Il tedesco vive a Milano da due anni ATP, Copertina

Becker si racconta: “Ho rischiato di morire in carcere. Potevo diventare coach di Sinner nel 2022, gli consigliai Cahill, per me il migliore. Darren non smetterà a fine anno”

02/11/2025 09:37 18 commenti
Boris con la moglie Lilian
Boris con la moglie Lilian

Nel mondo del tennis non ci sono molti personaggi così complessi e intriganti quanto Boris Becker. Dirompente in campo e nella vita, spesso scomodo per le sue parole e scelte, successi e cadute rovinose, Boris è da sempre un personaggio grande, ingombrante e divisivo. Il suo nuovo libro “Inside” è un bellissimo spaccato di vita e sport di un uomo ormai maturo che ha affrontato tante cose, anche terribili, ma sempre a testa alta. A Milano, dove risiede da due anni, ha rilasciato una lunga e bella intervista al Corriere, nella quale ripercorre passaggi importanti della sua vita e racconta alcuni aneddoti interessanti. Si parla anche di Agassi, di Sinner e Cahill. Per il tedesco, l’australiano continuerà ad allenare Jannik. Questi alcuni dei passaggi più significativi dell’intervista di Becker.

“Io, il più giovane campione di Wimbledon di sempre, 40 anni dopo finisco in prigione? Sono sempre stato un bubble breaker (uno che rompe gli schemi, ndr) È la mia storia” racconta Boris quando fanno notare che la prigione dove è stato rinchiuso a Londra per i problemi col fisco inglese è davvero vicina a quel Centre Court dove ha scritto la storia. “Faccio cose che nessuno ha mai fatto prima. All’inizio mi criticano, poi le fanno anche gli altri. Forse, per via del mio carattere, non sono troppo amato tra i colleghi. Però dicono: Becker vede le cose in modo diverso”.

Così Boris racconta il dramma del fallimento, il processo… “È complicato…. Il diritto fallimentare nel Regno Unito è molto diverso da quello tedesco o italiano: qui da voi avrei preso una multa. Dunque, c’è un prestito di una banca inglese nei miei confronti, e in cambio avevo dato in garanzia i miei diritti d’immagine. Quel prestito era inoltre garantito da una finca a Maiorca. Non c’era alcun bisogno che la banca si rivolgesse al tribunale, o mi spingesse verso la bancarotta. Due anni dopo la bancarotta, infatti, ho rimborsato la banca fino all’ultimo centesimo. Quel prestito prevedeva un tasso d’interesse del 25%. Il mio avvocato l’avrebbe dovuto notare — era scritto in grande —, io l’avrei dovuto notare, ma ci si affida agli avvocati per questo, no? Però non cerco scuse. Ho fatto errori. Il fallimento è arrivato come uno shock, mentre ero in macchina: eppure, avevo ancora dei redditi, altre proprietà in Germania, a Londra. Ma il danno ormai era fatto, il brand compromesso, le aziende in ritirata. C’è un altro mito da sfatare: i miei reali guadagni in carriera. Leggo 100 milioni: sbagliato. Leggo 50 milioni: sbagliato. La metà di quella cifra, forse. Erano altri tempi. Negli anni Ottanta a Wimbledon vincevi 300 mila sterline, ora tre milioni. E comunque, la metà del premio se ne va in tasse, poi si devono dedurre i costi. La gente sente queste cifre e si fa idee irrealistiche. Quanto a me, ho avuto due divorzi costosi, il mantenimento di quattro figli. Ho sempre vissuto con un certo tenore ma non ho mai sperperato il denaro in yacht o Ferrari“.

