendere la palla con le mani; i tre punti per la vittoria, che ha portato le squadre ad attaccare di più; un maggiore uso del cartellino giallo: prima potevano massacrare Maradona tutto il tempo, poi non si poteva più entrare da dietro. Questo ha provocato una grande evoluzione”.
Nadal tuttavia è molto negativo per il suo sport: crede che non ci sarà alcuna rivoluzione e cambiamento: “Non cambieranno mai, perché ai dirigenti interessano solo i top player. E questi preferiscono che tutto resti uguale: ‘No, no, se restiamo così io sono numero uno, numero due, non tocchiamo nulla…'”.
Qualche nota anche sull’attualità, intanto il paragone che molti fanno tra Sinner e Djokovic. Così la vede Toni: “Penso che Djokovic sia più completo. Sinner ha più velocità nei colpi, Nole un po’ più tocco. Hanno in comune il fatto che impongono sempre un ritmo alto e hanno un controllo di palla eccezionale, con spostamenti di livello altissimo. Jannik gioca con uno schema molto definito: impone fin dall’inizio un ritmo velocissimo, che difficile da reggere”.
Chi vince le Finals? Toni non si sbilancia… “Ovviamente i grandi favoriti sono sempre Alcaraz e Sinner. Negli ultimi tornei Jannik ha giocato a un livello altissimo, e credo che a Torino possa partire un filo avanti rispetto a Carlos, che onestamente appare un po’ meno a proprio agio su questa superficie così veloce. Sarà sicuramente una grande sfida”.
Marco Mazzoni
TAG: ATP Finals 2025, infortuni, Toni Nadal

Sinner
Alcaraz
Zverev
Djokovic
Shelton
de Minaur
Auger-Aliassime
Draper
Sabalenka
Swiatek
Rybakina
Andreeva
7 commenti
Che la alzino pure, tanto Sinner vince lo stesso 🙂
lo sweetspot delle racchette di oggi è praticamente l’intero piatto corde. questo cambia completamente la possibilità di utilizzare l’attrezzo: essere precisi all’impatto non ha più utilità, mentre si può massimizzare il lag della testa della racchetta per aumentare la velocità di uscita sfruttando la conservazione del momento angolare.
il che si traduce in una rivoluzione dei movimenti standard sia della parte superiore del corpo che di quella inferiore.
è tutto diverso rispetto a 10 anni fa.
@ no Sinner no Party (#4520465)
Commento interessante. I dati che riporti sono facilmente accessibili in qualche sito? Perché, a prescindere da quello che dice Toni Nadal e molti altri, tra cui tu, mi piacerebbe (per mia curiosità) vedere quantificata la dimensione del fenomeno ‘aumento di velocità ‘ in maniera più ampia. Mi piacerebbe anche capire, ma sulla base di qualche studio, se si tratta di un tema di strumenti o preparazione fisica. Anche perché un aumento delle prestazioni del 50% come sembra emergere dai tuoi dati, è stupefacente e, da un certo punto di vista ,spaventoso. Oltre a tutto questo sarebbe interessante capire come fa, uno come djokovic , a resistere, a 38 anni, in questo contesto. Si è adattato oppure tirare così forte si poteva fare anche prima ma non serve? Insomma ci sono elementi apparentemente contraddittori che mi piacerebbe vedere spiegati con dati. Alla fine un nole al 60% della forma dei suoi giorni più gloriosi, si fa battere solo da due giocatori. Il paragone qui si traduce in: cosa farebbe oggi, un djokovic alla sua forma migliore contro quei due? Non si può rispondere. Ma il dubbio che sarebbe almeno al loro livello pur tirando molto meno forte, è legittimo.
E la pallavolo, il basket e lo sci… guardate le partite di 15 anni fa e vedete come è la cambiata la velocità (anche grazie agli attrezzi).
Sono cambiate le tecniche di allenamento, la dieta, il recupero dopo la prestazione e gli atleti sono più alti, più forti e più veloci.
Il paragone col calcio non c’entra nulla; se vogliamo modificare il tennis per renderlo più spettacolare, forse si potrebbe utilizzare un solo servizio ed eliminare il net.
bella Zio
Potrebbero alzare la rete di 10-15 cm.
L’altezza della rete è “tarata” sullo specimen atletico dell’uomo del XIX secolo….
Con buona pace dei nostalgici dei Big-4, bisogna prendere atto che il gioco attuale viaggia a velocità superiori anche del 40% di quelle degli “immortali” e che fare dei confronti tra Nadal ed Alcaraz o Federer e Sinner ha davvero poco senso…
Mentre nell’atletica il parametro della MISURA salta subito all’occhio, nel tennis viene evidenziata quasi solo la velocità del servizio, con differenze non eclatanti!
Dovrebbe suonare un campanello d’allarme con alcuni colpi vincenti, che sono cronografati a 150-170-190 kmh, quindi a velocità pazzesche rispetto al (recente, basta andare indietro di 5-6 anni) passato.
Ma la vera DIFFERENZA emerge cronometrando i tempi tra gli scambi (da racchetta a racchetta) più feroci dei top-player, ormai nell’ordine di 0,7 secondi, circa (ma meno che più), a fronte di 1,2-3 secondi ai tempi dei nostri eroi.