Lo svedese racconta un episodio della sua rivalità con McEnroe Altro, Copertina

Borg incorona Djokovic: “Il più grande di sempre. Federer e Nadal? Al secondo posto. Se avessi avuto il supporto che oggi hanno i tennisti, forse non mi sarei ritirato a 26 anni”

24/09/2025 17:30 5 commenti
Bjorn Borg
Bjorn Borg

Bjorn Borg, l’“ice-cool king” di Wimbledon, non ha dubbi: “Ritengo Djokovic il più grande giocatore di tutti i tempi. Poi, subito dietro, vengono Federer e Nadal, a pari merito”. Così il leggendario campione svedese parla a Sky Sport UK, in un’intervista che lancia la sua attesa autobiografia “Battiti”, appena uscita anche in Italia. Borg, 11 volte campione Slam e icona del tennis degli anni 70-80, è intervenuto al media londinese spaziando sull’attualità e altro, un punto di vista il suo sempre assai qualificato. Bjorn si dice impressionato dalla longevità del serbo, ancor più se comparato alla sua carriera, straordinariamente vincente ma assai breve rispetto a quella di “Nole”: “È incredibile il livello a cui riesce a giocare a 38 anni. Sono molto colpito. So che vuole conquistare il suo 25° Slam. Spero che giochi almeno un altro anno, perché con il tennis che esprime può ancora farcela. Certo, sarà dura con Sinner, Alcaraz e altri giovani, ma lui resta capace di tutto”.

Una carriera, quella di Djokovic, che ha avuto un respiro ben più lungo di quella di Borg, ritiratosi a soli 26 anni, una decisione che all’epoca scioccò il mondo dello sport perché arrivata del tutto inattesa. Il motivo? Mancanza di motivazioni e una fama divenuta per lui insostenibile: “Non avevo più privacy. Room service continuo, fotografi fuori dai ristoranti, a volte anche 20 a caccia di una mia foto… gente ovunque. Non potevo mai stare solo”.

Borg provò un timido rientro negli anni ’90, senza però nemmeno avvicinarsi ai fasti del passato, un tentativo che oggi reputa onesto ma di fatto sbagliato. E riflettendo sul diverso supporto che hanno oggi i giocatori – team numerosi, agenti, preparatori, psicologi e nutrizionisti – ammette: “Ai nostri tempi eravamo soli. Dovevamo arrangiarci per tutto. Se avessi avuto quell’aiuto in quella fase nella quale non mi sentivo affatto soddisfatto della mia vita immerso nel mondo del tennis, forse sarebbe andata diversamente. Forse avrei continuato a giocare”.

Il suo nome è legato in modo indissolubile a quello di John McEnroe, una rivalità la loro unica e irripetibile, con finali spettacolari e un contrasto di stile di gioco totale. Borg ricorda un episodio in particolare che segnò un prima e un dopo nella loro storia. “Credo che tutto cambiò a New Orleans, in un grande torneo negli Stati Uniti” racconta lo svedese. “In finale ero avanti 4-1 al terzo set e stavo dominando. Quella fu l’unica volta in cui John si comportò davvero male con me”. Bjorn racconta un momento che è rimasto impresso nella sua memoria: “Dopo uno scambio, sul 4-1 e 15-0, lo guardai e gli feci cenno con il dito: ‘Vieni, John’. Lui mi guardò come per dire: sei matto? Perché dovrei venire? Ma alla fine si avvicinò piano piano e mi chiese: ‘Cosa diavolo vuoi?’. Io gli dissi soltanto: ‘È solo un gioco, prendila con calma’. John mi fissò come se fossi impazzito”. La partita, ironia della sorte, finì per perderla Borg: “Ho avuto match point, ma vinse lui. Dopo quella partita nacque un rispetto reciproco che andava oltre il campo da tennis. Da lì siamo diventati buoni amici”.

Lo svedese nella sua autobiografia “Heartbeats, a Memoir”, scritta insieme alla moglie Patricia, racconta anche il lato oscuro del post-ritiro: dopo una prima fase serena, entrò nel tunnel della droga. Nel 1989 finì in ospedale per un’overdose e, qualche anno dopo, fu colpito da un infarto legato agli stupefacenti mentre si trovava in Olanda. “Scrivere il libro è stato una liberazione” commenta Borg. “Ho fatto tante scelte sbagliate, relazioni e decisioni che non avrei dovuto prendere. Ma oggi mi sento sereno e soddisfatto”.