In carcere Boris vedeva i compagni di sventura come avversari: “Esatto. La mia forza nel tennis — certo, ero potente — era che giocavo in modo strategico. Non ero il più veloce, non avevo un rovescio eccezionale ma più durava la partita, più entravo nella testa del mio avversario. E un’altra cosa: so leggere l’ambiente. So capire chi sono i duri, in cosa sono forti: metto a fuoco la persona in pochi secondi. E poi mi piacciono gli scacchi e il poker. Ci ho giocato da professionista, a fine carriera. Con queste doti sono nato”.

Ha avuto per due volte paura di morire durante la detenzione: “La mia cella era in fondo a un corridoio. Torno dal refettorio, e c’è una persona nuova nella cella del mio vicino e amico, Ike, un gigante muscoloso che godeva di enorme influenza. Non si fa mai: la tua cella è una zona sicura. Così gli dico: hei cosa fai lì? Si gira, io ho il vassoio del cibo in mano e comincia a urlarmi, a venirmi addosso. Io rispondo a tono. Per fortuna, in 7 o 8 arrivano alle mie spalle, mi proteggono, non vi dico cosa gli fanno. E mi riportano in cella. Arriva anche Ike, lo conosceva da prima, si scusa per lui. Io sono scosso, me la sono vista brutta. Questo tizio a 18 anni aveva ucciso due persone. Tre giorni dopo, viene in lavanderia dove lavora Ike: cade in ginocchio davanti a me, mi chiede scusa, mi bacia la mano. Gli dico: non serve, qui è dura per tutti. Ho capito solo dopo che l’ha fatto per Ike. Io ero parte di un gruppo rispettato. E occorreva ripristinare il rispetto, o il ragazzo lì dentro non avrebbe avuto scampo. Il carcere è un posto duro, pericoloso, che ha regole proprie. Le prigioni sono gestite dai prigionieri, non dalle guardie. Nessuno ha idea di cosa succeda lì dentro…”.

Questo il passaggio dell’intervista dedicato a Sinner e Cahill: “Non ne ho mai parlato, ma è vero, sono stato vicino ad allenare Sinner nel 2022. Perché non è successo? Da lì a due mesi, aspettavo la sentenza di Londra. Ho detto a Jannik: non so come finirà, non posso prendermi l’impegno. Ma non volevo lasciarlo a piedi, gli ho fatto un paio di nomi: uno era Darren Cahill. Per me, il migliore. Se torno in lizza qualora Cahill smettesse? Darren non smetterà. Quanto a me, ero convinto che Jannik potesse diventare il più forte. All’epoca doveva migliorare il servizio e il gioco di piedi ma era unico, di testa era già un portento. Oggi sono in un’altra fase della vita, la famiglia si allarga, ho un nuovo business. Non voglio stare così tanto on the road e forse il ruolo di coach comincia a starmi stretto”.

“Quattro Slam a 24 anni: non credo che avrei potuto fare meglio di Cahill e Vagnozzi. Quando è stato scelto non era famoso, ma pochi capiscono il gioco come Simone. Il successo del team Sinner parla da solo. Ed è incredibile, se si pensa che Jannik gioca seriamente solo da quando aveva 13-14 anni”.

Tennis e doping: così la pensa Boris: “Contano testa e personalità, e non conosco droghe che le migliorino. Ce ne sono che aumentano la resistenza e affrettano il recupero. Ma quando sei sulla palla break, sotto 5-4 nel quinto set, voi conoscete un farmaco che permetta di rimanere freddi come il ghiaccio e tirare un ace? Io no. Per tre persone metto la mano sul fuoco: Federer, Nadal, Djokovic. La contaminazione di Sinner? Sì, ci credo. Il doping è lontanissimo dal suo carattere. Mi fido meno di giocatori che magari hanno avuto una sola, straordinaria stagione sul rosso o sembrano fenomenali per due-tre tornei. Cose così puzzano un po’. Ma Jannik è tra i migliori da anni, i pesci grossi vengono testati. Una vita d’inferno: per 365 giorni all’anno devono dire dove dormono, dove mangiano. Metti che sto con una ragazza da Cipriani e arrivano per il test… Folle. L’antidoping oggi è un’enorme restrizione della libertà”.

