
Tartarini parla da Parigi: “Musetti ha vinto contro Tiafoe pur non giocando benissimo ma dimostra la sua forza. Il nuovo movimento del servizio è stato decisivo nella sua crescita”


Simone Tartarini, coach di Lorenzo Musetti, ha parlato alla stampa dopo l’importante vittoria del suo assistito a Roland Garros contro Tiafoe, successo gli apre le porte della semifinale al n.7 del mondo, dove potrebbe di nuovo sfidare Carlos Alcaraz dopo le partite giocate a Monte Carlo (finale) e Roma (semifinale). Il coach ha spaziato su molti temi, dalla stretta attualità dell’incontro vinto nei quarti alla condizione del suo assistito, che dopo tanti match in questa primavera inizia ad essere un po’ stanco soprattutto mentalmente, ma felice per risultati eccezionali. Interessanti alcuni aneddoti e soprattutto il passaggio sul nuovo movimento del servizio, introdotto ad inizio stagione, che secondo Tartarini è stato decisivo a migliorare tutta la prestazione di Musetti. Questi i passaggi più salienti delle dichiarazioni dell’allenatore di Musetti, raccolte da Enrico Milani.
“Oggi le condizioni erano complicate, c’era molto vento e poi anche mentalmente non è facile quando scendi in campo e tutti ti danno come favorito. Non è un caso che contro Rune, una partita un po’ più alla pari, ha espresso il miglior tennis. Oggi all’inizio non sentiva bene la palla e poi era stanco mentalmente. È stato molto bravo a vincere il primo set pur non giocandolo benissimo, Tiafoe non era ancora entrato bene in partita. Il terzo set credo l’abbia giocato molto male ma è riuscito a restare lì, bravo sul 5 pari 15-30 quando ha fatto un ottimo punto e poi ha servito bene, proprio nel game più importante della partita. Sono tutti segnali di quanto il giocatore sia cresciuto. Nel quarto set è salito di livello, colpendo meglio e chiudendo bene l’incontro”.
“Adesso saranno molto importanti i due giorni di riposo. Quando l’ho visto sulla cyclette dopo la partita la prima cosa che mi è detto è ‘Simo, ora off!’, domani ha bisogno di staccare. E da Monte Carlo che non si ferma mai, eccetto il piccolo problema e quei pochi giorni di stop. Madrid è stato pesantissimo, ha giocato praticamente tutti i giorni anche per colpa del problema del black out, quasi sempre di notte… A Roma è arrivato un po’ stanco ma è arrivato quasi fino in fondo. È stanco ma soprattutto a livello nervoso”.
“Sinner tifoso di Lorenzo? Anche Lorenzo lo è di Jannik. Sono molto giovani, vicini e amici tra di loro. Abbiamo seguito la finale di Flavio a Amburgo, è un bel gruppo e ognuno tira l’altro”.
“Cosa mi ha sorpreso di Lorenzo oggi? Mi ha dato molto retta, mi ha ascoltato quando gli dicevo di stare tranquillo. Anche se era stanco mentalmente ha tenuto la lucidità restando calmo e ascoltandomi”.
“Quando ha colpito la giudice di linea? Non ho visto proprio il colpo ma eccome se ho tremato… Son gesti che si possono pagare caro se per caso le avesse fatto male… È stato molto piano, ma sono gesti involontari ai quali bisogna stare molto attenti”.
“Non ci siamo mai messi in discussione. È venuto da bambino nella mia scuola tennis, ora è un giocatore di alto livello e io… sono un coach di un giocatore di alto livello. Sono 15 anni che lavoriamo insieme, per lui sono come un zio, un papà, un amico. Nei momenti difficili abbiamo fatto un cerchio e abbiamo creduto l’uno altro. È la forza del nostro gruppo. Abbiamo fatto tanta strada inseme, a volte ci ricordiamo le tante cose successe… come quando abbiamo dormito insieme all’Australian Open quando era junior, un po’ per risparmiare e un po’ perché non c’era la camera. Poi lo facevamo anche dopo per risparmiare, fino a che non ci siamo separati quando è cresciuto”.
“Lorenzo gioca spesso a Burraco con il manager e la compagna, io preferisco il poker!”
“Cambiargli il rovescio? Mai! L’ho stravolto un po’ perché quando era piccolo giocava solo in taglio, ha cambiato l’impugnatura e questo gli consente di giocare molto bene soprattutto il lungo linea, è un colpo molto personale. A volte sui campi veloci impreca dicendo ‘perché non mi hai cambiato il rovescio a bimane’, magari quando è messo in difesa, a rispondere… si sente più limitato rispetto agli altri ma in realtà è un gran colpo”.