A fine 2023 Borg ha affrontato un’ulteriore battaglia, quella contro il cancro alla prostata. Operato con successo, è ora in remissione, anche se deve sottoporsi a controlli periodici: “I medici mi hanno detto che era molto grave, ma per fortuna l’intervento è andato bene. Ci sono ancora cellule dormienti, ma ogni sei mesi faccio i test e al momento sto bene, sono felice”.

Marco Mazzoni


TAG: , , , ,

5 commenti

Jimi Hendrix (Guest) 24-09-2025 20:18

Djokovic è quello che ha vinto più titoli Slam ma tutti sappiamo che in tante, troppe occasioni Federer e Nadal erano assenti. Ha trionfato molte volte in Australia, lo Slam sicuramente meno nobile e tra i tre è senz’altro quello che ha espresso il tennis meno entusiasmante. Nella storia del tennis in termini di prestigio e di valore rappresentativo per questo sport sia Federer che Nadal sono superiori a Djokovic, lo stesso Borg è da considerarsi probabilmente più leggendario rispetto a Nole. Il tempo ci confermerà che Novak sarà rispetto a Roger e Rafa quello che è stato Connors rispetto a Borg e McEnroe o Courier rispetto a Agassi e Sampras. I numeri vanno sempre contestualizzati e interpretati quando si parla di arte e il tennis è un’arte più che un semplice sport.

5
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Annie3 24-09-2025 19:35

Ma come, da idolo di giovani e meno giovani adesso così denigrato…chissà…la butto lì: forse perché ha detto che Novak è il più grande? (grande e forte si equivalgono, le sfumature sono velleitarie e inventate da chi lo avversa, ma sono entrambe “conditio sine qua non” per essere il più vincente perché il più forte non batte il più grande e viceversa, le due doti devono coesistere nella stessa persona)…io invece do molto più credito ad un collega che non ha avuto problemi di rivalità diretta ma che ha assistito alle 3 carriere e, conoscendo le difficoltà e complessità di questo sport praticato ai massimi livelli, ha colto e apprezzato la superiorità di Novak inevitabilmente sfociata nella totalità dei tornei vinti e dei record conquistati, senza caselle incomplete e con una longevità produttiva che ovviamente sta particolarmente impressionando uno che a 26 anni si è ritirato, avendo appunto sofferto i lati oscuri che la popolarità mal vissuta può contenere: credo ci sia comunque nelle parole di Borg un messaggio di rispetto per una continuità che è anche serietà e sacrificio…quindi, per la naturale simpatia che queste opinioni condivise mi hanno suscitato, dopo “Open” leggerò volentieri questo “Battiti” che certamente non sarà noioso visto che, come il primo, racconta l’uomo prima del campione e dal contrasto tra i drammi della vita e i fasti del successo forse aprono ad una visione meno pretenziosa e assolutistica di chi in campo si esibisce anche per assecondare la nostra passione tennistica

4
Replica | Quota | 1
Bisogna essere registrati per votare un commento!
+1: andrewthefirst
tinapica 24-09-2025 17:59

Anche se avesse pippato di meno probabilmente avrebbe allungata la sua carriera…ma con tutto ciò resta l’inarrivabile angelo biondo, idolo tennistico (per il suo aspetto ed a dispetto del suo noioso gioco) della mia infanzia.
Sul fatto che Giocovic sia il più forte di sempre, scopre l’acqua calda.
Ah, no, aspetta un momento: non il più forte ma il più grande… evidentemente non ha ancora smesso di pippare.

3
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Pier no guest 24-09-2025 17:51

I campi erano diversi.
Le racchette più pesanti.
Viaggiare era più faticoso.
Ricordavo a memoria la squadra del Malmoe.
Il Tango era il pallone più bello mentre il Tele era uno schifo.
Le Tretorn duravano ma che male.
Non ci sono più le stagioni di una volta.
I cartoni animati di una volta erano violenti ma siamo cresciuti bene uguale.

Massimo rispetto per Bjorn (e solidarietà per la sua salute) ma ormai quando parla è come il suo gioco su terra,variazioni poche… pochissime…nulle.

2
Replica | Quota | 2
Bisogna essere registrati per votare un commento!
+1: il capitano, Taxi Driver
JohnMcenroe (Guest) 24-09-2025 17:44

D’accordo con l’orso !!!

1
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!