Il no alla Davis di Sinner: Becker condivide la scelta. “Ho letto che si è alzato un polverone in Italia. Capisco che Nicola Pietrangeli disapprovi. Io la Davis l’ho vinta due volte, nell’88 e nell’89: l’anno seguente non la giocai. Avevo bisogno di una settimana extra di riposo e ritenevo di essermi speso a sufficienza per il mio Paese. Esattamente come Jannik. Tendiamo a dimenticarci che il tennis è uno sport individuale. È maledettamente difficile restare al vertice. Se uno si fa male, la carriera è a rischio. Avete visto Rune: si è rotto il tendine d’Achille. In Italia tutti vogliono un pezzettino di Sinner. Lo invitano a Shanghai, a Riad, a Vienna. Da domenica prossima gli chiederanno di rivincere le Finals a Torino”.

Agassi racconta di esser riuscito a rispondere al servizio di Becker perché guardava la lingua del tedesco al momento di servire… Così Boris liquida il racconto: “Sì, la conosco questa storia. Ma devo dirvi che non è vera. Io adoro Andre, davvero. Ma è nato e cresciuto a Las Vegas, e lì l’immagine è tutto. Ho letto Open, un libro magnifico, ma quel passaggio è, diciamo, in puro stile Vegas. Pensateci, logicamente: quanto è grande un campo da tennis? Come avrebbe potuto vedere la mia lingua a 30 metri di distanza? Ho la bocca grande, ma non vado certo in giro con la lingua di fuori! E poi, fino a un istante prima di colpire la palla, neppure io sapevo dove sarebbe andata. Quindi, spiacente: è una bella favola, simpatica, ma una favola»

Così Becker spiega la decisione di vivere a Milano: “Ho giocato bene in questa città, ho vinto il torneo quattro volte; ho vestito sempre brand italiani. Mia moglie è nata a Roma. E avere un altro figlio a questa età mi dà l’opportunità di occuparmene più di quanto io abbia fatto in passato, se Lilian me lo permetterà”.

Marco Mazzoni

 


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18 commenti. Lasciane uno!

l Occhio di Sauron 02-11-2025 15:38

Becker un grande personaggio,

ho sempre tifato e preferito Edberg ma devo dire che da quando ha appeso la racchetta al chiodo ed ha dovuto lottare contro tutti i suoi demoni, sono improvvisamente diventato un suo sostenitore.

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l Occhio di Sauron 02-11-2025 15:35

Scritto da pablito
Mi chiedo come farà Darren a “vivere” lontano dall’ “universo Sinner”.

Darren sarà autorizzato alla pensione solo dopo un GS

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pablito 02-11-2025 15:22

Mi chiedo come farà Darren a “vivere” lontano dall’ “universo Sinner”. 🙁

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Markux (Guest) 02-11-2025 15:13

Solo in Inghilterra si và in galera per reati che nei Paesi civili sono puniti con una multa. Non per niente e’ considerata la perfida Albione, siamo seri.

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Oldcot@66 02-11-2025 14:38

Scritto da tombizzle
“… ma non ho mai sperperato il denaro in yacht e Ferrari” – l’ha detto davvero?
Ognuno coi suoi soldi fa quello che vuole, ma fa un po’ ridere: si è comprato una Porsche 959, una delle auto più costose del mondo (se non la più costosa), ben più cara di una F40 ai tempi.

Ma infatti lui ha detto di non aver comprato yacht e ferrari, non porsche lamborghini o jet privati ahah! Scherzi a parte, Boris Becker sarà stato il campione che è stato e tanto di cappello per lui, ma in questa intervista autocelebrativa si sente tutta l’autoindulgenza di chi cerca assoluzione mediatica.