“La semifinale più inattesa? Sono percorsi diversi. A livello di pura emozione, l’Olimpiade è quella che mi ha dato più soddisfazione, perché sarò un romantico ma ho visto alle Olimpiadi delle storie incredibili, e aver vinto una medaglia è qualcosa di eccezionale. A Parigi arrivava da una serie di risultati incredibili… Umago, Wimbledon… Ha avuto un percorso molto difficile alle Olimpiadi. La semifinale che speravo di poter vincere era a Wimbledon perché Lorenzo giocava molto bene mentre Novak sembrava un po’ zoppo, addirittura girava la voce che non giocasse nemmeno… Speravo che si potesse fare qualcosa in più in quella partita, mentre in semifinale a Parigi è stato superiore”.
“Il servizio l’ha migliorato tanto, ma anche il diritto. Al servizio abbiamo modificato tutto il gesto ma con tante difficoltà nella off-season. Avevamo appena iniziato il lavoro ma abbiamo lavorato un giorno e poi si è ammalato per 12 giorni e… ne avevamo 13! Quindi abbiamo fatto quel lavoro direttamente al torneo di Hong Kong, ma aveva male al braccio per il cambio del movimento. Quindi abbiamo ripreso dopo l’Australian Open, dove ha giocato col vecchio movimento e andava avanti ad antidolorifici. Poi abbiamo ripreso il lavoro prima del Sud America. Il nuovo swing lo aiuta moltissimo al lancio di palla, gli accorcia il gesto e gli dà più controllo della palla. Riesce stare col peso leggermente indietro quando lancia e quello gli dà molta spinta verso l’alto. Un gesto che lo semplifica e lo aiuta”.
“Quando ha battuto Wawrinka e poi Nishikori a Roma ho iniziato a pensare che potesse davvero diventare un bel giocatore a livello professionistico. Lavorare nell’ombra di Sinner aiuta? Non credo, ognuna lavora per se”.
Marco Mazzoni
TAG: Lorenzo Musetti, Roland Garros 2025, Simone Tartarini
Tenero Tartarini, l’ho molto rivalutato, nelle utime settimane.
“Ho iniziato come maestro di tennis di un bambino e adesso lui è un campione e io sono diventato un coach”. L’ha detto con estrema semplicità ma rappresenta bene il loro percorso.
Nell’intervista a Sky ha parlato da persona saggia, sensibile ed intelligente.
Invece fino a pochi mesi fa i suoi coaching mi sembravano banali, indirizzati ad un ragazzino.
Adesso sono molto più tecnici, probabilmente perchè non li fa più ad un ragazzino… Lorenzo è cresciuto e sta diventando un giocatore vero.
Bravo Tartarini. La vostra è una favola moderna 🙂
A Tarta, bene il servizio; se poi riesce a servire tipo Roddick, allora siamo a posto.
Musetti, però, si caratterizza -fondamentalmente – per un altro fondamentale. Quello più volte citato, dalle interviste dei primordi (“un rifugio”/un’ancora di salvezza) sino a quest’ultima, dove risulta una novità: una ‘maledizione’, anziché l’esatto contrario.
Vittorie Slam e il sogno, mica troppo recondito, passano per il rovescio, poi è ovvio che tutti i colpi debbano performare.
E “lo dico da anni” (cit. Cacciari)
Tartarini è un gran maleducato: hai dimenticato di salutare il famoso Walden!
Che Sinner faccia sempre la stessa cosa può dirlo uno che lo ha visto giocare un paio di partite già decise come con Rublev o Ruud.
Sinner cera di imporre il suo gioco, poi se ci sono variazioni da fare in partita le fa e se non ci arriva da solo ha un team che gli suggerisce sempre la mossa giusta.
Do you remember “prova a cambiare qualcosa” detto da Vagnozzi?
Al che Lore ha risposto:
O bischero se te tu non mi porti le banane ‘n campo, boiadeh, o grullo ti cianciho il hulo e lo do ‘n pasto ai hani insieme ar budello de tu ‘ma! Gaò!
SPOILER sì lo so che ho mischiato almeno tre dialetti toscani e probabilmente nessuno dei tre è quello Carrarino. Astenersi precisini!
Tartarini si dimostra essere un supercoach. La strategia di Lorenzo è sempre quella giusta anche quando perde (ci mette del suo).
Certo, avere un giocatore che ha nel polso quello che gli chiedi è perfetto. Sinner è assurdamente più forte ma anche decisamente limitato. Fa sempre la stessa cosa, che davanti abbia Novak o Alcaraz. Non si adatta. Lorenzo cambia palla ad ogni giocatore, sia che sia un dritto giocato con rimbalzo alto, sia che sia un rovescio che deve rimbalzare poco…
Troppo forte, la scena iniziale del flipper. Sei un grande
Svelata la frase chiave di Tartarini per la svolta al servizio di Lorenzo: “Lavori troppo de polso e usi male l’avambraccio”.
(Cit Carlo Verdone)
I miglioramenti al servizio sono sicuramente uno dei motivi di questa crescita, erano anni che li auspicavamo, per fortuna ora è arrivato e se ne raccolgono i frutti!!