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Oldcot@66 02-11-2025 14:37

Scritto da tombizzle
“… ma non ho mai sperperato il denaro in yacht e Ferrari” – l’ha detto davvero?
Ognuno coi suoi soldi fa quello che vuole, ma fa un po’ ridere: si è comprato una Porsche 959, una delle auto più costose del mondo (se non la più costosa), ben più cara di una F40 ai tempi.

Ma infatti lui ha detto di non aver comprato yacht e ferrari, non porsche lamborghini o jet privati ahah! Scherzi a parte, Boris Becker sarò stato il campione che è stato e tanto di cappello per lui, ma in questa intervista autocelebrativa si sente tutta l’autoindulgenza di chi cerca assoluzione mediatica.

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Giovanni Battista (Guest) 02-11-2025 14:22

Scritto da PeteBondurant
Per lo stesso reato in Italy vanno in parlamento

Pollice su!

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Detuqueridapresencia 02-11-2025 13:22

Scritto da tombizzle
“… ma non ho mai sperperato il denaro in yacht e Ferrari” – l’ha detto davvero?
Ognuno coi suoi soldi fa quello che vuole, ma fa un po’ ridere: si è comprato una Porsche 959, una delle auto più costose del mondo (se non la più costosa), ben più cara di una F40 ai tempi.

Ho speso gran parte del denaro guadagnato in alcolici, donne e auto veloci

Il resto l’ho sperperato

George Best

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tombizzle 02-11-2025 13:09

“… ma non ho mai sperperato il denaro in yacht e Ferrari” – l’ha detto davvero?

Ognuno coi suoi soldi fa quello che vuole, ma fa un po’ ridere: si è comprato una Porsche 959, una delle auto più costose del mondo (se non la più costosa), ben più cara di una F40 ai tempi.

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Brazz (Guest) 02-11-2025 12:07

Giusto Bò, c’ è stato in Italia neanche tanto tempo fa, un gruppetto di persone, che diceva “falso in bilancio non è reato”.

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Alberto Rossi 02-11-2025 11:51

Dipende se è un fallimento ordinario o fraudolento (ossia con distrazione di beni societari)… nel secondo caso anche in Italia si finisce in carcere

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Sonj 02-11-2025 11:32

Scritto da PeteBondurant
Per lo stesso reato in Italy vanno in parlamento

😀

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+1: Giuras
Peter (Guest) 02-11-2025 11:30

Leggendo l’ intervista si capiscono meglio determinate situazioni vissute da Becker dando anche un immagine più giusta dell’ ex tennista tedesco.

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+1: Sonj, Scolaretto, Pippolivetennis
PeteBondurant 02-11-2025 11:30

Per lo stesso reato in Italy vanno in parlamento

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+1: piper, libbio78, tombizzle, Giuras, Detuqueridapresencia, Scolaretto, Pippolivetennis, Inox, Oldcot@66
Alex77 (Guest) 02-11-2025 10:38

Scritto da Kenobi
Folle ma logico, bella intervista!

Quoto

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+1: Sonj, Pippolivetennis
Scolaretto 02-11-2025 10:11

Nello sport, come nella vita, i non allineati creano scompiglio ma sono un patrimonio inestimabile. Grazie Boris, non sei mai stato uno qualunque e non solo per il tuo tennis.

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+1: giallu, il capitano, PeteBondurant, Sonj, Pippolivetennis
ing68 (Guest) 02-11-2025 10:04

Cahill è una di quelle persone in grado di essere vicino nei momenti importanti, di dire sempre la cosa giusta al momento giusto, di aiutare nei momenti bui e condividere gioie e dolori. Davvero una persona fondamentale per la crescita del nostro Jannik.

2
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+1: Scolaretto, Aquila., Sonj, Pippolivetennis
Kenobi 02-11-2025 09:52

Folle ma logico, bella intervista!

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+1: Maurantonio, Circolettorosso, Di Passaggio, Aquila., Scolaretto, Sonj, Pippolivetennis